VELENO NELL'ARIA

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Introduzione di Marco Masi (Cecenia SOS)

Recentemente si è tornati a parlare del fatto che i bambini ceceni continuano ad ammalasi di una misteriosa malattia: link. E’ successo in almeno tre scuole e ormai sono più di un centinaio i casi. Ne abbiamo già parlato: link & link. “Isterismo di massa – è una finzione dei bambini – colpa dei genitori”, è la versione ufficiale. “Avvelenamento da un agente tossico misterioso”, dicono invece i medici che li hanno in cura. Anna Politkovskaya indaga e scopre che i bambini “fingono” proprio molto bene: presentano sintomi quali spasmi, asfissia, stati d’incoscienza e comatosi, colpi apoplettici, allucinazioni, sanguinamenti, dolori vari, ecc. Non è credibile dunque che si tratti solo di “stress”, e il tentativo da parte delle autorità di insabbiare il tutto è evidente. Sono sintomi che ricordano l’azione dei gas velenosi quali quelli usati dalle squadre speciali russe nel teatro Nord-Ost di Mosca, e la Politkovskaya si associa alla popolazione nel portare avanti questa tesi: “le forze federali testano nuovi tipi di armi”, i bambini verrebbero usati come “biomateriali per esperimenti”. Farneticazioni russo-fobiche di isterici oppure la triste realtà? “Veleno nell’aria” è il titolo dell’articolo.
Marco Masi, Cecenia SOS
Fonte: http://ceceniasos.ilcannocchiale.it
Link: http://ceceniasos.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=884101
02.03.2006

VELENO NELL’ARIA

DI ANNA POLITKOVSKAYA
The Guardian

A dicembre, quando una strana malattia ha colpito gli alunni e gli insegnanti di una scuola nella Cecenia straziata dalla guerra, i dottori erano persuasi che si trattasse di un caso di avvelenamento. Il governo ha allora reso pubbliche la propria diagnosi: isteria di massa. Si tratta di una copertura officiale?

Dal novembre 1994 la Repubblica Cecena è lacerata da una guerra. Sono molto diversi i nomi che gli ufficiali di Mosca le hanno attribuito. Prima “ordine nella regione”, in seguito, sulla scia dell’era internazionale “contro il terrorismo”, è diventata “operazione di contro-terrorismo”, ma mai guerra, nonostante si conti una presenza che va dalle 70.000 alle 200.000 unità militari russe, operanti in territorio nemico.

cecenia

La popolazione civile ha pagato le conseguenze dell’assalto militare. Nei 12 anni trascorsi, i cittadini ceceni, che vivono e lavorano in Cecenia, erano consapevoli del fatto che le forze federali stessero testando nuovi tipi di armi. La storia di Shelkovsk non ne è che l’esempio maggiore.

Lo scorso dicembre sono comparsi dei rapporti riguardo gli avvelenamenti di massa perpetrati nelle scuole della regione di Shelkovsk. Poco prima dell’inizio del nuovo anno una commissione del governo ha pubblicato il suo verdetto ufficiale in proposito: non era il caso di preoccuparsi – non si era trattato di avvelenamento, ma di una psicosi di massa dovuta allo stress. Ma qualcuno in Cecenia ha dato credito a questa versione?

Nel letto di una stanza di ospedale a Shelkovsk, una giovane donna, Sina, è in preda ad un attacco: la sua faccia è bianca, poi gialla poi rosso brillante; suo fratello disserra i suoi denti con un cucchiaio per tirare fuori la lingua, mentre sua madre cerca di controllarne gli spasmi. La ragazza è ora piegata in modo assurdo, con i talloni che le toccano la nuca.

È il 6 gennaio, sono passate già tre settimane, e il suo stato è stazionario, non dà segni di miglioramento. Aset (Sina) Magamshapieva non è una scolara dell’istituto da cui proviene la maggior parte delle vittime. Sina è una studentessa di 20 anni che ha raggiunto la scuola per fare un tirocinio. Un’infermiera anziana arriva con una siringa. L’attacco dura da 15 minuti ormai. L’infermiera è sola a prendersi cura di 40 pazienti ed ha appena lasciato Marina Tereshenko nella stanza accanto. Marina soffre di attacchi simili.

