DI ERIC MARGOLIS
Lew Rockwell
Cinque anni fa scrissi un articolo sullo sconosciuto Olocausto in Ucraina. Fui sorpreso di ricevere una marea di lettere da giovani Statunitensi e Canadesi di famiglia ucraina i quali mi dicevano che, prima di leggere il mio articolo, erano all’ oscuro del genocidio del 1932-33 in cui il regime di Stalin uccise 7 milioni di Ucraini e ne spedì 2 milioni nei campi di concentramento.
Mi sono chiesto come sia possibile che questa amnesia storica afligga così tanti giovani Nord-Americani? Per gli Ebrei e gli Statunitensi, i genocidi di cui soffrì la propria gente sono ricordi chiari ed ancora vivi che influenzano le loro vite quotidiane. Ancora oggi, al settantesimo anniversario dalla distruzione di un quarto della popolazione ucraina, questo gigantesco crimine è quasi svanito nel buco nero della storia. Allo stesso modo per lo sterminio dei Cosacchi del fiume Don da parte dei Sovietici negli anni 20, ed i Tedeschi del Volga nel 1941; esecuzioni di massa e deportazioni nei campi di concentramento lituani, lettoni, estoni e polacchi. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i gulag di Stalin contenevano 5.5 milioni di prigionieri, il 23% Ucraini ed il 6% Baltici.Quasi sconosciuto è il genocidio di 2 milioni di Musulmani Sovietici: Ceceni, Caucasi, Crimeri, Tartari, Tajiks, Bashkirs, Kazani. I combattenti indipendentisti ceceni di oggi, considerati “terroristi” dagli Usa e dalla Russia, sono i nipoti dei sopravvisuti ai campi di concentramento sovietici.
Da aggiungere alla lista delle atrocità dimenticate vi è l’assassinio, nell’ Europa Orientale, dal 1945 al 1947, di almeno 2 milioni di persone di etnia germanica, principalmente donne e bambini, e la violenta esplulsione di oltre 15 milioni di Tedeschi, durante la quale 2 milioni di donne e ragazze tedesche furono violentate.
Tra questi mostruosi crimini, quello ucraino è il peggiore in termini di numeri. Stalin dichiarò guerra alla sua stessa gente. Nel 1932 egli inviò i Commissari Lazar Kaganovitch, V. Molotov e G. Yagoda, capo della polizia segreta NKVD [1] per spezzare la resistenza dei contadini Ucraini e forzare la collettivizazione [2].
L’ Ucraina fu isolata. Tutte le forniture di cibo ed il bestiame furono confiscati. Gli squadroni della morte dell’ NKVD giustiziarono gli “elementi contro il Partito”. Non soddisfatto di quanti Ucraini stavano venendo uccisi, Kaganovitch, “l’ Adolf Eichmann” [3] sovietico” stabilì una quota di 10.000 esecuzioni alla settimana. L’ 8% degli intellettuali Ucraini furono uccisi.
Durante il rigido inverno del 1932-33, 25.000 Ucraini al giorno venivano uccisi o morivano di fame e freddo. Il cannibalismo divenne una pratica comune. L’ Ucraina, scrive lo storico Robert Conquest, sembrava la versione gigante del futuro campo di morte di Bergan-Belsen [4].
La strage di 7 milioni di Ucraini, 3 milioni dei quali erano bambini, e la deportazione nei gulag di 2 milioni (dove molti morirono) fu nascosta dalla propaganda sovietica.
Alcuni Pro-Comunisti Occidentali, come Walter Duranty e Sidney e Beatrice Webb del New York Times, ed il Primo Ministro Francese Edouard Herriot, recatosi in visita in Ucraina, negarono i racconti sul genocidio, ed acclamarono ciò che essi chiamavano “la riforma agraria” sovietica. Coloro che parlavano contro il genocidio furono etichettati come “agenti fascisti”.
I governi britannico, canadese e statunitense, tuttavia, erano ben consapevoli del genocidio, e non solo chiusero gli occhi, ma bloccarono gli aiuti verso l’Ucraina. I soli leader politici a lamentarsi degli omicidi sovietici su scala industriale furono, ironicamente, Hitler e Mussolini. Visto che Kaganovitch, Yagoda e molti altri membri autorevoli del partito comunista e ufficiali dell’NKVD erano ebrei, l’assurda affermazione di Hitler che il comunismo era un complotto ebreo per distruggere la Civiltà Cristiana divenne una credenza ampiamente accettata all’ interno di un’ Europa spaventata.
Quando iniziò la guerra, e Roosevelt e Churchill si allearono insieme a Stalin, erano comunque pienamente consapevoli che il suo regime aveva assassinato almeno 30 milioni di persone molto tempo prima che iniziasse lo sterminio degli ebrei e degli zingari da parte di hilter. Fino ad allora nello strano moral calculus degli omicidi di massa, solo i Tedeschi erano colpevoli.
Nonostante Stalin avesse uccsio una quantità di persone 3 volte maggiore di Hilter, per il devoto Roosevelt egli rimaneva lo “Zio Joe” [soprannome con cui veniva chiamato Stalin dai media occidentali]. A Yalta, Stalin si vantò con Churchill di aver ucciso più di 10 milioni di contadini.
L’alleanza britannico-statunitense con Stalin li rese partecipi del suo crimine. Roosevelt e Churchill aiutarono a preservare il più sanguinoso regime della storia, al quale essi consegnarono mezza Europa.
Dopo la guerra, la Sinistra cercò di coprire il genocidio Sovietico. Jean-Paul Sartre negò pure l’esistenza dei gulag. Per gli Alleati, il Nazismo era l’unico male; non avrebbero potuto ammettere di essere stati complici negli omicidi di massa. Per i Sovietici, promuovere l’Olocausto Ebreo disseminò il sentimento anti-fascista e mascherò i loro crimini.
Gli Ebrei videro il loro Olocausto come un evento unico. Fu la ragione d’essere di Israele. L’aver denunciato altri genocidi avrebbe, temevano, sminuito il proprio.
Mentre le Università, i Media ed Hollywood prestavano giustamente attenzione all’Olocausto Ebreo, ignoravano l’Ucraina. Stiamo ancora dando la caccia agli assassini nazisti ma non a quelli comunisti. Esistono poche foto del genocidio ucraino o dei gulag di Stalin, e pochi sopravvissuti ancora vivi. I morti non racconte storie.
La Russia non ha mai perseguito i suoi assassini di massa, come fece la Germania.
Sappiano tutto dei crimini nazisti di Adolf Eichmann e Heinrich Himmler; di Babi Yar ed Auschwitz.
Ma chi ricorda gli assassini di massa sovietici di Dzerzhinsky, Kaganovitch, Yagoda, Yezhov, e Beria? Se non fosse per Alexander Solzhenitsyn [5]. probabilmente non avremmo mai saputo dei campi di morte sovietici come Magadan, Kolyma, e Vorkuta. Film dopo film appare il male nazista, mentre quello dell’era sovietica svanisce dalla nostra vista e si dissolve nella nostalgia.
Le anime delle milioni di vittime di Stalin ancora invocano giustizia.
Eric Margolis [mandagli una mail], collaboratore estero per il Sun National Media Canada, è l’autore di War at the Top of the World. Visita il suo sito web.
Eric Margolis
Fonte: http://www.lewrockwell.com
Link: http://www.lewrockwell.com/margolis/margolis45.html
28.08.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da MANRICO TOSCHI
NOTE DEL TRADUTTORE:
[1] Narodnyi Komissariat Vnutrennikh Del (NKVD)
(in russo: НКВД, Народный комиссариат внутренних дел; Commissariato del Popolo per gli Affari Interni), era un dipartimento governativo dell’Unione Sovietica che gestiva un’ampia gamma di affari di stato.
L’NKVD è noto soprattutto per il suo reparto GUGB, Direttorato Principale per la Sicurezza di Stato, organismo successore dell’OGPU, il Direttorato Politico di Stato e della Cheka come agenzia di polizia segreta dell’Unione Sovietica. Il GUGB è stato lo strumento del quale si è servito Stalin per compiere pulizie etniche e genocidi ed è stato responsabile di massacri di civili e di altri crimini di guerra. Alcuni storici sono portati a considerare l’NKVD come una organizzazione criminale a causa delle attività svolte dagli ufficiali e dagli investigatori del GUGB e per aver fornito guardie per il Gulag.
Fonte: Wikipedia
[2] Si veda BLACK FAMINE IN UKRAINE 1932-33 – A STRUGGLE FOR EXISTENCE by Andrew Gregorovich
[3] Adolf Eichmann
(19 marzo 1906 – 31 maggio 1962) Fu un ufficiale di alto rango nella Germania nazista e prestò servizio come SS-Obersturmbannführer nelle SS. Fu largamente responsabile della logistica dello sterminio di milioni di persone durante l’Olocausto, in particolare ebrei, operazione che era chiamata “soluzione finale” (Endlösung). Organizzò l’identificazione e il trasporto delle vittime ai vari campi di concentramento. Per questi motivi ci si riferisce spesso a lui come il ‘Capo operazionì del Terzo Reich.
Fonte: Wikipedia
[4] Sul questo campo di concentramento, si veda Introduction to Bergen-Belsen
[5] Aleksandr Isaevich Solzhenitsyn
Premio Nobel. Nasce a Kislovodsk l’11 dicembre 1918 da una famiglia di intellettuali cosacchi. Fu arrestato per alcuni commenti contro Stalin fatti in lettere private a un suo amico dei tempi della scuola e scoperte dalla censura. Anche se le accuse non erano sufficienti per un procedimento penale, Solzhenitsyn venne condannato comunque a otto anni di campo di detenzione. Vive a Mosca, come d’abitudine in grande riservatezza, ma continua a svolgere la sua funzione di coscienza critica dell’anima e della cultura russa.
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