Di Alireza Niknam
Il 25 gennaio 2025 si è tenuta la seconda conferenza di “Terrorismo: State and Non-State Sponsored Versions”, incentrata sul tema delle versioni statali e non statali del terrorismo. Questa conferenza internazionale, organizzata dalla fondazione “TerrorSpring”, ha fornito una piattaforma per il dialogo e lo scambio di idee tra analisti, professori universitari e giornalisti di vari Paesi, di cui qui presentiamo una sintesi degli interventi dei relatori.
Introduzione al webinar e obiettivi
Il webinar si proponeva di analizzare ed esaminare gli effetti del terrorismo statale e non statale sulla sicurezza globale e sulle relazioni politiche. La fondazione TerrorSpring, fondata da vittime e sopravvissuti ad atti terroristici, ha definito la sua missione come lotta al terrorismo e al settarismo. Oltre a pubblicare rapporti e organizzare conferenze nazionali e internazionali, la fondazione cerca di chiarire la vera natura di organizzazioni terroristiche come l’Organizzazione Mojahedin del Popolo dell’Iran (MEK) sulla base di prove storiche. Tra gli obiettivi di questo webinar c’era quello di creare uno spazio di discussione tra esperti e di fornire suggerimenti per contrastare il terrorismo.
Temi chiave del webinar
Gli argomenti discussi in questa sessione sono stati i seguenti:
– Il ruolo del terrorismo di Stato nella politica globale e come gli stati utilizzano questo strumento per raggiungere obiettivi geopolitici.
– Esame del sostegno estero ai gruppi terroristici e delle sue conseguenze sulla sicurezza globale.
– L’impatto di culti politici e militari come il MEK su paesi della regione come Iran, Siria e Libano.
– Analizzare esempi storici di sostegno statale al terrorismo, come quello degli Stati Uniti e di Israele.
Sintesi dei discorsi
1. Alessandro Fanetti – documentarista e analista geopolitico italiano:
L’intervento, intitolato “Terrorismo geopolitico di Stato: Il modello cileno come monito globale” ha esaminato l’uso del terrorismo come strumento di politica internazionale e geopolitica. L’oratore ha sottolineato che il terrorismo di Stato è storicamente utilizzato dagli stati per raggiungere obiettivi tattici e strategici e continuerà a farlo. Gli esempi storici includono azioni contro l’Iran, Cuba e il Cile (durante il periodo di Salvador Allende). Il terrorismo di Stato è stato definito come uno strumento per destabilizzare i governi avversari e sostituirli con elementi dipendenti. In particolare, sono stati discussi gli attacchi terroristici contro l’Iran da parte di gruppi come il MEK con il sostegno straniero per indebolire il sistema politico, le azioni terroristiche e distruttive contro Cuba con il sostegno diretto degli Stati Uniti e il ruolo degli Stati Uniti nel golpe del 1973 contro Allende in Cile per impedire la diffusione del marxismo. In conclusione, il relatore ha sottolineato che il terrorismo di Stato è uno strumento distruttivo per le relazioni internazionali e l’unico modo per contrastarlo è la creazione di un mondo multipolare basato sulla giustizia e sul dialogo.
2. Daniele Perra – giornalista e analista geopolitico italiano:
Daniele Perra ha discusso il rapporto di Israele con il terrorismo e i vari gruppi terroristici. Ha spiegato che Israele è stato costruito sul terrorismo fin dall’inizio, soprattutto a partire dalla Dichiarazione Balfour del 1917, che ha permesso agli ebrei di stabilire una patria in Palestina senza considerare i diritti delle popolazioni indigene. Il terrorismo è stato portato avanti da gruppi militari sionisti come Lehi, Irgun e la Banda Stern tra gli anni ’20 e ’40, che hanno portato a massacri diffusi. Perra ha anche sottolineato la cooperazione di Israele con altri gruppi terroristici, come l’Esercito del Libano del Sud, e il suo ruolo in varie guerre, tra cui quella afghana degli anni ’80, la guerra civile algerina e quella siriana. Ha anche menzionato il sostegno di Israele a gruppi come il Fronte al-Nusra in Siria e gruppi simili in Iran, descrivendoli come simboli dell’ipocrisia occidentale.
