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Da un bollettino Tener Salud del sito spagnolo www.saludnutricionbienestar.com/, ricevuto già nel 2018, ritrovo e pubblico questo messaggio. La datazione è decisamente di “tempi non sospetti”, almeno ai più, motivo per cui ritengo quantomeno interessante pubblicare questo contenuto.

* * *

INFLUENZA: non si faccia vaccinare!

(O lo faccia se vuole, ma non le servirà a molto).

  • L’efficacia del vaccino dell’anno scorso (2017, n.d.r.) è stata dichiarata ufficialmente “bassa”.
  • Il 52% di coloro che sono morti per l’influenza si era vaccinato
  • Esistono rimedi molto più efficaci cui si può ricorrere autonomamente da soli e di cui nessuno parla

 

Caro lettore,

le autorità sanitarie hanno già schierato l’artiglieria per la campagna di vaccinazione di quest’anno. Volantini, raccomandazioni dirette del medico, vaccinazioni gratuite…

Non sarò io a dirle di non vaccinarsi, ma spero di fornirle le informazioni necessarie per prendere la decisione migliore e, soprattutto, per aiutarla davvero a proteggersi dall’influenza.

Perché l’influenza uccide. E il vaccino non funziona.

Circa 3.000 persone muoiono ogni anno a causa dell’influenza stagionale. Ma il paradosso è che la metà di   loro si era vaccinata, credendo così di essere protetta (1). Ovviamente non lo era, perché il virus dell’influenza (o meglio “i virus”, come si vedrà) è molto intelligente, molto contagioso e molto aggressivo. È un supervirus mutante, che sta dieci passi avanti al vaccino.

Non conta quanto duramente si sforzino gli scienziati per sviluppare un buon vaccino (come fanno), quanto sia estesa la rete di sorveglianza della malattia (come risulta essere) e quanto denaro si investa nel diffondere la vaccinazione (che è molto)… perché il virus vince sempre.

Se coloro che sono morti di influenza non si fossero vaccinati, avremmo un dato a cui aggrapparci per pensare che sottoporvisi serva a qualcosa. Ma già si è visto che non è così: il 52% di coloro che sono morti si era diligentemente vaccinato; aveva creduto alla raccomandazione ufficiale per cui “la vaccinazione contro l’influenza è il metodo più efficace per prevenirla”. Tuttavia, averlo fatto non gli è servito a nulla.

“Efficacia del vaccino: bassa”.

Questo è ciò che dicono le stesse autorità sanitarie specificatamente preposte alla sorveglianza dell’influenza nel nostro paese in relazione all’efficacia del vaccino dello scorso anno. Si può leggere a pagina 24 del “Rapporto sulla sorveglianza dell’influenza in Spagna” relativo alla stagione 2016-2017: (2)

 

Effetto protettivo “basso”. Non potrebbe essere più chiaro.

E io, sinceramente, non mi aspetto una maggiore efficacia per la stagione che sta cominciando, ovvero, quella per cui, in questi giorni, migliaia di persone nel nostro paese stanno iniziando a vaccinarsi.

Perché succede questo? Ci sono diverse ragioni, ma per me la più importante è la natura del virus stesso e le caratteristiche con cui vengono pensati i vaccini.

Il virus dell’influenza che colpisce ogni anno non è un unico virus, ma piuttosto una varietà di circa 300 virus diversi. Esistono tre tipi di virus influenzali che colpiscono le persone: A, B e C, che a loro volta sono divisi in sottotipi, che a loro volta si dividono in differenti ceppi.

Inoltre, i virus non cessano di mutare, non solo di anno in anno, ma anche più volte nel corso di una sola stagione. Nel momento in cui una persona contagiata ha sviluppato gli anticorpi che la proteggono (e che le impedirebbero di prendere di nuovo il virus per qualche tempo), il virus è già mutato e quella stessa persona non ha più protezione.

Quando il virus entra in un organismo sano, cerca sulla superficie delle cellule delle mucose respiratorie la “serratura” con cui “aprirle”, ossia una molecola chiamata “acido sialico“. Quando lo trova, raggiunge l’interno della cellula e inizia lì la sua attività infettiva.

È un nemico molto astuto, capace di copiare il materiale genetico delle cellule sane dell’organismo in cui si è introduce e di infettare le catene di produzione delle proteine per potersi riprodurre al suo interno.

Migliaia di medici e ricercatori sparsi in tutto il mondo e coordinati tra loro (per paese, per continente e al fine di informare l’Organizzazione Mondiale della Sanità) costituiscono un’immensa rete di sorveglianza epidemiologica e clinica con un unico obiettivo: tenere traccia dell’andamento influenzale per identificarne i modelli.

Tutti gli anni gli esperti dell’OMS cercano di prevedere nuovi ” travestimenti ” del virus. Raccolgono dati dai 110 centri sentinella per la sorveglianza epidemiologica sull’influenza sparsi in tutto il mondo e cercano di prevedere come sarà il prossimo virus influenzale stagionale. Una volta identificata la probabile struttura del virus, scelgono gli antigeni che andranno a costituire il vaccino. Questa decisione viene presa ogni anno nel mese di febbraio e condiziona il vaccino dell’anno successivo per i paesi dell’emisfero nord, come il nostro. (3)

Così facendo, pretendono di creare un vaccino efficace per l’anno successivo.

Il problema è che i ricercatori che hanno il difficile compito di determinare la natura del futuro vaccino sono soggetti ad un elevato rischio di sbagliarsi.

Lei crede che siano certi di ciò che fanno quando progettano il vaccino? Sfortunatamente, una volta su due, i ceppi del virus che sono stati integrati nel vaccino non sono quelli che finiscono per circolare. E anche se riuscissero ad accertarne la composizione, nel momento in cui il vaccino dovrà essere distribuito alla popolazione, i virus saranno mutati più volte; conseguentemente, il vaccino non sarà in grado di fare molto per proteggere da essi.

Un altro importante problema pratico è che, per produrre i vaccini, è necessario contare su di un buon virus. Cioè, non solo deve corrispondere a quelli che si prevede circolino l’anno successivo, ma deve anche poter essere isolato e coltivato in grandi quantità per la produzione di vaccini, che a loro volta devono essere disponibili per l’inizio delle campagne di vaccinazione. Un’impresa che include problematiche scientifiche, di tempo e anche di produzione industriale.

La coltura è fatta all’interno di uova di gallina fecondate, il che aggiunge un ulteriore problema. Gli scienziati hanno recentemente scoperto qualcosa di inquietante. Infatti, per quanto tutti i virus dell’influenza subiscano cambiamenti quando vengono coltivati nelle uova, quelli che si verificano nei virus dell’influenza A (H3N2) tendono a causare cambiamenti antigenici che ne riducono la potenziale efficacia contro gli altri virus che circolano nell’ambiente (4). Come se non bastasse, c’è di più: per qualche ragione, non ancora compresa appieno dagli scienziati, l’efficacia del vaccino antinfluenzale tende a diminuire man mano che una persona si vaccina nel corso degli anni. In altre parole, coloro che seguono obbedientemente il consiglio delle autorità sanitarie di vaccinarsi ogni anno… non fanno altro che essere sempre meno protetti ogni volta.

Ha ancora fiducia nel vaccino?

Se vuole sapere la mia opinione, senza giri di parole, penso che il vaccino dell’influenza sia uno dei più colossali fiaschi della medicina moderna.

E la prova di questo è che proprio i medici, gli stessi che consigliano di vaccinarsi, non lo fanno (in Spagna solo 16% dei medici e l’11% del personale sanitario si vaccina, nonostante si tratti di popolazione a rischio e la raccomandazione ufficiale è che lo faccia il 100%).

Le cifre sono eloquenti. Ci sono anni in cui i vaccini riescono a garantire  protezione, altri anni in cui la protezione è poca e altri in cui è nulla.

Dunque, tenendo conto del processo aleatorio di fabbricazione dei vaccini, della mutazione del virus e della perdita di efficacia del sistema immunitario delle persone, con l’età e con le vaccinazioni successive, l’unica statistica verosimile è questa: i vaccini su cui le autorità sanitarie investono tanti sforzi e denari proteggeranno solo una percentuale di persone, che alcuni anni raggiunge appena il 10%.

Alla luce di questo panorama, è chiaro che la vaccinazione non è la panacea contro l’influenza così come le autorità sanitarie vorrebbero farci credere.

 

FONTI:

(1)(2) “Rapporto sulla sorveglianza dell’influenza in Spagna. Stagioni 2016-2017. Centro nazionale di sorveglianza epidemiologica.

  • Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Composizione raccomandata dei vaccini contro il virus dell’influenza per l’uso nella stagione influenzale dell’emisfero settentrionale 2017-2018. Ginevra: OMS. 2 marzo 2017
  • Efficacia del vaccino – Quanto funziona il vaccino antinfluenzale? Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

da: Tener S@lud; Ediciones de Salud, Nutrición y Bienestar, SL (Calle Capitán Haya, 35. 28020, Madrid.) [email protected]

 

Traduzione di Ivana Suerra per ComeDonChisciotte

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