Cosa c’è nella siringa? “Analgin (un analgesico) e dimedrol (un sedativo)”, dice. “Ma può realmente aiutarla?” “Non abbiamo altro” risponde “con cos’altro potremmo curarli?” L’analgina almeno allevia i dolori degli spasmi, e il dimedrol fa terminare gli attacchi, lasciando che i pazienti si addormentino dopo averli avuti …”

Giunge Rabadan Ahmethanovich Rabadanov, vice primario del reparto. Guarda Aset, dispiaciuto. Dopo averle somministrato il sedativo, le lacrime cominciano a scorrerle sul viso. “E’ segno del fatto che l’attacco sta passando” dice la madre.

Ogni quanto si verificano queste crisi? “Tre o quattro volte al giorno. Le abbiamo quasi rotto i denti per evitare che inghiottisse la lingua” dice la madre. Io sono tormentata e lei è esausta per tutti questi attacchi….Se solo potessero sapere con cosa li hanno avvelenati, anche se non lo dicono, che almeno ci dicano come risolvere la situazione, quale è l’antidoto…..per quanto altro tempo rimarranno in questa condizione?”

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[Bambine cecene colpite dalla malattia, in un momento di gioco]

Vaha Dardayevich Ehselayev, primario dell’ospedale, siede nel suo ufficio. “Siamo stati accanto alle vittime sin dall’inizio”, dice “e non cambieremo la nostra diagnosi – intossicazione di natura sconosciuta. Come puo trattarsi di isteria o di psicosi di massa?”. Entra Rabadanov, stanco. Insieme alla dottoressa Jamilya Halilovna Aliyeva, è stato il primo ad essere chiamato alla scuola del villaggio di Starogladovsk il 16 dicembre, dopo che si sono riscontrati numerosi casi di ragazzi caduti in uno stato di incoscienza. “I bambini sono colpiti da eccitazione psico-motoria, allucinazioni e strane risate” ricorda Rabadanov. “Forti spasmi. Sembra che nulla li possa aiutare. Abbiamo somministrato loro sedativi e farmaci contro le convulsioni. Ma senza alcun risultato. Sono persuaso del fatto che sia impossibile, per un gruppo di bambini, entrare in uno stato di eccitazione psico-motoria solo per isteria. Si tratta di qualche agente. Se si fosse trattato di attacchi isterici, come sostiene la commissione, sarebbe stato facile per noi isolare il caso”.

Ehselayev interrompe: “Credo che se si fosse trattato di un caso di psicosi di massa come hanno detto voci di corridoio e mass media, i primi a reagire sarebbero stati gli oltre 80 schizofrenici e gli altrettanto numerosi epilettici che abbiamo nella regione. Ma non hanno avuto alcun tipo di reazione. Abbiamo controllato. Sono persuaso del fatto che nel caso delle vittime della scuola si tratti di un agente velenoso. Ma la situazione politica è tale che una cosa del genere deve essere negata. Noi non conosciamo nulla di questo agente. Non abbiamo i mezzi per scoprire di che si tratti “ Nell’ospedale non ci sono computer, né disponiamo di accesso ad internet; nessuno dei dottori che si è imbattuto in questo nuovo fenomeno ha potuto lanciare un SOS in rete”.

E poi? “Non sappiamo nulla. Siamo in un vicolo cieco. “Come si curano?” “ Ne curiamo solo i sintomi. Se si verificano spasmi somministriamo un anti-convulsivo. In caso di dolori, un analgesico. Ma gli attacchi continuano. Abbiamo richiesto e continuiamo a richiedere una sorta di piano per il trattamento. Ma nessuno ce lo ha fornito. Quando le commissioni di Mosca e Grozny erano qui, hanno detto ai pazienti “Non fingete”. Ma come possono? Siamo soli con loro. L’agente che è stato loro somministrato, è una sorta di sostanza tossica che rende il sistema nervoso ipersensibile. Gli attacchi possono essere provocati da un cigolio di porta o da un fruscio di un sacchetto. Questi sintomi non sono riconducibili ad alcuna malattia conosciuta”.

I parenti delle vittime, come la maggior parte delle abitanti del posto, sono persuasi del fatto che la fonte delle infezioni sia stata il bagno delle ragazze nella scuola di Starogladovsk. Tutte le vittime prima o dopo sono passate di lì. È stato notato che tutti quelli che sono andati in bagno hanno manifestato i sintomi più gravi, mentre quelli che ne sono passati da vicino ne hanno manifestati di più leggeri. I dottori continuano a sostenere che si tratti di una sostanza tossica, molto probabilmente solida, ma capace di propagarsi allo stato gassoso, una sostanza che perde le sue potenzialità in relazione alla distanza dalla fonte. Lo stesso caso si è verificato nelle scuole di Shelkovsk e Shelkozavodsk.

Il fatto che le vittime siano localizzate alla scuola, rendono il tempo e lo spazio dettagli determinanti per questa malattia di massa. A Shelkozavodsk, per esempio, solo quelli che erano al primo piano della scuola ne sono stati colpiti. Tutti quelli che non vi sono passati, hanno continuato ad andare a scuole perché erano in buona salute.

Tutto è cominciato il 7 dicembre, quando la tredicenne Taisa Minkailova, una studentessa della scuola Starogladovsk, ha cominciato a soffrire di attacchi di asfissia, spasmi, forti mal di testa, e intirizzimento delle dita. I suoi genitori l’hanno portata in ospedale a Kizlyar, in Dagestan, ma le cure non hanno sortito alcun effetto e le sue condizioni sono peggiorate. Il 9 dicembre, due tra gli studenti più anziani della scuola, sono stati portati in ospedale a Grozny: manifestavano gli stessi sintomi.

Il numero massimo di ricoveri è stato raggiunto il 16 dicembre, quando 19 bambini e tre adulti sono stati portati da Starogladovsk all’ospedale di Shelkovsk. I medici hanno osservato molti casi di stati di incoscienza, stati comatosi, attacchi, debolezza, amnesia e asfissia di gravità progressiva, ed ancora inturgidimento degli arti e brividi di freddo. I bambini si lamentano per i dolori che provano agli occhi e la secchezza delle mucose. E evidente che si tratti di avvelenamento, come è chiaro che il punto di propagazione ne sia stata la scuola. Il 16 dicembre, è stata costituita una commissione del governo, capeggiata da Boriskina, vice presidente ceceno. Sono stati convocati a farne parte specialisti e chimici tra gli ufficiali della difesa. I medicinali sono stati messi a disposizione dalla Croce Rossa e da Medici senza Frontiere.

Poi la svolta. Un rapporto scritto da uno specialista militare con i risultati delle visite a Starogladovsk e Shelkovsk è giunto sulla scrivania del presidente della commissione. Sono bastati due giorni agli investigatori per eliminarli dalla circolazione, sebbene noi ne abbiamo ottenuta una copia. Vi si legge “La fonte dell’avvelenamento è localizzata nell’edificio principale della scuola, probabilmente al secondo piano (dove lavorava la maestra). Le vie respiratorie sono il primo canale di propagazione dell’avvelenamento, sebbene l’ipotesi del contatto diretto non sia esclusa. Lo stato della sostanza tossica era probabilmente liquido o solido, tale che, a contatto con l’aria, sprigionava vapori velenosi. Non è possibile determinare con precisione lo stato della sostanza solo sulla base di un quadro clinico (la sintomatologia dei pazienti). Per capire l’origine e la natura della sostanza tossica, è stato fatto un test tossicologico alle vittime da specialisti tossicologi con necessarie apparecchiature e reagenti”.

[Anna Politkvoskaya, autrice di questo articolo e massima esperta vivente sul conflitto russo-ceceno]

Dopo il 17 dicembre, la commissione ha cambiato improvvisamente direzione, proponendo una diagnosi psicologico-psichiatrica e ignorando il fatto che continuavano a verificarsi casi di avvelenamento. Il 19 dicembre, altri studenti provenienti dalle scuole medie dei villaggi di Kobi, Shelkozavodsk and Shelkovsk sono stati ricoverati. Sono stati osservati più di 17 casi di asfissia. Molti erano assai gravi e comatosi. Il 20 dicembre, tutte le scuole nella regione di Shelkovsk sono state chiuse e il procuratore della repubblica ha dato inizio ad un’investigazione penale.

Cosi, il 21 dicembre, sono apparsi improvvisamente dei rapporti ufficiali secondo I quali “I mass media hanno completamente sbagliato”. Gli attacchi, a quanto pare, sono aumentati, e i nuovi casi sono più numerosi di quelli mostrati in TV. Il 22 dicembre, il capo dei narcologi della repubblica cecena, lo psichiatra Musa Dalsayev, ha dato la sua diagnosi “ Non c’è stato avvelenamento, si tratta di una sindrome pseudo asmatica di natura psicogena”. O un “autoinfezione psicologica”. Dalsayev ha riunito i genitori delle vittime e ha accusato i bambini malati di fingere, e le madri di fornire loro supporto. Ha detto che gli attacchi erano delle messe in scena e che se non ci fossero stati spettatori, non se ne sarebbero più verificati. Ha definito le madri delle vittime, “prezzolate” – mercenarie che cercano di prolungare le crisi dei loro figli per ottenere un compenso. (Non ci sono state richieste da parte delle famiglie delle vittime per materiali di assistenza).

Il 23 dicembre, sono stati registrati più di 81 casi, che hanno diffuso il panico in tutto il distretto di Shelkovsk. Nessuno ha dato credito a Dalsayev, o alla commissione, che ha emesso le sue conclusioni: “1. Non ci sono prove di avvelenamento chimico, 2. Non sono stati trovati oggetti potenzialmente pericolosi nei locali della scuola. 3. diagnosi finale: dissociazione psico-fisica, dissociazione nell’attività motoria, spasmi, 4. La commissione è giunta alla conclusione che si sia verificato un caso di isteria di massa nella regione di Shelkovsk conseguente alla prolungata situazione di emergenza nella Repubblica Cecena”.

Il 25 dicembre, hanno cominciato a dimettere le prime vittime. Il 26 dicembre, Gennady Onishchenko, ufficiale della salute pubblica, ha visitato la Cecenia e ha dichiarato che non c’erano fenomeni allarmanti o che minacciassero l’incolumità degli abitanti. Due giorni dopo, il presidente Alu Alhanov ha confermato la notizia, riferendo, in un suo viaggio a Mosca, al Presidente Putin che si trattava di un fenomeno di psicosi di massa. Poi ha consegnato i suoi rapporti concernenti la stima dei fondi necessari, sulla breve durata, per far fronte ad una psicosi di massa. Il 31 dicembre, un gruppo composto da 17 bambini e tre adulti – i casi più gravi – sono stati tolti dai riflettori e inviati nell’ospedale per bambini di Zheleznovodsk.

Altri non sono stati così fortunati. Non ci sono stanze a sufficienza per gli altri. Quelli che hanno avuto la sorte di Aset Magamshapieva e Marina Tereshchenko sono vittime di menzogne ufficiali, non sono state dimesse “correttamente”. Sono state costrette a essere dimenticate come per chi si d° malato senza esserlo seriamente.

Non è un incidente isolato. Nel distretto di Shelkovsk, Aliyeva ricorda di un caso simile, forse meno grave, in autunno. “Il 23 settembre, 19 bambini e un insegnante furono ricoverati dal villaggio di Staroshchedrinskaya avvertendo simili sintomi: la stessa strana risata, allucinazioni – uno spettacolo orrendo.

Ehselayev dice: “I risultati da analizzare sono stati portati all’ufficio dell’esperto medico legale. Lì si è scoperto che i bambini erano stati avvelenati da monossido di carbonio. Come mai era accaduto durante un’ondata di caldo, quando i riscaldamenti erano spenti? Abbiamo cercato di sollevare un caso, ma tutto è stato messo a tacere”.

Ehselayev pensa che i risultati delle analisi siano “politici”, come la conclusione della commissione sugli avvelenamenti di dicembre. Cosa è accaduto dunque a Staroshchedrinskaya?”. La stessa cosa: avvelenamento dovuto ad una sostanza chimica sconosciuta. I nostri bambini erano cavie”.

Halid Dudayev, il preside della scuola media di Staroshchedrinskaya, è persuaso del fatto che “Fino al 23 settembre avevo chiesto che venisse intentata un’azione giudiziaria e intrapresa un’investigazione. Il 23 ottobre, ho ricevuto un responso negativo, a causa dell’ “assenza del crimine commesso”. Quel giorno, ci fu un secondo avvelenamento di massa. 8 dei nostri bambini furono avvelenati. Sin da allora le vittime non sono state sottoposte a serie analisi, anche se avevano difficoltà a studiare”.

Abzo Shamilov, il padre di una delle vittime, dice, “Mia figlia, Seda, soffre ormai di pressione alta. E sempre malata. Non possiamo farci nulla. Prima dell’autunno, non si ammalava mai. Adesso soffre di emorragie nasali, costanti emicranie e ha mani e piedi freddi. Cosa si deve fare?”.

Simili sintomi da avvelenamento si sono verificati nel 2000, quando il 26 luglio, nella periferia dell’insediamento di Stariye Atagi, nella regione agricola di Grozny, si sentirono due deboli esplosioni accompagnate da una colonna di fumo viola argento, a forma di tulipano che raggiungeva i 150 metri. La colonna di fumo formava una nube che si dirigeva oltre la periferia del villaggio”.

Un rapporto epidemiologico ha concluso: “Un giorno dopo le esplosioni, si sono verificati i primi casi che mostrano segni di avvelenamento: forti spasmi, perdita di conoscenza, aggressività, inibizione di movimenti, vomito, forti emicranie, sensazione di paura e, in alcuni, espettorazioni ematiche.

Tuttavia ci sono delle differenze. La tragedia di Stariye Atagi ha provocato tre morti sui 23 casi di avvelenamento, la morte è sopravvenuta in due giorni. Le investigazioni hanno concluso che gli avvelenamenti degli abitanti di Stariye Atagi sono state causate da un composto chimico di natura sconosciuta, che esclude ogni origine epidemiologica del disastro.“

Adesso siamo nel 2006. Alle nostre spalle abbiamo 11 anni di guerra con brevi pause per sminare i terreni e ripulirli dai proiettili inesplosi. Sono stati commessi molti crimini di guerra, così tanti che i tribunali hanno paura di dare inizio alle indagini su queste atrocità. Ma l’ideologia resta: come prima, la gente che ha avuto la disgrazia di nascere in Cecenia viene considerata come materiale per esperimenti.

Le autorità hanno cercato di prendere le distanze prendendo un gruppo di malati gravi e sottoponendolo a cure nella clinica medica di Stavropol , la più grande città della Russia. Quello che è accaduto non lo sa nessuno, è un segreto. Durante la cura, nessuno dei pazienti ha conosciuto i farmaci che gli sono stati somministrati né i risultati delle analisi. Al momento del rilascio, le cartelle non contenevano alcun dato sulle cure somministrate.

Nel distretto di Shelkovsk, le scuole in cui i bambini sono stati avvelenati sono state chiuse; i genitori si rifiutano di permettere ai bambini sani di ritornare nelle scuole e insistono sul fatto che gli edifici debbano essere ripuliti e disinfettati e che la diagnosi delle vittime debbano essere rese pubbliche. Le autorità continuano a sostenere che non si è verificato nulla di allarmante.

Anna Politkovskaya
Fonte: http://www.guardian.co.uk/
Link: http://www.guardian.co.uk/chechnya/Story/0,,1720522,00.html
01.03.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RAFFAELLA

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