C’è un’ampia bibliografia sull’azione antitumorale della vitamina C. Pionieri in questo campo sono stati il premio nobel per la chimica Pauling e i nostri connazionali Pantellini e Di Bella (quest’ultimo l’ha infatti inserita tra i componenti del suo metodo).
La dose per terapia antineoplastica consigliata in letteratura è di almeno 3-10 grammi al giorno o più, ma bisogna considerare che, a dosi alte, questa vitamina è lassativa. Inoltre, in caso di patologia e di necessità di dosaggio elevato, è da evitare il fai da te ed è bene farsi seguire da un medico di fiducia.
Il fabbisogno medio giornaliero di un adulto sano si aggira in media in 200-300 mg ma, in caso di febbre, influenza, malattie infettive e convalescenza, se ne possono somministrare anche più grammi al giorno senza inconvenienti, anzi con effetti positivi sull’attivazione dell’immunità.
In generale sarebbe preferibile assumere la vitamina C attraverso la frutta e la verdura fresche, anche se è difficile in tal modo raggiungere dosaggi cospicui.
Fonti naturali sono tutti i vegetali ricchi di clorofilla, gli agrumi, i kiwi, le carote crude, i pomodori, la rosa canina, l’acerola e un frutto esotico di piccole dimensioni che si chiama camu-camu.
La vitamina C naturale è più efficace perché naturalmente associata a bioflavonoidi (citrina, esperidina, galangina, rutina, quercetina, picnogenolo ecc) e ad altre molecole che lavorano in sinergia.
È priva degli spiacevoli effetti gastrici e renali propri delle elevate somministrazioni di vitamina C sintetica, inoltre è caratterizzata da un più agevole assorbimento intestinale ed è maggiormente bio-disponibile.
Questo aspetto è importante per la difesa immunitaria perché è dimostrato che i globuli bianchi tendono ad assorbire la vitamina C naturale in quantità circa 4 volte superiore a quella sintetica.
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VB