DI DANIEL ESTULIN
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Premessa
Nel mondo della finanza internazionale, c’è chi dirige gli eventi e chi reagisce agli eventi. Mentre si conoscono meglio i secondi, più numerosi, e apparentemente più potenti, il vero potere rimane ai primi. Al centro del sistema finanziario globale c’è l’oligarchia finanziaria oggi rappresentata dal gruppo Bilderberg.
L’organizzazione del gruppo Bilderberg è dinamica, si adatta ai tempi, assorbe e crea nuove parti mentre espelle quelle che decadono. I suoi membri vanno e vengono ma il sistema non è mai cambiato. È un sistema che si perpetua, una ragnatela virtuale di interessi finanziari, politici, economici e industriali intrecciati con il modello di fondo veneziano ultramontano al suo centro.
Ora, il Bilderberg non è una società segreta. Non è un occhio maligno che tutto vede, nè una cospirazione giudaico-massonica. Non c’è alcuna cospirazione anche se tanta gente con fantasia infantile la ritiene tale. Non c’è nessun gruppo di persone, per quanto potenti possano essere, che si siedono intorno a un tavolo in una stanza scura tenendosi le mani, con gli occhi fissi sulla sfera di cristallo, che pianificano il futuro del mondo.
Il Bilderberg non è un mondo cartesiano di fantasia, nel quale le intenzioni isolate di alcuni individui, piuttosto che le dinamiche di processi sociali, determinano il corso della storia come movimento di idee e tematiche che si sviluppano per le generazioni a venire. È scientificamente significativo che le più svariate teorie cspirazioniste popolari riflettano lo stile peculiarmente patologico della fantasia infantile associata ai culti di The Lord of the Rings, Star Wars e Harry Potter. La caratteristica forma di azione mentale che questi culti esprimono è il potere magico della volontà, che agisce fuori dalla dimensione spazio-temporale.
Invece, è l’incontro di persone che rappresentano una certa ideologia. Il Bilderberg è un mezzo per far incontrare le istituzioni finanziarie che costituiscono i più potenti e predatori interessi finanziari del mondo. E in questo momento, questa combinazione è il peggior nemico dell’umanità.
Non il Governo Unico Mondiale nè il Nuovo Ordine Mondiale come tanti erroneamente credono. Piuttosto, l’ideologia di una S.P.A. MONDIALE. Nel 1968, George Ball, l’allora sottosegretario per gli affari economici di JFK e Johnson, in un meeting di Bilderberg in Canada dichiarò: “Dove è possibile trovare una base legittima per il potere della dirigenza delle corporazioni così da poter prendere decisioni che possono influire profondamente sulla vita economica delle nazioni presso i cui governi esse hanno solo responsabilità limitate?”
L’idea dietro ogni meeting del Bilderberg è quella di creare quella che loro stessi chiamano l’ARISTOCRAZIA DEI PROPOSITI tra l’élite europea e quella nordamericana, sul miglior modo di dirigere il pianeta. In altre parole, la creazione di una rete globale di cartelli giganti, più potente di qualunque nazione sulla faccia della terra, destinata a controllare le esigenze vitali del resto dell’umanità.
*****
Iraq
Uno dei punti chiave dell’argomento Iraq ha riguardato il futuro della missione statunitense in considerazione del fatto che l’occupazione di 8 anni sta volgendo al termine. Sotto il titolo “Quali diritti abbiamo in Iraq?” i delegati del gruppo Bilderberg hanno discusso della possibilità per il governo statunitense di esercitare una forma di “diritto degli occupanti”. Per ora è un tema con poca visibilità, ma è prevedibile che in un futuro la storia sarà al centro dell’attenzione mediatica. Ciò che preoccupa tutti è il capitolo finale, la fine dell’occupazione. Se gli Stati Uniti lasciano l’Iraq, cosa che la maggior parte dei delegati del Bilderberg vede poco plausibile, a quali condizioni e dietro quali accordi sarà possibile?
Come ricordato da un delegato americano ai colleghi, dal primo ottobre di quest’anno, l’intera responsabilità della presenza statunitense in Iraq dovrebbe essere trasferita dai militari al Dipartimento di Stato. Traduzione: La grande stampa potrebbe raccontarci quache falsa storiella su come vanno le cose. Il governo statunitense non ha alcuna intenzione di lasciare l’Iraq, anche se si dovesse cambiare la gestione.
