Aveva compiuto 16 anni la settimana scorsa, è morto lunedì all’ospedale dell’Angelo di Mestre (Venezia) per cause che, alla famiglia, non risultano chiare tanto che ha presentato un esposto in procura per richiedere un’autopsia. Si chiamava Mosheur Rahman ed era arrivato in Italia dal Bangladesh — suo Paese di origine — per raggiungere la famiglia che da anni vive a Marghera: il padre lavora a Fincantieri. La morte del giovane ha sconvolto la comunità bengalese che si è ritrovata davanti all’Interspar di via Torino dove, davanti ad almeno 60 persone, il padre e alcuni portavoce hanno raccontato quanto è successo. «Era un ragazzo sano — assicura Prince Howlader, portavoce della comunità e parente del giovane — tre settimane fa aveva fatto il vaccino Moderna e poi ha iniziato a sentirsi male. Non vogliamo dire che c’è un legame tra il vaccino e il decesso ma vogliamo capire che cosa sia successo». Proprio per questo, Howlader ha accompagnato la famiglia del ragazzo in questura per depositare un esposto e richiedere un’autopsia. «Nelle ultime settimane, Mosheur era andato tre volte al Pronto soccorso perché non stava bene, aveva febbre e una forte emicrania ma è sempre stato rimandato a casa — continua Howlader — solo l’ultima volta è stato ricoverato. È rimasto in ospedale una settimana ed è stato trasferito in terapia intensiva, dove è morto. La famiglia non ha ancora ricevuto comunicazioni ufficiali sulle cause. Non diciamo che sia colpa dei medici, ma vogliamo chiarezza. Vogliamo capire la causa del decesso. Abbiamo sentito parlare di meningite ma spiegazioni chiare non sono state date». L’Uls 3 a cui fa capo l’ospedale dell’Angelo di Mestre non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali. Pare che alle origini della morte possa esserci una patologia di cui il ragazzo soffriva, patologia di cui la famiglia e lo stesso giovane potrebbero non essere stati a conoscenza.
Il dolore della comunità bengalese
I portavoce della comunità bengalese hanno ribadito più volte che Mosheur era un ragazzo sano e senza problemi di salute. Una prima ipotesi è che il giovane soffrisse di una patologia di cui la famiglia non era conoscenza. I familiari vogliono risposte chiare perché il ragazzo, per due volte, sarebbe stato rimandato a casa dopo essersi presentato in ospedale. Solo l’ultima volta, la scorsa settimana, è stato ricoverato all’ospedale dell’Angelo dove in poco tempo le sue condizioni si sono aggravate al punto da richiedere il trasferimento in Terapia intensiva, dove, dopo alcuni giorni, è morto. Nato a Faridpur, in Bangladesh, Mosheur Rahman era arrivato in Italia solo sei mesi fa. Viveva a Marghera, insieme alla madre, due fratelli (uno più grande e uno più piccolo) e il padre, in Italia da molti anni. Poco prima della partenza aveva fatto un tampone risultato positivo. In realtà, a un secondo controllo, si era scoperto che si trattava di un falso positivo e aveva potuto raggiungere l’Italia, dove avrebbe voluto costruire e progettare il suo futuro. Davanti all’Interspar, la comunità bengalese era in fermento. In tanti si sono riuniti per sapere che cosa fosse successo, la notizia della morte del giovane — fin dalla mattina — era stata diffusa sui social network. Chi lo conosceva lo ricorda come un ragazzo vivace, intelligente che da tempo attendeva di ricongiungersi con il padre.