di Laura Gineprini
comedonchisciotte.org
Di fronte alla scelta del tutto legittima di non possedere un pass per andare al ristorante o in treno, o illegittima per coloro che si sentono affermati in una società di apartheid mentre finora hanno vantato un mondo di solidarietà e senza confini per la durata di 6 mesi, poniamo l’attenzione sulla questione del volontariato. Avis Nazionale pubblica nel proprio portale (1), un comunicato di chiarimento sulla possibilità di non venir meno della propria generosità se sprovvisti di green pass. La direzione risponde con parole chiare senza tralasciare il compito dei volontari che invece per svolgere la propria attività devono possederlo.
Non ha bisogno di un pass chi vuole donare il proprio sangue o emocomponenti. La direzione scrive che “per quanto riguarda i donatori di sangue, la cui presenza nelle strutture di raccolta è circoscritta all’atto della donazione, il green pass non sarà richiesto“. Ulteriori precisazioni riguardano l’aspetto tecnico ovvero che “non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni di sangue ed emocomponenti.”(2)
Mentre per quanto riguarda i vaccinati, “nelle situazioni nelle quali al donatore sia stato somministrato un vaccino anti-SARS-CoV-2 di cui manchino o non si riescano a reperire sufficienti informazioni, i soggetti possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 4 settimane da ciascun episodio vaccinale.” Le precauzioni sono rivolte a chi “può essere accettato alla donazione dopo almeno 48 ore dalla somministrazione se asintomatico. Quale misura precauzionale, i soggetti che abbiano sviluppato sintomi dopo la vaccinazione possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi.”(2)
“Potrai donare sangue e plasma dopo un periodo di sospensione che dipende dal tipo di vaccino a cui sei stato sottoposto: se si tratta di un vaccino a base di virus inattivati, che non contiene agenti vivi, o un vaccino ricombinante (vedi DNA combinante contro il virus dell’epatite B-HBV, disponibile oramai da più di 20 anni), (attualmente disponibili in Italia) allora potrai donare 48 ore dopo la somministrazione.
Ma in caso di sintomi come febbre o spossatezza successivi alla vaccinazione dovrai aspettare almeno una settimana dalla risoluzione dei sintomi prima di donare.
Se si tratta di un vaccino con virus attenuati (al momento non ancora disponibili in Italia) dovrai aspettare almeno 4 settimane prima di donare.”(3)
I sieri per l’immunizzazione del virus Sars-CoV2, nella misure sopra descritte non sono disponibili. Non esiste un virus attenuato con il quale è stato realizzato il cosiddetto vaccino nel metodo odierno, esiste quello dell’Epatite E (https://www.epicentro.iss.it/epatite/epatite), e il virus isolato della pandemia influenzale A (H1N1) del 2009-2010 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7148933/), di cui sono stati prodotti vaccini e antiinfluenzale e indicate le cure antivirali che non prevedevano l’utilizzo di tamponi di massa. Senza dimenticare il virus dell’HIV. Secondo Open, l’impresa sociale fondata da Enrico Mentana e sostenuta da Fondazione Cariplo, è una fake affermare che non esiste la documentazione del virus isolato e ci mostra il link del sequenziamento che fa capo alla Gen Bank (4), un database che si occupa di bioinformatica, un open access dove tutti i laboratori del mondo compreso quello italiano del San Raffaele e dello Spallanzani, depositano le sequenze di nucleotidi. Entrambi le ricerche italiane parlano “di una sequenza parziale del virus isolato denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1“, la cui immagine di copertina risale al 1975. (5) Si può affermare e accusare di promulgare un’informazione falsa, ma dall’altra parte nel caso di Open, non è necessario produrre la prova fattuale di quella reale e sostenuta? Se le evidenze scientifiche producono divieti e limitazioni allo svolgimento naturale della propria vita, non è condannabile la ricerca della realtà senza mediazioni e interferenze, è corretto cercare ovunque con senso critico e analitico, senza autocensure e censure di terzi.
È una fake ad esempio riportare che nel 2009 c’è stata una pandemia, di cui nessuno sapeva niente? (6)
Le strutture emotrasfusionali dunque a differenza dei molti italiani che hanno creduto e continuano imperterriti a richiedere un certificato non medico, non fanno discriminazioni sulla donazione e si mantengono delle riserve, come da sempre su coloro che si sottopongono alla donazione dopo avere assunto terapie, quali farmaci o interventi, e altri tipi di comportamenti lesivi per tutelate chi riceve la donazione. Le associazioni dei donatori hanno indirizzato con pubblicità e comunicati, i propri soci fin dall’inizio della campagna vaccinale, all’inoculazione del siero sperimentale, e chiariscono un elemento senza “dimostrazione scientifica”, che però pone delle domande sul resto delle misure adottate, anche e soprattutto sulle decisioni politiche a riguardo. La struttura dell’associazione è quindi salva da ogni attacco politico e discriminatorio perché si considera un’attività essenziale, e afferma la propria adesione alle politiche vaccinali anche nei bambini (7), che niente hanno a che fare con le donazioni.
L’unica misura richiesta per accedere ad un centro trasfusionale all’interno di una struttura ospedaliera è l’autocertificazione che richiede solamente di certificare “di non avere avuto contatti con positivi negli ultimi giorni”, nelle strutture sanitarie che la richiedono.
Esistono invece le linee di indirizzo nazionali che richiedono al momento della prenotazione alla donazione per via telefonica (già prevista prima della pandemia) in cui viene richiesto:
– se il donatore è rientrato in Italia dall’estero;
– se il donatore ha febbre (temperatura corporea superiore ai 37,5°C) o sintomi compatibili con infezione da SARS CoV–2 e – se li ha presentati nei 14 giorni precedenti (in questo caso è opportuno indirizzare il donatore al proprio Medico Curante);
– se ha avuto contatti stretti con un caso probabile o caso confermato (tampone positivo) di COVID–19;
– se è stato oggetto di obbligo della misura di quarantena o isolamento fiduciario domiciliare e se ha ottemperato a tale obbligo nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa. (8)
“Tutta la letteratura scientifica disponibile è concorde nell’affermare che non vi sono evidenze di trasmissione trasfusionale del virus, come rilevato in occasione delle precedenti epidemie da virus respiratori (MERS–CoV e SARS–CoV) e che, ad oggi, il rischio di trasmissione trasfusionale di SARS–CoV–2 non è documentato.” (9)
La produzione dei decreti a riguardo il contagio durante la permanenza al bancone del bar, quali evidenze scientifiche e quali documentazioni possono mostrarci ad esempio sul contagio nei bambini che mangiano felicemente le patatine e i pop corn al cinema?
La supposta scienza contemporanea non ha prodotto in due anni nessuna documentazione se non parziale, barcollando e pubblicando numeri su ipotetici positivi nonostante “i test rapidi non si configurano come test diagnostici, ma di screening, il cui risultato preliminarmente positivo deve essere confermato con metodica tradizionale su prelievo ematico”(10). Eppure le persone continuano a fare test per recarsi al lavoro, sieri per andare al ristorante, sapendo che “la maggior parte delle persone che contraggono il virus sviluppa sintomi lievi o moderati e guarisce senza avere bisogno di cure particolari.”(11)
La donazione di sangue, è una grande risorsa per le strutture ospedaliere e a quanto pare anche un’affare irrununciabile per alcune aziende che hanno iniziato a fabbricare il plasma sintetico. La donazione è una risorsa per lo studio delle terapie con il plasma che ha subìto un rallentamento durante il periodo di lockdown, come conferma il direttore del Centro Nazionale Sangue Vincenzo De Angelis, che ammette discorrendo anche sulle vittime della chiusura degli scorsi mesi: il femminicidio (12). Dunque mentre le donazioni sono diminuite, la violenza sulle donne è aumentata durante questo periodo: questo è il dato sul Covid più importante e forse più realistico del passato e disastroso anno 2020 che sembra non arrestarsi.
Gli uomini e le donne che oggi determinano la vita di tutti, sono dappertutto da molti anni.
Dappertutto come il green pass. Ottenuto con il plauso del popolo che tutto ha perso, e anche il bene più grande, la salute.
NOTE
1. https://www.avis.it/it/donare-durante-la-pandemia
3. https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?lingua=italiano&id=243
6. https://www.epicentro.iss.it/vaccini/CasiGravi2015
10. https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_4_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=salastampa&p=null&id=2689
11. https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=sintomi+sars+cov+2
Altri link a riguardo delle terapie intensive dal 2009
https://www.epicentro.iss.it/infettive/archivio2012
https://www.simpios.eu/wp-content/uploads/2020/07/12.40-AGODI.pdf