L’affermazione di un delegato americano può riassumere la posizione degli Stati Uniti sull’Iraq:”Quando pensiamo all’Iraq, pensiamo in grande.” In effetti, per capire la posizione americana nel paese, bisogna ricordare che la missione degli Stati Uniti a Bagdad occupa l’ambasciata più grande a livello mondiale, costata poco meno di un miliardo di dollari e comparabile per dimensioni al Vaticano e visibile dallo spazio.
Un delegato europeo ha domandato seccamente se dopo 8 anni di guerra sia possibile dire che ne è valsa la pena. Al costo impressionante di migliaia di miliardi di dollari, oltre cinque mila vite americane perse e oltre un milione di iracheni innocenti uccisi, più di uno deve ammettere lo spettacolare fallimento della missione. Con il prossimo passaggio di consegne dal Dipartamento della Difesa a quello di Stato, ci si domanda cosa sarà della missione americana in Iraq all’inizio del 2012. “È quello che si domandano tutti”, ha aggiunto un altro membro europeo del Bilderberg.
Un delegato americano ha fatto presente che ora c’è un governo stabile nel paese come risultato di “elezioni democratiche”. Gli è stato ricordato che la ragione iniziale dell’invasione riguardava la necessità di trovare ed eliminare armi di distruzione di massa. “La preoccupazione per la loro libertà è stata aggiunta in un secondo momento”, ha aggiunto un europeo. Si parlava anche di enormi investimenti finanziari in Iraq per rilanciare la debole economia. Tuttavia, molti partecipanti sono stati d’accordo sul fatto che l’investimento è stato del tutto autoreferenziale, centrato sull’ambasciata americana per giustificarne l’esistenza e i costi.
Medio Oriente
Iniziamo dalla conclusione: Con l’elargizione di miliardi per la contro rivoluzione, il futuro delle grandi rivolte arabe del 2011 diventa sempre più cupo. Il gruppo Bilderberg sostiene del tutto la repressione draconiana e la guerra perpetua attraverso tutto il golfo persico e utilizza volentieri il suo leale alleato, l’Arabia Saudita, per far eseguire i suoi ordini. Questa guerra coinvolgerà tutti nel Medio Oriente, tranne Israele. L’Arabia Saudita è un partner strategico, non solo perché è una monarchia repressiva e una dittatura, quindi non deve rispondere a un elettorato, ma anche per la sua strategica riserva petrolifera.
L’instabilità lungo l’intero Medio Oriente fornisce al Bilderberg una scusa per portare il prezzo del crudo a 150-180 dollari al barile. La conseguenza è quella di mettere la Germania e la UE sotto forte pressione politica da un lato, e di esercitare la stessa pressione sulla Cina e le sue aspirazioni economiche e politiche dall’altro.
Non si deve dimenticare che al di là di come gira la ruota, il Bilderberg vince comunque. Nell’estate del 2008 il prezzo del petrolio schizzò a 147 dollari al barile, come avevo previsto a maggio del 2005, dopo la conferenza del Bilderberg a Rottach-Egern, dove si decise di portare i prezzi a quei livelli proprio per l’estate del 2008. Jp Morgan allora consigliava al governo cinese di acquistare tutto il crudo perché il prezzo sarebbe salito a 200 dollari al barile. Ciò che quasi nessuno sa è che circa tre quarti del prezzo del petrolio è pura speculazione, manipolato dal Goldman Sachs Commodity Index. Quindi, Wall Street controlla il prezzo del petrolio senza alcuna considerazione della domanda e dell’offerta. Non c’è dubbio che l’obiettivo è di ampia portata e mira non solo a controllare il prezzo del petrolio ma anche i mercati finanziari mondiali.
A ben vedere, l’Arabia Saudita ha le mani dapertutto nella torta mediorientale. Consideriamo l’Egitto. La casa saudita ha appena dato 4 miliardi di dollari in contanti al leader del Consiglio Supremo Militare, feldmaresciallo Tantawi. Nello Yemen, i sauditi stanno comprando le tribù yemenite con denaro, nel nome della stabilità nella regione. Nel Bahrain stanno sostenendo apertamente la National Human Rights Organization, il cui presidente è stato nominato da Re Hamad bin Isa al-Khalifa nel 2010.
Quindi, la scorsa settimana alla Casa Bianca, il presidente americano Barack Obama ha ricevuto il principe della casa del Bahrain Salman al-Khalifa. Per motivi strategici, il Bahrain, ricco di petrolio è un alleato chiave degli Stati Uniti nella regione del golfo e ospita il quartier generale della Quinta Flotta americana.
