di James Corbett
da Corbettreport.com
Scelte.
Oggi ci troviamo in un tempo storico in cui, che ci piaccia o no, le scelte che faremo nei prossimi anni avranno profonde implicazioni per il futuro della specie umana.
Se porteremo le mascherine o no. Se faremo il vaccino oppure no. Se installeremo l’app di tracciamento o no. Se accetteremo i passaporti digitali o no. Se ci faremo installare il chip o no.
Scelte.
Forse l’azione più bieca che gli aspiranti governanti della società abbiano mai fatto, è stato di convincere la gente che non esiste scelta. Che in qualsiasi caso bisogna fare x, y o z.
Ma questa è una menzogna. Queste sono scelte che noi facciamo tutti i giorni. Queste sono sempre state delle scelte.
Non fraintendetemi: le scelte hanno conseguenze. Non c’è dubbio che soffrirete per aver fatto delle scelte sbagliate nei prossimi anni. Difatti, la gravità delle conseguenze che affrontiamo per le nostre scelte di tutti i giorni sta crescendo e di tanto. “Niente vaccino, niente lavoro” rapidamente diventa “niente vaccino, niente spostamenti” ed, inevitabilmente, “niente microchip 5G iniettabile con Luciferase, niente accesso al supermercato”. Solo coloro che deliberatamente si illudono, non riescono a vedere questo punto.
Tuttavia, ogni giorno facciamo una scelta, o di rispettare ciò che sappiamo essere sbagliato, o di rifiutarci di portare avanti questa farsa. Però abbiamo un’arma a disposizione. Un’arma segreta che è stata già utilizzata attraverso i secoli per buttare giù i dittatori.
L’Arma Segreta
Questa “arma segreta”, a quanto pare, non è poi così segreta. È conosciuta ed è discussa ormai da secoli. Per quanto potente, tuttavia, è così semplice in apparenza, che viene scartata e dimenticata con la stessa facilità con cui è stata trovata, per essere ritrovata ogni una o due generazioni.
Come gli ascoltatori del mio recente podcast con Keith Knight di “Don’t Tread on Anyone” sapranno, l’arma segreta esiste da almeno cinque secoli, è stata spiegata con eleganza, stile e sinteticità da Étienne de La Boétie nel suo trattato del sedicesimo secolo: “The Politics of Obedience: The Discourse of Voluntary Servitude.” (La Politica dell’Obbedienza: Discorso sulla Servitù Volontaria)
Ovviamente non c’è bisogno di combattere per sopraffare questo singolo “tiranno”, sarebbe automaticamente sconfitto se la nazione intera rifiutasse di acconsentire alla propria schiavitù: non è necessario togliergli qualcosa, ma semplicemente non dargli nulla; non c’è bisogno che un paese si sforzi di fare qualcosa per se stesso, purché non faccia nulla contro se stesso. Sono quindi gli abitanti stessi che permettono, o piuttosto, causano la propria sottomissione, visto che smettendo di sottomettersi porrebbero fine alla propria schiavitù.
Questa perla di saggezza è stata riscoperta nel XIX secolo da Henry David Thoreau nella sua eccellente opera sulla Disobbedienza Civile. (Civil Disobedience)
“Una minoranza è impotente fino a quando si conforma alla maggioranza; in quel momento non è nemmeno una minoranza; invece è irresistibile quando si oppone con tutto il suo peso. Se l’alternativa fosse di tenere tutti gli uomini giusti in prigione, o di rinunciare alla guerra e la schiavitù, lo Stato non esiterebbe un momento su cosa scegliere. Se mille uomini non avessero pagato le tasse quest’anno, quello non sarebbe né un atto violento né sanguinoso, invece che pagarle le tasse, dando allo stato i mezzi per commettere violenze e spargere sangue innocente. Questa è, difatti, la definizione di una rivoluzione pacifica, supponendo che una tale cosa sia possibile. Se l’esattore delle tasse, o qualsiasi altro pubblico ufficiale, mi chiedesse, come uno di essi poi ha fatto, “Ma che cosa dovrei fare?” la mia risposta è stata, “Se vuoi veramente fare qualcosa, dai le dimissioni dal tuo ufficio.” Una volta che la persona soggetta ha rifiutato obbedienza, ed il pubblico ufficiale ha dato le proprie dimissioni dall’incarico, allora la rivoluzione sarà compiuta.”
