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CHE INSEGNAMENTI PER L’EUROPA…
DI ADRIAN SALBUCHI
Global Research
Esattamente dieci anni fa l’Argentina subì un vero e proprio collasso finanziario e politico. Dopo un
decennio in cui abbiamo seguito quello che gli “esperti” del
FMI, i banchieri internazionali e le agenzie di rating ci hanno
detto di fare, questo è il risultato finale.
L’allora presidente Fernando De la
Rua ha applicato fino all’ultimo minuto tutte le ricette del FMI, facendoci ingoiare i loro rimedi “velenosi”.
Agli inizi del 2001 la situazione divenne davvero brutta quando De la Rua non poté più pagare gli interessi del “debito sovrano” argentino, anche dopo aver
guidato il paese in modalità “deficit zero”, tagliando spesa pubblica, posti di lavoro, sanità, educazione e servizi pubblici essenziali.
Nel marzo 2011 richiamò come
ministro delle Finanze Domingo Cavallo, ruolo che Cavallo aveva già
svolto per sei anni durante gli anni ‘90 sotto la presidenza di Carlos
Menem, imponendo le scandalose politiche di deregolamentazione e privatizzazione
del FMI che indebolirono lo stato e lo portarono dritto al collasso
del 2001.
Beh, non fu proprio De la Rua a richiamare
Cavallo, quanto piuttosto David Rockefeller (JPMorgan Chase) e William
Rhodes (CitiCorp), che vennero personalmente a Buenos Aires per dire/ordinare
al presidente De la Rua di nominare Cavallo, altrimenti…
Così a giugno 2001, Cavallo –
membro della Commissione Trilaterale e protetto di Soros-Rockefeller-Rhodes
– provò a dissipare il default rifinanziando il debito sovrano,
che aumentò il debito pubblico di 51 miliardi di dollari, ma non evitò
il collasso totale di dicembre.
Cosa successe poi? De la Rua e Cavallo
difesero i banchieri e evitarono la corsa agli sportelli congelando
tutti i depositi bancari. Lo chiamarono il “Corrallito“,
quando i titolari dei conti correnti potevano ritirare 250 pesos alla
settimana (all’epoca l’ equivalente di 250 dollari; dopo la svalutazione
del 2002 solo 75).
L’economia argentina quasi collassò;
le persone scesero per strada sbattendo pentole e padelle, urlando,
chiamando tutti i banchieri “ladri, criminali, truffatori, imbroglioni”,
ma i grandi cancelli di bronzo delle megabanche rimasero chiusi. Nessuno
ebbe i suoi soldi indietro.
Metà dei depositi bancari erano
in dollari. Anche in questo caso nessuno ebbe i dollari indietro, solo
pesos a un tasso di cambio fraudolento dopo la svalutazione imposta
e dopo che fu abbandonata la cosiddetta “convertibilità”
della valuta che Cavallo impose dieci anni prima, ancorando il peso
al dollaro ad una irreale parità di 1 a 1.
Fu chiaramente un enorme furto di beni
e risparmi di quaranta milioni di argentini, orchestrato dai banchieri
e appoggiato dal governo. Metà della nostra popolazione scese
rapidamente sotto la soglia di povertà, il PIL si contrasse di quasi
il 40% nel 2002, in milioni persero il posto di lavoro, i risparmi,
le case per via dei pignoramenti, i mezzi di sussistenza e neppure una
banca è collassata!
Dopo gli scontri a Buenos Aires e nelle
altre città maggiori, e la repressione brutale della polizia che lasciò
trenta morti sulle strade, De la Rua prese il suo elicottero sul tetto
del palazzo presidenziale, la Casa Rosada, e abbandonò la nave.
Nell’ultima settimana del dicembre 2001 si sono succeduti quattro presidenti,
fino a che le banche, i media, gli Stati Uniti e il suo Dipartimento
del Tesoro accettarono Eduardo Duhalde come presidente provvisorio.
Alla fine nominò ministro delle Finanze Roberto Lavagna, membro fondatore
del CARI, la versione argentina del Council of Foreign Relations.
L’Argentina è stata usata come
banco di prova dall’elite per apprendere come controllare un totale
collasso finanziario, monetario, bancario ed economico, e le sue conseguenze
sociali adeguatamente progettate per garantire che, con il tempo: (a)
i banchieri ne escano illesi, (b) l'”ordine democratico” venga
ripristinato e il nuovo governo imponga un nuova rifinanziamento del
debito sovrano, equilibri le cifre, e calmi la popolazione (altrimenti…),
e (c) ristampi un grande sorriso sulle facce dei banchieri… Tutto
come sempre!
Gli insegnamenti dell’Argentina del
2001/2003 vengono usati oggi con la Grecia, Irlanda, Spagna, Italia,
Islanda, Regno Unito e Stati Uniti.
Quindi, manifestanti di “Occupy
Wall Street“, a me le orecchie! Non avete possibilità! I signori
del denaro hanno già fatto il loro giochi finanziari in Argentina.
A un certo punto le cose andavano così
male che un giornalista del New York Times, Larry Rohter, (successivamente
accusato dal governo brasiliano di avere legami con la CIA) ebbe il
coraggio di suggerire la divisione territoriale dell’ Argentina per
“risolvere” la nostra crisi del debito. Il titolo del suo
perverso articolo, pubblicato il 27 agosto 2002, diceva tutto: “Alcuni
in Argentina vedono la secessione come risposta al pericolo dell’economia”,
mirando specificatamente alla nostra regione ricca di risorse naturali,
la Patagonia…
Allora le potenti élite globali finalmente
trovarono il loro uomo quando Nestor Kirchner divenne presidente nel
maggio 2003. Kirchner mantenne in carica il ministro delle Finanze,
Lavagna, rifinanziò il debito sovrano con scadenza in 42 anni(!); pagò
al FMI l’intero importo di dieci miliardi di dollari (in contanti, in
dollari e senza riduzioni; cioè in assoluto lo status di creditore
più favorito) senza ricevere nulla in cambio; ha indebolito ulteriormente
l’esercito argentino, rincretinito l’educazione, i media e la
cultura e ha terminato imponendo sua moglie Christina come successore.
Chiaramente, un sacco di lezioni sono
state apprese dall'”esperienza Argentina”, che tornano così
utili quando si tratta di questi chiassosi e poveri europei di oggi.
Così, dieci anni dopo… nessuno vuole
ballare un tango?
Fonte: Argentina: A Testing Ground for Engineering Financial Collapse: What Lessons for Europe…
19.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO
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