DI FRANKLIN LAMB
Countercurrents.org
Tripoli: Visto che chi scrive non è al corrente di un qualche segreto e che comunque non glielo direbbe, allora si può anche avviare una franca discussione con gli ex
colleghi del Congresso e con le nuove ciber-conoscenze che lavorano
al Campidoglio.
Questa settimana mi sono saturato le orecchie grazie alle fonti vicine al Senate Foreign Relations Committee di John Kerry sui punti di vita semi-privati del Presidente Obama su quello che sta avvenendo in Libia e sui dubbi del Presidente sul ruolo della NATO nel bombardamento di questo paese sfortunato.Contrariamente a qualche ipotesi in
voga a Washington che il nuovo Segretario della Difesa Leon Panetta
(qualche membro del Congresso che lo conoscono molto bene si riferiscono
tranquillamente a lui come “Leon la Luce”) sia incaricato di supervisionare
la NATO mentre Obama deve far fronte a una slavina di problemi politici
ed economici, la realtà è diversa. Il Presidente Obama si ritiene
che sia “in azione” e che stia seguendo da vicino l’utilizzo da
parte della NATO di “tutte le misure necessarie per proteggere i civili”.
I bombardamenti della NATO, comprese le sette bombe sganciate questa
mattina alle 5 vicino al mio albergo, sono diventati una crudele condanna
per la popolazione libica e per tutti quelli che respingono il diritto
unilaterale della NATO di” distruggere per il bisogno di salvare&proteggere”.
Diversamente dai suoi due predecessori
allo Studio Ovale e anche da “VP Joe” (ndt: Joe Biden), Obama non
apprezza i funzionari quando usano espressioni colorite che possano
offendere gli elettori. Ma si dice che abbia riferito di recente a un
suo amico che presiede il Foreign Relations Committee al Senato
che “siamo finiti in un mare di merda e dobbiamo uscirne fuori!”
Parte della sempre più evidente
costernazione di Obama si pensa che derivi dalle sue possibilità
di rielezione. Il Democratic National Committee ha inviato al
senatore Kerry e alla Casa Bianca un memorandum “riservatissimo”
sulle prospettive della rielezione del Presidente nel bel mezzo degli
indici di popolarità che continuano a scemare tra le incertezze economiche
e i dubbi sull’amministrazione Obama in generale.
Secondo le fonti al Congresso che lavorano
sulla crisi libica, alcuni consiglieri di Obama pensano che la Libia
stia per diventare un altro Iraq se la NATO continuerà a impedire che
i ribelli trattino col governo di Gheddafi e se “il leader” venisse
ucciso.
L’assassinio di Gheddafi è da molti
ritenuto l’unica ragione per i ri-bombardamenti della NATO, anche
per cinque volte di seguito, dei cosiddetti “centri di comando e controllo“,
che in questi giorni a Tripoli sembrano essere praticamente ovunque.
Ieri, giusto a mezzogiorno, lo scrivente
si è incontrato con due funzionari al Ministero degli Esteri.
Uno dirige l’American Bureau, e stavamo discutendo una serie
di argomenti. Improvvisamente, nel giro di cinque minuti, quattro bombe
della NATO sono esplose fragorosamente vicine al Ministero degli Esteri.
Ho gettato lo sguardo sul massiccio tavolo per le riunioni e ho anche
pensato di buttarmici sotto, se fosse stato il caso, mentre i miei interlocutori
se ne sono usciti rapidamente dalla stanza, senza nemmeno dire “arrivederci”.
Sembravano sorpresi, persino divertiti, quando hanno ripreso la riunione
e io ero ancora al tavolo a scrivere i miei appunti. “Siamo tutti
diventati obbiettivi della NATO?”, ha chiesto uno di loro, “abitazioni
private, le nostre università, gli ospedali, ora sono tutti obbiettivi
legittimi secondo la NATO?”
