DI PIERLUIGI PAOLETTI
Centro Fondi
Quando mancano i soldi la cosa più semplice da fare è aumentare le entrate, lapalissiano no?
Se i soldi venissero dal rubinetto, basterebbe aprirlo per avere tutto il liquido necessario, ma poiché ancora questa opportunità non è ancora arrivata alla nostra portata, ci dobbiamo ingegnare per trovare sistemi alternativi (almeno per noi poveri mortali che non stampiamo moneta come le Banche Centrali o non la creiamo dal computer come le Banche Commerciali).
Per raggiungere questo scopo le strade non sono poi tantissime: o si diminuisce le spese o si aumenta le entrate.
I politici sanno bene che strada prendere perché sembra che quello che sanno fare meglio è aumentare le entrate, basti dire che in 11 finanziarie siamo arrivati ad un importo di quasi 300 mld di euro di cui gran parte di aumenti di tasse necessari per finanziare il debito sempre crescente e la lussuosa macchina statale, piena di sprechi, clientelismi e nicchie di paradiso per pochi eletti. Il bello è che per pensare queste ovvietà chiamano fior di economisti (almeno così li definiscono) a fare i ministri e pagano salatissime consulenze ai cosiddetti “esperti”.Le famiglie dove entrano uno o due stipendi e non vogliono rinunciare al loro tenore di vita, devono per forza ricorrere al debito (nellarea euro il debito privato aumenta dell11% allanno).
Mentre i commercianti, molti dei quali già straindebitati, aumentano i prezzi dei loro prodotti.
Sembra bene che non ci sia alternativa ed in effetti non cè alternativa se non cambiamo modo di pensare. In questa visione del mondo, che per molti sta cominciando ad essere un incubo, la cosa più naturale per vivere meglio sia il motto latino mors tua vita mea ovvero la legge della giungla dove sopravvive solo il più furbo, quello con meno scrupoli (il meccanismo lo abbiamo spiegato in questo report www.centrofondi.it/report). In pratica in questo gioco tutti sono contro tutti e questo è funzionale solo a coloro che questo sistema lo hanno voluto. Nessuno si salva.
Il primo novembre siamo stati un mercatino di produttori agricoli e ognuno aveva il suo banchetto con i prodotti della sua azienda, ortofrutta biologica, confetture, miele, pane cotto a legna fatto con il lievito naturale, vino e tutto quanto di più buono e sano si può desiderare per la propria tavola…ma i prezzi erano salati (per rimanere in tema alimentare) troppo salati: il pane a 5 euro al kg, un bicchiere di vino 1,2 euro, un panino 4 euro e così via.
Per fare la spesa per casa sarebbe partito mezzo stipendio e non è un modo di dire.
Indubbiamente i produttori non attraversano momenti felici, hanno i costi che aumentano, devono fare i conti con i capricci del tempo, con le banche, con gli intermediari che pagano la loro produzione uninezia e poi hanno la concorrenza dei prodotti importati dalla Spagna, Marocco, Egitto, Kazachistan, Canada, Cina ecc. Appena possono vendere direttamente cercano di scaricare tutte le loro frustrazioni finanziare con il povero acquirente che si avvicina con tante buone intenzioni, ma al primo approccio scappa tenendo ben stretto il portafoglio.
E necessario rendersi conto che non si può e non si deve fare del prodotto alimentare di qualità un settore di lusso per i pochi che se lo possono permettere. Mangiare sano e bene è un diritto di tutti dal professionista al pensionato. E allora? diranno i produttori, lalternativa è soccombere sotto il peso dei costi e dei debiti?
No cari miei, significa solamente rendersi consapevoli dei meccanismi in atto e attivare le contromisure del caso.
Sapete che il prezzo del grano incide per appena il 3% nel prezzo del pane? Sapete che nellortofrutta il prezzo dal produttore al consumatore con i vari passaggi aumenta di circa venti volte? E questi sono solo alcuni esempi, ma potermmo continuare ancora.
Allora ci viene spontaneo di dire una banalità: perché invece di aumentare i prezzi non facciamo concorrenza ai supermercati aumentando la qualità dei prodotti alimentari, mantenendo i prezzi al livello della grande distribuzione e forse anche più bassi?
Si può fare? Certo e anche velocemente. Basterebbe che solo i produttori la smettessero di scimmiottare gli orefici vendendo a prezzi sempre più alti i loro prodotti nei mercatini o ai bordi delle strade che portano nelle località turistiche, mentre il grosso della produzione viene venduta sottocosto allintermediario di turno.
Bisogna abbandonare la mentalità di lotta che porta a vedere il consumatore come una preda, piuttosto bisogna trovare in lui un alleato contro le forze che stanno distruggendo la nostra economia ed il nostro mondo,
Unirsi per attivare economie di scala, accorciare la filiera eliminando tutti i dannosi passaggi intermedi e vendere localmente per eliminare i costosissimi trasporti da una parte allaltra del mondo, per dare al consumatore il prodotto finito di qualità a prezzi inferiori.
Tanto per fare un esempio, dalle nostre indagini risulta che un pane cotto a legna con farina biologica macinata a pietra e fatto con lievito naturale può essere tranquillamente venduto a 2 euro il chilo, con soddisfazione economica per tutti, produttori e consumatori.
Un po diverso dai 5 euro al chilo del mercatino no?
Per chi volesse approfondire la questione può leggere il nostro progetto per rivitalizzare lagricoltura e le economie locali
www.centrofondi.it/sapore.
Dal fronte economico venerdì è arrivato il dato sul Pil americano all1,6% contro un dato atteso del 2%. La cosa che fa riflettere, oltre allevidente diminuzione, è che i magazzini dei produttori di auto sono aumentati del 28% e poiché le auto sono una componente importante del Pil, questo fa presagire che i prossimi dati sulla produzione saranno alquanto inferiori a quelli di venerdì, vista la contrazione dei consumi ed il netto calo dellimmobiliare.
Altra cosa che fa riflettere è anche la drasticità del calo del Pil Usa se pensiamo che ad inizio anno era intorno al 5%.
Se questo trend al ribasso della produzione dovesse continuare è facile prevedere che questo coinvolgerà presto tutto il resto del mondo. Risulta allora chiaro che la ripresa (ina a dire il vero) in atto in Italia da tutti enfatizzata è solo la coda della crescita che hanno avuto gli altri paesi dal 2003 ad oggi e che presto ritorneremo a crescita zero o negativa.
Questo avrebbe delle ripercussioni importanti sulla questione della nostra permanenza dentro la UE. Questa manovra finanziaria pesantissima, elaborata (?!) per rientrare nei parametri del 3% del rapporto deficit/Pil, agisce per due terzi su nuove entrate (tasse) agendo solo minimamente sulla riduzione della spesa pubblica che dal 2001 è in forte crescita.
Grafico nel PDF
Compresa la spesa sanitaria
Grafico nel PDF
Facendo leva quasi esclusivamente sullaumento delle entrate e non invertendo il trend della spesa, basta un minimo rallentamento della produzione per arrivare a rapporti deficit/Pil notevolmente superiori. Ecco perché sia Draghi che Padoa Schioppa dal megafono dei telegiornali dicono che la priorità del paese è crescere.
Già perché crescere e consumare è il modo migliore per continuare indebitarsi sempre più e continuare a rimanere invischiati nella morsa degli interessi. Morale della favola aspettiamoci ancora delle finanziarie come questa, per entità e modalità, nei prossimi anni, semprechè ovviamente non ci si svegli da questo torpore ipnotico.
Pierluigi Paoletti
Fonte: http://www.centrofondi.it
Link: http://www.centrofondi.it/report/report_11_01_06.pdf
03.11.2006
Nella foto: Giuseppe Arcimboldi, Testa reversibile con canestro di frutta, New York, French & Company LLC (Dal catalogo della mostra Vincenzo Campi: scene del quotidiano, 2001, Skira).