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La Redazione

 

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2007: L'ANNO DECISIVO PER L'ATTACCO DI ISRAELE E NEOCON ALL'IRAN

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A cura di Das schloss
Il 8 Gennaio 2007
28 Views

DI KURT NIMMO
Another Day In The Empire

Per dare una spinta iniziale al nuovo anno e introdurre l’atteggiamento politico richiesto, gli Israeliani stanno trasformando il mantra dell’ attacco all’Iran in una ossessione.

“Dato che un attacco Americano all’Iran è essenziale per la nostra sopravvivenza, dobbiamo aprirgli la strada facendo lobby presso il Partito Democratico (che si sta comportando in maniera folle) e gli editori dei giornali USA”, dichiara il Generale Brigadiere Israeliano Oded Tira. “Dobbiamo farlo per trasformare la questione Iraniana in un argomento bipartisan e scollegarlo dal fallimento in Iraq.”

E’ sadicamente piacevole che ci sia così poco bisogno di interpretare queste parole. Prima di tutto, Tira, ex comandante di artiglieria dell’esercito Israeliano, arriva dritto al punto, senza sfiancarci con i luoghi comuni usati da Benyamin Netanyahu o Ehud Olmert. Perchè Israele possa esistere, questo è il ragionamento, c’è bisogno che gli Stati Uniti attacchino l’Iran e dare così inizio alla terza guerra mondiale, o, come viene chiamata dai Neocon, quarta guerra mondiale [la terza sarebbe la Guerra Fredda n.d.t.]. Naturalmente col termine “esistenza” l’ex ufficiale dell’ IDF [Israeli Defence Force n.d.t.] intende la possibilità per Israele di continuare l’occupazione illegale della terra Palestinese, la tortura e l’uccisione dei Palestinesi e il manipolare gli affari interni dei suoi vicini Arabi.

A seguito: L’ultima beccata dell’anatra zoppa, Carlo Bertani;

Credo però che il secondo punto non sia necessario dato che in molti modi i Democratici sono, se possibile, più filo Israeliani dei Repubblicani. Uccidere un grande numero di Musulmani, 650000 alla fine di quest’anno, secondo stime conservative, nel solo Iraq, è infatti un affare bipartisan. Sia Hillary Clinton che Barack Obama, pur criticando la guerra in Iraq per ragioni di opportunità politica, hanno chiesto l’invasione dell’Iran. Ma il probabile candidato democratico alle presidenziali, John Edwards, è persino più filo-sionista della Clinton o di Obama.

“Edwards è stato uno dei più accaniti e coerenti sostenitori di Israele al Senato USA, e, come presidente, lavorerà nella tradizione dei presidenti Democratici quali Harry Truman, John Kennedy e Bill Clinton per rinforzare la speciale relazione tra gli Stati Uniti e Israele e il popolo ebraico. Lavorerà senza sosta per rinforzare i legami politici ed economici dell’America con Israele, l’unica democrazia della regione, e assicurerà che l’America faccia quanto è necessario per assicurare la sicurezza di Israele, anche tramite aiuti militari ed economici,” dichiara la American-Israeli Cooperative Enterprise , che si definisce una organizzazione “non di parte” stabilita “per rinforzare la relazione tra USA e Israele sottolinenando le basi dell’alleanza,” sarebbe a dire disseminare propaganda attraverso la Jewish Virtual Library, una estesa enciclopedia online.

In particolare, per quel che riguarda l’Iran, Edwards ha detto, durante un ‘dibattito’ per la candidatura alla vicepresidenza nel 2004: “E’ importante che l’America si confronti con la situazione in Iran, perchè l’Iran è una enorme minaccia a Israele e al popolo Israeliano.” Non al popolo Americano, badate bene, ma al popolo Israeliano. Da presidente Edwards porterà avanti la fiaccola Israeliana, per assicurarsi che l’Iran prenda fuoco ma è probabile che ciò non sia necessario dato che i neocon uscenti lo faranno, più prima che poi, al posto suo.

Tira offre alcuni suggerimenti tra cui scegliere un modo per iniziare la quarta guerra mondiale e alla fine distruggere l’America. “Da parte nostra dobbiamo preparare un attacco militare indipendente coordinando voli sullo spazio aereo iracheno insieme agli Usa. Dovremo anche coordinare insieme all’ Azerbaijan l’uso delle basi aeree sul suo territorio e assicurarci l’appoggio della minoranza Azera in Iran. Inoltre dobbiamo immediatamente iniziare a prepararci per una risposta iraniana all’attacco.”

In aggiunta al lucrativo oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan e ai miliardi di entrate per il petrolio e il gas gli israeliani sono interessati ad usare l’ Azerbaijan come base di partenza per un futuro attacco, come fa notare Tira. Secondo Seymour Hersh e Scott Ritter, il mossad israeliano è alacremente al lavoro nel mandare cellule di agenti in incognito all’interno dell’Iran, “affiancati da commandos particolarmente addestrati che entrano in Iran mascherati da cittadini del luogo,” secondo Hersh. In un’intervista pubblicata da Al Jazeera, Ritter afferma che “il mossad sta lavorando insieme alla popolazione Azera” per minare la sovranità iraniana.

L’importanza strategica dell’alleanza Israelo-Azera non deve essere sottostimata—gli Azeri sono il secondo maggiore gruppo etnico in Iran. “Human Rights Watch riferisce che tra i 15 e i 20 milioni di Azeri risiedono in Iran, e che ‘essi abitano una regione ricca e strategicamente importante nell’ Iran nordoccidentale, relativamente vicina a Theran,’” afferma Nick Grace C.

Secondo Glenn Hauser, che tiene sotto controllo la radio a onde corte, la Voice of Southern Azerbaijan è un’operazione israeliana. Wolfgang Bueschel, un altro osservatore delle trasmissioni a onde corte, ha riferito a “IPS nell’ottobre del 1992 da Baku che lo specialista del servizio segreto israeliano David Kimche e … Richard Secord, che era coinvolto nello scandalo Iran-Contra, hanno visitato l’ Azerbaijan, (e) hanno presentato una delegazione di altri membri del servizio segreto israeliano. Mr. Culuzadeh prese parte ad una visita di risposta a Israele, (e) guidava una delegazione dei servizi segreti di Azerbaijan, Uzbekistan, Kazakhistan.”

Ma semplicemente mettere in agitazione la popolazione Azera non sarebbe stato sufficiente, non senza degli Stati Uniti sul piede di guerra, ancora una volta disposti a presentare le loro, una volta potenti e ora sempre più impotenti, forze armate alla causa israeliana. “Guardando all’urgenza delle straordinarie richieste del Generale Tira, è subito evidente che egli è stato scioccato dal cambiamento negli eventi politici all’interno dell’America. Ad oggi egli ha saputo da fonti ufficiali Usa che l’attacco contro l’Iran da tempo anticipato è stato rimandato a causa degli enormi cambiamenti nella politica americana,” scrive Michael Carmichael.

In breve, gli israeliani non sono preparati ad aspettare i cambiamenti nella politica americana che avvengono su scale geologiche, specialmente ora che dei democratici decisamente pro Israele hanno preso in mano il Congresso. Israele da un paio d’anni ha chiesto che gli Stati Uniti invadano l’Iran ed è sempre più agitato a causa dei lenti passi in tale direzione, anche se è tale mossa è stata comunque promessa prima della fine del mandato di Bush.

Anche se Carmichael crede che il piano neocon per l’attacco all’Iran sia in declino, i mandanti rimangono fedeli alla causa. Per esempio Binyamin Netyanahu.

