Tonguessy
Nel dopoguerra, i bambini se ne andavano via con le gambette scoperte anche in inverno, diversamente dagli adulti. Questo era uno dei tanti segni distintivi di quella generazione. I bambini della generazione precedente avevano l’obbligo di rivolgersi al genitore con un deferente “Voi”, che marcava ulteriormente il distacco generazionale, preteso da quella società patriarcale. Oggi i bambini sono già adulti in miniatura anche nell’abbigliamento e quelle distanze tra genitori e figli delle generazioni precedenti sono retaggi di epoche ormai catalogate come pleistocene.
I genitori di oggi, a differenza delle epoche precedenti, stanno investendo molto nei loro pargoli, fatto questo che il neoliberismo ha molto a cuore. L’educazione ad esempio sta diventando economicamente molto più impegnativa rispetto a cinquant’anni fa per almeno due ragioni: i costi crescenti dell’educazione scolastica e universitaria da una parte ed i costi per la convivenza famigliare sempre più legata alle nuove tecnologie dall’altra; telefonino e playstation non si negano a nessuno e senza internet e computer, ad esempio, non è possibile la didattica a distanza.
Parliamoci chiaro: se i bambini di ieri erano “abbandonati a sé stessi” in quanto sempre in compagnia di coetanei e con abbondanti spazi sociali a disposizione, oggi che i coetanei sono sempre meno a causa del calo demografico e che gli spazi sociali si riducono a sgangherati parchetti comunali e ai soliti patronati sempre più deserti, l’attenzione dei genitori nei loro confronti è diventata ossessiva, grazie anche a valori neoliberisti accettati come naturali quali la competitività che va a sostituire la precedente collaborazione e/o pacifica coesistenza.
I genitori in primis sono competitivi, volendo far svettare i propri figli al di sopra di qualsiasi possibile critica e possibile avversario. Basta dare un’occhiata a come vengono oggi trattati quegli educatori delle scuole dell’obbligo che ieri erano venerati quali parte integrante del patto sociale chiamato modernità, mentre oggi sono solo ostacoli al raggiungimento di quell’eccellenza che tipicamente il genitore postmoderno è convinto sia il naturale patrimonio che il figlio ha ricevuto in dono. E che gli altri non possono avere. Destino manifesto versione 2.1.
I nati nel nuovo millennio si trovano così a dovere sostenere le manie nate dalle insoddisfatte esigenze dei genitori e quindi della società intera che ripone nelle loro mani quel meraviglioso destino che non è stata in grado di realizzare. E’ una situazione da manuale di psichiatria, dove chi detiene il potere si dichiara incapace di gestirlo per il meglio e, con la scusa che prima o dopo tale potere cadrà nelle mani delle generazioni future, tanto vale farlo subito, quando sono ancora bambini. Così facendo semplicemente rubano loro quell’infanzia cui hanno pieno diritto per imporre la patente di adulti capaci di salvare l’umanità. Cosa di cui non sono stati capaci e di cui si pentono. Forse.
L’esempio più eclatante è ovviamente quello di Greta Thunberg autorizzata dai suoi a perdere una giornata di studio alla settimana per salvare il mondo da quell’inquinamento da CO2 che ogni genitore che usa l’auto per accompagnare i figli all’asilo o a scuola non riesce ad evitare. Tale figlia è stata così superiore a qualsiasi altra (fatto questo da tenere sempre in considerazione) da meritarsi acclamati interventi presso l’ONU, la candidatura al Nobel per la pace e la stesura di libri di successo. Il modello è quello dell’embedded hero di hollywoodiana memoria.
Recentemente altri bambini si sono presi la briga di salvare il mondo. Il più piccolo ha solo 8 anni e, assieme ad altri tre minori e a due maggiorenni di 20 e 21 anni, ha denunciato 33 Stati di inadempienza verso gli impegni assunti con la firma dell’accordo di Parigi del 2015, la Cop21.
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha accolto in via prioritaria la richiesta avanzata dai sei bambini e dai due ragazzi portoghesi. [1]
La loro causa, patrocinata dalla ONG Global Legal Action Network, nasce come reazione alle ondate di caldo eccezionali del 2017 e 2018 che, secondo tale ONG, “hanno interferito con la capacità di questi ragazzi di fare esercizio, di trascorrere del tempo all’aperto e di dormire correttamente”. Come dite? Poca roba rispetto ai danni causati dai lockdown? Vi state sicuramente sbagliando.
Forse si potrebbe convincere qualche bambino a chiedere risarcimenti per i danni subiti dai lockdown, a fare scioperi davanti alle scuole mentre noi genitori diamo alle stampe bestseller patrocinati da qualche ONG. Forse. Più probabilmente deve ancora essere inventata quella ONG, quasi sicuramente non ci sarà mai alcuno sciopero ben pubblicizzato dai media contro i lockdown e certamente non verrà stampato alcun libro che parli dei disagi subiti dai bambini a causa delle misure prese per contrastare la supposta-pandemia. La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo può continuare a trascorrere il proprio tempo con gli onanismi che maggiormente le aggradano, consapevole com’è che i bambini abbiano cose più importanti e interessanti da fare che vendicarsi contro queste dinamiche. Contro altre sì, invece. Specie se, come dicevo all’inizio, gli adulti li manipolano facendo leva sulle proprie frustrazioni e sulle proprie incapacità di gestire le situazioni.
Adulti manipolati, senza potere personale, derisi e sottomessi, facilmente ascoltano le sirene del Destino Manifesto che mettono in relazione ricchezza e fama con la superiore caratura che spetta a chi ha saputo emergere dalla mediocrità. Genitori mediocri che partoriscono finalmente la cura alla propria inesauribile mediocrità. Figli che per compiacere i genitori sono obbligati a diventare essi stessi ancora più mediocri, rinunciando ai propri diritti di essere bambini.
In questa storia chiunque bara, facendo finta di essere chi in realtà non è.
Ma se possiamo tranquillamente concordare l’assoluzione per insufficienza di prove ai minori, chi invece si merita il massimo della pena sono quegli adulti che si impegnano a riversare le proprie incapacità nelle mani dei figli che diventano così eredi di quel pressapochismo valoriale che ha portato l’ambiente a doversi affidare ai bambini per rimediare alle politiche scriteriate degli adulti, creando così una spirale nella quale i veri colpevoli non compaiono mai. E dove gli egoismi alla fine vengono contrabbandati per verità.
“Se un uomo mente agli adulti, deve in qualche modo darne giustificazione. Mentire ai bambini apparentemente non richiede scusa alcuna perché, dopo tutto, il bambino non è un essere umano completo. Lo stesso principio viene usato con gli adulti quando sono estranei, nemici, ammalati, criminali o membri di una classe o razza inferiore o sfruttata. In senso lato, solo quelli che sono potenti hanno il diritto di esigere la verità- questo è il principio applicato nella maggior parte delle società durante il corso della storia, benché non costituisse la loro consapevole ideologia”
E. Fromm “Il modello umano di Freud e le sue determinazioni sociali”