Infine, c’è la Fratellanza Musulmana da essere compresa nel contesto della contro-rivoluzione attentamente orchestrata dagli USA/ Arabia Saudita. Dalla Siria all’Egitto, la Fratellanza lavora insieme al Consiglio militare egiziano come compenso per il buon comportamento.
Cina
Il Bilderberg appare parecchio preoccupato per l’ingresso della Cina nella politica africana a livello sovranazionale così come per il suo protagonismo nei più disparati angoli del continente africano. Per anni la Cina ha rastrellato le risorse naturali del continente praticamente senza contendenti. Ora la China State Construction Engineering Corporation (CSCEC) sta costruendo un enorme complesso dell’Unione Africana ad Addis Abeba. Se Bruxelles è la capitale europea, così Addis Abeba è stata incoronata come nuova capitale dell’Africa.
Il Bilderberg ha riconosciuto che le proprie corporazioni non sono state in grado di competere con le compagnie in mano allo stato cinese perché “il prezzo è giusto…cioè gratis”. Inoltre, come il Bilderberg ha prontamente ammesso, la Cina non ha il tratto coloniale che ancora contraddistingue i rapporti tra Europa e Africa, e questo conferisce alla Cina un sicuro vantaggio nell’area.
Un’altra area che preoccupa il Bilderberg è l’abile diplomazia cinese in Africa. Fuori dall’occhio del radar, la Cina riesce a manovrare gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali. Per esempio, la visita del ministro degli esteri libico Abdelati Obeidi a Pechino fornisce alla Cina un’enorme opportunità per contrastare l’influenza americana nell’arena internazionale e migliora la sua immagine di amica del mondo musulmano.
Inoltre, la Cina non si è fatta sfuggire l’opportunità di migliorare le relazioni con i nuovi governi in Egitto e Tunisia dopo la caduta dei loro leader durante le recenti rivolte.
Il potere economico della Cina
Secondo le più recenti previsioni del FMI, l’economia cinese sarà la più estesa in termini reali nel 2016 – solo 5 anni a partire da ora. In termini reali significa “parità di potere d’acquisto” (PPA). Questo termine mette in relazione ciò che la gente guadagna e spende in termini reali nelle economie interne. Contro lo sfondo del conflitto mediorientale, Iraq, Afghanistan, Iran e la distruzione dell’economia mondiale, enormi dubbi sono sorti sul dollaro americano e l’enorme mercato del Tesoro, che sono stati foraggiati per decenni da uno status privilegiato come le liabilities del potere egemonico mondiale.
Secondo il Bilderberg, chiunque diventi presidente americano l’anno prossimo sarà sicuramente l’ultimo a dirigere l’economia più grande del mondo.
Con il PPA, l’economia cinese si espanderà da 11.2 migliaia di miliardi di dollari di quest’anno ai 19 del 2016. Intanto le dimensioni dell’economia americana passeranno da 15.2 migliaia di miliardi a 18.8. Significa che l’indice della produttività americano scenderebbe al 17.7%, il peggiore degli ultimi tempi. La Cina raggiungerebbe il 18% e sarebbe comunque in crescita.
Facendo un paragone, appena 10 anni fa, l’economia americana era tre volte quella cinese.
Come già ammesso dal Bilderberg, questa è più di una prospettiva finanziaria. È la fine dell’epoca dell’egemonia economica americana. L’America prese il posto di potenza economica leader che era della Gran Bretagna negli anni ’90 dell’800 e non si è mai fermata. C’è però un aspetto positivo per gli Stati Uniti. Per controbilanciare l’avanzamento economico della Cina, cresce costantemente il numero di paesi asiatici che cercano il sostegno degli USA.
Come ammesso da un membro di Bilderberg, la crescita della Cina e il relativo declino dell’America, il cosiddetto cambiamento di paradigma, o i cambi rivoluzionari in ambito geopolitico, è la storia più importante del nostro tempo.
Irlanda
La discussione sull’Irlanda era motivata
da sobrie statistiche che nessuno dei delegati voleva ascoltare. Così
come la Grecia, l’Irlanda è un incubo economico, pronto a diventare
un altro protettorato economico europeo. Anche se le statistiche ufficiali
della disoccupazione arrivano al 15%, i numeri che circolano al Bilderberg
sono più vicino al 21%. Senza temere il rischio di essere offuscato
dalle cattive notizie che circolano in questi giorni, gli interessi
dovuti sono la metà di quanto incassato dal paese con il prelievo fiscale
e il debito sta crescendo. Va anche considerato che il debito totale
è pari al 100% del PIL.