Si dice che Obama e alcuni dei suoi
consiglieri, come il senatore John Kerry, si stiano chiedendo la stessa
cosa. Un volontario dello staff mi ha detto questa settimana:
“Sia la CIA che il Pentagono hanno
riferito alla nostra commissione che era stato dato il semaforo verde
alla NATO per bombardare la Libia, visto che la cosa doveva essere rapida
e neppure troppo sporca. Ora sta diventando un incubo potenzialmente
senza fine.”
Gli insider nella NATO hanno
consigliato recentemente il personale del Congresso che l’apparentemente
eterna e armata dagli Stati Uniti “coalizione dei volenterosi” non
si può permettere un’altra umiliazione dopo l’Iraq e l’Afghanistan,
e quindi la NATO non ha in mente di fermare i bombardamenti fino alla
realizzazione di una di queste tre possibilità; in ordine di preferenza
per la NATO: Gheddafi è ucciso, Gheddafi si “arrende” o Gheddafi
se ne va dalla Libia.
Il Presidente Obama è stato consigliato,
tra gli altri, da alcuni membri del Foreign Relations Committee
di “staccare subito la spina alla NATO e buttarci questa rogna dietro
le spalle!”
Il tanto screditato appuntamento settimanale
della NATO, il “Carman and Roland show” che in diretta da Bruxelles
e da Napoli si definisce “la conferenza della NATO per informare il
pubblico”, oramai è fonte di preoccupazioni supplementari a Washington.
Con un cambio di rotta ritardato rispetto allo scorso febbraio, quando
i media mainstream ripetevano a pappagallo le veline passategli
da chi stava lavorando da anni per rovesciare Gheddafi con le voci sulle
uccisioni dei civili, la CNN proprio questa mattina ha trasmesso un
resoconto assolutamente imparziale su quanto sia dubbia la rivendicazione
della NATO di proteggere i civili, visto che la causa principale dei
massacri deriva dalle sue sortite, fino a questo momento quasi 20.000
con più di 8.000 siti bombardati.
Sembra, parlando con molte persone
anche nei media, che praticamente nessuno, a parte gli sceneggiatori
del “Carman & Roland show”, creda che i bombardamenti della
NATO abbiano qualcosa a che fare con la realizzazione degli obbiettivi
originari delle risoluzione 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite.
Carmen ha detto ai giornalisti che
seguivano il suo discorso e quello del 16 agosto che la NATO non vede
alcun problema nell’estensione di un mese quando a giugno scadrà
il rinnovo della NATO. Lei potrebbe sapere di cosa sta parlando, perché
si dice che la NATO stia facendo forti pressione sulla Casa Bianca per
impedire al governo di Gheddafi di partecipare al dibattito delle Nazioni
Unite. Il governo libico, che sta tenendo la conta dei morti dei civili
provocati dalla NATO, potrebbe non essere in grado di presentare la
propria versione dei fatti alla riunione delle Nazioni Unite del mese
prossimo. La ragione è perché il Segretario di Stato Clinton si è
rifiutata di concedere un visto all’ambasciatore libico all’ONU.
La Clinton, secondo le persone della commissione summenzionate, vuole
far intervenire all’ultimo minuto il Consiglio Nazionale di Transizione
per rappresentare il punto di vista dei bombardati dalla NATO.
Lo staff della commissione di Kerry
è abbastanza fiducioso che i ribelli non si opporranno a un’estensione
del bombardamento del loro paese da parte della NATO. E le loro prospettive
politiche e finanziarie dipendono proprio se la NATO deciderà di farlo.
La Casa Bianca è stata nuovamente
avvisata dallo staff della Commissione che la NATO è diventata
il pericolo maggiore per i civili in Libia e che potrebbe essere raggiunta
una soluzione politica se Obama ordinasse un “cessate il fuoco”.
Si dice che il Presidente ci stia pensando.
Fonte: Waiting
For The Endgame In Libya
20.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE