Riceviamo e pubblichiamo:
Nella serata di martedì 7 dicembre, nel corso di un evento organizzato dal Comitato DseRC nella nostra sede di via Cernaia 31, circa 40 ufficiali delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Polizia Municipale e NAS) hanno fatto irruzione, interrompendo l’evento e intimidendo tutti i partecipanti. Col pretesto di un normale controllo di polizia avvenuto, a detta loro, «su segnalazione» e rivolto all’attività del ristorante Cuore Ribelle, hanno controllato documento e lasciapassare sanitario di tutti i partecipanti all’evento considerandoli clienti del ristorante, nonostante gli avessimo ricordato a più riprese che si trattava di un evento chiuso al pubblico, che in quel momento l’attività ristorativa era interrotta e i convenuti da considerarsi esclusivamente legati al Comitato e non al Cuore Ribelle. Si trattava infatti della presentazione di un libro riservata ai soli iscritti al Comitato, come testimoniavano chiaramente l’affissione esterna della scritta “EVENTO PRIVATO”, la saracinesca abbassata per metà e la totale assenza di piatti o vivande di alcun genere sui tavoli. Incuranti della situazione, gli ufficiali hanno effettuato controlli capillari nei locali del ristorante rivolti ai dispositivi di protezione individuale dei lavoratori, alla regolarità della loro condizione contrattuale, alle condizioni igieniche del luogo. Alla fine di tutto, il ristorante Cuore Ribelle è stato chiuso per cinque giorni e la titolare Adriana Perugini ha ricevuto una serie di multe.
La mancata considerazione da parte degli ufficiali delle evidenti prove che in quel momento nei locali di via Cernaia 31 non aveva luogo una cena del Cuore Ribelle, ma un evento culturale del Comitato DSeRC, e il trattamento degli astanti come avventori di una cena nonostante la totale mancanza di posate, bicchieri e vivande, è indice chiaro del fatto che essi erano stati mandati con uno scopo preciso, a prescindere da ciò che avessero trovato. Adriana Perugini e le cinque famiglie che dipendono dal suo ristorante vengono nuovamente colpiti dallo Stato con l’unica ragione della ritorsione politica, con l’evidente obiettivo di ricattare, punire, danneggiare la scelta coraggiosa di ospitare nei loro locali l’attività politica del Comitato. D’altronde, il clima che i media di regime hanno creato intorno a via Cernaia lasciava presagire una maggiore attenzione della magistratura verso di noi, poiché i servizi di La7 e FanPage associavano in maniera posticcia e fraudolenta la violenza e l’illegalità a chi in verità si sta battendo ogni giorno in modo pacifico e gioioso proprio per ripristinare la legalità e i principi della nostra Costituzione.
Pertanto, il Comitato di Sana e Robusta Costituzione esprime la sua più sentita solidarietà ad Adriana Perugini e ai lavoratori del Cuore Ribelle: le loro difficoltà sono le nostre, perché li riconosciamo come veri e propri fratelli.
La battaglia del Comitato non si ferma, anzi si fa più forte e consapevole. Come gli attacchi mediatici hanno aumentato il numero dei partecipanti agli eventi e cementato la solidarietà tra noi, così gli attacchi giudiziari non fanno che dimostrare ancor di più, a noi e ai nostri nemici, che ci muoviamo nel solco della legalità: anzi, ne siamo l’ultimo baluardo.