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DI PANAGIOTIS GRIGORIOU

greekcrisis.fr

Oggi, Domenica 7 luglio la Grecia torna a votare: elezioni parlamentari, indette da Tsipras dopo il disastro delle recenti europee, che segneranno probabilmente l’avvicendamento delle forze al Governo, con il ritorno al potere del centro-destra di Mitsotakis e del partito “Nuova Democrazia”. Nuove maschere per continuare lo stesso balletto, nessuno si fa illusioni, in Grecia. Varoufakis tenta di rimettersi in sella, portando avanti la più pura e incontaminata linea politica 100% Soros compatibile. E sì che fu proprio Soros, raccontano, a volere la sua testa quando era ministro del governo Tsipras, ma si sa, il potere logora chi non ce l’ha (cit.) e per riaverlo, gente come Varoufakis è disposta a più di un compromesso. Del resto, nel partito di Mitsotakis c’è addirittura la direttrice della principale ONG di Soros in Grecia, oltre che il figlio del magnate dell’editoria greca che collaborò con Goebbels, tanto per stare sicuri di non dispiacere a nessuno… La questione sarà se Mitsotakis avrà o meno da subito la maggioranza assoluta dei seggi, ma nessuno dubita della sua vittoria, favorita anche dal massiccio astensionismo che si prevede caratterizzerà il voto. Siamo in piena stagione turistica e i greci che lavorano come stagionali nelle isole non possono certo tornare a casa per votare. Infatti l’ultima volta che avvenne, il turismo non c’era ancora: era il 1928.

Da «Narcisi e retroscena» – 20 giugno 2019
Articolo originale QUI

L’attuale dibattito greco [è sul] gioco chiuso della politica. (…) Analisti come Karambélias, uomini della sinistra, ritengono che Varoufakis incarni esattamente le opinioni e la strategia dei globalizzatori come Soros, “potrebbe anche fungere come nuova ruota di scorta del sistema, dopo Tsipras e SYRIZA”.
Pure è strano che in un’intervista datata ottobre 2018, egli sostenga direttamente che il suo licenziamento dalla carica di ministro delle Finanze nel luglio 2015 venne deciso dopo che il finanziere Soros aveva telefonato a Tsipras, chiedendo proprio di espellere il suo ministro. “Il mio unico rapporto con Soros si riduce a questa telefonata,” ha detto al quotidiano “Kathimerini” nell’ottobre 2018.
È ancora molto strano che… [se qualcuno può] liquidare un ministro in questo modo, si può logicamente dedurre che quel qualcuno – il finanziere nel nostro caso – sia anche colui che assume i suoi… subordinati, vale a dire Varoufakis, o anche, Tsipras.
Vicino o no a Soros, Varoufakis abbraccia già le sue tesi, tanto quanto quelle del blocco anglosassone, su Cipro, sul Mar Egeo e sulla Turchia, o sull’apertura delle frontiere e l’immigrazionismo che circola, sostenendo che “l’apertura, le frontiere non sono compatibili con popoli orgogliosi, fiduciosi e dignitosi, come il nostro”, si legge nel programma del partito di Varoufakis, DiEM25.

Varoufakis e Soros. 2019 Greek Press Photograph

La perversione postmodernista dominante porta a sofisticate assurdità di questo tipo, la sinistra uscente della storia altrove lo ama, così come il presunto centro di Nuova Democrazia e Mitsotakis. Quest’ultimo conta lui pure, va detto, nei suoi ranghi i propri “Varoufakis”, che difendono queste stesse tesi dei globalisti, l’accademico Kairìdis per esempio. Va notato che la cugina di Mitsotakis, Antigone Lyberaki, è un membro del partito elettoralmente morto “To Potami”, una creazione della nebulosa Juncker-Merkel, e Lyberaki è anche a capo della più grande ONG di Soros in Grecia, tra l’altro, e… ufficialmente.

Notiamo anche per inciso che i popoli orgogliosi, fiduciosi e quindi degni, conservano e difendono i loro confini, riguardo ai quali scelgono il loro grado di apertura all’alterità, altrimenti è un cambiamento radicale [inedito] dai tempi dell’antichità. Solo le identità forti e ben conservate sono in grado di accogliere, perché sono allo stesso tempo in grado di formare comunità con un fondamento comune di cultura, storia, identità, formando, se possibile, il loro regime di autogoverno (come la Poleis). in grado di resistere alle minacce e agli imperi.
Giovanni Stobeo, storiografo e compilatore greco della tarda antichità del V secolo dC, che attraverso la sua antologia ci ha lasciato in eredità tanti frammenti a volte esclusivi di autori greci antichi, cita Platone sul tema che ci interessa: “Poiché in popoli come i Messeniani si ripetono molte ribellioni e rivolte, e non sappiamo come mantenere il controllo della situazione, ci sono due modi di agire. Mescolando le popolazioni, facendo in modo che non siano più della stessa patria, tutti coloro che sosterranno più facilmente la schiavitù, tutte persone di molte origini diverse. A tutte queste persone dobbiamo poi dar loro da mangiare, prendersi cura del loro bene, e in realtà il nostro bene.” Stobeo,” Tomo 13, Libro 4, edizione greca Kaktos, 1995, p. 161.

Platone, che non era un seguace della democrazia, la sapeva abbastanza lunga, [del resto] la dottrina non è nuova, tranne che [si manifesta] nel mondo attuale come “dirittidelluomo” e sotto forma migrazionista, coprendo quasi l’80% dello spettro politico compatibile con Soros e quindi viene “offerta” ben impacchettata agli elettori. Il delirante contesto ambientale, naturalmente, squalifica come razzista e populista qualsiasi riflesso logico e critico contro questo condizionamento che porta ad una schiavitù perpetua, ma con la connessione wifi. Tale verbosità è comune, tra Tsipras, Varoufakis, e Mitsotakis per esempio.

Ricordiamo anche di Varoufakis, alcuni fatti del febbraio 2015, raccontati da Lafazanis, allora capo del Movimento di Sinistra all’interno di SYRIZA e Ministro della Ristrutturazione della Produzione, dell’Ambiente e dell’Energia nel governo di Tsipras I. Nella sua intervista dell’11 giugno 2019, Lafazanis afferma che “sono innanzitutto Varoufakis e Tsipras che si sono già arresi alla Troika, fin da febbraio 2015, avallando l’estensione del Memorandum-II, firmato dal governo Samaras pochi mesi prima. Tsipras e Varoufakis avevano persino convocato il Presidente del Consiglio di Stato a mezzanotte e lo avevano trattenuto fino alla mattina seguente, facendo pressione su di lui perché desse il via libera ufficiale, dichiarando che non era obbligatorio presentare al Parlamento l’estensione del Memorandum-II firmato da Samaras, e che la semplice firma per decreto del ministro delle Finanze, vale a dire di Varoufakis, era sufficiente a legittimare questa schiavitù della Grecia. Il Presidente del Consiglio di Stato aveva dichiarato di non voler entrare nell’illegalità, ma ci può essere stato un ricatto e nelle prime ore del mattino finì per cedere”, ha raccontato Lafazanis (stampa greca dell’11 giugno 2019). [Anche] Lafaznis, tuttavia, non fece nulla all’epoca, facendo cadere il suo governo, per esempio, ed è “strano” vederlo tornare alla carica ora, che nelle cosiddette elezioni europee, il suo partito dell’unità popolare è stato definitivamente cancellato dalla mappa politica con lo 0,5%.

Infine, nel giugno 2019, la mafia politica di Tsipras ha – come ha per caso – introdotto un nuovo codice penale, in cui tra le altre disposizioni tendenti all’anomia, allevia anche le pene per coloro che potrebbero aver commesso un reato, ad esempio finanziario, contro lo Stato e per estensione contro il paese; ci sono molte analisi a questo proposito sulla stampa greca. Ciò servirà, per esempio, per non perseguire i criminali, Papandreou, Venizélos, Samaras, Papademos, Stournas, Papakonstantonou, Tsipras, Varoufakis, Tsakalotos, Kotzias, Kammenos come tanti altri, la lista è lunga.

Paese benedetto. Peloponneso, giugno 2019

Infine, la notizia del giorno è che a capo della molto onorevole lista dei membri eleggibili d’ufficio nel parlamento secondo quanto deciso dal partito, sfruttando la legge elettorale greca, Mitsotakis e la sua Nuova Democrazia hanno optato per Panagiotis Pikrammenos, un ex giudice, collaboratore del padre di Mitsotakis, Kostantinos, e Primo Ministro cosiddetto di “Transizione Tecnica”, tra maggio e giugno 2012 (stampa greca del 20 giugno 2019). Ma c’è un’altra realtà, diciamo più germanica e direttamente xenenocrate. Panagiotis Pikrammenos, uscito della Scuola Tedesca di Atene, amici del filotedesco Mitsotakis, è il figlio del magnate dei media Othonas Pikrammenos, noto collaborazionista durante l’occupazione tedesca degli anni ’40, a capo, tra le altre cose dell’unica agenzia di stampa “greca” del tempo, il cui capitale era il 51% di proprietà della società Mundus gestita da Goebbels, e su Mundus e per esempio Hachette in Francia vedere qui.
Sono sempre la stessa, o le stesse, famiglie, e… avanti per un altro giro. Paese benedetto, paese dove si avanza in mare aperto, gettando le reti per pescare, ancora e ancora.
(…)
Ad Atene, intanto, le voci parlano di un futuro posto da commissario Europeo per Samaras, una volta che, beninteso, Mitsotakis sarà giunto al potere (stampa greca 20 giugno). Gli imperi, Reich compreso, hanno sempre saputo ricompensare bene i propri sbirri.


Da “Linea Dritta” – 3 luglio
Articolo originale QUI

La stampa riempie le pagine in modo non convincente parlando delle elezioni parlamentari di domenica prossima, 7 luglio, e la cosiddetta grande domanda è se ci sarà o meno la maggioranza assoluta dei seggi che i sondaggi promettono alla Nuova Democrazia del clan Mitsotakis. La democrazia si piazza esattamente sotto il sole estivo. Momento singolare, l’indifferenza popolare è come una lama di fondo, il rifiuto di SYRIZA, unito al rifiuto di Alba Dorata. Alcune maschere sono finalmente cadute, e… altre prenderanno il sopravvento, vogliamo credere per mancanza di meglio.

La stampa fa i suoi titoli sulle elezioni – Atene luglio 2019

I giornalisti si aspettano… molto apertamente che il governo che uscirà dalle urne il 7 luglio sarà quello di Nuova Democrazia, con la maggioranza assoluta dei seggi. “Potremo finalmente andare in vacanza” hanno sospirato poi in diretta, (radio 90.1 trasmissione del mattino, FM del 2 luglio). Tuttavia, gli astenuti saranno numerosi, ad esempio quegli elettori e allo stesso tempo lavoratori o addirittura imprenditori nel settore del turismo, che non possono lasciare i loro posti dalle isole e dalla costa della Grecia per andare ad Atene o addirittura nella Grecia continentale anche solo per un giorno.
Va notato che il voto per procura non è possibile in Grecia e che la tradizione ellenica non prevede un calendario elettorale nel bel mezzo dell’estate. L’ultima deroga a questa norma è stata per le elezioni legislative del 19 agosto 1928 (!). A quel tempo, fu Elefthérios Venizélos a vincere con un punteggio del 46%. Altri tempi!

 

TRADUZIONE A CURA DI FRANZ-CVM per www,comedonchisciotte.org 

Panagiotis Grigoriou vive dell’attività di accompagnatore per coloro che volessero visitare Atene e la Grecia continentale da una prospettiva diversa (il sito è QUI) e, quando il turismo è fermo, grazie alle donazioni che arrivano al suo blog. La pagina per donare è QUI

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