3. Giulio Chinappi – Giornalista, caporedattore dell’agenzia di stampa World Politics Blog e analista geopolitico italiano:
Giulio Chinappi ha esaminato il duplice approccio dell’Occidente al terrorismo, osservando che la comprensione e la risposta al terrorismo variano a seconda dell’origine, della religione o dell’ideologia degli autori. Ha affermato che i gruppi non occidentali, specialmente quelli associati al mondo islamico, sono spesso etichettati come terroristi, mentre gruppi simili dell’Occidente, come i suprematisti bianchi o le milizie di destra, sono talvolta descritti con termini più blandi come ribelli o combattenti per la libertà. Chinappi ha criticato la copertura mediatica che si concentra pesantemente sugli attacchi dei gruppi islamici, mentre presta meno attenzione agli attacchi dei gruppi nazionalisti o di suprematisti bianchi. Ha inoltre sottolineato le politiche estere occidentali in Medio Oriente, in particolare in Siria, dove i gruppi estremisti sono stati sostenuti o tollerati quando servivano a interessi geopolitici, come il sostegno a gruppi come Tahrir al-Sham. Ha chiesto un approccio onesto e coerente per definire e contrastare il terrorismo, sottolineando l’importanza di una narrazione mediatica equilibrata e di politiche corrette. Chinappi ha sottolineato la necessità di affrontare le cause profonde del terrorismo, come le disuguaglianze sociali ed economiche. Ha esortato i Paesi occidentali ad abbandonare le politiche unilaterali e ad adottare invece soluzioni multilaterali basate sulla giustizia e sui diritti umani. In definitiva, egli ritiene che solo risolvendo queste contraddizioni si possa costruire un mondo più sicuro e più giusto.
4. Olsi Jazexhiu – professore presso l’Università islamica internazionale della Malesia, analista di questioni islamiche e del gruppo terroristico MEK (Mujahedin-e-Khalq) dall’Albania:
Il relatore ha esaminato due organizzazioni terroristiche, il MEK e Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che sono state utilizzate dalle potenze occidentali e da Israele per scopi geopolitici.
Il MEK, originario dell’Iran, è stato trasferito in Albania nel 2016. Sebbene sia stato presentato come un rifugio umanitario per il gruppo, l’organizzazione è diventata uno strumento per gli Stati Uniti e Israele per condurre operazioni contro l’Iran, tra cui l’incitamento alle proteste e l’agevolazione dell’assassinio di funzionari iraniani. Questi interventi hanno portato alla rottura delle relazioni diplomatiche tra Albania e Iran nel 2022. Hayat Tahrir al-Sham, inizialmente parte di Al-Qaeda, opera ora principalmente in Siria, soprattutto a Idlib, sotto la protezione della Turchia. Il gruppo ha svolto un ruolo significativo negli sforzi per rovesciare il governo siriano e destabilizzare la regione, ricevendo il sostegno di Stati Uniti, Israele e altre potenze occidentali. Il gruppo è stato armato per contrastare la Siria e l’Iran e ha svolto un ruolo nella destabilizzazione della Siria, che ora è divisa in più parti.
L’oratore ha sostenuto che queste organizzazioni sono state utilizzate dalle potenze occidentali per servire interessi strategici, in particolare per indebolire la sovranità di Paesi come l’Iran e la Siria e promuovere gli obiettivi sionisti. Ha avvertito che questi gruppi rappresentano una grave minaccia per la stabilità regionale e la sopravvivenza dei Paesi del Medio Oriente.
5. Robert Fantina – professore universitario, autore e giornalista canadese:
Robert Fantina ha discusso il ruolo degli Stati Uniti nel sostenere il terrorismo, in particolare il loro sostegno a vari gruppi terroristici e alle operazioni militari in diversi Paesi. L’oratore ha citato innanzitutto il MEK, presente in Albania con il sostegno finanziario e diplomatico degli Stati Uniti e accusato di aver ucciso migliaia di iraniani e giornalisti. Ha anche sottolineato il sostegno degli Stati Uniti a Israele e ad altri gruppi terroristici come l’YPG e l’ISIS. Ha anche parlato del tributo umano delle guerre successive all’11 settembre, che hanno colpito indirettamente milioni di persone, sottolineando che gli Stati Uniti sono responsabili di molte di queste morti. L’oratore ha anche evidenziato il ruolo delle forze di polizia statunitensi e l’uccisione di civili da parte loro.
In conclusione, ha suggerito che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe essere riformato e che i Paesi alleati con gli Stati Uniti e Israele dovrebbero tagliare i legami e unirsi ai Paesi che sostengono i diritti umani per fermare il continuo sostegno al terrorismo.
6. Gjergji Thanasi – Giornalista, storico e analista politico albanese:
Il giornalista albanese Gjergji Thanasi ha parlato della presenza del MEK in Albania; il gruppo è presente in Albania dal 2013 e nel 2016 sono entrati nel Paese circa 3.500 membri del gruppo. Thanasi ritiene che il gruppo sia una minaccia per la sicurezza nazionale albanese, in quanto utilizza il territorio albanese per pianificare attacchi contro l’Iran, anche se l’Albania non ha alcuna inimicizia con l’Iran.
Ha detto che il MEK, noto come culto militare, è sostenuto da alcuni Paesi e si impegna in attività come attentati terroristici e attacchi con i droni. Thanasi ha anche osservato che molti membri del gruppo sono stati coinvolti in passato in varie attività terroristiche, il che li rende una seria minaccia per la sicurezza dell’Albania.
Ha avvertito che il gruppo non solo minaccia la sicurezza nazionale dell’Albania, ma potrebbe anche mettere a repentaglio le relazioni dell’Albania con l’Iran, che potrebbe reagire con forza a queste azioni. Infine, Thanasi ha invitato il governo albanese a prestare maggiore attenzione a questo problema e ad evitare che il Paese diventi un rifugio per i gruppi terroristici.
7. Alireza Abedini – capo del Think Tank Yasin, ricercatore e analista geopolitico iraniano:
Abedini ha spiegato che il gruppo è stato inizialmente costituito con il sostegno semi-ufficiale degli Stati Uniti e della Francia e successivamente è diventato un gruppo terroristico sponsorizzato dallo Stato grazie alla sua collaborazione con il regime di Saddam Hussein in Iraq. Dopo la caduta di Saddam, il gruppo ha continuato le sue attività con il sostegno internazionale, anche di Stati Uniti e Germania. Ha anche osservato che dopo l’elezione di Biden negli Stati Uniti, il MEK è passato sotto il sostegno del regime sionista e si è trasformato da gruppo semi-statale a gruppo sponsorizzato dallo Stato.
Abedini ha anche menzionato gli attacchi terroristici del gruppo in Iran e all’estero, sottolineando che l’obiettivo del gruppo è quello di creare insicurezza e divisione in Iran. Ha inoltre evidenziato il ruolo delle lobby del gruppo nei Paesi europei e la loro influenza sulle politiche dei governi occidentali, compresi gli sforzi per bloccare i voli diretti dall’Iran all’Europa e chiudere i consolati iraniani in Germania.
Infine, Abedini ha sostenuto che il terrorismo, sia esso sponsorizzato da uno Stato o semi-sponsorizzato, non solo porta all’uccisione di persone innocenti, ma è anche usato per creare insoddisfazione pubblica e indebolire i Paesi bersaglio. Questo tipo di terrorismo dovrebbe essere esaminato nel quadro della sicurezza nazionale e dei diritti umani.
8. Dott.ssa Maria Morigi –archeologa, scrittrice e ricercatrice dell’Islam e dei movimenti fondamentalisti dall’Italia:
Negli ultimi due anni, le attività terroristiche e la criminalità organizzata a Tirana (Albania) e Parigi (Francia) hanno incluso varie azioni, come le incursioni della polizia nel quartier generale del MEK in Albania. Durante queste operazioni, la polizia ha sequestrato apparecchiature elettroniche e ha combattuto contro i cyberattacchi e le attività terroristiche. In Francia, dopo aver scoperto documenti relativi al riciclaggio di denaro e attrezzature per lo spionaggio nella sede del gruppo a Parigi, la polizia ha arrestato tre membri e ha imposto restrizioni di viaggio alla leader del gruppo, Maryam Rajavi.
