TRAFFICO DI SCHIAVI PER LA COSTRUZIONE DELL'AMBASCIATA USA IN IRAQ

blankFonte: CorpWatch, 17 ottobre 2007

Titolo: “A US Fortress Rises in Baghdad: Asian Workers Trafficked to Build World’s Largest Embassy” [“Una fortezza Usa sorge a Baghdad: traffico di lavoratori asiatici per costruire la più grande ambasciata del Mondo”]

Autore: David Phinney

Studenti ricercatori: Kristen Kebler e Angela Purcaro
Relatore di facoltà: Andrew Roth, Ph.D.

Il duraturo monumento alla liberazione e alla democratizzazione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti sarà la più costosa e fortificata ambasciata del mondo – che sta venendo costruita da un appaltatore kuwaitiano ripetutamente accusato di usare forza-lavoro trafficata dall’Asia del Sud con la sottoscrizione di contratti USA. La fortezza di 104 acri, che costerà 592 milioni di dollari, equivale in dimensioni alla Città del Vaticano. L’apertura è prevista per settembre 2007. Con un contratto altamente segreto messo in palio dal Dipartimento di Stato Usa, la First Kuwaiti Trading & Contracting ha raggiunto i livelli della Halliburton/KBR in Iraq usando ingannevoli pratiche di ingaggio. Il duraturo monumento alla liberazione e alla democratizzazione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti sarà la più costosa e fortificata ambasciata del mondo – che sta venendo costruita da un appaltatore kuwaitiano ripetutamente accusato di usare forza-lavoro trafficata dall’Asia del Sud con la sottoscrizione di contratti USA. Migliaia di cittadini da vari paesi, dove sono stati proibiti i viaggi turistici o di lavoro in Iraq, hanno subito una truffa, venendo poi contrabbandati in campi di lavoro brutali ed inumani, soggetti a mesi di servitù forzata – nel bel mezzo della Zona Verde controllata dagli Stati Uniti, “proprio sotto il naso del Dipartimento di Stato Usa”.Sebbene l’Associated Press riporti che “I 5.500 Americani ed Iracheni che lavorano all’ambasciata sono molto più numerosi che in ogni altra missione statunitense nel mondo” [1], non c’è alcuna menzione nei media mainstream dei 3.000 lavoratori sud-asiatici che lavorano per gli appaltatori in pericolose e sregolate condizioni di vita e di lavoro.

Uno di tali appaltatori è la First Kuwaiti Trading and Contracting. La FKTC si è procurata molti miliardi di dollari in contratti di costruzione con gli Stati Uniti dopo l’inizio della guerra nel Marzo 2003. Molto del suo lavoro è stato svolto da manodopera a basso costo ingaggiata in Asia del Sud. La compagnia impiega attualmente una stima di 7.500 lavoratori stranieri in teatri di guerra.

I datori di lavoro americani della FKTC riportano di essere stati testimoni del rilascio di falsi visti per Dubai, e la confisca di passaporti da carichi di aerei dei lavoratori sud-asiatici, che furono invece dirottati nella Baghdad straziata dalla guerra. L’ex manager per la costruzione dell’ambasciata Usa dela FKTC, John Owen, ha rivelato all’autore David Phinney che l’inganno aveva tutta l’apparenza del contrabbando di lavoratori in Iraq. Il 4 aprile 2006, il Pentagono ha rilasciato una direttiva sui contratti in seguito ad un’indagine giunta a confermare ufficialmente che gli appaltatori in Iraq, molti dei quali lavorano come sub-appaltatori per la Halliburton/KBR, stavano illegalmente confiscando passaporti dei lavoratori, usando ingannevoli pratiche di ingaggio “civetta” e addebitando tasse di ingaggio che indebitavano i migranti sotto-pagati per molti mesi o persino anni nei confronti dei loro datori di lavoro.

La Sezione 1 (U) della direttiva del Pentagono dichiara, “Un’ispezione delle attività contrattuali a sostegno del Dipartimento della Difesa in Iraq ha rivelato prove dell’illegale confisca dei passaporti di lavoratori (Third Country National) da parte di appaltatori/sub-appaltatori; ingannevoli pratiche di ingaggio e tasse di ingaggio eccessive, condizioni di vita dei lavoratori inferiori agli standard in alcuni siti, aggiramento delle procedure di immigrazione in Iraq da parte di appaltatori/sub-appaltatori e mancanza di informazione sugli obbligi inerenti la circolazione di forza-lavoro. Questo FRAGO [ordine frammentario] stabilisce responsabilità entro l’MNF-1 per combattere il commercio di persone”.