Il debito delle banche irlandesi non
rimborsato, circa 125 miliardi di euro, così come il debito fiscale
dello stato irlandese – grazie alla partnership instaurata
tra UE e FMI – ha affossato l’economia irlandese e i suoi contribuenti
con un peso impossibile da sostenere.
Quello che è inevitabile, e viene
ammesso anche dai delegati al Bilderberg, è che l’Irlanda, come
la Grecia, avrà bisogno di un secondo bailout dall’UE-FMI.
Altri sembrano avere una visione più drastica. “L’Unione Europea
è in crisi di sopravvivenza”, ha detto un partecipante europeo al
Bilderberg. Quello che sembra preoccupare il Bilderberg è la mancanza
di solidità e volontà politica nell’Unione Europea. Come affermato
da un’analista finanziario del Bilderberg, “i mercati sono tra l’incudine
e il martello. I mercati possono far fronte a cattive notizie e a quelle
buone, ma quella che i mercati finanziari non sono in grado di sopportare
è l’indecisione. E questo è il punto in cui siamo. Nessuno ha la
minima idea su come uscirne.”
Ma, come un altro del Bilderberg ha
severamente rammentato ai delegati, “non abbiamo a che fare con una,
ma con tre crisi: una crisi del debito, una crisi politico-economica
e una crisi politica”. Come ben sa il Bilderberg, è impossibile fronteggiarne
tre allo stesso tempo.
Il Bilderberg ha ammesso che le banche
irlandesi non hanno possibilità di movimento, avendo tremende
difficoltà nel reperire fondi quando, allo stesso tempo, stanno
perdendo sangue, anche perché le persone hanno perso fiducia nel
sistema. Con il ricordo ancora fresco dell’esperienza della Northern
Rock, gli irlandesi sono con i piedi piantati. Per il momento, la stampa
mainstream ha tenuto quest’informazione ben nascosta ma, come
il Bilderberg ha ammesso, “è solo una questione di tempo prima che
la cosa ci precipiti addosso.”
Un irlandese del Bilderberg ha ammesso
che le banche irlandesi potrebbero finire i soldi prima ancora del governo
irlandese.
Ma quello che preoccupa il Bilderberg
è la reazione dei cittadini irlandesi. Come ha sottolineato uno
del Bilderberg, “l’Irlanda vorrà prendere a prestito soldi per
rimborsare i possessori delle obbligazioni e le banche europee che hanno
scommesso sul boom irlandese?”
Per risolvere la crisi in corso, il
governo europeo sta proponendo una massiccia presa di potere che fa
parte di un progetto a lungo termine per salvare l’Unione. Se il piano
sarà approvato, il governo dell’Unione stabilirà le regole per il
futuro assumendosi un ruolo poliziesco, e una qualsiasi nazione che
infrangerà le regole, o sarà in disaccordo con le misure draconiane
implementate dall’UE, si vedrà ritirati i propri diritti di voto.
Come ha apertamente ammesso un partecipante europeo al Bilderberg, “quello
verso cui ci stiamo incamminando è la forma di un vero governo economico.”
Grecia
La Grecia è morta. Il messaggio
venuto fuori dalla riunione del Bilderberg è indubitabile. I guai
della Grecia non hanno solo mostrato i difetti strutturali dell’Unione
Europea Monetaria, ma hanno anche evidenziato i problemi strutturali
dell’economia globale. I funzionari governativi di tutto il mondo
hanno cercato di risolvere il problema del debito aggiungendo ancora
debito. Sfortunatamente, innalzare il tetto dei debito non può risolvere
il problema. Questo è uno schema Ponzi, molto simile ai segreti dei
casino di Las Vegas. Per tenere lontana la struttura piramidale dal
collasso economico, coloro che vogliono che la speculazione prosegua
richiedono uno stillicidio di una quantità di soldi sempre maggiore.
La risposta alla crisi ha solo evidenziato
la dinamica che ha creato l’avvio della crisi: il credito facile significa
debito. Storicamente, le crisi finanziarie portano a crisi del debito.
E la crisi del debito pubblico in genere porta a crisi delle monete
e a un futuro fatto di difficoltà economiche.