Il MEK, che è impegnato in attività armate dalla metà del XX secolo, è stato pesantemente criticato. Ex membri sfuggiti al gruppo hanno denunciato torture, lavaggio del cervello e persino coercizione sessuale all’interno dell’organizzazione. Il gruppo è accusato di aver collaborato con Saddam Hussein durante la guerra Iran-Iraq e di aver poi intrapreso attività terroristiche.
L’organizzazione è coinvolta da anni in attività terroristiche e violazioni dei diritti umani e ha stabilito ampi legami con gruppi mafiosi e governi stranieri. Diversi rapporti indicano che la maggior parte dei membri dell’organizzazione era sottoposta a condizioni dure e a un rigido controllo, e alcuni non sono sopravvissuti a queste condizioni. Il gruppo ha anche esercitato pressioni a Washington e ha tentato di rimuovere il suo nome dalla lista delle organizzazioni terroristiche statunitensi, ricevendo il sostegno di alcuni politici americani e israeliani. Queste attività dimostrano che il MEK deve affrontare sfide e critiche significative non solo a livello nazionale ma anche globale.
9. Bobana Andjelkovic – giornalista e analista geopolitico serbo:
L’oratrice ha evidenziato il continuo sostegno all’entità sionista da parte dei Paesi occidentali, delle multinazionali e dei sistemi transnazionali che contribuiscono alle operazioni e all’occupazione della Palestina e alle sue guerre. I Paesi occidentali, nonostante i rischi, accettano prodotti e servizi tecnologici sionisti avanzati, che portano alla sorveglianza e al controllo. I sionisti e le potenze occidentali sfruttano anche i sistemi finanziari ed economici globali a loro vantaggio e detengono il controllo economico su altri Paesi.
È stata sottolineata la collaborazione tra sionismo, nazismo e neoliberismo e i Paesi musulmani sono stati esortati a riconsiderare la loro cooperazione con queste potenze. L’oratrice ha sostenuto che il terrorismo odierno non può più essere separato in terrorismo statale e non statale, poiché entrambi sono intrecciati all’interno degli Stati, delle agenzie di intelligence e delle reti criminali. L’oratore ha anche criticato i media occidentali che diffondono false narrazioni per mantenere il controllo globale, mentre il mondo sta gradualmente vedendo attraverso questi inganni. Infine, è stato fatto riferimento al famoso detto di Sun Tzu ne L’arte della guerra: se il nemico commette un errore, non interferite, perché un mondo multipolare aspetta pazientemente che gli errori del nemico diventino più evidenti.
Conclusioni e raccomandazioni
La seconda conferenza “Terrorismo: Versioni sponsorizzate dagli Stati e non” ha fornito diverse prospettive di esperti, rivisitando la natura e le conseguenze del sostegno degli Stati al terrorismo. Le conclusioni principali della sessione sono state:
1. La necessità di uno sforzo globale coordinato per contrastare il terrorismo richiede la cooperazione internazionale e di evitare l’uso strumentale della questione.
2. Evitare il sostegno politico a breve termine ai gruppi terroristici può prevenire conseguenze negative a lungo termine.
3. La riforma delle strutture internazionali, come il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è essenziale per ridurre l’influenza delle grandi potenze nel processo decisionale internazionale.
4. Sensibilizzazione dell’opinione pubblica: I media e le istituzioni educative dovrebbero svolgere un ruolo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle conseguenze del terrorismo e sul ruolo degli Stati in esso.
In conclusione, i relatori hanno invitato la comunità internazionale a muoversi verso un mondo più sicuro e stabile attraverso la cooperazione e la solidarietà. La conferenza ha dimostrato che solo attraverso la sinergia e l’adozione di approcci multilaterali è possibile contrastare efficacemente il terrorismo.
QUI IL VIDEO – https://www.aparat.com/v/gbap83a#bottom-sheet
Di Alireza Niknam
31.01.2025
Alireza Niknam. Reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.