DI CHARLIE SKELTON
Guardian.co.uk
Proprio quando inizi a pensare che
l’annuale conferenza di quattro giorni del Bilderberg non potrebbe
essere più eccitante, un poliziotto va e trova una bomba…
O, almeno, è andato ed è ha trovato un
“ordigno tubolare ” che, da certe angolazioni, se lo guardi
un po’ di traverso, sembra una specie di bomba. Di quel famoso produttore
di bombe, le Pringles.
All’improvviso si sono sentite le
urla, sono apparse le manette e due uomini (che nessuno ha riconosciuto)
sono stati portati in custodia. Stiamo ancora cercando di scoprire chi
siano o di cosa sono incriminati. Chi porta a giro ordigni tubolari è ancora malvisto in Svizzera. Questo è il motivo per cui il Toblerone ha quella forma.
Alla luce di questa nuova minaccia tubolare, sono state istituite delle pattuglie, i cani antidroga hanno cominciato ad andare in giro ad annusare e tutti sono stati spostati un po’ più lontano dall’albergo. Comunque deve essere stato uno spavento abbastanza leggero, perché quasi subito i primi delegati sono penetrati nei cancelli dell’albergo con le loro limousine.
Ora di punta al Bilderberg mentre il Comitato Direttivo si riunisce
È stata individuata la coppia di potenti preferita del Bilderberg: si tratta di Henry Kravis, direttore del gigante dei fondi d’investimento private equity KKR (asset di 60 miliardi di dollari) e sua moglie, Marie-Josée (dell’Hudson Institute e al Tavolo Internazionale dei Consulenti della Federal Reserve). E poi di soppiatto il falco di Washington, il ”Principe dell’Oscurità, Richard Perle (anche lui dell’Hudson Institute; del PNAC; all’Hollinger; ex consigliere di Gheddafi, eccetera, eccetera).
Ci sono stati i soliti nascondini e le finestre di un nero impenetrabile, ma abbiamo anche visto un paio di sorrisi felici dai sedili posteriori di un auto. Questo tizio non sa la fortuna che ha:
Sì! Dai! Sono fuori dalla conferenza!
All’ora del tè, un grosso elicottero è decollato dalla valle ed è atterrato nel piccolo aeroporto locale. È stato uno dei pochi arrivi di oggi per via del cattivo tempo. Una
coppia di jet privati ce l’ha fatta ad arrivare e i loro passeggeri sono sgattaiolati via dal tarmac, diretti all’esterno dei cancelli. Niente passaporti, niente borse ispezionate o corpi scanditi. “Tutto sistemato in anticipo”, ci è stato detto. Mi dovrò ricordare di sistemare la cosa in anticipo la prossima volta che andrò in vacanza. Che risparmio di tempo!
Il momento migliore del giorno è stato l’arrivo del favorito del Bilderberg, Babbo Orso in persona, l’indiscusso re del club: David Rockefeller.
Il grande formaggio svizzero: David Rockefeller arriva al Bilderberg 2011
Non vi sembra proprio bello? Anche se è un po’ birbante da parte sua, entrare e uscire dalla luce del sole a quel modo. Lui sa che gli fa male.
Grazie a Dio che lo spavento per la bomba era un falso allarme: un’esplosione avrebbe inacidito i preparativi delle feste di compleanno di Rockefeller. David ne fa 96 di domenica, ma, onestamente, non ne dimostra più di 137.
L’arzillo David è l’ultimo nipote sopravvissuto di John D. È stato il bisnonno Rockefeller che dichiarò in modo solenne che la competizione è un peccato, e su questo ha costruito una delle più ingenti fortune mai viste al mondo. È stato il Bisnonno Rockefeller che ci avvertì di questa lezione della Bibbia: “Ogni caduta è da ricercarsi direttamente o indirettamente nelle buone compagnie della vittima” e li così ha solennemente avvisati: “Non fate i bravi ragazzi!”
Ma il giovane David non riusciva a vivere a quel modo. In tutta la vita ha cercato di mettere i soldi nei posti dove più gli avrebbero fatto del bene. Come nel 1961, quando approvò un prestito da dieci milioni di dollari alla Chase Manhattan per stimolare l’economia dell’apartheid. Ma persino quella generosità non fu sufficiente, e così due anni dopo la sua banca si unì a un numero di altre istituzioni finanziarie per incrementare il credito del regime sudafricano di altri quaranta milioni di dollari.
Naturalmente, come lo stesso David fa presente: “Non possiamo essere idealisti. Il capitale deve essere investito nei paesi che hanno la stabilità politica per garantire
un buon affare all’investitore.” Ma con il suo compagno di ping-pong, Henry Kissinger, il maestro della realpolitik (e del rovescio in top spin), seduto al suo fianco al tavolo del Bilderberg è
difficile immaginare che ci sia così tanto “idealismo” che pervada il gruppo. A parte l’intenzione commovente di garantire un buon ritorno per il businessman.
Sarebbe così bello se nei partecipanti al Bilderberg non ci fossero così tante persone elette. Il nostro cancelliere, George Osborne, è stato un assiduo frequentatore (2006-2009); il nostro Primo Ministro, David Cameron, ha partecipato ai seminari nel 2008 prima di entrare in carica. E non dimentichiamoci delle frequentazioni di Tony Blair. Ma non che è gli piaccia ammetterlo (ha preferito mentire al Parlamento dicendo che non ci era mai andato).
Edizione straordinaria: George Osborne, Primo Ministro, è sulla lista dei partecipanti di quest’anno, che è stata pubblicata da un’agenzia di stampa svizzera. E così
anche Peter Mandelson. Fra poco, ancora più ragguagli.
I politici dei paesi ospitanti sono così numerosi che non è stata una sorpresa vedere l’arrivo maestoso di Barbara Janom Steiner, a capo del dipartimento della Giustizia del
locale cantone svizzero.
I politici devono sfiorare le spalle e condividere le politiche con gli uomini d’affari del Bilderberg come W. Edmund Clarke, Presidente e CEO della seconda più
grande banca del Canada, la Toronto-Dominion (un asset, nel 2010, pari a di 619,5 miliardi di dollari canadesi) e membro del Comitato Direttivo della conferenza. L’atterraggio di Clark a St. Moritz è stato ritardato dal cattivo tempo, così ci è stato detto. Povero W. Edmund Clark. Si è perso i quiz di Etienne Davignon sui film classici del passato, alle tre del pomeriggio nel centro benessere.
Davignon è uno dei primi a essere arrivati. I discorsi che vengono dalla collina suggeriscono che è sul punto di essere rimpiazzato nel ruolo di Direttore Onorario del Bilderberg (mi dispiace se lo stai leggendo, Etienne, spero di non averti rovinato il fine settimana). Ci sono stati delle supposizioni che fosse Josef Ackermann, il capo di Deutsche Bank, a prenderne il posto, ma le speranze di Ackermann sono state scalfite in qualche maniera dalle recenti accuse di un suo coinvolgimento nei fondi neri sporchi. Non è che tutti al Bilderberg siano sporchi. Voglio dire, non è che proprio tutti siano ricercati per crimini di guerra. La gente non lo sottolinea mai abbastanza.
Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2011/jun/10/bilderberg-2011-charlie-skelton
10.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte,org a cura di SUPERVICE
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