DI PETER UTRECHT
In questo articolo sulla così detta “supremazia” statunitense andremo ad
esaminare alcuni fattori interni ed esterni ai quali si può attribuire
questa lenta e pare irreversibile deriva verso un abisso di quest’unica “superpotenza”.
Proviamo ad usare i “modelli di proiezione” storici del passato per
paragonare la dominazione globale degli Stati Uniti ad altri declini imperiali,
al fine di afferrare meglio il contesto attuale. Roma estendeva di conquista in conquista i confini del suo vasto impero e poi pretendeva un
“tributo” o una tassa dai cittadini assoggettati. Era un compromesso
ragionevole: i popoli assoggettati in cambio di una tassa pro capite da pagare ai
propri signori imperiali si aggiudicavano i privilegi del diritto
civile romano e la protezione dai barbari, grazie alle potenti legioni
dell’impero. Roma esportò anche la propria grandeur culturale, straordinarie
poesie, letteratura, architettura, che arricchivano le periferie più esterne
dell’Impero. Per contro gli Stati Uniti esportano “libertà e
democrazia”.
Decodificate queste due parole che sono comunemente associate
all’idea di completa libertà di espressione e movimento, nel contesto
attuale significano tutela da parte della Banca Mondiale e del Fondo
Monetario Internazionale, in forma di restituzione del debito. La libertà, sotto
forma di accordi di libero mercato, è esportata in tutto il globo e
permette alle corporazioni di usurpare le sovranità nazionali e di
operare impunemente al di là delle “regole della legge”, nel tentativo di
raggiungere l’accesso ad un più grande mercato e di costringere gli “stati
bersaglio” a rinunciare a tutti i diritti sull’industria nazionale in
favore del controllo da parte delle multinazionali. Anche gli Stati Uniti esportano la loro
cultura sotto forma di gratificazioni istantanee come video giochi e
fast food, creando così una popolazione cronicamente malata e sovrappeso su scala
globale. Questo assomiglia ad una versione grottesca del panis et circenses
romano che distraeva cittadini e masse conquistate allo stesso tempo.
Gli Stati Uniti offrono ad una crescente polpolazione di illetterati, carcerati
o senzatetto, una breve distrazione dalla loro pietosa esistenza,
attarverso una realtà virtuale generata dal computer.
L’universalità del diritto romano ha portato alla repubblica moderna
che oggi chiamiamo Stati Uniti d’America. Purtroppo gli Stati Uniti (a differenza
della gloriosa Repubblica Imperiale Romana) oggi non sono in grado, o non
vogliono estendere “princìpi universali” all’estero come fecero dopo la
seconda guerra mondiale con tanto successo attraverso il piano Marshall per
l’Europa. Si limitano a proiettare la loro grandezza militare
attraverso brevi esplosioni di “colpisci e terrorizza” [shock and awe].
Pertanto il loro potere è deriso per il fatto di essere semplicemente
un’aggressione imperialista come direbbero quelli di sinistra. Il risultato è
che gli Stati Uniti non riescono a conquistare i “cuori e le menti”
degli indomiti in giro per il mondo. Possono bombardare quelli che
percepiscono come nemici, ma sembra non possano fare nulla per garantire
stabilità e prosperità dopo l’uso della forza militare come fecero in
Germania e Giappone nel dopoguerra. Infatti una nazione profondamente divisa
non è in grado di stabilire dei propositi comuni neppure all’interno
dei propri confini. Con questo intendo dire che non investe nella scuola
pubblica per i cittadini più poveri nè fornisce un servizio sanitario pubblico per i cittadini più anziani nè rafforza i suoi confini. Questo è dovuto ad una presidenza che si limita a promuovere un ordine del giorno per le corporation. a scapito del bene della nazione, e ad un’amministrazione che invece sa e vuole condurre guerre, ma che non
è disposta a finanziarle aumentando le tasse, e che chiede a propri giovani “l’estremo sacrificio” al fronte, mentre non è in grado di fornire alloggio o pensioni decenti ai propri “eroi di guerra” in patria. Questa situazionre insostenibile portò alla rivolta delle legioni
imperiali di Roma. Forse gli Stati Uniti dovrebbero fare di più per rendere “contente” le loro truppe…?
