di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
È stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale ed è in vigore da oggi il decreto-legge antiviolenza approvato lo scorso 27 settembre dal Consiglio dei Ministri.
Cosa prevede:
1- Reclusione da 1 a 5 anni e multa fino a € 10.000 per chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall’articolo 583-quater (lesioni a danno di esercenti la professione sanitaria), distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario. Se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata.
2- Arresto obbligatorio in flagranza con reclusione da due a cinque anni in caso di lesioni personali a personale esercente una professione sanitaria o sociosanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali. Arresto in flagranza in caso di danneggiamento di materiale destinato al servizio sanitario o sociosanitario.
3- Arresto in flagranza differita in caso di aggressione a esercenti la professione sanitaria e danneggiamento di attrezzature destinate all’assistenza sanitaria. Questo avverrà “sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre li tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
Immediatamente la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, attraverso il suo presidente, Filippo Anelli, ha espresso soddisfazione per l’approvazione di queste misure. Nei mesi scorsi, infatti, Anelli in più occasioni aveva rivolto diversi appelli per un provvedimento urgente sulla materia e nelle scorse settimane aveva anche scritto una lettera al Presidente del Consiglio per denunciare l’escalation di violenza contro i medici e chiedere di utilizzare i fondi PNRR per rendere le strutture sanitarie più sicure.
La risposta del Governo non si è fatta attendere. “Oggi abbiamo dato un’altra risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari. Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica con competenza e dedizione alla cura dei cittadini e non merita di essere oggetto di violenza.” – ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci all’indomani dell’approvazione del decreto-legge sulle aggressioni – “Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti.”
Inoltre, ha precisato: “Queste misure si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito, e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza, ma sappiamo che accanto a questi doverosi e necessari interventi occorre uno sforzo ancora maggiore sul piano culturale. Per questo continueremo a promuovere, insieme alle categorie, campagne per sensibilizzare i cittadini e rinsaldare il rapporto di fiducia tra paziente e medico”.
Dunque, si riconosce che la perdita di fiducia tra paziente e medico è il reale problema sottostante.
L’inasprimento delle pene si rivelerà la strada giusta per ritrovarla?
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