La crisi del debito pubblico non è
ancora scoppiata. Lo scorso anno l’Europa, cercando disperatamente
di risolvere la crisi dei paesi deboli dell’Eurozona, ha svalutato
l’Euro e inflazionato il debito per cercare di fermare la spirale
in discesa. Il problema in questione ha tre aspetti. Prima di tutto,
gli stati membri non possono svalutare la propria moneta per rendere
più competitive le proprie esportazioni. In secondo luogo, non possono
sostenere una politica monetaria espansiva. Per finire, non possono
istituire un’appropriata politica fiscale a causa delle restrizioni
dell’Unione Europea sulla crescita e sul patto di stabilità. Di conseguenza,
mentre gli stati membri europei non possono controllare le loro politiche
monetarie, la svalutazione del debito diventa l’unica opzione a disposizione.
L’Unione Europea è letteralmente chiusa in un angolo.
Come anche il Bilderberg ammette a
porte chiuse, la Grecia non potrà mai restituire quanto dovuto
ai mercati. Mai. E non è la sola. L’ex Ministro delle Finanze
olandese, Willem Vermeend, ha scritto su De Telegraaf che “la
Grecia dovrebbe lasciare l’euro”, dato che non sarà mai in grado
di rimborsare i suoi debiti”. E questo l’élite del Bilderberg lo
sa e lo comprende a pieno. I dati reali della disoccupazione in Grecia
sono attorno al 19%. Secondo il delegato del FMI al Bilderberg, i dati
previsti per la disoccupazione greca nel 2012 arriveranno al 25%. Il
Bilderberg può solo sperare che queste informazioni non arrivino mai
nelle prime pagine delle riviste più diffuse. Alla riunione del 2011
il Bilderberg ha cercato un modo per ristrutturare il debito della Grecia,
non a beneficio dei greci, ma dell’élite finanziaria che potrebbe
perdere un sacco di soldi nel caso di un fallimento. In seconda analisi,
un default destabilizzerebbe i mercati e porterebbe poi a un
abbassamento del rating per altri paesi deboli dell’Eurozona,
come la Spagna, l’Italia, l’Irlanda e il Portogallo. I funzionari
della BCE hanno ripetutamente fatto riferimento al rischio di turbolenza
dei mercati per spiegare la loro opposizione alla ristrutturazione del
debito greco.
Un’opzione presa in considerazione
per salvare la faccia è quella di uno scambio sul debito. I possessori
delle obbligazioni greche cambierebbero le proprie con titoli a lunga
scadenza, dando alla Grecia ancora qualche anno in più per rimborsare
i 340 miliardi di euro di debito. Comunque, per fare in modo che quest’opzione
funzioni, gli investitori privati devono convincersi di accollarsi il
compito di salvare la Grecia. Se l’opzione degli investitori privati
non funzionasse, la Francia è stata incaricata di fornire supporto
per questo scambio sul debito, secondo le fonti che erano presenti alla
conferenza del Bilderberg.
Allo stesso tempo, l’Unione Europea
e il FMI si stanno preparando per annunciare un secondo salvataggio
per la Grecia, riconoscendo implicitamente che il primo tentativo da
110 miliardi di euro lanciato nel maggio del 2010 è stato un fallimento
totale, anche per il fatto che Atene ha mancato alla grande i suoi obbiettivi
di riforma fiscale.
Ma c’è un altro problema che concerne
la volontà dello scambio sul debito. Come riuscire a convincere di
nuovo gli investitori che sono stati raggirati una prima volta? Alla
fine dei giochi, se il Bilderberg la spunterà, i contribuenti dovranno
accollarsi la gran parte del bailout concesso per salvare le
speculazioni e i debiti del governo. Un secondo salvataggio includerà
una supervisione esterna draconiana dell’economia della Grecia, che
riguarderà sia la spesa pubblica che quella privata. Ciò preoccupa
il Bilderberg, specialmente alla luce delle forti proteste che si sono
scatenate in tutto il paese.
Lo scenario di un’uscita della Grecia
dall’euro è ora ufficialmente sul tavolo, così come i modi per metterla
in pratica. Così come avvenuto in Islanda, i tagli al bilancio greco
saranno soggetti al voto di un referendum nazionale, con i sondaggi
che riportano un 85 per cento di greci che rifiutano il piano di salvataggio.
Il movimento di lavoratori greci è sempre stato solido e la crisi del
debito lo ha radicalizzato ancor di più. E quindi la questione per
l’élite del Bilderberg è come liberarsi della Grecia, simulando
di aiutarla a uscire dalla depressione.
Con la minaccia di ritirare il sostegno
per le banche dei paesi, come la Grecia, che vogliono ristrutturare
il debito, la BCE sta in pratica incitando a correre agli sportelli
per ritirare i propri depositi e sta forzando il paese membro a uscire
dall’Unione. In Grecia più dell’ 85% dei cittadini sono contrari
alle riforme proposte.
Pakistan
La Cina è la nuova migliore amica
del Pakistan. Si tratta di un grosso cambiamento geopolitico. Viene
sulla scia dell’approvazione dell’amministrazione Obama di una tattica
aggressiva contro il Pakistan, compreso anche l’uso di armi nucleari
da parte della NATO per prevenire il loro potenziale uso da parte dei
terroristi o di uno stato canaglia. Secondo il London Sunday Express,
“le truppe degli Stati Uniti saranno schierate in Pakistan se le installazioni
militari della nazione verranno minacciate per la rivendicazione dell’uccisione
di Osama Bin Laden. […] Barack Obama avrebbe ordinato alle truppe
di paracadutarsi per proteggere i siti delle testate nucleari. Queste
includono il quartier generale delle forze aeree di Sargodha, la base
per gli aerei da combattimento F-16 riforniti di armi nucleari e almeno
80 missili balistici.” E ora parliamo della Cina. L’avvertimento
alla Cina è stato reiterato alla conferenza del Bilderberg da un delegato
cinese che ha presenziato per la prima volta, secondo cui l’attacco
programmato dal governo degli Stati Uniti sul Pakistan verrà interpretato
come un atto di aggressione contro Pechino. I rischi sono adesso così
alti come forse non lo sono mai stati per gli Stati Uniti post-Guerra
Fredda mentre il Bilderberg cerca di sbrogliarsi dal pantano del Pakistan.
Come affermato da un delegato europeo,
“gli Stati Uniti sono la nazione più potente al mondo, ma non sono
più potenti del mondo intero”. Tutti sono d’accordo sul grave pericolo
posto in essere dal rischio di una guerra generalizzata portato dal
confronto tra USA e Pakistan.
Da un punto di vista geopolitico, il
governo degli Stati Uniti è preoccupato del ruolo sempre più
protagonista che ha la Cina nella regione. La Cina ha costruito un porto
per il Pakistan a Gwadar, che è nelle vicinanze dell’ingresso nello
Stretto di Hormuz. I delegati degli USA hanno espresso preoccupazioni
sul fatto che il porto possa diventare una base navale cinese nel Mar
Arabico. Questo riguarda da vicino l’India, la nuova migliore amica
degli Stati Uniti nella regione. Siamo di fronte alla formazione della
tempesta perfetta. Gli Stati Uniti dotati del nucleare che supportano
un’India anch’essa fornita di testate e forte di 1,2 miliardi di
persone contro il nemico acerrimo dell’India, il Pakistan nucleare
e la sua nuova migliore amica, la Cina con le sue armi nucleari e con
1,4 miliardi di persone.
I tentativi del Bilderberg per creare
le condizioni per un confronto tra Cina e India hanno dato alla Russia
un’importanza chiave. Mentre sia Russia che Cina stanno lavorando
alacremente per portare la pace in Libia, lo scopo di queste iniziative,
come riconosciuto anche dallo stesso Bilderberg, è quello di ridurre
l’influenza delle potenze occidentali e di assicurare alla Cina la
forniture del petrolio libico.
Bisogna ancora vedere come possa essere
raggiunto un accordo su questo argomento tra i delegati del Bilderberg,
ma le intenzioni degli Stati Uniti si possono desumere con facilità.
Per contrastare efficacemente il duopolio cino-pakistano, Washington
cercherà di tirarsi fuori dal confronto usando l’India per fare il
lavoro al proprio posto. Quando India e Cina avranno capito che sono
stati manovrati e usati dagli Stati Uniti per distruggersi a vicenda,
sarà troppo tardi per tornare indietro senza perdere la faccia.
Ancora una volta, la chiave per comprendere
il confronto tra India e Cina è nella Russia e nel suo ruolo nel
futuro Governo Globale delle Multinazionali. Fino a che la Russia non
verrà soggiogata, il Bilderberg e i suoi sostenitori non possono
sperare realisticamente di esercitare un controllo totale. Eliminando
le due superpotenze asiatiche, la Russia rimarrà da sola, circondata
da basi missilistiche USA e isolata dall’Europa e dalla NATO, a cui
adesso aderiscono anche le ex repubbliche sovietiche, per larga parte
antagoniste alla Russia. Inoltre, con l’appoggio del Bilderberg, una
degradazione culturale ha portato una larga parte dei giovani russi
ad ammirare la presunta “libertà” propugnata dagli Stati Uniti,
che ora viene considerata un’ancora di salvezza contro gli eccessi
“autoritari” della nazione russa, considerata, grazie all’influenza
della stampa dei media occidentali, come una mera continuazione
del vecchio sistema sovietico.
Una volta eliminata la Russia, gli
Stati Uniti concentreranno le sue forze armate in Sud America. Chavez
verrà scalzato dal potere, per poi essere seguito dai suoi alleati,
Ecuador e Bolivia.
Comunque, il Pakistan è solo
una parte della strategia tentacolare posta in essere in Asia dal governo
degli Stati Uniti e dal Bilderberg. Nel 2002 uno degli argomenti chiave
discussi alla conferenza del Bilderberg, che si è tenuta a Chantilly,
era centrato sul progetto decennale del Bilderberg per eliminare il
terrorismo, mettendo in essere iniziative sia diplomatiche che militari.
È diventato in un secondo momento noto con il nome di “Operazione
Aquila Nobile”.
Infatti, il Bilderberg ha ben chiaro
che quello che stiamo affrontando è un processo in evoluzione
che porta a un escalation senza fine di conflitti in tutto il
pianeta. L’Asia è una delle aree di queste operazioni. Il Medio Oriente
e il Magreb fanno parte di un altra.
Economia
Se vivessimo in un mondo reale, i titoli
dei giornali che meglio descrivono la situazione finanziaria odierna
dovrebbero recitare: “La fine è vicina. Siamo nel mezzo di un collasso
finanziario dell’economia.” Il problema dei manager finanziari
di alto livello del Bilderberg è quello di posticipare i default
più a lungo possibile per poi effettuare i salvataggi, lasciando ai
governi (gli elettori) la patata bollente e subentrando nelle obbligazioni
dei debitori insolventi. Con la stragrande maggioranza della popolazione
che si oppone a tutto questo, il trucco è quello di aggirare le politiche
democratiche.
E come è nelle intenzioni del
Bilderberg, le politiche economiche devono essere trasferite dalle istituzioni
democraticamente elette ai pianificatori finanziari, rendendo così
l’economia interamente dipendente da essi, con il debito pubblico
che crea un enorme mercato “libero dal rischio” per i prestiti gravati
dagli interessi. Tutto questo spiega quello che George Ball, l’allora
Sottosegretario per gli Affari Economici con J.F. Kennedy e Johnson,
disse nel 1968 nel corso di una riunione del Bilderberg che si tenne
in Canada: “Dove possiamo trovare una base legittima su cui si basi
il potere dei manager delle multinazionali per poter prendere
decisioni che modificano profondamente la vita economica delle nazioni,
quando nei governi hanno solo una responsabilità limitata?”
Questo è il modo in cui l’oligarchia
finanziaria rimpiazza le democrazie. Il ruolo della Banca Centrale Europea,
del FMI, della Banca Mondiale, della Banca dei Regolamenti Internazionali,
della Federal Reserve e di altre agenzie finanziarie che tralascio
è stato quello di assicurarsi che i banchieri venissero ben pagati.
Il problema con la situazione attuale
è che il mondo è guidato dal sistema monetario, non dai
sistemi nazionali del credito. Se hai le idee chiare, non vorrai di
certo un sistema monetario che governi il mondo. Vorrai che esistano
Stati-nazione sovrani che abbiano i loro sistemi creditizi, basati sulla
propria moneta. L’aspetto determinante è che la possibilità della
creazione del credito produttivo e non inflattivo, cosa chiaramente
stabilita dalla Costituzione degli Stati Uniti, è stata esclusa dal
Trattato di Maastricht in modo da determinare le politiche finanziarie
ed economiche.
Adesso, in Europa, questo non può
essere fatto perché i governi sono soggetti al controllo degli
interessi bancari privati, conosciuto come sistema bancario indipendente,
che blocca costituzionalmente la possibilità di creare credito da parte
dei governi. Queste istituzioni hanno il potere di influenzare e di
dettare le condizioni ai governi. Pensate cosa rappresenta quell’istituzione
chiamata Banca Centrale Europea. Cerca di operare come una banca centrale
europea indipendente, senza che ci sia un governo corrispondente. Non
ci sono governi. Non ci sono nazioni. È solo un gruppo di nazioni guidate
da una banca privata.
La supposta “indipendenza” della
Banca Centrale è il meccanismo di controllo che è decisivo per gli
interessi finanziari privati, che storicamente si sono insediati in
Europa come strumento autoritario contro le politiche economiche delle
nazioni sovrane, che sarebbero orientate verso lo stato sociale. Il
sistema bancario europeo è il residuo di una società feudale, nella
quale gli interessi privati – come evidenziato dagli antichi cartelli
veneziani o dalla Lega Lombarda, risalgono ai tempi oscuri del XIV secolo.
Conclusione
Quella che abbiamo oggi non è
una crisi di liquidità, ma è una crisi d’insolvenza. Gli Stati
Uniti hanno un debito di 14,3 trilioni di dollari. Inoltre, il governo
infilerà per il terzo anno consecutivo un deficit di un triliardo
di dollari, un qualcosa che nessun paese nella storia mondiale è mai
riuscito a fare. C’è già la conferma di una nuova recessione nel
mercato immobiliare con i prezzi che affondano ancora di più di quanto
successo nella Grande Depressione. E una caduta delle quotazioni delle
azioni delle banche, con le compagnie come Bank of America e Citigroup
che cedono ogni centesimo dei profitti ottenuti negli ultimi due anni.
Ma non si tratta solo di Bank of America e della Citi,
si parla di tutte le istituzioni finanziarie degli Stati Uniti. Da
Wells Fargo a JP Morgan Chase, il sistema sta implodendo:
le banche, il mercato finanziario, il mercato delle obbligazioni, quello
immobiliare. E ora possiamo aggiungere anche gli Stati Uniti alla lista
dei paesi in bancarotta. Il dollaro USA ha perso il 12% del suo valore
in un anno. E la Cina, per la prima volta, è diventata un venditore
netto dei buoni del Tesoro statunitensi. Ciò significa che la bolla
delle obbligazioni sta per esplodere e, quando questo accadrà, vi consiglio
di prendere un posto in prima fila per godersi i fuochi d’artificio.
È un’occasione che capita una sola volta nella vita.
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Il Bilderberg non è l’effetto,
ma la causa di un futuro Governo Globale delle Multinazionali. Questa
organizzazione è cresciuta dal suo avvio, avvenuto in disparte, per
diventare un nodo cruciale nelle decisioni delle élite. La meta ultima
di questo futuro da incubo è quello di trasformare il pianeta in una
prigione a cielo aperto con la realizzazione di un mercato globale,
controllato una Multinazionale Globale, regolato finanziariamente dalla
Banca Mondiale e popolato da una popolazione rincretinita i cui bisogni
di vita saranno ridotti al materialismo e alla sopravvivenza – il
lavoro, le compere, il sesso, le dormite – collegata a un computer
globale che monitora ogni mossa. E sta diventando sempre più facile
perché lo sviluppo della tecnologia delle telecomunicazioni, assieme
alle conoscenze approfondite e ai nuovi metodi di ingegneria comportamentale
per la manipolazione della condotta individuale, stanno trasformando
quelle che erano, in altre epoche storiche, solo intenzioni maligne
in una nuova realtà sconvolgente. Ogni singola misura, vista in sé,
potrebbe sembrare un’aberrazione, ma tutto l’insieme dei cambiamenti,
che fanno parte di un continuum sempre in azione, costituisce un
processo che conduce alla totale schiavitù.
E mentre vediamo il mondo che va in
malora, ci troviamo a un bivio. La strada che prenderemo determinerà
il futuro dell’umanità, se diventeremo parte di uno stato di polizia
globalmente connesso o se rimarremo essere umani liberi. Ricordate,
non dipende da Dio se torneremo indietro a un nuovo Medioevo, dipende
da noi. Uomo avvisato mezzo salvato. Non troveremo mai la giusta risposta
se non ci facciamo le domande corrette.
Fonte: http://www.danielestulin.com/2011/06/13/bilderberg-report-2011-informe-club-bilderberg-2011/
13.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RENATO MONTINI E SUPERVICE