DI CHARLIE SKELTON
Guardian.co.uk
Cosa abbiamo imparato
dalla conferenza del Bilderberg di quest’anno
Quest’anno il Bilderberg è
stato grande come mai. Folle più numerose, nomi più grandi,
una maggiore copertura mediatica. E allora, iniziando dalle cose meno
importanti, ecco quello che ho imparato dal summit del Bilderberg
di St. Moritz.
Mi sono preso una piccola sbandata
per il Viceministro cinese degli Affari Esteri
Levati di mezzo, Regina Beatrice. Fu
Ying è la mia nuova ragazza da poster. Non riesco a trattenermi.
Sembra essere così… gioiosa.
Sempre saltellante, a fotografare i
fiori di campo, puntando il dito sulle vedute, ridendo, lei è
come, non saprei dire, una persona normale. Guardo a Ying e mi chiedo
se la Cina è davvero un posto così oppressivo. Ma non può essere!
Non se ci sono persone deliziose come Fu Ying che la governano. Penso
che siamo stati male informati. Bugie occidentali. Fu è la vera
Cina.
La BBC si
è accesa!
Ma solo sotto le sembianze di Marcus
Agius, il direttore non esecutivo del consiglio d’amministrazione
della BBC. È anche presidente di Barclays e uno molto ben introdotto.
Eccolo qua mentre è in fila per prendere il jet che lo riporterà
a casa.
Al tavolo c’era anche il falco di
Washington e uno dei peggiori malarnesi del Bilderberg, Richard Perle.
Ragazzi, è proprio uno che non vorresti accanto a te a bordo di un
aereo. Scommetto che monopolizzerebbe il bracciolo.
Quelli del Bilderberg
guardano le cose in profondità
Ho guardato centinaia di foto dei delegati
nella loro passeggiata nella natura di una delle valli più incantevoli
del mondo, e questo è il risultato: non guardano il panorama. Camminano
a testa bassa. Si fissano le scarpe. Il boss di Google, Eric Schmidt,
era forse quello meno interessato al mondo che lo circonda:
Lo so che sembra una stronzata, ma
la cosa è evidente. Ha la testa chinata, mentre sta parlando al
telefono con feroce determinazione. L’unica coppia che si guardava
in giro era quella composta da Fu Ying (*SIGH*) e Loukas Tsoukalis,
presidente di un think-tank greco. Eccolo col suo binocolo che
sorride a un corridore di passaggio.
Io penso che Tsoukalis e Fu Ying farebbero una bella coppia. Mi farò da parte per il bene delle relazioni
internazionali.
Il Bilderberg è il miglior evento di interazione che c’è al mondo
Non sto parlando della possibilità
che si è lasciato sfuggire Douglas Flint, il direttore di HSBC, di tirare le orecchie (della politica) a George Osborne. Ma si è trasformato
nel più straordinario evento di interazione per le persone che erano
dall’altra parte del cordone di sicurezza.
Ho passato la parte migliore della
settimana fianco a fianco a un sacco di individui politicamente complessi,
molto intelligenti e impegnati, parecchi dei quali sono incredibilmente
giovani e pimpanti. Il carattere dell’evento è totalmente cambiato
negli ultimi tre anni. I numeri sono esplosi: da circa una dozzina nel
2009 a trecento nel 2011, e questo secondo i dati della polizia svizzera.
I media alternativi si sono
semplicemente mossi e lo hanno fatto quello che la stampa mainstream ha evitato di fare. In assenza di un centro stampa all’altezza della situazione, le persone ne hanno formato uno loro. Nello strano vuoto dei giornali alla conferenza, le persone si sono riunite sulle notizie e hanno condiviso le informazioni, per poi mandare i resoconti in giro per il mondo. È davvero una cosa ispiratrice e diventerà sempre più
grande.
Se vuoi semplicemente cercare di incontrare gente attenta, che si vuole chiarire le idee, vieni al Bilderberg 2012. Se vuoi aiutare, osservare, twittare, fotografare, dare pareri legali, imparare, condividere, chattare, parlare di geopolitica, frequentare riunioni o solo sorseggiare una birra per guardare il dipanarsi dello spettacolo, allora vieni. Lo spettacolo del Bilderberg è già una ragione sufficiente per farsi vivi, ma le persone sono il vero valore.
Mandaci una email a [email protected] e fatti vivo al summit
che viene una volta nella vita.
È stata una conferenza felice
Domenica abbiamo comprato un dolce e un biglietto d’auguri per David Rockefeller e li abbiamo consegnati ai cancelli dell’albergo. Non siamo riusciti a trovare un biglietto con la scritta “Felice 96esimo compleanno” sul frontespizio,
ma ne abbiamo presa una con un arcobaleno che si staglia sull’Engadina:
un simbolo di pace tra Dio e l’umanità dopo il diluvio.
E lo devo dire, è stata una conferenza davvero piacevole dall’esterno. Gli attivisti hanno portato via la loro spazzatura, hanno stretto le mani con gli agenti della security e la polizia svizzera ha diffuso un comunicato stampa dove ha definito il comportamento delle persone “ottimo”. In Spagna lo scorso anno è stata la stessa cosa: si sono seduti in cerchio sulla spiaggia e hanno accerchiato l’hotel con amore. Quest’anno la gente si è riunita alla mezzanotte di sabato con le candele e le lanterne, cantando le canzoni per il compleanno di Rockefeller.
“Perché lui è un bravo ragazzo, nessuno lo può negar…”
Non dico che non ci fosse una tinta
ironica nella canzone, ma nessuno gli ha tirato dietro le scarpe. Era davvero troppo umido.
Se non sei nella lista, non puoi entrare
Lo sapevamo già dall’inizio, ma quest’anno, per la prima volta, alcune persone che sono stati elette si sono accodate per scoprire cosa stava succedendo vicino a casa propria. Un italiano del Parlamento europeo (un membro della Commissione sulle Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo), Mario Borghezio, è stato picchiato e arrestato dalla security privata del Bilderberg. Il giorno successivo al parlamentare svizzero Dominique Baettig è stato negato l’ingresso per le bevute del dopo pranzo. Ha probabilmente avuto il sospetto che quella sera non avrebbe potuto farsi un cognac con Kissinger, ha fatto presenti a tutti che ci ha provato.
Quelli del Bilderberg non passano dai controlli agli aeroporti
Gli elicotteri e i jet privati
sono rimbalzati da una parte all’altra dell’Engadina, ma con tutto questo traffico aereo non credo che un sola Bilderborsa sia stata scandita,
senza nemmeno prendere in considerazione un’ispezione. Sono state
a malapena guardate. Abbiamo osservato come le borse del miliardario
Alexei Mordashov siano passate velocemente da un mini-furgoncino al
jet privato senza troppe insistenze della security:
Non che io pensi che Alexei Mordashov si sia fottuto le posate della conferenza per poi scioglierle in componenti per le autovetture, ma mi è rimasto sul gozzo il fatto che i controlli agli aeroporti per le persone comuni sono sempre più accurati, mentre la security agli aeroporti per tipi come l’oligarca Mordashov sono quasi inesistenti. È un sistema ingiusto, e per pensare che sia una cosa corretta – che è ragionevole e appropriata – bisogna che essere davvero una persona molto complicata. Il meglio che posso dire è che va bene perché si tratta di un uomo impegnato. Che ha cose importanti da fare. Roba da miliardari.
La spiegazione logica è in sostanza
la seguente: “Vuoi controllare la sua borsa? Ma dai! Levati di mezzo!
I miliardari passano!”
L’anonimato è per quelli del Bilderberg, non per il pubblico
La polizia e i servizi segreti tengono
d’occhio le telecamere. La tenda per la doccia attaccata con le mollette
nasconde l’hotel. Le finestre oscurate e le scorte della security
proteggono i partecipanti sensibili e tremolanti dall’orrore di una
loro identificazione. I più schivi non si sono proprio visti, e non
sono mai apparsi sulla lista dei delegati.
Ora fai un paragone con la tua vita.
Le telecamere a circuito chiuso con i software di riconoscimento facciale
scandiscono la tua vita di tutti i giorni. Le Travel card registrano
i tuoi viaggi. E online, avrai notato, in particolar modo lo scorso anno come i tuoi conti sono stati tutti collegati e come devi costantemente provare la tua identità. L’anonimato è un peccato.
L’anonimato è quello che perseguono i terroristi.
E la cosa è ironica. In segreto,
senza controllo pubblico, un gruppo di politici, miliardari e direttori
esecutivi di multinazionali stanno discutendo (così ci viene detto) di Social Network: Connettività e Problemi della Sicurezza.
Le politiche globali che riguardano
la trasparenza della nostra vita sociale sono state buttate nel pattume
da un forum non trasparente, formato da persone il cui “social
network” comprende soggetti come Henry Kissinger e il presidente
di Goldman Sachs International. Comprende anche persone che non sappiamo chi siano (questo succede ogni anno, vengono fuori dei nomi di persone che non erano sulla lista).
Non è sbagliato volerne sapere di più
Thomas Jefferson disse: “Quando
arriverà il momento in cui la gente sarà ben informata, allora potrà fidarsi del proprio governo.” E: “Se invece loro [le persone] diventeranno sbadati sulla cosa pubblica, tu e io, e il Congresso e le Assemblee, i Giudici e i Governatori, diventeremo tutti dei lupi.”
Senza l’attenzione della gente verso
il governo, al governo crescono le zanne; ma: “Illuminate tutte le persone, e la tirannia e le oppressioni del corpo e della mente svaniranno
come gli spiriti maligni all’alba del giorno.”
E poi c’è il Bilderberg. Una gigantesca
palata d’elicottero, difesa dai cecchini, con le finestre oscurate,
che viene affibbiata sul volto di una qualsiasi concezione di democrazia
illuminata. Nascosto, velato e remoto. Un posto dove “il Congresso
e le Assemblee, i Giudici e i Governatori” si riuniscono in segreto
e fanno affari con i boss delle banche e i direttori delle multinazionali,
mentre i poliziotti rimangono a guardia per evitare che i cittadini
non diventino troppo informati.
Il Bilderberg è un passo indietro,
che punta in tutt’altra direzione rispetto alla “trasparenza di
governo” in cui tutti cerchiamo affidamento. È un dinosauro.
Un dinosauro infantile e irritabile. È un Godzuki.
Il Bilderberg è proprio l’opposto
di un bastione della democrazia, qualsiasi cosa sia l’opposto di un
bastione. (Una catapulta o un ariete?)
Chiunque voglia seguire le idee di
Jefferson e far parte di una popolazione illuminata deve seguire la
cosa pubblica e deve avere un’attenzione particolare verso i propri
funzionari pubblici quando si intrufolano nelle nebbie dei grandi affari.
E se la stampa non presta la dovuta attenzione, lo dovrà fare la cittadinanza.
Fortunatamente per tutti noi, questo
è esattamente quello che la cittadinanza sta facendo.
Goditi un Internet libero
fino a quando ti sarà concesso
Parlando di disordini della personalità,
quando Peter Mandelson, che ha
fatto approvare il “Digital Economy Bill”,
si siede con Keith Alexander, il direttore di NSA e capo del Cyber
Command degli Stati Uniti per discutere di “Social Network:
Connettività e il Problema della Sicurezza”, puoi star sicuro
che non si stanno scervellando su come riuscire a preservare la libertà
su Internet.
Aggiungi un pizzico liberale di cyber-potere
nella forma di Mark Hughes (Facebook), Eric Schmidt (Google)
e Craig Mundie (Microsoft) e così
ottiene la formula perfetta per una bella serrata. Speriamo che
Neelie Kroes, il Commissiario Europeo per le questioni inerenti al digitale,
sia riuscito a collegarsi con la sua “No
Disconnect Strategy“.
Avrei pagato bei soldoni per sentire le opinioni del capo dell’NSA
sull’argomento.
Il sito
web del Bilderberg è una vergogna
Il summit del Bilderberg è
un incontro tra le persone più ricche e potenti del mondo occidentale.
Si possono permettere elicotteri, centinaia di poliziotti, personale
per la sicurezza, agenti dei servizi segreti, riflettori, recinti, edifici
prefabbricati, limousine, autisti, cuochi, catering, intrattenimento
e l’affitto di un hotel extra-lusso per un’intera settimana…
Ma hanno speso, quanto, cinquanta sterline
per la progettazione del sito? Al massimo sessanta. Non l’hanno nemmeno
controllato.
Ora, è certamente un buon segno
che il Bilderberg ha cercato di fare un abbozzo di saluto al mondo che
lo guarda durante il meeting dello scorso anno con il suo sito web, ma non è abbastanza.
Per cominciare, guardate l’agenda.
Ci sono persone che dicono: “Guardate, il Bilderberg è diventato
aperto e trasparente! Hanno pubblicato esattamente quello su cui hanno
discusso! Non c’è niente di segreto!”. E poi vedi quello che hanno pubblicato. Ecco un frammento:
e allora hanno parlato di “Cina”.
Un pochino più specifici? No, solo “Cina”. Non ritengo
davvero che la loro agenda sia “ricca di informazioni”. Potrebbe
allo stesso modo aver elencato: “Roba importante; delle cose; altre
cose; aree di interesse; argomenti e altre materie a piacere”.
Ma la cosa più importante è
che il sito è pieno di inaccuratezze, lacune e menzogne evidenti. La
lista dei delegati non è mai completa, è sono la lista delle persone
che non si preoccupano di ammettere di esserci stati. Alcuni preferiscono
tenere i propri nomi al di fuori della storia del Bilderberg. (Tony
Blair non ha mai ammesso di esserci stato, ha persino mentito in Parlamento,
anche se è stato ben documentata la sua presenza.)
Poi attesta che “i partecipanti
frequentano il Bilderberg in una veste privata e non pubblica”.
Non è per niente vero. Sappiamo dal Tesoro che Osborne è stato
a St. Moritz nel suo ruolo ufficiale di Cancelliere.
Poi afferma:
Ma poco dopo aver cominciato a cercare
informazioni su libri e documenti, tu capisci subito come funziona davvero
la conferenza del Bilderberg. L’evento della conferenza annuale, anche
se è estremamente importante, è la sola la parte “pubblica” dell’organizzazione.
Il comitato direttivo (che ha al suo interno, tra gli altri, il nostro
lord cancelliere, il parlamentare Kenneth Clarke) si incontra nel
corso di tutto l’anno. È estremamente attivo, ma per questo ancora
più nell’ombra.
Per esempio, vedi se riesci a trovare
questa conferenza del 1958 del “Gruppo Direttivo Esteso” nella
storia ufficiale del Bilderberg …
Posso notare che vi ha partecipato
Sir Colin Gubbins. (Storici in erba del Bilderberg, cominciate a andare
su Google).
Gli svizzeri amano un po’ di storia
Ho trovato che molti degli attivisti
svizzeri avevano una gran voglia di sbandierare (spesso con bandiere
gigantesche) le losche radici del gruppo Bilderberg. È forse scorretto
giudicare gli attuali delegati sulla base del passato del Bilderberg,
ma gli svizzeri sembrano particolarmente attenti a questo aspetto della
storia del gruppo: che fu formato nei primi anni ’50 dal Principe
Bernardo d’Olanda, un ex ufficiale delle SS e un operativo nel noto
centro di spionaggio berlinese, NW7, dell’IG Farben. La stessa IG
Farben che produceva lo Zyklon B e finanziava Hitler.
Guardando gli ospiti, e si scopre la
figlia di Bernardo, Beatrice, che gira per il Bilderberg, a fianco del
banchiere “filantropo” David Rockefeller e il salvatore del
calcio mondiale (e ricercato criminale di guerra) Henry Kissinger.
Guardate i delegati, e nella stessa
conferenza ci sono due persone con lo stesso soprannome di “Principe
delle Tenebre “: Lord Mandelson e Richard Perle (il uber-falco
di Washington). Documentatevi sul presidente di Nestlé. E poi leggete l’importante libro di Jon Ronson sugli
psicopatici. Ronson ha
avviato una dissertazione sul mainstream senza la quale è quasi
impossibile capire quello che sta succedendo.
La stampa britannica
semplicemente non ha fatto il suo lavoro
La stampa svizzera ha raccontato il
Bilderberg con classe. Russia Today ha inviato una squadra per
le riprese, i media italiani c’erano, Alex Jones ha
mandato un team, la Canadian Broadcasting Company ha fatto
interviste, c’era addirittura un giornalista francese da qualche parte,
così mi è stato detto.
E dalla Gran Bretagna? Non molto.
Nel 2008, quando George Osborne, da
privato, ha bazzicato Corfu con un oligarca russo (Oleg Deripaska),
con Nat Rothschild e Peter Mandelson, la stampa britannica ha fatto
le grandi manovre per un po’ di il gossip, con Mandelson che “fa
gocciolare il veleno” per Osborne e poi le supposizioni secondo
cui Osborne stava facendo la figura dello straccione per cercare dei
finanziamenti.
Ma nel 2011, quando Osborne ha passato
quattro giorni nel suo ruolo ufficiale di Cancelliere dello Scacchiere,
segregato con Lord Mandelson, un oligarca russo (Alexei Mordashov) e
l’ex Vicedirettore di Rothschild Europe (Franco Bernabè),
e assieme al presidente della Banca Mondiale, il presidente della Banca
Centrale Europea, il Ministro greco delle Finanze, la regina di Spagna,
il direttore di Royal Dutch Shell, il governatore della Banca
Nazionale del Belgio, il presidente di Goldman Sachs International
e i direttori generali of Marks and Spencer…
Questa non è una notizia.
Come potresti aver notato, mi permetto
di non essere d’accordo.
Fonte: http://www.guardian.co.uk/world/2011/jun/16/bilderberg-2011-tipping-point
16.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE