DI MICKEY Z
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Sigmund Freud dice: “Gli Stati Uniti sono giganteschi; ma un gigantesco errore”.
Gli Stati Uniti d’America sono una nazione costruita sul mito. Se non mi credete, considerate il mercante-avventuriero fiorentino da cui ha preso nome questo paese. Probabilmente Amerigo Vespucci fece almeno due viaggi alle Americhe, ma non fu a capo di nessuna spedizione dei primi Europei della sua era a mettere piede su questa terraferma. (Gli Stati Uniti d’America battezzati dopo una frode di auto-esagerazione? E’ semplicemente troppo perfetto). Sì, gli Usa sono una nazione costruita sul mito… e il più grande mito di tutti è che la terra della libertà durerà per sempre.
Sono certo che gli Aztechi, gli Incas, i Romani e i Mongoli erano piuttosto soddisfatti di sé e immaginavano che quanto stavano facendo non avrebbe mai avuto fine. Inoltre, come Percy Bysshe in “Ozymandias” di Shelley, sono storia antica. (Shelley e il suo tipo di poesia, pure, sono preistorici). L’Impero Ottomano durò più dei “Cats”, per il sangue di Cristo!, eppure tutto quello che hanno lasciato è un luogo dove mettere i piedi dopo una lunga giornata passata a vendere pancetta di maiale.
I begli Stati Uniti. La dichiarazione d’Indipendenza. La statua della libertà. Il baseball, la torta di mele, e i motori a combustione interna costruiti dalla Chevrolet. Tutti questi non sono altro che i castelli di sabbia cantati da Jimi Hendrix. Hendrix, a proposito, era anche lui un altro castello di sabbia. Andiamo oltre: la Torre Eiffel, il Big Ben e, come ci ricorda Tyler Durden di Fight Club: “Persino la Mona Lisa sta cadendo a pezzi”. La nostra negazione ci costringe ad ignorare la realtà ma, che lo ammettiamo o meno, quel che chiamiamo “civiltà” si sta di fatto eclissando.
Se non mi credete, ho una parola per voi: Maya. Se quella civiltà è vista da pre-mayana a pre-colombiana, avrebbe attraversato circa 3.500 anni prima del collasso. Gli Stati Uniti hanno 230 anni. I Maya ci hanno battuto per oltre 30 secoli ma ora sono a malapena una nota a piè di pagina per la maggior parte degli umani. Nessuno è certo su cosa provocò la dipartita della cultura maya, ma questa descrizione dal sito web One World Journeys ha un suono stridentemente riconoscibile:
“La storia è un continuo flusso e riflusso di civiltà, ma il collasso di molte grandi città Maya ebbe luogo entro un relativamente breve periodo di tempo, secoli prima che arrivassero gli Spagnoli. Gli archeologi stanno ancora cercando di trovare risposta al mistero di perché questo sia accaduto. Stanno emergendo molto risposte, anzitutto la sovrappopolazione e il relativo esaurimento delle risorse della terra. Il suolo della foresta pluviale è effettivamente povero in nutrienti. Le colture possono essere fatte cresce per solo due o tre anni, poi devono andare a maggese fino a 18 anni. Questo richiede una sempre maggiore distruzione della foresta (e dello habitat animale) per sfamare una popolazione crescente. Altre ragioni per il collasso includono un crescente stato di guerra; una siccità prolungata; una boriosa classe dominante che chiedeva sempre più supporto dalle classi lavoratrici; sacrifici in aumento che si estendevano fino alle classi inferiori; e possibili epidemie dovute a dense popolazioni nei centri urbani”.
Vengono alla mente le parole della leggenda del jazz Sonny Rollins: “Ciò che mi preoccupa di più è se la nostra intera civiltà sarà ancora in giro nei prossimi 25 anni”.
Mickey Z. può essere trovato sul web presso http://www.mickeyz.net.
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03.11.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI