“SUPER-DIFFUSORE DI COSPIRAZIONE COVID”

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L’AP e l’Atlantic Council mi nominano “super-diffusore di cospirazione COVID” e cancellano Ron Unz

Kevin Barrett

– The Unz Review – 16 febbraio 2021

La cattiva notizia è che due delle istituzioni più potenti d’America mi hanno consacrato “super-diffusore COVID”. La buona notizia è che sono accusato di essere un super-diffusore di “teorie cospirazioniste COVID”, non della malattia vera e propria. Ma la notizia peggiore è che per come stanno andando le cose, i ” cospirazionisti” potrebbero presto essere messi in quarantena nei campi COVID come minacce alla salute pubblica. I dissidenti, a quanto pare, sono i nuovi terroristi.

L’Associated Press e l’Atlantic Council hanno pubblicato in contemporanea un attacco coordinato contro di me ed altri accusati di propagandare studi alternativi sull’origine del COVID-19. Anche se l’etica giornalistica dello scrittore dell’AP David Klepper necessita di qualche ritocco, e anche se l’Atlantic Council mi ha diffamato, sono onorato di essere stato apprezzato, per quanto in modo mendace e non etico, per i miei sforzi di scoprire e diffondere l’ovvia ma indicibile verità che il COVID-19 è quasi certamente un’arma batteriologica USA-NATO, molto probabilmente utilizzata di proposito. Se i colpevoli verranno alla fine perseguiti per crimini di guerra, il complesso globale delle armi biologiche chiuso e l’umanità salvata, sarò lieto di accettare parte del merito. E nel caso più probabile che l’impunità prevalga, e che seguiranno epidemie molto peggiori, potrò almeno dire di averci provato.

L’articolo di Klepper sull’AP mi cita fedelmente per aver scritto che la prima comparsa dell’epidemia in Iran “suggerisce che gli americani e/o i loro partner israeliani… potrebbero aver deliberatamente attaccato l’Iran”. Poi Klepper mi cita fuori contesto: “Mi sembrava abbastanza ovvio che la prima ipotesi da prendere in considerazione quando qualcosa di straordinario come questa pandemia di COVID colpisce, è che si tratti di un attacco di guerra biologica da parte degli Stati Uniti”. Questa affermazione, priva di contesto, suona folle. Klepper ha deliberatamente tralasciato le mie precedenti affermazioni che delineavano il contesto storico e geostrategico.

Contesto storico: i servizi di intelligence militare degli Stati Uniti e i loro alleati hanno ripetutamente sferrato attacchi batteriologici contro molte nazioni, tra cui Corea, Cuba, Russia, Zimbabwe e (quasi certamente) Cina; hanno attaccato con l’antrace il loro stesso Congresso, come pure i giornalisti; e poi hanno sfruttato l’attacco con l’antrace contro l’America (perpetrato da loro stessi) per aumentare massicciamente il budget per la guerra batteriologica, spendendo miliardi su alcuni progetti come la ricerca sul “guadagno di funzione”, sui pericolosissimi coronavirus dei pipistrelli, tra altri agenti patogeni. Il COVID-19 non sarebbe la prima epidemia militare statunitense: lo “scopritore” della malattia di Lyme, Willie Burgdorfer, ha confessato in lacrime, in un video, che aveva in realtà creato il Lyme per il complesso di guerra batteriologica degli Stati Uniti. Per le prove a sostegno delle affermazioni di cui sopra, vedere i link e le fonti nel mio articolo precedente al COVID “Guerra batteriologica degli Stati Uniti: un cocktail micidiale di guerra batteriologica e grandi bugie”.

Contesto geostrategico: l’attuale prima potenza militare mondiale, gli Stati Uniti, sta disperatamente cercando di contrastare l’ascesa economica della seconda potenza emergente, la Cina. Come Graham Allison ha osservato in The Thucydides Trap, “quando una grande potenza minaccia di sostituirsi ad un’altra, la guerra è quasi sempre il risultato…” E questa guerra è quasi sempre scatenata dalla prima potenza nella speranza di prevenire l’ascesa della seconda. Quindi, secondo i precedenti storici, dovremmo aspettarci che gli Stati Uniti usino mezzi militari per cercare di fermare l’ascesa della Cina e dato che tale ascesa è guidata dalla sua straordinaria e sostenuta crescita economica, dovremmo aspettarci che gli Stati Uniti prendano di mira l’economia cinese. Un modo ovvio per farlo è la guerra batteriologica.

