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CAMBIAMENTO CLIMATICO: IL PEGGIORE SCANDALO SCIENTIFICO DELLA NOSTRA GENERAZIONE

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A cura di Das schloss
Il 13 Dicembre 2009
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blankDEL PROF. CHRISTOPHER BOOKER
The Daily Telegraph

Il nostro establishment scientifico, irrimediabilmente compromesso, non può permettersi di cavarsela mettendo a tacere le statistiche riguardanti il riscaldamento globale.

Una settimana dopo che il mio collega James Delingpole dal suo blog del Telegraph ha coniato il termine “Climagate” per descrivere lo scandalo reso noto dalla fuoriuscita di e-mail dall’Unità di Ricerca Climatica presso l’università di East Anglia, Google ha mostrato che quella parola appare ora su internet più di nove milioni di volte. Ma in tutti questi ettari di copertura elettronica c’è un punto di grande rilievo riguardante queste migliaia di documenti che è stato ampiamente dimenticato.

Il motivo per cui anche George Monbiot del Guardian si è mostrato totalmente scioccato e disorientato di fronte al quadro svelato dai documenti è che gli autori non sono un vecchio gruppo qualunque di accademici. La loro importanza non può essere sopravvalutata. Ciò a cui ci troviamo di fronte è un piccolo gruppo di scienziati che, per anni, ha esercitato una grande influenza nel manovrare l’allarme mondiale in materia di riscaldamento globale, non da ultimo attraverso il ruolo giocato all’interno del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)[1].

A seguire: “Manipolazione di dati e di concetti: le e-mail sul cambiamento climatico
” (The Daily Telegraph)
Il professor Philip Jones, direttore della CRU[1], è responsabile delle due serie fondamentali di dati usate dall’IPCC per compilare i suoi resoconti. Attraverso il suo contatto con l’Hadley Center, parte del Met Office inglese, il quale seleziona gran parte dei collaboratori scientifici strategici dell’IPCC, il suo registro delle temperature globali è il più importante dei quattro su cui sia l’IPCC sia il governo si basano – non da ultimo per le loro previsioni secondo cui il mondo si surriscalderà a livelli catastrofici a meno che non si spendano miliardi di dollari per evitarlo.

Il dott. Jones gioca anche un ruolo fondamentale all’interno del compatto gruppo di scienziati americani e inglesi responsabile della promozione di quell’immagine delle temperature globali trasmessa dal grafico a forma di “bastone da hockey” di Michael Mann, che 10 anni fa aveva rovesciato da cima a fondo la storia del clima mostrando che, dopo 1.000 anni di declino, le temperature erano recentemente balzate ai più alti livelli mai registrati dalla storia.

Ritenuto come fondamentale dall’IPCC, non da ultimo per il modo in cui è sembrato eliminare il diffusamente accettato Periodo Caldo Medievale, quando le temperature erano più alte di oggi, il grafico è divenuto l’icona centrale dell’intero movimento creato dall’uomo per il riscaldamento globale.

Dal 2003, comunque, quando i metodi statistici utilizzati per creare “il bastone da hockey” sono stati dipinti come fondamentalmente difettosi da un esperto statistico canadese, Steve McIntyre, è cresciuta una lotta che si è andata via via scaldando tra i sostenitori di Mann, che si sono auto-definiti “la Squadra dell’Hockey”, e McIntyre e i suoi alleati, i quali hanno chiamato in causa, con effetti ancor più devastanti, l’intera base statistica su cui l’IPCC e la CRU hanno fondato il loro caso.

I mittenti e i destinatari delle mail fuoriuscite dalla CRU forniscono la lista dei partecipanti all’elite scientifica dell’IPCC, comprendente non solo la “Squadra dell’Hockey”, come ad esempio il dott. Mann stesso, il dott. Jones e il suo collega della CRU Keith Briffa, ma anche Ben Santer, responsabile della revisione altamente controversa di alcuni passaggi chiave del report del 1995 dell’IPCC; Kevin Trenberth, che in modo altrettanto controverso ha spinto l’ITCC all’allarmismo sull’attività degli uragani; e Gavin Schmidt, braccio destro dell’alleato di Al Gore, dr. James Hansen, il cui registro GISS sui dati di temperatura di superficie è secondo per importanza solamente a quello della CRU.

Ci sono tre argomenti in particolare contenuti nei documenti fuoriusciti che hanno diffuso un’ondata di sconvolgimento tra gli osservatori informati in tutto il mondo. Forse il più ovvio, come lucidamente sottolineato da Willis Eschenbach (si veda il blog di McIntyre dal titolo “Climate Audit” e il blog di Anthony Watt, “Up with That”), è la serie altamente sgradevole di e-mail che mostra come il dott. Jones e i suoi colleghi abbiano per anni discusso le subdole tattiche che hanno permesso loro di non rilasciare i dati a terze parti avvalendosi delle leggi in materia di libertà d’informazione.

Se ne sono usciti con ogni scusa possibile per far combaciare le basi di dati su cui si fondavano le loro scoperte e i registri delle temperature.

Di per se stessa, questa cosa è diventata un grosso scandalo, non da ultimo per il rifiuto del dr. Jones di fornire i dati elementari da cui la CRU deriva il suo largamente influente registro delle temperature, che è culminato la scorsa estate nella sconvolgente dichiarazione dello stesso dr. Jones secondo cui la maggior parte dei dati presi da tutto il mondo era semplicemente “andata persa”. Ma la cosa più incriminante sono comunque le e-mail in cui si avvisano gli scienziati di cancellare grosse porzioni di dati, cosa che, se fatta dopo il ricevimento di una richiesta inviata in ossequio alla normativa in materia di libertà d’informazione, risulta essere un reato.

Ma la domanda che sorge inevitabile da questo rifiuto sistematico di rilasciare i dati è: qual è quella cosa nascosta che gli scienziati stanno così ansiosamente cercando di non rivelare? La seconda e più scioccante rivelazione che deriva dalla fuga di documenti è come essi mostrino degli scienziati intenti a manipolare i dati attraverso i loro complicati programmi per computer, sempre orientati nell’unica direzione desiderata – abbassare le temperature passate e “accomodare” quelle recenti al rialzo, in modo da dare l’impressione di un riscaldamento accelerato. Questa cosa succede così spesso (non da ultimo nei documenti riguardanti i dati contenuti nel file “Harry Read Me”) che è diventata l’elemento singolo più fastidioso di tutta la storia. Questa è l’attività che il dr. Hansen stava compiendo con il registro GISS delle temperature, quando l’anno scorso è stato scoperto dal sig. McIntyre (fatto dopo il quale Hansen è stato costretto a rivedere il suo registro) e due altri scioccanti esempi sono ora venuti alla luce in Australia e in Nuova Zelanda.

In ognuno di questi due paesi era possibile per gli scienziati locali mettere a confronto il registro ufficiale delle temperature con i dati originali sui quali si sarebbe in teoria dovuto basare il primo. In ciascun caso è chiaro che lo stesso scherzo è stato giocato – trasformare un grafico delle temperature essenzialmente piatto in un grafico che mostra delle temperature in continua crescita. E in ognuno di questi casi la manipolazione era stata realizzata sotto l’influenza della CRU.

La cosa che emerge in modo tragico dal file “Harry Read Me” è questo quadro di scienziati della CRU che si trovano in uno stato di confusione senza speranza di fronte agli elaborati programmi per computer che essi hanno ingegnato allo scopo di contorcere i loro dati nella direzione approvata, esprimendo più di una volta la loro disperazione per quanto fosse difficile ottenere i risultati desiderati.

La terza rivelazione-shock riguardante tali documenti è il modo spietato con cui questi accademici sono stati determinati nel zittire qualunque esperto che mettesse in discussione i risultati da essi conseguiti attraverso dei metodi così discussi – non solo rifiutandosi di rendere pubblici i loro dati elementari ma anche discreditando e bloccando qualunque giornale scientifico che avesse osato pubblicare il lavoro dei loro critici. E’ come se essi fossero pronti a qualunque cosa pur di soffocare il dibattito scientifico in questo modo, non da ultimo assicurando che nessuna ricerca in senso contrario trovasse spazio nelle pagine dei resoconti dell’IPCC.

Nel 2006, quando l’eminente professore di statistica americano Edward Wegman pubblicò un resoconto scientifico per il Congresso nel quale sosteneva la demolizione del “bastone da hockey” operata da Steve McIntyre, egli condannò il modo in cui questo stesso “gruppo molto intimo” di accademici sembrava volenteroso unicamente di creare delle collaborazioni tra i suoi membri e di operare delle “revisioni paritetiche” delle carte l’uno dell’altro, allo scopo di sovrastare le scoperte di quei resoconti dell’IPCC dai quali avrebbe potuto dipendere gran parte del futuro degli Stati Uniti e dell’economia mondiale. Alla luce delle ultime rivelazioni, adesso sembra ancora più evidente che questi uomini possano aver fallito nel sostenere quei principi che stanno al centro di una domanda scientifica genuina e del relativo dibattito. Già un rispettabile scienziato americano del clima, il dr. Eduardo Zorita, ha chiesto che il dr. Mann e il dr. Jones venissero esclusi da ogni futuro coinvolgimento nell’IPCC. Persino il nostro George Monbiot, sdegnato di fronte alla scoperta di come era stato tradito dai supposti esperti che egli aveva riverito e citato per tanto tempo, ha chiesto che il dr. Jones rinunciasse alla sua carica di direttore del CRU.

Il precedente Cancelliere, Lord (Nigel) Lawson, lanciando la scorsa settimana la sua nuova think tank ‘Global Warming Policy Foundation’ ha giustamente fatto appello a una inchiesta davvero indipendente che guardi dentro il labirinto di imbrogli rivelato dalle fughe del CRU. Ma l’inchiesta dibattuta venerdì, che forse sarà presieduta da Lord Rees, Presidente della Royal Society – essa stessa propagandista di lunga data e senza vergogna per la causa del riscaldamento – è lungi dall’essere quello che Lord Lawson aveva in mente. Al nostro establishment scientifico, compromesso senza speranza, non può essere concesso di andarsene mettendo semplicemente a tacere quello che è diventato il più grande scandalo scientifico del nostro tempo.

NOTE

[1] Il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (http://www.ipcc.ch/) è il foro scientifico che si è formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite allo scopo di studiare il fenomeno del riscaldamento globale (fonte: Wikipedia). NdT

[2] Climate Reserch Unit. E’ una parte dell’Università di East Anglia (Inghilterra) nonché una delle maggiori istituzioni che si occupa di studiare le cause del cambiamento climatico (fonte: Wikipedia, in inglese) Ndt

Titolo originale: “Climate change: this is the worst scientific scandal of our generation”

Fonte: http://www.telegraph.co.uk/
Link
28.11.2009

Traduzione di Rachele Materassi per www.comedonchisciotte.org

MANIPOLAZIONE DI DATI E DI CONCETTI: LE E-MAIL SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

A CURA DEL THE DAILY TELEGRAPH

Le e-mail dell’Università di East Anglia: le citazioni più controverse

Di seguito, una selezione di frasi prese dalle e-mail rubate dai computer dell’Università di East Anglia. Molte riguardano Phil Jones, capo dell’Unità di Ricerca Climatica dell’università.


Da: Phil Jones. A: Destinatari multipli. 16 novembre 1999

“Ho appena portato a termine il trucco che Mike ha fatto su Nature (la rivista scientifica) di aggiungere le temperature reali a ciascuna serie degli ultimi 20 anni (ad es, dal 1981 in poi) e dal 1961 per permettere a Keith di nascondere la caduta”.

I critici citano questo a riprova della manipolazione dei dati effettuata al fine di mascherare il fatto che le temperature globali stanno scendendo. Il prof. Jones sostiene che il significato della parola “trucco” è stata male interpretata.

Da Phil Jones a: Michael Mann (Pennsylvania State University). 8 luglio 2004
“Non mi pare che nessuna di queste carte sia nel prossimo report dell’IPCC. Kevin e io le terremo fuori in qualche modo – anche a costo di ridefinire il significato di letteratura peer review [revisione paritaria n.d.t.]!”

L’IPCC è l’organo delle Nazioni Unite che ha il compito di monitorare il cambiamento climatico. Gli scienziati non volevano che l’IPCC prendesse in considerazione gli studi che contestano l’idea secondo cui il riscaldamento globale è autentico e creato dall’uomo.


Da Kevin Trenberth (US National Center for Atmospheric Research). A: Michael Mann. 12 ottobre, 2009
“Il fatto è che noi non possiamo spiegare la mancanza di riscaldamento allo stato attuale si tratta di una farsa che noi non possiamo…Il nostro sistema di osservazione è inadeguato”

Il prof. Trenberth sembra accettare uno degli argomenti chiave degli scettici del riscaldamento globale – non c’è nessuna prova che le temperature si siano alzate nel corso degli ultimi 10 anni.

Da: Phil Jones. A: Destinatari multipli. 11 marzo 2003
“Manderò una mail al giornale per dire loro che non c’entrerò più con questa cosa finché non si sbarazzeranno di questo editore che crea problemi”.

Il prof. Jones sembra parteggiare per le dimissioni dell’editore di Climate Research, una rivista scientifica che ha pubblicato alcuni articoli che minimizzavano il valore del riscaldamento globale.

b>Da Phil Jones. A: Michael Mann. Data: 29 maggio 2008
“Potresti cancellare qualunque corrispondenza e-mail con Keith relative all’AR4? Keith farà lo stesso”.

Gli scettici del cambiamento climatico hanno cercato di usare le leggi previste dalla Libertà d’Informazione per ottenere i dati puri sul clima presentati con un report dell’IPCC noto come AR4. Gli scienziati non volevano che il loro scambio di e-mail riguardante i dati fosse reso pubblico.

Da: Michael Mann. A: Phil Jones e Gabi Hegerl (Università di Edinburgo). Data: 10 agosto 2004
“Probabilmente Phil e io saremmo costretti ad aver a che fare con altre stupide critiche da parte degli idioti in un prossimo futuro”

Gli scienziati non fanno nessuno sforzo per nascondere il loro disprezzo nei confronti degli scettici del cambiamento climatico, i quali chiedono più informazioni sul loro lavoro.

Titolo originale: “Manipulation of Data and Concepts: The Climate Change EMails”

Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Link
23.11.2009

Traduzioni per www.comedonchisciotte.org a cura di RACHELE MATERASSI

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