Il 19 aprile 2006 un memorandum dal Joint Contracting Command a Baghdad a tutti gli appaltatori dichiara ancora che “le prove indicano un’estesa pratica di trattenere i passaporti degli impiegati per, tra le altre cose, impedire ai lavoratori di ‘saltare’ ad altri datori. Tutti gli appaltatori impegnati nella suddetta pratica sono obbligati e cessare e desistere da questa pratica immediatamente”.

Il Pentagono deve ancora annunciare, comunque, delle pene per chi è stato trovato a violare le leggi sulla circolazione di forza-lavoro o i requisiti dei contratti.

In una lettera di dimissioni datata giugno 2006, Owen ha detto alla FKTC e al Dipartimento di Stato Usa che i suoi manager all’ambasciata Usa picchiavano regolarmente i lavoratori migranti, dimostravano poca considerazione per la sicurezza dei lavoratori, e infrangevano regolarmente le norme di sicurezza. Si è anche lamentato di scarse misure sanitarie, squallide condizioni di vita e negligenza medica nei campi di lavoro dove vivono molte migliaia di lavoratori migranti sotto-pagati, reclutati da Filippine, India e Pakistan. Questi lavoratori, ha notato Owen, guadagnavano dai 10 ai 30 dollari per una giornata lavorativa di dodici ore.

Rory Mayberry, un medico sub-appaltato alla FKTC per assistere le squdre di costruzione all’Ambasciata, condivide simili rimostranze riguardo il trattamento dei lavoratori migranti. In resoconti resi disponibili al Dipartimento di Stato Usa, l’esercito Usa e la FKTC, Mayberry ha chiesto la chiusura della clinica medica in loco, elencando dozzine di seri rischi alla sicurezza, condizioni insalubri e regolare negligenza e imperizia. Ha inoltre chiesto un’indagine sulle morti che sospetta siano dovute alla negligenza medica. Mayberry non è a conoscenza di alcuna azione intrapresa in seguito alle sue accuse.

Owen dice che i funzionari del Dipartimento di Stato che supervisionano il progetto dell’Ambasciata Usa sono consapevoli dell’abuso, ma a quanto pare non intendono prendere provvedimenti. Ricorda: “In un’occasione, 17 lavoratori scalarono il muro della costruzione per scappare. Un funzionario del Dipartimento di Stato aiutò a ritrovarli e a metterli in isolameno virtuale”.

Phinney dice che altri impiegati della FKTC si stanno facendo avanti per sostenere che le testimonianze di Owen e Mayberry “grattano solo la superficie” delle condizioni a cui sono costretti i lavoratori nel costruire questo monumento alla liberazione e democratizzazione dell’Iraq ad opera statunitense.

Citazione:

1. Associated Press, “New US Embassy in Iraq Cloaked in Mystery”, MSNBC, 14 aprile 2006.

AGGIORNAMENTO DI DAVID PHINNEY:

Quando ho sentito per la prima volta che Project Censored avrebbe riconosciuto questa storia, ammetto di aver sentito che l’articolo sia stato un fallimento. Le accuse di lavoro forzato, l’abietto trattamento dei lavoratori e i pestaggi mi hanno colpito come qualcosa che dovrebbe salire al livello della tortura di Abu Ghraib. Nonostante quella che sembra essere una revisione di mera copertura del progetto d’ambasciata da parte dell’Ispettore Generale del Dipartimento di Stato – il quale ha esonerato l’appaltatore, anche se dozzine di fonti in loco dicono che le condizioni erano incommensurabili – sono ora incoraggiato da un recente sforzo dal Dipartimento della Giustizia Usa per investigare le accuse di traffico di forza-lavoro e altre questioni. Ma il problema dell’abuso lavorativo è stato trovato “diffuso” tra gli appaltatori nei teatri di guerra in Iraq. Sfortunatamente, nessun appaltatore è stato penalizzato – infatti, molti sono stati premiati con nuovi contratti finanziati dagli Stati Uniti. Questo è un crimine contro l’umanità che potrebbe perseguitare gli Usa per anni a venire.

Fonte: http://www.projectcensored.org/
Link: http://www.projectcensored.org/censored_2008/index.htm

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

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