PAYPAL: Clicca qui
STRIPE: Clicca qui
In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi
Cosa ci dice il nuovo tracollo d’agosto?
Quanto è assurdo il capitalismo
DI MORENO PASQUINELLI
FONTE: Sollevazione
Chi pensava che il tonfo delle borsa
italiana del 10 agosto fosse stato uno “scivolone” causato
ad una “irrazionale ondata di panico”, dovrà ricredersi.
Allora l’indice Ftse Mib chiuse a -6,65%, il dato peggiore dall’ottobre 2008 (post-Lehman Brothers). Ieri, giovedì 18 agosto ha chiuso a -6,15%. Sell-off in gergo tecnico: andati in fumo in una sola seduta circa 20 miliardi di capitalizzazione. Gli squali della finanza hanno
venduto di tutto: non solo azioni bancarie e assicurative, ma pure energetiche e industriali, Fiat in primis.
Tabella 1. L’andamento delle borse dal 2000 ad oggi
Il tracollo di Milano, è stato
in linea con quello di tutte le borse mondiali, quelle cinesi e degli
“emergenti” comprese, a conferma che il capitalismo-casinò
è un sistema squilibrato sì, ma a vasi comunicanti. Più di tutte
hanno perso le borse europee: bruciati nella seduta di ieri 300 miliardi
di dollari, quanto tutto il PIL della Grecia, e quasi il doppio di quello
dell’Irlanda. Una vera e propria ecatombe. Un indice infallibile per
misurare l’aria che tira nelle borse è l’andamento dei costi delle
polizze che servono per assicurarsi contro il rischio di default,
i famigerati Credit Default Swap: ieri hanno addirittura superato i
record toccati dopo il crack Lehman: 237 punti base contro gli allora
211 punti. In poche parole non serpeggia solo tra gli squali —Hops!
“investitori”— che il sistema entri in depressione, ma che
questa sarà preceduta dal fallimento a catena di grandi banche e aziende.
Di converso alle vendite ingenti masse
di denaro si sono riversate “istericamente” sugli acquisti.
Di che? Di titoli considerati “bene rifugio”: oro (giunto
a 1863 $ l’oncia), titoli di stato americani, dei paesi del Golfo, e
addirittura titoli svizzeri, il cui rendimento, data l’altra richiesta,
è sceso a negativo: -0.06% —come dire che chi li compra deve pagarci
sopra gli interessi. Un bell’esempio dell’assurdità del sistema capitalistico
(se così vogliamo chiamare la bisca della speculazione finanziaria).
Tendenza di lungo periodo
Tabella 2. la metastasi della finanziarizzazione
Che siamo alle prese con una catastrofe
imminente, che questi tracolli borsistici non sono semplici temporali,
lo dimostra la tendenza generale. La Tabella n.1 è illuminante. Essa,
oltre a far vedere come avanzi il capitalismo tra gli “emergenti”
(anche grazie allo spostamento ivi dei capitali dei paesi imperialistici
tradizionali) mostra che le Borse occidentali stanno bruciando capitali
da almeno un decennio, che è appunto considerato un tempo lungo dagli
economisti e dalle imprese. Da notare la relazione con la curva del
PIL. Malgrado anemico, le economie hanno conosciuto un segno più, ma
le borse sono andate per fatti loro, cioè a picco, a dimostrazione
di quanto abnorme fosse stata la crescita della finanziarizzazione e
della sfera della rendita parassitaria. Bolla dopo bolla questa sfera
si sta sgonfiando e il fondo, come verrà toccato a breve, con effetti
ancor più distruttivi di quella del crack dell’autunno 2008.
Il capitalismo? Un sistema sballato
In dodici mesi la borsa di Milano ha
bruciato il 33% del valore dei listini. Per capire quanto perverso
sia il mercato borsistico è sufficiente guardare cosa nasconde questo
crollo dei valori. Le prime 40 aziende italiane quotate valgono oggi
300 miliardi di euro, si potrebbero insomma scalare e comprare tutte
con 300 miliardi. Piccolo particolare: il loro patrimonio netto è di
450 miliardi. per capirci: Unicredit è valutata oggi 20 miliardi, mentre
il suo patrimonio è di 68. La potentissima Generali, vale oggi in borsa
18 miliardi (ne valeva 42) ma solo il suo patrimonio in immobili ammonta
a 25 miliardi. La Fiat? vale oggi la miseria di 5 miliardi, neanche
la metà del valore dei suoi soli impianti industriali —fate un conto
di quanto possono valere per le borse, a questi parametri, i quasi 200mila
dipendenti Fiat. L’ultimo esempio, l’Eni. Il valore della sua capitalizzazione
in borsa è precipitato a 53 miliardi. Poco? tanto? Nulla, se si pensa
che solo in riserve di petrolio l’Eni ne possiede circa 300milardi.
Un altro esempio della follia rappresentata
dalle Borse? Il 9 agosto la Apple, coi suoi diabolici marchingegni elettronici
status symbol, raggiungeva a Wall Street una capitalizzazione di 341,53
miliardi di dollari, superando la Exxon Mobil (441,51 miliardi), diventando
la prima compagnia mondiale. Nella stessa seduta le quotazioni General
Motors balzavano verso l’alto non appena diffusasi la notizia di licenziamenti
massicci.
Chiudere la Borsa
Cos’è la Borsa (valori) si sa.
Nel manuale è scritto che è il mercato di negoziazione degli
“strumenti finanziari”. Le imprese, le banche e gli
Stati vanno in Borsa per raccogliere quattrini, offrendo in cambio valori
mobiliari (azioni, obbligazioni, titoli). Dall’altra parte ci sono quindi
coloro che prestano denaro, che lo prestano affinché frutti lauti interessi.
A che pensate? Ai “risparmiatori”? Ma quelli, oltre che a
lasciarci le penne, non muovono i grandi numeri, che sono invece mossi
dai grandi fondi, speculativi e non, sovrani e non sovrani. I grandi
numeri li fanno le banche d’affari. Tutto quello che noi rubrichiamo
sotto il titolo di rendita finanziaria. Forse che nelle transazioni
borsistiche si producono valore o ricchezza? certo che no! Non è che
se un titolo di una società sale di prezzo del 50% questa società
ha raddoppiato il valore del suo prodotto. Se un investitore guadagna
a sua volta il 50% dalla transazione finanziaria, quest’operazione non
ha creato alcuna ricchezza, come non la crea un fruttivendolo che rivende
le sue mele ad un prezzo maggiorato.
Qui avviene solo una captazione di
plusvalore, creato dalle sfere che creano merci o servizi produttivi,
a favore della rendita finanziaria, che per questo è parassitaria.
La Borsa è il sancta sanctorum
della finanza speculativa, il luogo dove avviene il furto, dove
i settori produttivi del capitale devono cedere plusvalore alla sfera
parassitaria. La borsa è il deposito dove fluisce la ricchezza
prodotta dal lavoro, dalle stesse piccole e medie imprese non quotate,
e quindi estorta, poiché nelle borse valori vengono de facto determinati
i prezzi, non solo delle materie prime o i tassi d’interesse,
ma in definitiva anche dei salari. Questo ruolo nefasto della Borsa
è stato rafforzato nel 1996, quando il governo di centro-sinistra (guarda
un po’!) con Decreto 415/96 privatizzò la Borsa valori italiana
(prima un ente pubblico), la Consob essendo solo un mero organismo di
controllo.
Signori! Non volete chiudere questa
bisca? Riportatela almeno sotto stretto controllo pubblico! Che siano
riscritte regole stringenti! E che le aziende e le banche di importanza
nazionale e strategica siano sottratte al gioco d’azzardo! Non è tollerabile
che il futuro del paese sia nelle mani di pochi briganti.
Fonte: CANCELLARE
IL DEBITO, USCIRE DALL’EURO … E SE CHIUDESSIMO ANCHE LA BORSA?
19 agosto 2011
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video
CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org