In un editoriale pubblicato sul Jerusalem Post, giornale infestato dai neocon, Netanyahu dichiara che “l’ Iran la può ancora essere fermato”, e che gli israeliani “devono rendere chiaro al governo, al congresso e al popolo americano che un Iran nucleare è una minaccia agli Usa e al mondo intero e non solo a Israele”.

In altre parole, verso il Congresso Democratico entrante, ci deve essere “ un fronte di pubbliche relazioni intenso e internazionale focalizzato innanzitutto e soprattutto verso gli Usa…. È arrivato il momento perché il governo israeliano faccia della nostra esistenza la sua prima priorità. Se così facesse, garantisco che sia i membri del mio partito che io stesso daremo il nostro pieno appoggio alla preparazione contro la minaccia iraniana, come abbiamo fatto per la guerra in Libano,” nonostante tale “ guerra” sia andata male per Israele, che è andato a sbattere contro la realtà di un movimento Hezbollah ben armato ed addestrato.

Alle prese con l’invasione dell’Iran, la resistenza di Hezbollah sembrerà al confronto una semplice prova generale.

Come è evidente oggi, il 2007 sarà l’anno decisivo per l’attacco da tempo pianificato di Israele all’Iran, grazie ad un infinito fiume di propaganda e all’ignoranza facilmente sfruttabile del popolo americano. “L’amministrazione Bush, con il valido aiuto del governo israeliano e della Lobby pro Israele, è riuscito a sfruttare l’ignoranza degli americani sulla tecnologia nucleare e le armi nucleari,” scrive Scott Ritter. “Se ci sarà una guerra americana con l’Iran sarà una guerra fabbricata in Israele e da nessun’altra parte.”

In aggiunta all’influenza dell’ AIPAC e al lavoro straordinario dei neocon, quest’ultimo con un forum elettronico virtuale grazie ai media delle corporation e il primo che ora sta facendo una diligente propaganda presso il congresso per ottenere facilmente appoggio, c’è anche una “eredità” di Bush da considerare.

“Bush non può fermarsi ora”, scrive Scott Horton. “Egli crede che il suo lascito di disgrazia all’America e al genere umano possa essere ritardato o persino in qualche modo rovesciato se potesse disporre di un po’ più di tempo. Tempo per cosa? Potrebbe essere che Bush intenda veramente portare a termine l’intero programma neoconservatore in Medioriente, completo di ulteriori cambi di regime?…. Forse bisogna chiedersi se Israele inizierà una guerra in Siria come porta di servizio per l’espansione della guerra americana all’Iran, o forse gli Usa fingeranno nell’oceano indiano un’altra provocazione del tipo di quella del Golfo del Tonchino [il falso incidente che diede inizio alla Guerra del Vietnam n.d.t.] e poi colpiranno la Siria per seconda?…. Robert Parry riferisce che Bush, Blair e Olmert stanno già pianificando altre guerre per il nuovo anno. Gli iraniani sembrano aver aspettato troppo tempo per fare quello che dovevano fare. Si fossero ritirati dal trattato di non proliferazione e avessero iniziato a raccogliere plutonio come ha fatto la Corea del Nord, invece che aprire i loro libri all’Onu e cercare di andare avanti, essi oggi avrebbero un deterrente nucleare.”

Deterrente o no, l’Iran non ne uscirà a breve da un qualunque attacco, sebbene non ci sia dubbio che moltissimi iraniani moriranno. Saranno gli Stati Uniti e Israele che alla fine ne soffriranno, o piuttosto i popoli di questi paesi. Se Israele riesce a spingere gli Stati Uniti ad un attacco, basteranno le sole conseguenze economiche a porre fine alle demenziali aspirazioni di Pax Americana, e ciò implicherà un disastro anche per Israele, dato che non può sperare di esistere nella forma attuale se le mance che riceve dalla sua balia, al ritmo di miliardi ogni anno, evaporeranno all’improvviso.

Kurt Nimmo
Fonte: http://kurtnimmo.com
Link: http://kurtnimmo.com/?p=708
01.01.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO

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