I barbari alle porte:
Attuare una qualunque politica per fermare la decadenza della
repubblica è impedito anche dal divario politico che divide gli Stai Uniti…
Le regioni americane chiamate “Heartland”, “Bible belt”, “Rust belt” e
“the elite and effete Northeast” sono praticamente entità separate; regioni divise che somigliano sempre più ad isole straniere all’interno di una federazione in cui la corruzione e la frammentazione non fanno che aumentare. In aggiunta ci sono gli “incroci etnici” che
costituiscono la cittadinanza della repubblica imperiale. Comunque, il
“pentolone razziale” che sobbolliva di immigrati, sta ora traboccando
a causa della richiesta da parte dei latinoamericani di avere accesso ad un’equa fetta dell’American pie [torta statunitense ndt.] e che pretendono una maggiore attenzione politica, che sia proporzionata al loro peso demografico. Nello stesso momento i loro parenti sul confine messicano tentano di dirigersi a nord, alla ricerca del sempre inafferabile “Sogno
Americano”. Il sogno di un povero Messicano è un incubo per un altro allevatore
dell’Arizona. Gli stati di confine hanno creato una resistenza
patriottica a questo assalto mettendo miliziani armati a pattugliare il
confine per cercare, stanare e spesso distruggere lavoratori a giornata
senza visto, e questo avviene con il benevolo consenso della polizia di confine
che è sottopagata e sfruttata. Come si possono sistemare queste
pressioni sul confine interno ed esterno mentre allo stesso tempo si ingaggia
una infinita “guerra al terrorismo” oltreoceano? Più a lungo questa
domanda rimarrà senza risposta, più velocemente gli Stati Uniti
scivoleranno nell’abisso.
E ora spostiamoci sul fronte estero degli Stati Uniti su scala globale. In Afghanistan la guerra
contro il terrorismo è stata combattuta senza sufficienti truppe di
terra. Lo stesso vale per l’Iraq. Le forze speciali statunitensi cercano di
vincere la “guerra al terrore” terrorizzando gli abitanti locali che danno
rifugio ai propri “combattenti per la libertà”. Brandire il bastone senza appendere alcuna carota per la resistenza afgana, o per qualunque altra opposizione armata durante la campagna di occupazione, non servirà a calmare le crescenti rivolte negli stati
poveri ed arretrati. La stessa cosa vale per l’Iraq, dove si sta combattendo
una delle guerre più costose della storia degli Stati Uniti. Questa guerra impossibile da
vincere sta prosciugando le casse statunitensi al ritmo di oltre 250
miliardi di dollari all’anno. Strapazzare bulletti come Saddam Hussein o
calpestare “nanetti militari” in Medioriente non farà mai guadagnare amicizie
agli Stati Uniti né onore e nemmeno sederà la crescente ribellione araba.
Al contrario bombardare società semifeudali facendole regredire “all’età della
pietra” è un obiettivo militare futile non lontano dalla follia più totale.
Il bombardamento deve portare ad una veloce ricostruzione,
stabilità e coinvolgimento del nemico sconfitto negli accordi post bellici.
Nel caso dell’Iraq, una società decisamente più progredita di quella
afgana, gli Stati Uniti hanno cercato di pacificare la nazione con “shok
and awe”, cioè “colpisci e terrorizza”, seguito da una brutale occupazione.
Hanno cercato di mettere il carro davanti ai buoi abbozzando una
costituzione in uno stato ancora in guerra e sotto occupazione. Per quanto
ancora gli Stati uniti potranno finanziare un così dispendioso conflitto,
benchè questo sia volto a garantire l’accesso al pertolio del Golfo
Persico? Sappiamo tutti che il petrolio si sta esaurendo, nonostante ciò
le strategie del Pentagono sono ossessionate dal combattere guerre per
possederlo, proprio mentre stiamo entrando nell’era post petrolio…
follia!
Inoltre l’America prende la maggiorparte del petrolio importato
dall’Emisfero Occidentale, da tre stati clienti: Messico, Canada e Venezuela.
Non c’è bisogno di spendere miliardi di dollari per pagare un’agenzia
di intelligence per capire che il Sud America sta diventando un problema
crescente per Washington, è chiaro. Ma cercare di ribaltare questi
stati e i loro legittimi leader non guadagnerà a Washington molte simpatie.
Per adesso il Canada e il Messico stanno traendo profitto dal boom
delle espotrazioni di gas e pertolio ai loro vicini staunitensi. Un blocco
commerciale continentale all’interno del NAFTA (North American Free Trade
Agreement) è cruciale per l’autosufficienza energetica statunitense. Paradossalmente gli Stati Uniti, che sono così fortemente dipendenti dagli stretti legami coi loro partner nordamericani stanno danneggiando i legami bilaterali con questi indispensabili alleati.
Tensioni commerciali, differenze riguardo alla guerra in Iraq, la
militarizzazione dei confini a nord e a sud hanno allontanato i “Tre Amigos”.
Il Canada e il Messico hanno un grande vantaggio sul loro vicino
petroldipendente: sono entrambi, rispetto alle risorse energetiche
statunitensi, autosufficienti. Queste risorse strategiche, benchè nazionalizzate
nel caso del Messico, poterbbero essere condivise a patto che gli Stati
Uniti facciano dei passi per andare incontro e non per alienare questi alleati.
Il NAFTA può essre mantenuto e integrato in un’unione di stile UE con una moneta comune, una comune politica sull’immigrazione e flessibilità nello spostamento dei lavoratori. Ma forse, allo stato attuale delle cose, questo è solo un sogno irrealizzabile. Invece di corteggiare i suoi alleati nel Nord America, e la Francia e la Germania in Europa, gli
Stati Uniti si sono agganciati ad un “nano diplomatico” o, come dice
Brezinsky riferendosi alla Gran Bretagna, ad un “non attore” sulla scena
internazionale. Attenzione, amo la vecchia nebbiosa Inghilterra con la
sua selezione di birre corpose e le partite di cricket. Ma perchè gli
Stati Uniti hanno scelto l’Inghilterra come proprio alleato principale
nella “guerra al terrore”? La Gran Bretagna, non importa quanto
affascinante possa apparire da Washington, sta ancora soffrendo di complessi
post imperialisti. E’ diventata la base europea delle cellule e delle reti
terroristiche. Inoltre l’Inghilterra non ha risorse economiche (ha
rifiutato di unirsi all’Euro) e neppure la forza militare per supportare le
manovre militari statunitensi nonostante qualche spettatore possa pensare
il contrario guardando la CNN. Come il “topo che ruggisce”,
l’Inghilterra va alla guerra con un esercito fantoccio di terza mano nei Balcani o
contro l’Argentina in una guerra farsa per proteggere poche dozzine di
pecore al pascolo sulle isole spoglie e spazzate dal vento chiamate
Falkland. L’Inghilterra spera che alcune di queste passate glorie
imperiali possano essere trasmesse agli Stati Uniti e viceversa. E forse gli Stati Uniti si
identificano con la vecchia e trasandata “madrepatria” che avevano disdegnato nella
guerra di indipendenza. Ma questa nostalgia non vale un gran che
militarmente o diplomaticamente ai fini di vincere guerre imperialiste nel
nome di “libertà e democrazia”.
Peter Utrecht
Fonte: http://www.selvesandothers.org/
Link: http://www.selvesandothers.org/article13152.html
15.02.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di AJRAM
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