Tali tentativi sono probabilmente in atto da almeno un decennio. Fonti cinesi sostengono che l’influenza aviaria e l’influenza suina sono state deliberatamente diffuse in Cina da agenti militari americani per privare la popolazione delle principali fonti di carne. Il COVID-19, che si è misteriosamente presentato a Wuhan (il crocevia di tutta la Cina) in occasione del più grande evento di viaggi, il Capodanno cinese, a seguito della visita di una squadra di giochi militari americani molto rischiosi, sembra l’ennesimo attacco bioterroristico statunitense volto a danneggiare l’economia della Cina e ad additarla come origine del “virus cinese” o “influenza di Wuhan”. Questa analisi sembra ancora più probabile alla luce del prossimo obiettivo, i religiosi legati al governo iraniano al centro della successiva epidemia a Qom.

L’analisi appena delineata è mirabilmente sviluppata nell’articolo di Ron Unz “American Pravda: Our Coronavirus Catastrophe as Biowarfare Blowback?” (La catastrofe del Coronavirus come reazione alla guerra batteriologica?) La prova più evidente che ho esposto, citata da Klepper, è stata sottolineata da Ron Unz nella sua presentazione al webinar COVID Biowar così come nel suo articolo: “Sembra quindi che elementi della Defense Intelligence Agency fossero a conoscenza della mortale epidemia virale a Wuhan più di un mese prima di qualsiasi funzionario del governo cinese stesso. A meno che le nostre agenzie di intelligence non abbiano sviluppato la tecnologia della preveggenza, penso che ciò potrebbe essere accaduto per la stessa ragione per cui i piromani conoscono per primi gli incendi futuri”.

 

Se l’AP e dietro di essa l’Atlantic Counsil stavano cercando personaggi influenti responsabili della diffusione dell’ipotesi che il COVID-19 sia un’arma biologica statunitense, avrebbero dovuto chiamare Ron Unz, come ho caldamente sollecitato David Klepper a fare. Allora perché Ron non è entrato nella lista? Forse Klepper e i suoi maestri di sbeffeggiamenti non volevano attirare l’attenzione sul formidabile saggio di Ron. Infatti, i soliti sospetti sembrano terrorizzati da quell’articolo. Poco dopo la sua pubblicazione, la Unz Review è stata improvvisamente sottoposta a massiccia censura,  apparentemente coordinata da Google e Facebook.

David Klepper avrebbe deliberatamente allontanato i lettori da Ron Unz e da “American Pravda: La nostra catastrofe da Coronavirus come reazione alla guerra batteriologica“? Userebbe consapevolmente e intenzionalmente una citazione fuori contesto per cercare di farmi sembrare irrazionale? Molto probabilmente. Dopo tutto, ha violato l’etica giornalistica e la decenza umana di base quando non ha mantenuto la promessa di condividere la registrazione della sua intervista con me. Come ho scritto oggi a Ron Unz:

Ciao Ron,
strano come tu e il tuo articolo siate stati ignorati, mentre io ho avuto tutto il merito per le tue idee (che condivido, ma comunque…)
Ho rilasciato un’intervista all’autore, David Klepper, qualche mese fa, citando il tuo articolo sulla “reazione” ed invitandolo a contattarti. L’ha fatto?
Quando ha registrato l’intervista su Zoom ha detto che potevo registrarla, poi ha preteso di non sapere come cambiare l’impostazione per permettermi di farlo. Ho detto che non avrei rilasciato l’intervista se non avesse promesso di condividerla con me. Lui ha accettato, ma poi si è tirato indietro e ha mentito su ciò che è successo. Vedi sotto.
Cordialmente,
Kevin

Ron Unz ha risposto:

Grazie Kevin,
in effetti il silenzio è un po’ irritante ma non inatteso. E certamente non ho mai ricevuto sue notizie.
Sono abbastanza sicuro che l’ADL e organizzazioni simili hanno, per ragioni abbastanza ovvie, emesso una sorta di editto che proibisce agli MSM di menzionare il mio nome o la mia pubblicazione. Infatti, ho pubblicato una colonna sulla situazione l’anno scorso:
https://www.unz.com/runz/ideological-purges-and-the-lord-voldemort-effect/
Per esempio, lo scorso anno c’è stata un’enorme controversia su Internet che è arrivata al NYT, al WashPost e a vari altri MSM. Ho letto la storia nel mio NYT mattutino e mi sono chiesto di cosa si trattasse, scoprendo solo più tardi che in realtà riguardava il mio sito web.
Allo stesso modo, un investigatore dello SPLC ha pubblicato un lungo articolo contro Stephen Miller, probabilmente il più odiato funzionario dell’amministrazione Trump, cercando di costringerlo a dimettersi collegandolo con ogni sorta di scrittori “controversi”. Uno dei pezzi principali è stato originariamente pubblicato sul mio sito web, sicuramente fornendogli “associazioni” sufficientemente provocatorie per affondare Miller, ma hanno scrupolosamente evitato di menzionarci, e dunque salvandolo. Apparentemente, mantenere il silenzio sulla nostra pubblicazione era più importante che chiedere la testa di Miller.
Anche uno o due anni fa, una giornalista del NYT mi ha intervistato per circa un’ora sull’azione legale circa le ammissioni a Harvard; successivamente mi ha inviato un messaggio scusandosi di aver potuto usare solo un paio delle mie citazioni nel suo articolo. Ma quando il pezzo uscì, le citazioni erano tutte scomparse.
Cordialmente,
Ron

Se David Klepper fosse stato un giornalista onesto, avrebbe certamente contattato Ron Unz, l’autore del miglior articolo che delinea l’ipotesi della “reazione alla guerra batteriologica” che ho formulato. E non avrebbe permesso ai suoi superiori di cancellare Ron Unz e la Unz Review dal suo articolo, o dai media in generale.

Allo stesso modo, se Klepper fosse stato onesto, avrebbe mantenuto la sua promessa di condividere la registrazione della nostra intervista che avrei potuto pubblicare qui e voi avreste potuto ascoltarmi mentre esponevo il contesto storico e geostrategico che spiega perché la “prima ipotesi” sul COVID dovrebbe essere un attacco di guerra biologica degli Stati Uniti. Senza la registrazione, è la mia parola contro la sua: ricordo chiaramente di aver esposto il contesto, mentre lui può fingere che non l’abbia fatto, o più probabilmente, semplicemente ignorarmi.

Insisto sempre sul diritto a una registrazione completa e non modificata di tutte le interviste che faccio con chiunque, incluso l’FBI. Se permetti a qualcun altro di registrarti, può scegliere le tue parole, estrapolarle dal contesto e usarle per travisare la tua immagine. La registrazione completa e originale dell’intera intervista è la tua unica difesa.

Klepper ha violato la più elementare etica giornalistica non rispettando la sua promessa di condividere la registrazione dell’intervista con me, e poi prendendo deliberatamente una citazione fuori contesto per farmi apparire irrazionale. Ma i suoi compagni di merende dell’Atlantic Council mi hanno effettivamente calunniato:

Press TV e altre emittenti iraniane hanno anche amplificato le affermazioni di E. Michael Jones, editore di Culture Wars Magazine – citato anche dal Southern Poverty Law Center come antisemita – e Kevin Barret, un negazionista dell’Olocausto statunitense che ha anche sostenuto che gli attacchi dell’11 settembre furono un ‘inside job’ dell’amministrazione George W. Bush“.

Oltre a sbagliare a scrivere il mio nome, gli “atlantisti” non solo mi hanno falsamente accusato di “negazionismo dell’Olocausto”, ma hanno delineato questa come mia caratteristica principale seguita da un interesse secondario per la verità sull’11 settembre! Di fatto, la mia carriera come personaggio pubblico è stata avviata interamente attraverso la mia partecipazione al movimento per la verità sull’11 settembre. Ho pubblicato diversi libri e migliaia di articoli sull’11 settembre e su argomenti correlati, e sono apparso su tutti i media mainstream, tra cui il New York Times (qui e qui), NPR, Chicago Tribune, The Christian Science Monitor, CNN, The Daily Beast, e altrove, come studioso e attivista dell’11 settembre.

