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“Alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco contro addetti alla sicurezza e pellegrini in visita al santuario. Una delle guardie sarebbe stata uccisa ma si parla di altre vittime.
“Quasi in contemporanea, al mausoleo di Khomeini c’è stato un altro attacco che sarebbe stato condotto da un commando di quattro persone, incluso un attentatore suicida che si è fatto esplodere all’interno. Lo riporta la tv statale iraniana e anche l’agenzia semiufficiale Fars. L’attentato, che sembra una strategia coordinata, è avvenuto intorno alle 11 del mattino, ora di Teheran, mentre era in corso una sparatoria all’interno del Parlamento. E qui si parla di un arresto, uno dei membri del commando, forse una donna.
Queste sono operazioni coperte americane. Non più tardi del 2 giugno, il New York Times ha pubblicato un articolo dal titolo: la CIA nomina il “principe delle tenebre” che condurrà operazioni contro l’Iran, segnalando una posizione più dura” da parte del governo USA.Lo specialista incaricato dalla Ditta è Michael D’Andrea, già noto “come supervisore della caccia e Osama bin Laden”, nonché autore, mandante ed esecutore della “la campagna di colpi di droni americani che ha ucciso migliaia di militanti islamici e centinaia di civili”.
Soprannominato “ayatollah Mike” (pare convertito all’Islam, ovviamente wahabita), la sua nomina “è il primo importante segnale che l’amministrazione Trump applicherà la linea dura che il presidente ha promesso contro l’Iran durante la sua campagna.
Infatti, ricorda il giornale, “ Trump ha chiamato l’Iran “lo stato terroristico numero uno” e si è impegnato in tutta la campagna per smantellare o rivedere l’accordo tra Iran e sei potenze mondiali in cui Teheran ha accettato di limitare il suo programma nucleare in cambio di sollievo delle sanzioni”.
“Il nuovo ruolo di D’Andrea è uno dei numerosi segnali all’interno dell’agenzia di un approccio più muscolare alle operazioni segrete sotto la guida di Mike Pompeo. L’agenzia ha anche recentemente nominato un nuovo capo del terrorismo, che ha cominciato a spingere per avere maggiori poteri per colpire i terroristi islamici.
“Per la CIA, l’Iran è stato un dei bersagli più impenetrabili: l’agenzia ha un accesso estremamente limitato al paese – nessuna ambasciata americana è aperta a fornire copertura diplomatica – e i servizi di intelligence dell’Iran hanno quattro decenni di esperienza nel contrastare le operazioni segrete e di spionaggio americane.
Apprendiamo anche che il nuovo direttore della sovversione in Iran è nella CIA un “agente undercover”, il che significa che può essere infiltrato in territorio iraniano. Apprendiamo anche che il nome del “principale funzionario di collegamento fra la Casa Bianca e le agenzie d’intelligence” nonché superdirettore del Consiglio di Sicurezza Nazionale attorno a Trump, è Ezra Cohen-Watnick: il quale ha confermato, parlando con altri dirigenti dello spionaggio di “voler usare spie americane per rovesciare il governo iraniano”.
Ezra Cohen-Watnick è un trentenne che ha lavorato qualche anno alla DIA (Defense Intelligence Agency), ma soprattutto è un amico personale di Jared Kushner; è noto per un odio profondo, ebraico, per il regime di Teheran. Dunque i neocon sono lì e conducono la fase della guerra al regime, desiderata da Israele da sempre, ma ancor più da quando ha dato inizio alla sovversione totale del mondo islamico, che ha prodotto effetti collaterali sgradevoli per Sion.
Riporto qui l’analisi di un mio intelligente lettore, Learco:
“La necessità di Israele e USA di attaccare l’Iran nasce da una serie di errori geopolitici incredibili.
Per la dinastia Saud e i sionisti era Saddam Hussein il nemico più temibile: si parlava di pericolo nucleare, di un cannone gigantesco in grado di colpire lo Stato ebraico a centinaia di Km di distanza etc.
Una volta eliminato il pericolo Iraq ci si è accorti che, in realtà, Saddam rappresentava l’unico baluardo sunnita tra l’Iran e Hezbollah libanese, perchè nel frattempo, nel 2006, Tsahal era stato inaspettatamente sconfitto dalla formazione libanese addestrata dai militari iraniani.
Senza l’Iraq, armi e militari iraniani potevano tranquillamente spostarsi da Teheran a Beirut senza controlli e ostacoli e questo la dice lunga sulle capacità strategiche dei neocon americani e della dirigenza israeliana.
A questo punto non c’è scelta per i nostri pasticcioni e apprendisti stregoni usraeliani: bisogna attaccare l’Iran.
Prima di farlo i nostri eroi dovrebbero meditare su un piccolo episodio: nel 2006 l’intera brigata Golani supportata dai carri armati Merkava non è riuscita a conquistare un singolo paesino sul confine libanese, difeso dalle forze di riserva di Hezbollah, perchè i reparti d’elite libanesi erano rimasti sul fiume Litani.
Ma si rendono conto di cosa vuol dire attaccare un Paese come l’Iran, con milioni di abitanti, ferocemente nazionalista e motivato, oltre che ben armato?”.
Non si può dir meglio. Ma naturalmente, alla guerra gli americani e gli ebrei preferiscono la sovversione dall’interno, meno rischiosa, la guerra ibrida e criminale. E’ quel che sta succedendo a Teheran. Se sia l’inizio di un golpe o “strategia della tensione” con l’uso di terroristi dell’ISIS da loro pagato, è presto per dire. Certa è l’accelerazione che è stata impressa agli eventi di ostilità all’Iran; immediatamente dopo la distruzione dell’emiro del Qatar, ecco le prime sparatorie a Teheran.
Maurizio Blondet