FONTE: THEECONOMIST.COM
I tedeschi stanno discutendo di farsi la loro bomba nucleare. La messa in discussione, da parte di Donald Trump, della credibilità della NATO sta facendo pensare a Berlino l’impensabile.
Tutto è cominciato a novembre, subito dopo l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti d’America. L’editore del Frankfurter Allgemeine Zeitung, giornale conservatore di Francoforte, affermò in un editoriale che era giunto il tempo per prendere in considerazione ciò che per un cervello tedesco era fino ad ora del tutto impensabile, la questione sul dotarsi della capacità di deterrenza nucleare, che potrebbe compensare le incertezze circa le scricchiolanti e sempre interessate garanzie americane. Roderich Kiesewetter, un esperto di relazioni diplomatiche del Christians Democratic Union (CDU), il partito del Cancelliere Angela Merkel, intervenne nel dibattito dicendo che non ci sarebbero dovuti essere “tabù di pensiero”. Egli ed altri politici poi smisero subito di trattare l’argomento, apparentemente dopo aver ricevuto un segnale che il Cancelliere non avrebbe avuto bisogno di questa ulteriore distrazione durante un anno di elezioni. Ma in Germania tra gli esperti il dibattito si mantiene acceso. Dal 1945 la Germania dell’Ovest e successivamente la Germania riunita ha fatto affidamento sullo scudo atomico americano per dissuadere le eventuali aggressioni da parte della Russia. Una tesi importante, abbozzata nel 1984 dal giornalista Josef Joffe sostiene che l’integrazione europea fu possibile solo perché questa potenza esterna americana aveva riappacificato i conflitti vecchi e risalenti tra Francia e Germania. Quindi la Germania dell’Ovest, comportandosi nel migliore dei modi, dopo la guerra, firmò il Trattato di non proliferazione nucleare durante gli anni 60; venne poi riconfermato l’impegno nel Trattato che avrebbe portato alla riunificazione nel 1990.
All’improvviso, nonostante ci sia un nuovo presidente americano che, benché abbia detto la scorsa settimana che supporterà energicamente la NATO, ha anche chiamato l’Alleanza “obsoleta” e suggerito che il supporto americano potesse essere condizionato all’impegno congiunto degli alleati nel destinare più fondi e risorse nella difesa. Attraverso la logica spettrale della “Distruzione mutua assicurata” (MAD), la deterrenza deve essere incondizionata per essere credibile. I paesi europei ad est ed al centro iniziano a preoccuparsi per la loro vulnerabilità in caso di un eventuale futuro ricatto nucleare sovietico guidato da Vladimir Putin.
La più ovvia reazione tedesca sarebbe di avvicinarsi a Francia e Regno Unito, le altre due potenze nucleari della Nato, per creare un deterrente condiviso. Ma i loro arsenali sono piccoli. La Francia, per di più, è stata fino ad ora riluttante a cedere qualunque parte di sovranità rispetto al suo arsenale nucleare ed è sempre stata scettica circa una deterrenza condivisa. Il Regno Unito, per voce del suo Primo Ministro, Theresa May, ha già lasciato intendere che potrebbe fare del suo scudo nucleare un argomento di negoziato durante la prossima discussione sui termini della Brexit.
Secondo Maximilian Terhalle, un professore tedesco che insegna in Gran Bretagna, ciò può solo voler dire che la Germania, la Polonia e gli altri paesi Baltici non potrebbero mai del tutto fare affidamento su Francia o Inghilterra in caso di attacco sovietico contro di loro. Il professore conclude sostenendo che la Germania dovrebbe pensare a farsi la sua bomba atomica, magari in collaborazione con gli Stati vicini. Persino il leader del partito di governo polacco, Jaroslav Kaczynski, noto germanofobo, sollecitò la creazione di un deterrente nucleare europeo, presumibilmente finanziato in gran parte dalla Germania.
I diversi pericoli rappresentati da Mr. Putin e da Mr. Trump hanno fatto crescere l’interrogativo di “come dissuadere chi, con che cosa”, sebbene la bomba atomica tedesca non sia la miglior risposta, dice Karl-Heinz Campbell dell’Accademia federale per la politica in materia di sicurezza (una commissione governativa tedesca). Il Professor Terhalle, da parte sua, pensa che anche solo un dibattito sull’arma nucleare tedesca potrebbe aiutare – se riuscisse a convincere il signor Trump a smettere di minare l’ordine internazionale esistente.
Fonte: www.economist.com
Link: http://www.economist.com/news/europe/21717981-donald-trumps-questioning-natos-credibility-has-berlin-thinking-unthinkable-germans-are
2.03.2017
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CARLO BENIAMINO ARIOTTI