DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
Il Partito Comunista
Cinese sta scommettendo che i colpi al freno dati nel corso di questo
anno siano stati sufficienti solo per limitare la bolla immobiliare e per evitare che l’inflazione arrivasse a livelli di pericolo, ma non abbastanza per allontanare l’economia da un duro atterraggio.
La più grande speranza è che possa essere mantenuta una crescita moderata per garantire un passaggio di potere ordinato nell’ottobre del 2012, quando, per la prima volta da un decennio, una nuova generazione di dirigenti salirà in carica alla nazione forte di 1,3 miliardi di persone.
Il favorito per la carica di Segretario Generale sembra essere il misterioso Xi Jinping, il “Più Rosso dei Rossi”.
Col debito pubblico a solo il 15,4% del PIL (dati del FMI), la Cina ha il potere fiscale, se ce ne fosse bisogno, di puntellare la crescita se il ribasso dovesse
essere più duro di quanto atteso. La banca centrale potrebbe aprire
il rubinetto monetario, stagliando
i requisiti di riserva per le banche e incrementando le restrizioni
al mercato immobiliare.
Tutto questo almeno in teoria. La domanda è se sarà così semplice
in pratica di calibrare un atterraggio morbido dopo il blitz del credito
post-Lehman.
Il FMI ha detto che
i debiti non pagati sono incrementati fino a quasi il 100% del PIL negli
ultimi cinque anni, circa il doppio dell’intensità della bolla creditizia
in Giappone prima dello scoppio della bolla Nikkei o negli Stati Uniti
prima dello scoppio della bolla dei subprime. Il boom ha spinto il rapporto
tra prezzi della case e redditi
a 19 a Pechino e a 15 a Shanghai e in altre città orientali.
di una minaccia alla stabilità sociale.
I cinesi più poveri non possono più permettersi di comprare o affittare
una casa. Il governo si sta affrettando per approvare piani di edificazione
per 36 milioni di abitazioni per le famiglie a basso reddito al costo
di 850 miliardi di dollari, ma non è ancora chiaro da dove possano
venire i soldi.
Il professor Victor
Shih della Northwestern University ha detto che il debito implicito
del governo è vicino al 100%
del PIL se venissero inclusi i prestiti nascosti concessi alle autorità
locali. È in dubbio se il sistema bancario sia ancora in grado di spingere
in alto l’economia con facilità, anche se gli venisse ordinato so.
Fitch Ratings avverte
che c’è già stato
un “massiccio aumento del leverage“, che ha eroso la
capacità degli istituti di credi di generare una crescita economica
genuina espandendo ancora il credito. Il
FMI afferma che le banche potrebbero essere “severamente impattate” se
l’atterraggio da morbido si facesse
duro. Quest’anno l’ondata
recessiva potrebbe rivelare se le banche sono ben protette oppure no.
I capitali hanno già
lasciato il paese. Le riserve estere cinesi da 3,2 trilioni di dollari
hanno iniziato a ridursi. I funzionari a Pechino hanno sono in ambasce
per un anno “tetro” che deve venire, borbottando della possibile
necessità di uno yuan più debole. Una qualsiasi iniziativa sulla divisa
potrebbe scatenare una tempesta a Washington, rischiando una guerra
commerciale.
Il Politburo sa che
il modello
di crescita cinese ha raggiunto il suo limite,
con la sua iper-dipendenza dalle esportazioni. Gli investimenti sono
collocati al 46% del PIL e il tasso dei risparmi nazionale è del 54%,
due segnali di un’economia massicciamente distorta.
Il duro compito è quello di liberare
i consumi, e ciò richiede a sua volta una rivoluzione culturale. Non
è successo molto su questo fronte nel 2011. Forse il 2012 ci mostrerà
un barlume di movimento.
Fonte: Ambrose Evans-Pritchard’s Predictions for 2012: China’s growth model tests its limits
21.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE