DI LISA POLLACK
FT Alphaville
Negli ultimi tre anni la finanza moderna
è stata salvata dagli organi esecutivi, e di conseguenza dai contribuenti.
Ma questi organi e i finanziatori sono anch’essi contribuenti, i quali
perciò sostengono almeno in parte i costi della crisi.
Perché siamo così bravi
a creare la complessità in finanza? Come si possono far quadrare
le decisioni sbagliate che prendiamo quando creiamo cose come le strutture
CDO a tranche singola [1], quando scambiamo l’indice ABX [2],
o concediamo mutui ipotecari a chi non se li può permettere?Creare complessità
Prima però, soffermiamoci un po’
sul perché siamo bravi nella complessità finanziaria e perché probabilmente
continueremo a esserlo sempre di più. Stiamo diventando più intelligenti.
E in una maniera peculiare. Dal blog scientifico di Wired “Frontal Cortex” (il grassetto è nostro):
“L’effetto
Flynn [3]
è sempre stato pervaso dal mistero. Divulgato per la prima volta dal
politologo James Flynn, l’effetto riguarda il
diffuso aumento nel tempo dei punteggi del QI.[…]
la cosa più singolare è il modo in cui sono aumentati i punteggi:
1. I punteggi sono aumentati
maggiormente nella parte di problem-solving dei test.
2. L’intelligenza verbale
è rimasta relativamente stabile, mentre i punteggi non-verbali continuano
ad aumentare.
3. Il miglioramento delle prestazioni
si è verificato in tutte le fasce d’età
4. L’aumento dei punteggi
ha luogo prevalentemente nei test i cui contenuti non sembrano essere
facilmente appresi.
La cosa sconcertante di questo
aumento dell’intelligenza generale,
è che compare dove meno ce l’aspettiamo. Anche se si potrebbe supporre
che i punteggi del QI possano aumentare nel tempo in termini di intelligenza cristallizzata – la parte del test che misura specifici
tipi di conoscenza, come la capacità
di contare o la conoscenza delle parole del vocabolario
– in realtà è aumentata in termini di intelligenza fluida, che
è la capacità di risolvere problemi astratti.”
Ciò significa che con il passare
delle generazioni siamo diventati più intelligenti, ma di un genere
particolare di intelligenza. Quel genere grazie al quale il bambino
di cinque anni riesce a riparare il vostro Blackberry mentre si è occupati
a confrontare l’EFSF [4] con il CDO.
Siamo diventati più bravi nel
pensiero astratto. Non abbiamo alcuna difficoltà nell’analizzare
un mercato finanziario che non ha alcuna ubicazione fisica, oppure nel
valutare l’esposizione creditizia delle nazioni sovrane mediante contratti
derivati. Facciamo proprio questo.
Inoltre, dato che la capacità di pensare
in maniera astratta è correlata all’intelligenza, tutto ciò si trasforma
in un ciclo auto-rafforzativo in cui chi è più bravo in tale argomentazione
rimane più a lungo nel campo dell’istruzione, migliorando il proprio
pensiero astratto, diventando così ancora più intelligente… finché
un giorno , dopo tanti anni di studi, una buona parte di loro approderà
alle banche d’investimento. E dopo, cosa pensate che succederà? In
quale compito sarà impiegata l’abilità nel pensiero astratto?
C’è quindi da meravigliarsi se la
moderna finanza è diventata sempre più complessa?
Ma, al tempo stesso, queste persone
straordinariamente intelligenti non dovrebbero essere in grado di accorgersi
della potenziale instabilità che stanno creando, della crescente
possibilità di sconfitta dell’intera società mediante i salvataggi,
e dell’elusione
dell’economia reale?
Prendere decisioni sbagliate
a debita distanza
Si pone un problema morale. Lo tratteremo
presentando il problema del carrello. Questa è la versione di
FT Alphaville dell’ esperimento
mentale ideato da Philippa
Foot nel 1967.
