DI DMITRIJ SEDOV
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Il governo ungherese ha presentato al parlamento un pacchetto di tre progetti legge contro l’immigrazione clandestina con denominazione generale «Stop Soros», ha riferito il 21 febbraio l’agenzia di stampa ungherese MTI. L’iniziativa di Budapest ha già causato preoccupazione negli ambienti governativi europei. Il significato generale di questa preoccupazione è stato espresso dal Frankfurter Allgemeine Zeitung tedesco: «Il Primo Ministro ungherese Viktor Orban si considera l’ultimo baluardo dell’Europa di fronte alla vittoriosa marcia dell’Islam».
I progetti di legge intendono rafforzare il controllo statale sulle organizzazioni non governative con finanziamenti esteri che ricevono denaro dall’estero per oltre 24 mila euro. Tali ONG, secondo il documento, devono registrarsi come «organizzazioni che ricevono finanziamenti esteri» e ogni anno fornire rapporti dettagliati sul movimento dei loro fondi. In caso di mancato rispetto di questi requisiti, l’organizzazione è soggetta a chiusura.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di organizzazioni non governative che forniscono assistenza ai rifugiati del Medio Oriente e del Nord Africa o che fanno propaganda per l’allentamento legislativo, relativo al loro ingresso in Ungheria. Le nuove regole prevedono per le ONG una tassazione del 25% su tutte le sovvenzioni pervenute dall’estero. I loro collaboratori non saranno ammessi alla zona di frontiera [per la detenzione di immigrati istituita] a 8 km dal confine [ungherese]. La restrizione imposta temporaneamente prevede per l’accesso l’ottenimento di un’autorizzazione speciale, rilasciata dopo che il richiedente è stato controllato dai servizi speciali ungheresi.
Secondo il Primo Ministro ungherese Viktor Orban, George Soros sta corrompendo le ONG locali, affinché sia indebolita la situazione interna nel Paese (e in altri Paesi europei) mediante l’afflusso di immigrati dai Paesi dell’Islam. Anche se in realtà non si tratta solo dell’attività di quest’anziano miliardario.
In precedenza, in Ungheria era stata adottata una legge che disciplinava i finanziamenti stranieri delle università nazionali. Questo documento obbliga le istituzioni educative straniere ad avere aree didattiche nel Paese di registrazione. Di conseguenza, l’Università dell’Europa centrale [Central European University – Ceu] a Budapest, creata ed esistente a spese di Soros, può essere chiusa. Dato che la registrazione è stata effettuata negli Stati Uniti, essa non implementa il processo educativo locale.
«Viktor Orban, Primo Ministro nazionalista di destra,vuole ottenere una maggioranza di due terzi per il suo partito «Unione civica ungherese» alle elezioni parlamentari dell’8 aprile, scrive il Frankfurter Allgemeine Zeitung, il quale chiarisce che nella relazione a livello politico l’Ungheria si sta allontanando progressivamente dai «valori europei». È a questo scopo che scatena l’isteria sulla presunta marcia vittoriosa dell’Islam in Europa».
Qualora sia adottato il pacchetto di disegni di legge, introdotto dal governo, è probabile che la Commissione Europea avvii un’indagine contro l’Ungheria per accertare la violazione della legislazione europea. Tuttavia, ciò sembra interessare poco Viktor Orban, nonostante il fatto che l’inchiesta possa finire con la privazione dei diritti di voto dell’Ungheria nel Consiglio dell’Unione Europea. Ha già avuto avvio un processo simile contro la Polonia, in connessione alla sua riforma giudiziaria. Anticipando la posizione di Bruxelles, il Franfurter Allgemeine Zeitung osserva francamente che vi è un solo modo per «far rinsavire tali violatori [come Viktor Orban. – N.d.R.], ossia bloccare la loro assistenza finanziaria».
Allo stesso tempo, il Primo Ministro ungherese è sostenuto nella società e la sua influenza oggigiorno va oltre l’Ungheria. La scorsa settimana, in una conferenza dei partiti della Democrazia Cristiana a Budapest, ha presentato le sue opinioni ai delegati di diversi Paesi e ha ricevuto il loro sostegno. Gli hanno augurato successo alle elezioni dell’8 aprile importanti politici, tra i quali i leader cristiano democratici di Spagna, Serbia, Colombia e di altri Paesi.
La reazione di Bruxelles è stata molto diversa. Il Ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, ha definito Orban «un dittatore» e ha chiesto l’avvio di indagini contro l’Ungheria. Il rappresentante autorizzato per i diritti umani del Consiglio d’Europa e il rappresentante dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno presentato una serie unificata di accuse di violazione dei diritti umani nei confronti di Budapest.
Lo stesso Viktor Orban, affrontando la relazione annuale sulla situazione del Paese, ha descritto la situazione dell’afflusso di migranti provenienti da Paesi musulmani nelle tinte più fosche: «Nubi nere coprono l’Europa. I Paesi cesseranno di esistere, l’Occidente cadrà e l’Europa faticherà a capire che questa è un’invasione». Ha predetto l’emergere in Europa di una maggioranza musulmana e ha accusato i governi europei di cecità e di distacco dalla situazione reale. «Il pericolo che affrontiamo è arrivato dall’Occidente, dai politici di Bruxelles, Berlino e Parigi. Ci vogliono far accettare una politica che ha trasformato i loro Paesi in covi musulmani e spianato la strada per il declino del cristianesimo e la diffusione dell’Islam».
«Pensiamo che l’ultima speranza dell’Europa sia il Cristianesimo», ha detto Orban, definendo l’Ungheria l’ultimo baluardo nella lotta contro l’islamizzazione. E ha aggiunto che «l’immigrazione promuove lo sviluppo del Paese nello stesso modo in cui l’influenza promuove la salute del corpo».
Il governo ungherese ha adottato le prime misure severe contro gli immigrati, compresa la costruzione di recinzioni di filo spinato sul confine ungherese, già al culmine della crisi dei rifugiati. Nel dicembre 2017, la Commissione europea ha citato in giudizio l’Ungheria, la Polonia e la Repubblica Ceca per aver rifiutato di accettare i rifugiati come parte di un programma di reinsediamento dei migranti. Tuttavia, le proteste si rafforzano non solo in questi Paesi. Anche in Italia, dove ben presto ci saranno le elezioni parlamentari, vi è una costante critica alla politica migratoria dell’UE. Rapporti speciali collegano Viktor Orban e i leader della CSU bavarese. Di recente, egli ha visitato di nuovo Monaco, dove gli è stato tributato un caloroso benvenuto, ma la sua critica ad Angela Merkel è rimasta «inosservata». Nel frattempo, la campagna contro Orban, nei media occidentali, è incessante, gli è stata affibbiata la nomea di dittatore, viene chiamato il becchino della democrazia.
Si attende ancora una rapida soluzione ai problemi causati dall’immigrazione in Europa. E in questo senso il futuro del Vecchio Mondo è coperto di nebbia. La parte conservatrice dei circoli politici europei è fondamentalmente in disaccordo con l’iniezione illimitata in Europa di un elemento estraneo, per cultura e confessione altra, che potenzialmente porta la minaccia di uno scontro di civiltà. E comincia a formarsi il principale drappello di opposizione agli approcci liberali all’immigrazione, prima di tutto, in Paesi in cui le posizioni della Chiesa cattolica sono forti, ossia in Polonia, in Ungheria, in Slovacchia, in Italia, in Spagna.
Dmitrij Sedov
Fonte: www.fondsk.ru
Link: https://www.fondsk.ru/news/2018/02/21/viktor-orban-ostanovit-sorosa-45645.html
21/02/2018
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88