Anche nel XX secolo l’idea ha ricevuto nuova vita dal Mahatma Gandhi:
“In effetti, credo che ho fornito un grande servizio sia all’India che all’Inghilterra, mostrando attraverso la non-cooperazione una via d’uscita dallo stato innaturale in cui entrambi viviamo. Nella mia umile opinione, la non collaborazione con il male, è un dovere di uguale importanza della cooperazione con il bene.”
Inoltre, come gli ascoltatori del mio podcast riguardo la storia di Eric Frank Russell scritta nel 1951 “E non ne rimase nessuno” (…And Then There Were None) ricorderanno, gli abitanti del lontanissimo pianeta Gand riscopriranno quest’arma “segreta” centinaia di anni nel futuro. In questo racconto, una semplice striscia di avorio con la scritta “F-I. W.” (“L.- M.R.” in Italiano) incisa su un lato, si rivela essere la più pericolosa arma in possesso degli abitanti di Gand:
Tirando lo sguardo su, con un’espressione perplessa, disse: “Questa sarebbe un’arma?”
“Sicuro.”
“Allora non capisco.” Passa la placca ad Harrison “E tu?”
“No.” Harrison la osservò attentamente, si rivolse a Baines. “Che significa L. – M. R..?”
“Sono iniziali,” disse Baines. “Reso corretto dall’uso comune. È diventato un motto mondiale. Lo vedrete ovunque, se non l’avete già notato.”
“L’ho visto qua e là ma non gli ho dato alcuna importanza, non ci ho pensato affatto. Adesso ricordo che l’ho visto scritto in molti posti, includendo da Seth e alla caserma dei pompieri.”
“Era sui lati di quell’autobus che non siamo riusciti a svuotare,” aggiunse Gleed. “Non significava nulla per me.”
“Significa tanto,” disse Jeff. “Libertà – Mi Rifiuto!”
Mentre la storia di Russell continua a chiarire (ascoltatela o leggetela se non l’avete ancora fatto), il mantra ingannevolmente semplice del non-collaborazionista “Libertà – Mi Rifiuto!” è come un super-potere. Compreso e messo in pratica da un intero pianeta pieno di gente, la pratica di non collaborazione rende il popolo ingovernabile ed invincibile. La tirannia non può esistere se non c’è nessuno che segue gli ordini del tiranno.
Si, come gli uomini lo sanno da centinaia di anni, la chiave per rovesciare una dittatura è di mettere in atto una disobbedienza attiva contro di essa. Questo è il motivo per cui lo stato investe una così grande quantità di tempo ed energie nel fare propaganda al popolo. Richiede massicci lavaggi del cervello per convincere le persone ad andare avanti con un sistema che è così evidentemente dannoso per il loro benessere fisico, mentale, economico, sociale e spirituale. Ma questo è indice dell’efficacia di questa propaganda il che ci porta verso i libri di storia (o gli annali della fantascienza) per trovare esempi di appelli alla non cooperazione di massa.
Per fortuna, l’era del “Grande Reset” sta allo stesso tempo risvegliando una porzione significativa del pubblico sul terribile stato delle cose e sul bisogno di disobbedienza. Da Victoria a Dublino, lo spirito dell’uomo si sta rialzando ancora una volta per combattere il dispotismo che sta calando sopra di esso.
Quindi come possiamo applicare questa antica saggezza alle nostre vite al giorno d’oggi? Cosa possiamo fare per incamminarci sulla strada della non collaborazione che sarà così essenziale per liberarci dal giogo della tirannia tecnocratica?
Per cominciare
Se vogliamo avere qualche speranza di semplificare il dedalo di scelte che stiamo per affrontare, è imperativo che siamo preparati ad affrontare anche le conseguenze delle scelte che dobbiamo fare. Ma prima che cominciamo a preparare noi stessi fisicamente o economicamente per queste conseguenze, dobbiamo essere pronti psicologicamente. Questo significa impegnarsi al principio di non collaborazione con ciò che riteniamo sbagliato, e determinare dove, come e quando dobbiamo opporci all’autorità.
All’inizio di questa crisi mondiale Covid, io scrissi: “Guide to Surviving a Crisis” (Guida per Sopravvivere ad una Crisi) che esortava i miei lettori a soffermarsi in alcune riflessioni riguardo le loro linee tracciate sulla sabbia:
Prima di tutto, capite quello che siete o non siete in grado di fare. Per quanto potreste restare in lockdown senza avere bisogno di qualche aiuto dallo stato? Che cosa siete disposti a fare in caso di un trasferimento obbligatorio? O di una vaccinazione forzata? Per quanto potreste sopravvivere senza lavoro ed una paga regolare? E, anche questo di estrema importanza, che cosa sono capaci di fare i vostri familiari e le persone a voi care? Condividono le vostre opinioni e seguirebbero le vostre decisioni?
Bene, adesso sono passati sette mesi. Noi stiamo per entrare nell’oscuro “inverno” della seconda ondata, che, ci assicurano continuamente, sarà la parte peggiore di questa finta pandemia. Peggio ancora, la massa degli Americani stanno per passare attraverso un ciclo (s)elettivo (elezioni di Novembre) che è quasi garantito che porterà disordini su più vasta scala. Persino i media mainstream adesso cominciano ad accarezzare l’idea che questa potrebbe essere “l’inizio della fine” per gli Stati Uniti d’America.
Se c’è mai stato un momento per impegnarsi in questa auto-riflessione, il momento è questo. Se mai c’è stato un momento per tracciare la tua linea nella sabbia, il momento è questo.
Le vostre risposte a questa auto-riflessione determineranno quanto sarete pronti voi è la vostra famiglia nella realtà di questo mondo, quindi cercate di essere più specifici possibile quando compilerete la vostra lista. E siate onesti con voi stessi. Se vi imbattete in qualcosa di irragionevole e finite col rompere quell’impegno, potreste avere la sensazione che l’intera lista sia stata compromessa.
Quindi, quando preparerete la vostra lista, mettete dettagli e fate in modo che abbiano senso. Quali sono le cose che voi siete preparati a sacrificare in un momento di emergenza, qual è l’inviolabile linea tracciata sulla sabbia che non va mai oltrepassata in qualsiasi circostanza?
Pensate alla vostra situazione e siate più specifici possibile. Avete una persona cara che ha bisogno di continue attenzioni mediche e che potrebbe subire terribili restrizioni in caso di futuri lockdowns? Avete un lavoro che vi richiede di viaggiare oppure è probabile che avrete bisogno di una prova di immunità? Avete figli che soffrirebbero se voi foste costretti a lasciare il lavoro o ad essere esclusi dalla società?
Nessuno dice che le scelte che dovremo affrontare saranno semplici. Questo è il motivo per cui dobbiamo preparare le nostre risposte adesso.
Che cosa succede dopo?
Dopo che avete delineato gli scenari più probabili per i prossimi anni e dopo che avete tracciato la vostra linea sulla sabbia, è tempo adesso di preparare e fortificare voi stessi per qualsiasi cosa possa derivare da quella scelta.
Se rifiutate categoricamente di essere vaccinati in qualsiasi circostanza, per esempio, sarebbe meglio iniziare a lavorare in modo da assicurarvi un impiego sicuro o almeno un qualche mezzo di sussistenza che non richieda una tale cosa. Se non vi volete sottomettere ai nuovi documenti di identità digitali del governo o alle app di tracciamento o alle valute digitali, è meglio allora che iniziate a sviluppare una comunità (oppure una “cellula libera”) di persone dal pensiero affine (preferibilmente nella vostra area geografica) che possano aiutarsi a vicenda mentre la gabbia dello stato di polizia si sta chiudendo.
Le specifiche di quello che sarà richiesto dipenderà da dove abbiamo tracciato le nostre linee sulla sabbia, da quali risorse abbiamo disponibili, dalla comunità in cui viviamo ed un milione di altre variabili. Ma una volta che abbiamo definito queste variabili e una volta testati differenti scenari, saremo in grado di allestire un piano concreto per creare una comunità di scambi locali e mettere da parte risorse per i tempi avvenire.
Il futuro è la nostra scelta
La non-collaborazione è una strategia che è stata già collaudata nel tempo. Ha funzionato in passato nel far cadere dittatori ed imperi. Però la vittoria non è eterna. Non risolve una volta per tutte il problema dell’autoritarismo che ha sempre afflitto l’umanità. Indovinate un po’? Niente può farlo, e niente potrà mai. Questo fa parte del funzionamento della società umana. Questa è una battaglia che si rinnova e che tutte le generazioni affrontano. Chiunque critichi una strategia importante per minare l’autorità di un dittatore, dicendo che non risolverà mica tutti i problemi dell’umanità per il resto dell’eternità, è un troll, un codardo o un agente della discordia.
Ma concediamo per un momento tutto quanto ai trolls, ai codardi ed agli agenti della discordia. Il vostro atto di non-collaborazione non cambierà nulla. Non risolverà nulla. Il rullo compressore del Nuovo Ordine Mondiale vi schiaccerà e continuerà per la sua strada senza ripensamenti, il vostro sacrificio non avrà ottenuto nulla.
Come Thoreau osserva:
“Ma anche se del sangue venisse sparso. Non c’è una sorta di dissanguamento quando la coscienza viene ferita? Attraverso questa ferita la vera virilità ed immortalità dell’uomo si dissangua, (ferita che) lo fa sanguinare in una morte eterna. Io vedo questo sangue scorrere adesso.”
Anche se le nostre critiche sono corrette che questa nostra potentissima arma, sarà inefficace contro i dittatori, si sbaglia a pensare che i nostri atti di non-collaborazione sono sprecati e senza significato. Alla fine della nostra vita, ognuno di noi dovrà fare i conti. Su di una bilancia peseremo le nostre azioni, le nostre decisioni e scelte. Ci siamo opposti al male? Oppure ci siamo lasciati andare alla speranza che saremmo stati lasciati in pace per un po’? Questa scelta – la scelta di combattere per il bene o lasciarsi andare e collaborare con il male – è ciò che veramente importa nel giudizio finale.
Grandi sono coloro che sono in grado di affrontare il loro ultimo giorno in vita con queste parole sulle labbra:
“No, io non collaboro. No, non farò come mi è stato detto. No, io non smetterò di fare quello che sto facendo.”
Se una qualsiasi delle precedenti (asserzioni) conduce alla conclusione, che io pensi che queste scelte saranno facili da prendere, oppure che solo i deboli falliranno le prove che stiamo per affrontare, allora ho fallito nel mio compito di comunicatore. Al contrario. Soltanto i più forti saranno capaci di impegnarsi completamente alla non collaborazione. Con la prospettiva di perdere il proprio lavoro, quanti riusciranno a restare saldi nei propri principi? E quando la capacità di comprare o vendere beni dipenderà da te che dici “sì” al tiranno? Chi sarà capace di farsi separare dalla propria famiglia o forzare i propri figli a vivere come emarginati rifiutandosi di seguire l’ordine del giorno?
Soltanto uno stupido potrebbe vedere in Gandhi un uomo fragile e debole. Se posso essere sincero, anche io sono preoccupato per queste scelte e su dove tracciare la mia linea sulla sabbia.
Ma per quanto sia difficile mantenere questo ideale, rimane comunque la cosa ideale da fare.
Liberta’. Mi rifiuto.
FONTE: https://www.minds.com/CorbettReport/blog/drawing-your-line-in-the-sand-1167128462602039296
Tradotto da Giulio Bona per ComeDonChisciotte.org
Pubblicato da Tommesh – ComeDonChisciotte.org