La vigilia di Natale uscite
a fare una passeggiata e salite su una passerella che scavalca delle
linee ferroviarie. Non appena giunti alla sommità, notate che un carrello
fuori controllo si sta precipitando verso cinque uomini
che stanno lavorando sui binari che stanno sotto a dove siete voi. Sono
troppo distanti per urlare e avvertirli, restate a guardare inorriditi,
di sicuro li ucciderà tutti. Poi vi accorgete che c’è una leva accanto
a voi. Se la tiraste il carrello devierebbe verso un binario separato,
dove sta lavorando soltanto un uomo. Se tirate la leva il carrello ucciderà
l’uomo mentre i cinque saranno salvi. Tirate la leva?”
Avete in mente la risposta? Che ne
pensate di questa situazione:
Siete sempre sulla passerella,
c’è sempre il carrello fuori controllo. Però non c’è alcuna leva.
Tuttavia accanto a voi c’è un signore bello corpulento. Vi rendete
conto (con certezza) che se spingete l’uomo sui binari mentre passa
il carrello, lo bloccherà e i cinque uomini saranno salvati, se non
che morirebbe l’uomo che avete spinto. Spingete l’uomo sui binari?”
La maggior parte della gente tirerà
la leva, ma non spingerà l’uomo. Naturalmente le situazioni
sono identiche sotto il profilo delle probabilità.
Perché questa differenza?
Beh, per prima cosa siamo programmati
per non uccidere i nostri simili. Perlomeno quelli che non presentano
una qualche minaccia per noi.
Ciononostante, se inseriamo dei congegni
tra noi e l’omicidio, improvvisamente muta la nostra struttura mentale.
Coloro che non sarebbero mai in grado di uccidere a mani nude sono disposti
a sganciare bombe su civili e a tirare leve che provocano la morte di
un passante. Non appena vi è una qualche distanza tra noi e la persona
che stiamo danneggiando (anche se quella persona siamo noi stessi),
le nostre inclinazioni evolutive a non uccidere si defilano.
Qualora stiate ancora pensando in termini
di sopravvivenza, vale a dire che in guerra ci difendiamo anche se per
farlo questo significa attaccare dei civili, si consideri il seguente
esempio.
Quasi tutti correrebbero in aiuto di
un bambino che sta annegando, ma non tutti inviamo denaro ai paesi dove
i bambini muoiono di fame.
La distanza dalle conseguenze della
nostra inerzia, o l’introduzione di uno strumento nell’azione che
intraprendiamo, ci consentono di prendere decisioni in modi che sono
logicamente e moralmente contraddittori .
Un’idea per la finanza
Quindi stiamo diventando più
intelligenti, e ancor più nel pensiero astratto che ci permette
di integrare una maggiore complessità nel gioco finanziario praticato
da molti di noi. Coloro che non operano nella finanza rimangono a guardare
e si chiedono perché combiniamo tutto questo, ma la gran parte di loro
non se ne preoccupa fino a che non ne vengono toccati.
Ma di recente la cosa ha coinvolto
molti di loro. Troppi. In molti ambienti, dal movimento Occupy
fino alla nuova regolamentazione, la finanza è considerata la responsabile.
Ma senza dubbio le persone ben inserite nei mercati eluderanno ancora
una volta questi sforzi…
…in fondo non è la stessa cosa di
spingere il grassone giù dalla passerella.
Note:
[1] Complesso prodotto finanziario
derivato emesso a fronte di una cartolarizzazione del valore sottostante
[2] Indice scambiabile contenente un
paniere di derivati subprime.
[3] Aumento generalizzato del quoziente
intellettivo delle popolazioni con il passare delle generazioni,
indipendente dalla cultura d’appartenenza. È più marcato per l’intelligenza
fluida rispetto a quella cristallizzata.
[4] Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria,
fondo “salva stati” creato nel 2010.
Fonte: Abstractions and morality in modern finance
23.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GABRIELE PICELLI