DI GIANLUCA FREDA
Blogghete!
La policy di Dada non mi consentirebbe di pubblicare fotografie truculente come quelle che seguono. Quando lo faccio comunque, sfidando le regole, mi arriva di solito una mail molto cortese in cui mi si spiega che le mie foto sono state rimosse per violazione delle norme della community. Spero che in questo caso Dada faccia un’eccezione. Anche perché, come sto per spiegare, è probabile che queste foto siano truculente solo all’apparenza. Si tratta invece, con 99 probabilità su 100, di una penosa messinscena, di uno dei tanti falsi propagandistici fabbricati dalla Reuters e poi spacciati per “informazione” sulla cartaccia da cesso che siamo soliti chiamare “quotidiani”.
Stando alla Reuters, le foto sarebbero state scattate nella città georgiana di Gori e testimonierebbero le atrocità commesse dai russi contro la popolazione civile. Sorvoliamo sul fatto che alle atrocità (autentiche) commesse da americani ed europei in Iraq e Afghanistan non sempre viene dato lo stesso risalto e andiamo ad esaminare le foto nel dettaglio.
Le foto e le analisi che qui ripropongo sono tratte dal sito byzantinesacredart.com .
Foto 1: a questa foto la Reuters ha accompagnato una didascalia che recita: “Il cadavere di una donna viene rimosso dai soldati georgiani nella città di Gori”.
Faccio notare, innanzitutto, che nella foto il “cadavere” sta stringendo il braccio all’infermiera. Vi prego di notare anche altri quattro elementi, che ritroveremo nelle foto successive: 1) il cumulo di macerie sullo sfondo, indicato dal rettangolo rosso; 2) il pezzo di lamiera indicato con il numero 1; 3) il tizio in jeans neri sulla destra che osserva la scena; 4) l’altro “cadavere” con la camicia a quadri, sdraiato a faccia in giù.
Foto 2: qui vedete lo stesso tizio che era in piedi nella foto 1. Si è cambiato i jeans (che ora sono blu e sembrano perfettamente puliti) e si è tolto la camicia. Stringe il “cadavere” con la camicia a quadri visto nella foto 1. Solo che adesso il “cadavere” è girato sulla schiena e l’ambiente circostante è completamente diverso. Notare che il giovane deceduto non mostra traccia visibile di ferite né di danni all’abbigliamento in nessuna delle due foto, eccettuata un’escoriazione al polso che sa di falso lontano un chilometro. In entrambe le foto i vestiti non sembrano neppure impolverati, nonostante il corpo sia stato lasciato nella polvere e poi trasportato da un luogo all’altro. Le scarpe sono candide come la neve. Non so se qualcuno ha mai visto le foto dei cadaveri prodotti dai bombardamenti israeliani sul Libano nel 2006. Spero per voi di no, ma posso garantire che si tratta di cadaveri leggermente più malconci e meno puliti di questo. Forse è questo che intendeva Kaladze, il noto pallonaro georgiano del Milan, quando ha detto che in Georgia i russi stanno facendo “pulizia etnica”?
Foto 3: qui il set è lo stesso della foto 1. Notare il cumulo di macerie sullo sfondo e la lamiera piegata, indicata col numero 1. La recita, però, è diversa: il tale di prima, con un nuovo e impeccabile abbigliamento e i capelli perfettamente pettinati, è seduto in mezzo alle macerie a imprecare contro il fotografo. Perché questo tipo viene a sfogare il suo dolore in tanti luoghi diversi? E perché ogni volta sente il bisogno di cambiarsi d’abito? Glielo ha ordinato il regista?
Foto 4: la didascalia della Reuters dice: “Due georgiani accanto al cadavere del figlio nella città di Gori”. Anche in questo caso, idem come sopra: il corpo presenta solo qualche graffio alla schiena. Alla Reuters hanno idea di come sia fatto il cadavere di una vittima dei bombardamenti? E sì che in questi anni, tra Iraq e Afghanistan, dovrebbero averne visti parecchi. O stavano guardando dall’altra parte? Ma non è finita qui. Osserviamo la foto 5.
Foto 5: qui il “cadavere” è stato spostato di qualche metro rispetto alla foto precedente (notare la distanza dal marciapiede e dall’apertura dello scolo fognario). Incredibilmente, dopo essere stato spostato, è stato rimesso esattamente nella stessa posizione della foto 4. Perché mai due genitori dovrebbero spostare il corpo del figlio tra le macerie per poi rimetterlo nella stessa posizione? Forse per migliorare l’illuminazione, che nella foto 4 lasciava un po’ a desiderare? Inchiniamoci in un doveroso chapeau al professionismo degli ineccepibili fotografi della Reuters.
Gianluca Freda
Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link: http://blogghete.blog.dada.net/post/1206995460/REUTERS%2C+HOLLYWOOD#more
30.08.2008
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