Un’idea in marcia: la fede degli uomini del mondialismo.

Le radici del pensiero globalista e del NWO.

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

“Credo fermamente che nel mondo la maggioranza delle persone vorrebbe avere pace e sicurezza… Il desiderio di pace dell’umanità si può realizzare solo con la creazione di un governo mondiale”.1 Albert Einstein, 1946.

Un pensiero che si fa strada e crea le basi per il movimento che ebbe inizio nel ventesimo secolo: il mondialismo. Dotato di pensatori eccellenti, circoli elitari, da cui nascono dirigenti, organizzazioni filantropiche, ong intergovernative a carattere mondiale: si radicalizza nel novecento sotto il nome di internazionalismo.

In principio fu la pace, la necessità dopo il conflitto mondiale, che crea le basi per il pensiero mondialista, il sentimento che ha utilizzato per avvalersi del consenso internazionale.
Questo movimento, evidenzia la costruzione di un modello sociale che abbraccia il globo attraverso il liberismo. Considera la sovranità nazionale, come una forma di prepotenza, limitando ogni riferimento alla sovranità popolare, che si attua nelle Costituzioni di tutti i paesi democratici. La Costituzione è dunque fondamentale per questo movimento: “Servendosi di mezzi legali e costituzionali del paese a cui appartengono, per informare il pubblico sulla situazione internazionale nei suoi aspetti: politici, economici e sociali”.2

Il concetto di pace è lo slogan assoluto, che oggi conosciamo nella risultante globalizzazione. Concetti condivisi insieme agli obiettivi da raggiungere: la distruzione della politica con la tecnocrazia dentro le istituzioni. Seppur conosciuto, del movimento mondialista non è stato individuato un aspetto che ne contraddistingue la riuscita: la fede.
Uno dei primi documenti in merito è l’opera di Jean Izoulet del 1926, che descrive la religione a cui nessun uomo si può sottrarre: “L’idea di unificazione progressiva del mondo è un’idea in marcia. Ma generalmente essa è accoppiata ad un’altra idea: quella del pacifismo e del disarmo immediato e totale. La religione è l’essenza primaria, oppure se si vuole la doppia, la tripla, la quint’essenza della politica. Senza un serio regime religioso e morale, non si può avere nessun tipo di governo politico e sociale. Se non c’è obbedienza interna, non può esserci in maniera durevole, un’obbedienza esterna alla legge legale”.3

Un’idea considerata storicamente come un lasciapassare per il disarmo: un’idea che fu affermata più tardi anche dal COE (Consiglio ecumenico delle Chiese), dalla Pugwash (Pugwash Conferences on Science and World Affairs) e dal MIT (Massachuttes Institute of Tecnology) che hanno in comune il finanziamento dalle fondazioni Ford, Rockfeller e Canergie.4

È durante la seconda metà del novecento, un secolo di ribalta per i movimenti popolari, che fa la sua comparsa la scuola economica liberista, ereditata dalla scuola di Adam Smith che ebbe il suo apice con la crisi economica del ’29. Il liberismo economico è la carta d’identità del progetto mondialista, che si avvale principalmente della finanza come strumento politico e dello smantellamento delle sovranità monetarie nazionali. Lo Stato è dunque l’ente che detiene la sovranità monetaria e deve essere eliminato: attraverso l’accettazione psicologica del popolo che in maniera progressiva darà al potere sovranazionale la possibilità di farlo.

Il pensiero mondialista consiste principalmente nella cancellazione delle identità nazionali e culturali per arrivare fino alla stabilizzazione con: una moneta, una lingua, un’università, un’arte, un giornalismo, una scienza, una storia, una religione, tutti a carattere mondiale. Si sviluppa nello spirito del pacifismo, dell’antirazzismo e soprattutto nel movimento femminista. La “Campaign for World Government” viene celebrata da Rosika Schwimmer, durante la premiazione della pacifista e femminista, il 4 dicembre del 1937 al Waldorf-Astoria Hotel di New York, durante la premiazione del World Peace Prize Award, per intitolarla “Eroina della pace”. Fu Rosika a raccomandare l’idea di una lingua universale, ovvero il suo inglese che aveva il primato di lingua più diffusa. Insieme a Rosika, l’altra leadership era Lola Maverick, entrambi statunitensi e leadership del CWG, che aveva le sue sedi a New York e Chicago.5

Il New World Order è un’idea in marcia, che con il movimento pacifista e femminista statunitense crea le basi per l’agenda di cancellazione degli Stati nazionali, un’utopia che doveva procedere anche con il consenso popolare attraverso votazioni per l’avvio di una Costituzione mondiale e di rappresentanti eletti. Il primo passo era la partecipazione degli Stati che in quegli anni risultava impraticabile. La collaborazione degli stessi doveva essere svolta attraverso vie non istituzionali come le ong e facendo un uso massiccio dei mass media.6

Siamo nel 1937 anni di costituzione dei movimenti femministi e pacifisti, con la stessa convinzione sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa ricompare nel 1957 “che porta la data dei mesi cruciali per l’umanità, un’indicazione obiettiva sul lavoro of Parlamentarians for World Government”, Association Mondial de Federalistes Mondiaux ed il Conseil Mondial pour l’Assemblée Costituante des Peuples.7

Per far sentire le loro voci i mondialisti si devono conformare a tre punti principali:
1) Servendosi dei mezzi legali e costituzionali del paese a cui appartengono;
2) In seno alla organizzazione nazionale delle nazioni unite agendo sempre entro i limiti ad esso imposti, influenzare l’opinione dei capi di Stato a di altri ad accettare l’urgenza di porre problemi internazionali e proporre eventuali soluzioni a tali problemi;
3) Usando ogni mezzo di propaganda possibile: stampa, radio, televisione, riunioni, etc.,
diffondere notizie sui problemi internazionale e proporre eventuali soluzioni a tali problemi.8

Attraverso istituti e fondazioni, si sviluppano reti internazionali che si riuniscono in comitati di intellettuali che documentano la storia di questo movimento: uno di questi è il documento dell’“Association of Parlamentarians for word Government”, in cui si tratta dell’esposizione di Gilbert McAllister, politico inglese laburista, pubblicato su “World” vol II n.1 L’ A., nonché segretario dell’associazione. In questo documento tradotto anche in versione italiana nel 1958 e pubblicato a Firenze, s’informa sulla situazione riportata dall’Associazione mondiale, “specialmente in seno al Parlamento britannico, rispecchia in gran parte il progresso ovunque dei diversi movimenti propagatori dell’idea di una Autorità Mondiale”.
Si tratta della creazione di un parlamento mondiale, della necessità di una legge mondiale, e della necessità che suddetta assemblea mondiale abbia potere legislativo. Uno dei passaggi più attuali è sicuramente come far emergere questa autorità, ovvero se “continuare la politica di un passo alla volta”, oppure se la svolta è nella Carta delle Nazioni Unite, e cioè nella sua modifica come dice Lord Maurice Harold Macmillan, “Se serve ad essere qualcosa di simile ad un governo mondiale, così avvenga. A lungo andare questa è la sola via d’uscita dell’umanità”.

Gilbert McAllister anticipa la visione degli Stati Uniti d’Europa e del governo mondiale già nel 1957: “Si pensa sovente che esista una dicotomia fra i punti di vista di coloro che hanno sostenuto l’Unione Europea e coloro che favoriscono la creazione di un’autorità mondiale. Non c’è e non c’è mai stata.”9

L’Unione Europea è stato il primo passo per il governo mondiale: un gruppo di potere con potere finanziario e legislativo si sostituiscono allo Stato nazionale. Possiamo dunque affermare che “nella sua semplicità popolare il cittadino non sofisticato, passando dinanzi al parlamento o ai ministeri, è talora indotto a porre il dubbio se sia proprio lì che si governi l’Italia”, affermava G. Andreotti.

Nel 1957 Gilbert McAllister prosegue: “Quando Churchill adunò la Conferenza dell’Aia in favore dell’Unione Europea nel 1948, quasi tutti i deputati partecipanti al lavoro per un Governo Mondiale, erano presenti per aiutare il signor Churchill ed il Signor Schumann nel loro desiderio di un’Unione Europea. Nel 1948 questa unione parve remota. Oggi esiste il Benelux, esiste la Comunità Carbosiderurgica, esiste il Mercato Comune. Mentre i sogni di un’Europa Unita stanno traducendosi in pratica, l’opposizione di molti parlamentari europei all’idea di un Governo Mondiale si svuota nei paesi come l’Olanda ed il Belgio, che tanto hanno fatto per lo sviluppo dell’unità europea, sta aumentando fra i parlamentari la collaborazione per un Governo Mondiale.”10

L’idea è in marcia e sembra non arretrare, una manifestata intenzione di instaurare un governo mondiale che però questi uomini non possono nominare, perché non piace “questa idea di un governo mondiale” e si sono attirati le antipatie degli Stati. Tuttavia Sir Llewellyn nel 1958 ha esposto un dilemma proprio su questo, e cioè: “Come impedire che questo governo mondiale diventi una tirannia? C’è un modo, modificare la carta delle Nazioni Unite e trasformare l’Assemblea generale delle nazioni Unite in un Parlamento Mondiale che abbia potere legislativo. Dall’Unesco alla Fao, l’Oms e l’Fmi, le più specializzate e splendidi contributi per un mondo più illuminato e migliore”.11

Questo movimento risale agli anni venti, e marcia dentro le istituzioni politiche individuando gli uomini, modificando l’ordinamento legislativo, finanziando il privato e privatizzando le strutture pubbliche, istituendo un’unica verità e visione del mondo nella società e nell’informazione, imponendo il modello di un passo alla volta, per destituire il popolo di un patrimonio di diritti, doveri e beni materiali lasciati dalla Costituzione italiana.

«Che cos’è dunque la verità?
Un esercito mobile di metafore, metonimie, antropomorfismi,
in breve una somma di relazioni umane che sono state sublimate,
tradotte, abbellite, poeticamente e retoricamente,
e che dopo un lungo uso sembrano a un popolo solide, canoniche e vincolanti:
le verità sono illusioni delle quali si è dimenticato che appunto non sono che illusioni”.12

Questo articolo è documentato da studi, documenti, e ricerche a cura di Laura Gineprini.

1. https://www.thefederalist.eu/site/index.php/it/il-federalismo-nella-storia-del-pensiero/155-albert-einstein
2. Bollettino Associazione per la Fraternità tra i popoli, Firenze 1957.
3. Parigi capitale delle religioni, ovvero la missione di Israele, Jean Izoulet, 1926
4. Yann Moncomble, Il segreto del mondialismo, 1980.
5, 6. Genesis, Rivista della Società italiana delle storiche (2009) – Autori Vari.
7, 8, 9, 10, 11. Bollettino Associazione per la Fraternità tra i popoli, Firenze 1956.
12. F. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extra morale in La Filosofia nell’epoca tragica dei greci e scritti 1870-1873, Piccola Biblioteca Adelphi, 2003, p. 236.

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
33 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
33
0
È il momento di condividere le tue opinionix