È in arrivo un’altra Hiroshima… se non la fermiamo in tempo
John Pilger johnpilger.com Quando mi ero recato per la prima volta ad Hiroshima, nel 1967, l'ombra sui gradini era ancora lì. Era l’immagine quasi perfetta di un essere umano a proprio agio: gambe divaricate, schiena piegata, una mano sul fianco mentre sedeva in attesa dell’apertura della banca. Alle otto e un quarto della mattina del 6 agosto 1945, lei e la sua sagoma erano state impresse a fuoco nel granito. Avevo guardato quell’ombra per un'ora o anche più, poi ero sceso in riva al…