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La Redazione

 

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Volker a Kiev e il “telefono guasto”

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A cura di Rosanna
Il 31 Ottobre 2017
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fondsk.ru

Il gioco del “telefono guasto” è noto. In sostanza quando le informazioni trasmesse da una persona all’altra danno un risultato distorto, a volte addirittura irriconoscibile. A questo gioco non giocano solo i bambini per divertimento. Ma, ad esempio, in Ucraina a questo gioco partecipano il presidente, i deputati, i ministri e i giornalisti; c’è anche un partecipante straniero: il rappresentante speciale statunitense Kurt Volker che solo l’altro giorno inaspettatamente si è precipitato a Kiev. Ovviamente, con informazioni ricevute dal Segretario di Stato Rex Tillerson, il quale, a sua volta, probabilmente avrà discusso preventivamente la questione ucraina col presidente Donald Trump. Volker, inoltre, da poco ha incontrato l’assistente del presidente russo Vladislav Surkov; sull’esito dell’incontro sicuramente avrà informato il Segretario di Stato Tillerson, che a sua volta avrà riferito a Trump.

Ora, in Ucraina, i risultati della visita fuori programma di Volker, spiegano da sé chi è stato invitato negli incontri aperti o riservati e chi non lo è stato. A giudicare dalle informazioni trasmesse dal gran numero di “telefoni guasti”, l’inviato speciale americano è volato d’urgenza in Ucraina per comunicare i seguenti punti: la Russia deve ritirare le sue forze dal Donbass; prima la missione delle Nazioni Unite, poi gli accordi di Minsk; le parti decideranno il numero e la composizione della missione.

Gromads’ke (tele canale ucraino n.d.r.) cita le parole di Volker: “La missione dovrà avere il pieno controllo su tutta la zona del conflitto, non solo sulle linee di scontro, ma anche di potersi muovere liberamente su tutta la zona; monitorare la custodia delle armi pesanti e far in modo che si trovino in un unico luogo senza che vengano dislocate altrove. E, “terzo”, controllare il confine russo-ucraino”. Secondo l’inviato speciale degli Stati Uniti: “Minsk non viene attuato a causa della mancanza di volontà politica, dettata da una mancanza di fiducia, speriamo di creare la volontà politica”.

Andrej Teteruk, primo vice capo della fazione “Fronte popolare” al parlamento (uno dei comandanti delle formazioni armate illegali, che sono stati successivamente assegnati alla polizia di pattuglia ucraina), ha dichiarato: “Volker ha preventivato che la risoluzione ONU sull’introduzione di un contingente internazionale di mantenimento della pace nella zona di conflitto armato nel Donbass, potrebbe essere pronta già alla fine del 2017”. Agli incontri riservati con l’americano “Fronte popolare” non è stato invitato.

Il quotidiano “Fakty” (“Fatti” n.d.t.) dando un resoconto della visita ha riportato un’altra dichiarazione di Volker: “In Ucraina non esiste un conflitto interetnico o interno, ma un’invasione e un’occupazione russa. È necessario cercare i modi per risolvere questo conflitto, è importante che la Russia riconosca che i suoi sforzi hanno portato a grandi perdite e sconfitte”.

È strano che il signor Volker sia così precipitosamente arrivato in Ucraina solo per ripetere le stesse cose che aveva già annunciato. Oppure, il vero scopo della visita era completamente diverso, e in Ucraina giocano con insistenza al “telefono guasto” per distogliere l’attenzione pubblica da questo scopo?

Ecco come un altro “telefono guasto”, Ganna Gopko capo della Commissione parlamentare per gli affari esteri, interpreta il discorso di Volker: “Ora, nelle diverse capitali, che lui (Volker n.d.r.) visita – Parigi, Londra, Berlino, Vienna, tentando di livellare la propaganda russa e le narrazioni che la stessa diffonde, con costanza, dice chiaramente che questa è una fase “calda” della guerra e non un conflitto congelato. Per cambiare l’atteggiamento verso il conflitto nella parte Orientale dell’Ucraina lui sostiene che non si tratta di un conflitto interno, ma di un’invasione russa”.

