Dai 50 anni in su molte persone soffrono di dolori articolari e, secondo un sondaggio condotto dall’Università del Michigan, non è raro in questi casi finire per abusare di farmaci, arrivando anche a pericolosi cocktails fai da te: in primo luogo vengono acquistati antinfiammatori e analgesici di libera vendita ai quali spesso si aggiungono integratori e, a volte, anche antidolorifici, antireumatici e oppioidi su prescrizione.
Il problema è che ci sono seri rischi associati all’assunzione a lungo termine di tutti questi medicinali. Soprattutto gli antinfiammatori sono farmaci pubblicizzati intensamente anche a livello televisivo e radiofonico per un uso autonomo, ma non sono affatto privi di gravi effetti collaterali, ancor di più se si procede nel tempo senza avere piena consapevolezza delle possibili conseguenze e delle eventuali interazioni con prodotti diversi.
Lo stile di vita corretto rimane, quindi, la principale via da percorrere e ci sono alcuni semplici consigli da seguire per salvaguardare le proprie articolazioni:
- Dieta sana
Che vuol dire, prima di tutto, ricca di verdura e frutta di stagione, cereali, grassi buoni e la giusta quota proteica giornaliera. È importante anche mangiare in modo vario perché spesso alla base dei dolori articolari ci sono sindromi infiammatorie dovute ad un eccesso di assunzione di determinate sostanze (ad esempio lieviti e sostanze fermentate, glutine, caseina). Per migliorare il proprio stato di salute, allora, sarà importante cambiare abitudini alimentari, magari facendosi aiutare da un professionista che possa indicare un percorso individualizzato di riequilibrio.
- Idratazione
Quando siamo disidratati il corpo inizia a prelevare acqua da dove non dovrebbe, ad esempio la cartilagine (che è principalmente ricca di acqua). Ciò ne riduce la lubrificazione, il che anche può portare ai dolori articolari. Bere acqua in quantità adeguata durante il giorno, lontano dai pasti, aiuta pure a eliminare le tossine infiammatorie del corpo e previene incidenti a tendini, legamenti e muscoli che, se sono beni idratati, hanno meno probabilità di lesionarsi durante il movimento e l’allenamento.
- Movimento
L’esercizio fisico regolare è uno dei modi migliori per curare l’artrosi e preservare la salute delle articolazioni poiché rafforza i muscoli intorno ad esse alleviando di conseguenza la pressione che devono sopportare. L’attività fisica aiuta anche a migliorare il flusso di nutrienti alla cartilagine che deve ricevere il nutrimento come tutti gli altri tessuti del corpo e la ripetizione di movimenti a basso impatto è l’ideale in questo senso. Molto utile, allora, è andare in bicicletta, nuotare, camminare; ma anche lo yoga, il tai chi sono attività raccomandabili. La cosa peggiore che si può fare per le articolazioni dopo i 50 anni è essere sedentari.
- Il giusto peso
Facilmente dopo i 40 anni si inizia a mettere su peso e il peso extra mette sotto stress le articolazioni, in particolare quelle delle ginocchia e dei fianchi. Inoltre, il tessuto adiposo produce proteine che possono causare infiammazioni all’interno e intorno alle articolazioni.
Anche essere sottopeso può creare problemi alle articolazioni perché, se la muscolatura non ha uno sviluppo adeguato, non è in grado di supportare le articolazioni e la cartilagine non è fatta per subire eccessiva compressione e forza.
E se, pur mettendo in pratica tutti questi buoni propositi, i dolori si fanno sentire limitando le attività abituali?
Quando il dolore colpisce, si può ricorrere a dei cicli con antinfiammatori naturali come la boswellia, la curcuma, l’olio di perilla, l’olio di ribes nero (non sono gli unici, ho fatto solo alcuni esempi) assicurandosi, però, di parlare prima con un professionista preparato per scegliere il rimedio migliore per il proprio caso specifico e confrontandosi anche con il proprio medico di fiducia, a maggior ragione se si stanno assumendo farmaci per altre patologie. Il confronto con il medico è necessario anche per escludere altre cause di dolore articolare come, ad esempio, l’artrite psoriasica, la malattia di Lyme, l’ipotiroidismo.
Infine, di grande aiuto si può rivelare l’agopuntura – anche l’omeopatia, come del resto tutte le medicine naturali e tradizionali – perché un approccio individuale (che consente il coinvolgimento del paziente) e una terapia mirata e calibrata volta a riequilibrio (che considera la persona nel suo complesso) fanno sempre la differenza.
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VB