BARACK OBAMA E’ IN PERICOLO DI VITA?

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DI LARRY CHIN
Online Journal

Secondo il Dallas Star-Telegram, il Secret Service* ha dato ordine di fermare le perquisizioni per la ricerca di armi un’intera ora prima dell’incontro del 20 febbraio di Barack Obama a Dallas. I metal detector sono stati spenti e le borse non sono state controllate mentre centinaia di persone potevano riempire la Reunion Arena. Questa bizzarra attività “ordinata da ufficiali federali” è stata immediatamente riferita da un allarmato dipartimento di polizia di Dallas che sapeva trattarsi di una “falla nella sicurezza”.

Il Secret Service (che è stato assegnato ad Obama dall’agosto 2007) ha negato le accuse dichiarando post-facto che l’evento era sicuro. Però il Secret Service non ha fornito alcuna spiegazione dettagliata su questo palese blocco della sicurezza. Non si sa chi abbia dato gli ordini. Lo stesso entourage di Obama non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Mentre questa notizia è stata ampiamente ignorata dai maggiori media, i mezzi di informazione liberali indipendenti, in particolare quelli fedeli al partito democratico e ad Obama, hanno espresso stupore e indignazione. Anche gli omicidi del presidente John F. Kennedy nel 1963 a Dallas, e del senatore Robert F. Kennedy, nel 1968 alla vigilia della sua vittoria in California alle primarie presidenziali, sono stati facilitati da “falle” del Secret Service.

Mentre non c’è dubbio che Barack Obama, dopo aver raccolto fondi e sponsorizzazioni dalle elite politiche, sia davvero prossimo alla nomination per il partito democratico e sia un entusiasta promotore della guerra imperialista, ciò non elimina il grave pericolo che gli proviene dai suoi avversari politici.

Non c’è bisogno di dire che Obama è visto come un acerrimo nemico (come minimo da un punto di vista simbolico) dalla banda neocon-Bush-Cheney-McCain. Obama non solo si trova di fronte a minacce da elementi razzisti e da fanatici di estrema destra, ma anche dai rivali, disperatamente assetati di potere, della frazione più conservatrice e neoliberista dei democratici che è guidata da i. Clinton. Gli incendiari attacchi alla Karl Rove lanciati contro Obama dall’apparato dei Clinton sono diventati, nelle recenti settimane, sempre più aspri, personali e sotto la cintura.

Obama è anche in competizione con Hillary Clinton per l’appoggio di John Edwards. Edwards, il calcolatore emissario degli interessi del Gruppo Bilderberg, che, secondo Daniel Estulin, autore di The True Story of the Bilderberg Group, [“La vera storia del gruppo Bilderberg” n.d.t.], è stato personalmente scelto da Henry Kissinger per essere il candidato vice presidente di John Kerry nel 2004, potrebbe volersi proporre per lo stesso incarico quest’anno. Kissinger (che si aggira per il 2008 nel gruppo di McCain) e altri membri di spicco dell’elite, hanno già il controllo dell’intero processo elettorale, da entrambi i lati.

I sostenitori di Obama e i suoi alleati al Congresso, come il senatore Dick Durbin, sono da mesi preoccupati per la sicurezza di Obama.

Bisogna far notare che i legami criminali di lunga data dei Clinton, che si intrecciano e scorrono paralleli a quelli della fazione/famiglia Bush, sono un fatto ben documentato ma ampiamente ignorato. I Clinton e i Bush sono stati compagni nei piani di potere ufficiali e non ufficiali, e co-governanti degli Stati Uniti, per più di due decenni. Il numero di vittime che può essere attribuito a queste due fazioni collaboratrici è enorme e macabro.

E’ ben nota la passione dei Clinton per le intimidazioni e i giochi sporchi da campagna elettorale presidenziale. Durante la corsa del 1992 per la nomination del partito democratico, Jerry Brown accusò ripetutamente i Clinton di ricorrere a trucchetti degni di Nixon. Come fatto notare da Michael C. Ruppert in Crossing the Rubicon, [“Attraversando il Rubicone”, un libro sull’11 Settembre e lo scenario politico-economico che vi è dietro n.d.t.], Ross Perot si ritirò dalla competizione presidenziale del 1992, spinto da pressioni volte ad assicurare la vittoria dei Clinton, dopo che Perot e la sua famiglia ricevettero minacce di morte. (Ruppert, che lavorò per la campagna elettorale di Perot, ne fu testimone in prima persona).

Qualunque importante figura politica che osi scostarsi di un solo centimetro dal copione geopolitico imperiale si trova ad affrontare minacce; in primo luogo alla propria carriera e reputazione, e poi alla propria vita. Nel “governo del Padrino” che sono ora gli Stati Uniti, questa è la regola. Proprio questa mortale stretta criminale impedisce il “cambiamento”–persino la più piccola variazione da quello che è il consenso nell’establishment. E persino rappresentanti di alto livello che operano ben all’interno del consenso devono comunque difendersi dai “colleghi”.

Nessun governo è degno di fiducia. Né i governanti e i membri dell’elite possono fidarsi l’uno dell’altro.

* Il Secret Service è un’agenzia federale assegnata alla sicurezza del Presidente e di tutti i membri di spicco dell’esecutivo, del Congresso e del mondo politico. N.d.t.

Titolo originale: “Did the Secret Service set up Barack Obama for assassination?”

Fonte: http://onlinejournal.com/
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25.02.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO

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