Se si prende alla lettera la dichiarazione della Gopko, allora la visita dell’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina è collegata ai cambiamenti in Europa: Volker in questo caso è accorso a confortare il governo ucraino dopo le elezioni in Austria e in seguito alla visita del Presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier a Mosca, dove lo stesso ha parlato di ripristinare la fiducia tra l’Europa e la Russia. Che Volker abbia assicurato i deputati ucraini che (come sostenuto da Ganna Gopko) porterà tra le capitali europee “narrazioni” circa l’ “invasione russa”?

L’emissario americano, a Kiev, mentre si è incontrato con Il’mi Umerov e Akhtem Chijgoz (due leader del movimento tataro di Crimea detenuti in Russia n.d.r.), graziati dal presidente russo, (rimandati in Ucraina via Ankara n.d.r.) in arrivo dalla Turchia (il presidente ucraino Poroshenko si era già affrettato ad assegnare loro una onorificenza “al merito”), allo stesso modo, non ha mostrato lo stesso desiderio di vedere i partecipanti agli eventi del 2 maggio 2014 a Odessa, già assolti dal tribunale, in quanto due di questi “Kulikovtsy” (soprannome dato agli attivisti Antimaidan che si riunivano in piazza Kulikovo Pole, a Odessa n.d.r.) – Sergej Dolzhenkov e Evgenij Mefedov sono stati di nuovo messi in cella. Ma le azioni e le parole di Kurt Volker da molto non sorprendono più, le sue “narrazioni” sono ormai note.

Il portavoce della Verkhovna Rada Andrej Parubij come al solito ha chiesto al rappresentante speciale degli Stati Uniti: le armi letali, le sanzioni antirusse e il soffocamento della costruzione del gasdotto Nord Stream-2. Niente di nuovo.

Poroshenko ha commentato l’incontro con Volker con freddezza e senza cambiamenti nella retorica: “Gli interlocutori hanno discusso la situazione della sicurezza nella regione e hanno marcato l’importanza fondamentale nell’assicurare una corretta attuazione degli accordi di Minsk, soprattutto riguardo al consolidamento di un cessate il fuoco stabile e completo e al ritiro dall’Ucraina delle forze di occupazione e degli armamenti russi”. È stata sollevata anche la questione dello scambio e della tabella di marcia nei negoziati del “formato Normandia”.

Hanno anche scritto che, a parte il tema del Donbass, Kurt Volker ha parlato di riforme: è contento per l’approvazione delle pensioni e della sanità.

Ad ogni modo, nessun fuori programma dalla bocca dell’americano. Soprattutto, finora, il rappresentante statunitense su Twitter, riguardo alla sua visita a Kiev, ha riferito di una “buona riunione” col presidente ucraino. A quanto pare, per l’appunto in questo consisteva l’urgenza: dimostrare il sostegno a Poroshenko sullo sfondo delle proteste nella capitale ucraina e spostare nuovamente l’attenzione pubblica sul Donbass. In verità, in Ucraina, questa volta, il terreno per l’arrivo di Volker è stato preparato in gran fretta, e l’aggravarsi della situazione con vittime umane non coincide con i comunicati dello stato maggiore dell’ATO (cosiddetta Operazione Anti-Terrorismo dell’esercito ucraino nel Donbass n.d.r.) relativi all’esiguità dei bombardamenti da parte delle repubbliche (separatiste n.d.r.).

Volker non decide. Il rappresentante speciale degli Stati Uniti è solo un anello nella catena di trasmissioni delle informazioni, e Kiev, nonostante il conflitto con il Donbass sia al 100% interno, nemmeno rappresenta un anello. Alle autorità ucraine, ai politici e ai giornalisti quindi rimane solo di giocare al “telefono guasto” provando a interpretare e a riportare le “narrazioni” di Volker.

 

Fonte: https://www.fondsk.ru/news/2017/10/29/volker-v-kieve-isporchennyj-telefon-44936.html

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ELISEO BERTOLASI

31.10.2017

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