Di Patrizia Ligabò, ComeDonChisciotte.org
Il declino culturale anticipa da sempre, il declino economico di una società.
E’ stato così per le grandi civiltà del passato. La letteratura custode delle opere scrittorie; e di conseguenza i libri, le riviste, la poesia, erano di grande importanza.
Così come lo erano: il talento e la creatività in generale. “Il talento fa quello che vuole, il genio fa quello che può. Del genio ho sempre avuto la mancanza di talento”. Disse un tempo Carmelo Bene.
Un talento che può essere innato, o che dovrebbe essere coltivato con sacrificio, studio e soprattutto tempo.
“Lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vuole il lavoro e il sacrificio quotidiano. Nello sport come nella vita.“ — Pietro Mennea atleta e politico italiano (1952 – 2013). Lo stesso vale durante la vita.
Quel tempo necessario che ha perso valore, cedendo il passo ad una velocità in primo piano. Ma come velocemente s’appare o si diviene noti, così velocemente si viene dimenticati.
Per certi versi, è più semplice raggiungere gli obbiettivi, perchè si utilizzano mezzi tecnologici veloci ed interconnessi.
Se però la maggioranza dei concorsi letterari sono già decisi a tavolino, ancor prima che l’opera esista, e la libertà di stampa si riduce a pochi gruppi dominanti con un’informazione più che allineata, che spazio reale e paritario resta realmente?
Perchè il talento e la creatività necessitano di tempo, di motivazione reale.
Che orgoglio e dignità vi sia nel ritirare un premio immeritato ancora non mi è chiaro.
Non dovremmo forse inchinarci davanti al vero talento, essere grati di averlo incontrato, ammirato, osservato , per magari capire ciò che in noi è a volte latente? E di conseguenza cercare di sviluppare quel lato?
L’educazione sentimentale, ovvero: l’etica, la correttezza, le buone maniere, i buoni versi, non offensivi nella dialettica non ci rendono più credibili?
Questi veicoli ci permettono di consegnare i nostri sentimenti attraverso le parole all’altro, di condividere una conoscenza.
Il linguaggio prima ricco, appare ora molto diradato e semplificato. scarno, spesso privo di contenuti. Basti guardare i film del periodo del neorealismo per rendersi conto della varietà dei vocaboli utilizzati.
Fin dall’ antica Roma si sosteneva che : “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.“ — Lucio Anneo Seneca filosofo, poeta, politico e drammaturgo romano -4 – 65 a.C.
L’ enciclopedia Treccani tramite il Professor Guido Favati ci consegna la sua definizione dall’ Enciclopedia Dantesca (1970).
Talento. – Gallicismo, che sta per ” voglia “, ” desiderio “, ” disposizione d’animo verso qualcosa “.
Da San Matteo al Parini le definizioni sono state molteplici, modificate attraverso i tempi, ed i costumi, folklore.
Allora il libro, finestra sul mondo, luogo del viaggio nell’altrove, rimanendo dove siamo (a maggior ragione in questo momento storico) ,appare come un tesoro , un oggetto prezioso.
Un oggetto capace di trasportarci in mondi paralleli.
La letteratura così come il bene comune è patrimonio di tutti; al di là di classi sociali, percorsi, ed esperienze personali.
Ed essa va letta con una visione antropologica, dalla liberazione del ceto contadino dalla schiavitù e servitù, alla dominazione letteraria di unificazione della chiesa fino all’unione della filosofia e scienza con Galileo che ci traghetta al mondo moderno.
Si pensi ad esempio al caso del Liceo Manzoni in Milano, in cui la preside avrebbe voluto, non solo alunne con la media del nove, ma che avrebbero dovuto risiedere in centro. E’ inaccettabile, e ridicolo.
Come se la cultura, e la letteratura , materia centrale di un liceo classico, fossero prerogativa di un’appartenenza ad un quartiere.
Ecco allora che l’opera letteraria, o in senso più esteso l’opera artistica diviene patrimonio.
I bisogni umani dopo millenni restano i medesimi, inclusa la possibilità di respirare e gioire della bellezza, del sogno, un vero nutrimento rigenerante.
Viene così ripristinato quel non luogo, oasi per le nostre anime, e la loro coltivazione.
E così potrebbe veramente esistere una letteratura finalmente libera, con editori liberi, plessi culturali liberi, svincolati dal potere, da ciò che il mercato richiede, e dalle conoscenze e favoritismi.
L’arte così compromessa, non permette la nostra evoluzione o la nostra introspezione.
Speriamo esisterà davvero un giorno non lontano un nuovo spazio, e che finalmente avanzi il nuovo, ed il futuro, si cedano i vecchi scettri , ed il passo al nuovo che avanza.
La scrittura e la cultura sono mezzi molto più potenti di qualsiasi arma o ricatto sociale.
Esse penetrano pian piano nel tempo nel tessuto collettivo, e societario, in quel tempo ed in quel ritmo naturale che occorre.
Qualche consiglio per la lettura, se gradite sull’argomento: ” Il libro sul talento ” di Cristiano Ghibaudo , Edizioni Sonda e; ” L’ingannevole paura di non essere all’altezza” di Roberta Milanese , edito da Ponte alle Grazie .
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Di Patrizia Ligabò, ComeDonChisciotte.org
Patrizia Ligabò. Fin da bambina ha curiosità intellettuale. Legge già dai quattro anni, la scrittura e la mediazione linguistica e culturale rappresentano i suoi ideali. Caparbia fino a farne un mestiere , a spingerla saranno la passione e lo studio .” La società è fatta da noi, se noi saremo migliori e tesi verso gli altri , anche la società sarà migliore“.
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org
25.12.2020