 

Al contrario, ho dedicato meno tempo alla ricerca e alla discussione sull’Olocausto che a decine se non centinaia di altre questioni. Vedo l’Olocausto come una questione di libertà di parola, e per questo motivo, occasionalmente ne discuto nelle mie trasmissioni, che sono dedicate alla libertà di parola su argomenti controversi, proprio come discuto centinaia di altre questioni scottanti.

Sull’Olocausto, come sul COVID come reazione alla guerra batteriologica, devo rimandare a Ron Unz, che ha scritto un formidabile articolo su “Holocaust Denial“. Ron si schiera con forza dalla parte dei revisionisti che hanno ragione. Io non ci vado giù così duro. Ma dopo aver fatto una ricerca sommaria, non posso fare a meno di notare che i revisionisti come Thomas Dalton, Germar Rudolf e Nick Kollerstrom sono più convincenti, argomentando con la logica e le prove (forensi), dei loro avversari più importanti. Deborah Lipstadt, per esempio, è una pazza isterica che non saprebbe distinguere un ragionamento razionale-empirico da una bandiera israeliana; mentre l’altro principale libro anti-revisionista, scritto in collaborazione da Shermer e Grobman, è meno ridicolo ma quasi altrettanto poco convincente. Eppure, dopo una manciata di libri e qualche decina di ore di conversazioni e film, non sono abbastanza informato per “negare” alcunché.

Allora come si è arrivati a diffamarmi con le false accuse di “negazione dell’olocausto”? Sono state inventate di sana pianta nel 2006, dopo che sono diventato famoso per il mio lavoro sull’11 settembre, ma prima che io avessi pensato o letto molto sul dibattito sull’olocausto. Affermazioni diffamatorie che mi collegavano a tre ” negazionisti dell’olocausto”, due dei quali non avevo mai sentito nominare e il terzo, di cui non avevo mai letto, sono spuntate sulla mia pagina di Wikipedia e sono state tenute lì per diversi anni dalla direzione di Wikipedia, nonostante decine di tentativi di rimuoverle da parte di varie persone.

Dopo aver resistito per anni alle mie rimostranze, Wikipedia ha finalmente rimosso la mia intera pagina. Ma sono ancora bollato come ” negazionista dell’Olocausto” – sulla pagina di Ron Unz! Quali prove cita l’augusta “enciclopedia popolare”? Un articolo ovviamente faceto, pubblicato il giorno del Pesce d’Aprile, con un titolo inequivocabilmente ironico:

34 Barrett, Kevin (1 aprile 2011). “Io sono un negazionista dell’Olocausto“. Ritirato l’11 marzo 2020.

L’ironia, naturalmente, è una figura retorica in cui il significato reale è l’opposto di quello apparente. Il mio articolo è un pesce d’aprile cupamente ironico. Ovviamente non è un’affermazione seria che io sia un negazionista dell’Olocausto nel senso in cui i redattori bugiardi e diffamatori di Wikipedia la interpretano, o fingono di farlo.

Perché gli anonimi “redattori” di Wikipedia sono autorizzati a diffamare impunemente le persone? Perché quelle bugie diffamatorie vengono diffuse senza ritegno dai media e dai gruppi di esperti? Perché giornalisti professionisti come David Klepper sono autorizzati a mentire e non mantenere le loro promesse agli intervistati? Perché persone come Klepper prendono citazioni fuori contesto al fine di distruggere il personaggio?

Non c’è da stupirsi che sempre più persone odino i media. Non c’è da stupirsi che una folla arrabbiata abbia distrutto le apparecchiature dei media fuori dal Campidoglio il 6 gennaio.

Una volta che il popolo americano avrà capito quanto gravemente è stato ingannato dai suoi governanti, non ultimo per quanto riguarda la guerra batteriologica statunitense COVID-19, l'”insurrezione” del Campidoglio potrebbe rivelarsi un precursore relativamente blando e moderato di eventi più grandi e significativi a venire.

 

Link: https://www.unz.com/kbarrett/ap-and-atlantic-council-anoint-me-covid-conspiracy-super-spreader-and-erase-ron-unz/

 

Scelto e tradotto da Cinthia Nardelli e Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte

 

 

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