C’è una correlazione tra cambiamenti nel muco che ricopre il tratto gastrointestinale, squilibrio batterico nell’intestino e peggioramento dei sintomi di autismo, parkinson, alzheimer e sclerosi multipla. Lo suggerisce uno studio pubbblicato circa un anno e mezzo fa su “Frontiers in Cellular and Infection Microbiology”.
La ricerca ha evidenziato, ancora una volta, l’importanza di affrontare i problemi intestinali e aumentare una buona flora batterica in caso di disturbi cerebrali, ipotesi di lavoro in realtà già da tempo nota a medici e terapeuti con una impostazione olistica. I disturbi neurologici e gastrointestinali, infatti, spesso coesistono e fortunatamente iniziano ad essere molti gli studi neurologici, gastroenterologici e microbiologici che lo confermano indicando un possibile filo conduttore: i cambiamenti nel muco intestinale.
Il MUCO riveste la superficie interna del tratto gastrointestinale, lubrifica il contenuto luminale, funge da barriera fisica ai batteri e alle altre sostanze antigeniche presenti nel lume e contiene un biofilm che include popolazioni microbiche sia benefiche che patogene.
Nel tenue, dove avviene l’assunzione di nutrienti dal cibo digerito, esiste un singolo strato di muco più penetrabile (è importante che sia più sottile non solo per la funzione assorbente di questa regione, ma anche per il rilascio di enzimi digestivi). Nel colon, invece, il muco è più spesso (ci sono due strati).
Senza dubbio sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere a fondo il ruolo del muco intestinale ma, intanto, è chiaro che è una parte integrante della salute dell’intestino e i ricercatori, in questi ultimi anni, hanno osservato che c’è bisogno solo della giusta quantità, non troppo e non troppo poco. Sia in caso di eccesso che di scarsità, infatti, è compromessa la perfetta funzionalità dell’intestino e nel tempo la salute cerebrale e dell’intero organismo.
Ad esempio, si è potuto appurare che cambiamenti nella consistenza e qualità del muco sono collegati a uno squilibrio dei batteri e a un aggravamento dei sintomi principali delle malattie neurologiche (le persone con autismo, parkinson, alzheimer e sclerosi multipla hanno diversi tipi di batteri nel loro muco intestinale rispetto alle persone sane e quantità diverse di batteri buoni e cattivi).
Dunque TRATTARE BENE IL NOSTRO INTESTINO e puntare a riportarlo in equilibrio quando non lo è, aumentando i batteri buoni attraverso l’aggiustamento del muco intestinale, è un passo fondamentale per migliorare molti disturbi, compresi quelli correlati alle più temute malattie neurologiche.
COME FARE? Per prima cosa vanno evitati cibi che causano infiammazione: zucchero, cibi raffinati e industriali, latte e latticini, carne lavorata e affumicata, oli raffinati e grassi trans, additivi sintetici, coloranti, dolcificanti, ogm, eccesso di carboidrati derivati da cereali, abuso di alcol e di glutine. Al contrario sono benefici i semi oleosi (soprattutto chia, lino, canapa), i grassi salutari dell’avocado e dell’olio extravergine d’oliva, il pesce azzurro specie di piccola taglia, le uova e le carni magre (no da allevamenti intensivi e senza esagerare), gli alimenti vegetali e i cibi fermentati. È importante però introdurre il cibo fermentato molto gradualmente perché può causare troppo stress ad un intestino che non è abituato. Come è importante anche preparare i legumi nel modo giusto e, in certi casi, passarli per eliminare la buccia.
A volte però l’alimentazione adeguata non è sufficiente, allora servirà anche una cura probiotica per sviluppare colonie di batteri benefici nell’intestino. Attenzione però: il mondo dei batteri intestinali è incredibile e variegato per specie e ceppi ed è necessario saper discernere per ottenere risultati apprezzabili.
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VB