DI BRIAN CONLEY
IPS News
AMMAN – In questi giorni, è quasi impossibile entrare a Ramadi. Sullo sfondo del massacro di Haditha, la IPS ha ricevuto resoconti di civili uccisi da cecchini e di case occupate dai cecchini statunitensi che si piazzano sui tetti, mentre le famiglie vengono detenute al piano di sotto.
Un uomo, che desidera essere chiamato semplicemente ‘un amico iracheno’, si è incontrato con la IPS ad Amman per descrivere la situazione di Ramadi e raccontare gli eventi recenti come li ha visti.“Per entrare a Ramadi (circa 100 km ad ovest di Baghdad) devi superare il ponte sull’Eufrate e la stazione elettrica di Ramadi. Questa è occupata dalle truppe usa. Lì c’è il checkpoint, mentre la fabbrica di vetro vicina è occupata dai cecchini statunitensi. Qui ispezionano le auto e ci vogliono più di quattro ore per superare il ponte”.
I resoconti da Ramadi sono stati molto pochi negli ultimi mesi, e sempre compilati da reporter embedded con le truppe Usa che lavorano nell’area.
I testimoni intervistati dalla IPS ad Amman hanno fornito un’immagine della situazione molto diversa da quella dipinta dai giornalisti embedded, che è prevalentemente di carattere militare.
I loro racconti descrivono morti continue, dovute anche all’assenza di segnali o avvertimenti.
“Sul lato della strada principale troverai edifici distrutti, e tende militari sugli edifici per i cecchini. Stai attento: se senti il suono di combattimenti, nasconditi nelle strade secondarie, parcheggia la tua auto lì, entra in una casa della zona e nasconditi, perché i cecchini uccideranno chiunque si muova, anche se la battaglia è da un’altra parte”.
Sheikh Majeed al-Ga’oud è dal villaggio Wahaj al-Iraq appena fuori Ramadi, e visita la città regolarmente. Ha anche parlato di cecchini che uccidono indiscriminatamente.
“I cecchini statunitensi non fanno distinzioni tra civili o combattenti, sparano immediatamente a qualunque cosa si muova. E’ una cosa molto sporca, stanno uccidendo molti civili che non sono combattenti”.
Secondo l’amico iracheno, molte persone sono state uccise a Ramadi solo perché non sapevano quali parti della città fossero interdette.
Una di queste aree è la strada principale lungo Ramadi. Dopo il primo semaforo non è permesso procedere dritti, ma solo a destra o a sinistra.
“La via era bloccata, non fisicamente, ma dai cecchini. Chiunque proceda nella strada sarà ucciso. Non ci sono segnali che non sia permesso, ma gli abitanti del luogo lo sanno. Molte persone vengono a visitarci da Baghdad. Non lo sapevano, hanno proceduto per qualche metro e sono stati uccise”.
Sheikh Majeed era a Ramadi solo pochi giorni prima di parlare alla IPS ad Amman. Ha descritto una città sotto il controllo dei combattenti.
“Stanno controllando il terreno e hanno molta fiducia in sé. Non si coprono i volti, e gli Statunitensi stanno lontani da loro. Non possono vincere una guerra di fanteria contro di essi, così hanno iniziato ad usare un enorme potere aereo per bombardarli…”
Mentre era a Ramadi, ha visto molte case danneggiate, ed ha detto che non c’erano servizi pubblici funzionanti.
“Potrai vedere che hanno bombardato le stazioni energetiche, le strutture per il trattamento dell’acqua e le condutture. Questa casa è distrutta, quest’altra pure. Vedrai povertà ovunque. Le cose che il più semplice essere umano al mondo deve avere, non le avrai lì”.
L’amico iracheno ha descritto una situazione simile. “Fino ad ora ho visto quattro case, ma non ho visto tutto di Ramadi, è una città grande. Ci sono case distrutte anche nelle fattorie, ne ho viste alcune, ma la maggior parte non le ho potute vedere perché sono fattorie grandi”.
Attualmente Ramadi è tagliata fuori dal resto dell’Iraq. Dentro, a volte l’elettricità funziona, e alcune case hanno generatori, ma il servizio telefonico locale è stato completamente distrutto.
“La stazione telefonica è stata attaccata dalle truppe Usa, e persino ora l’edificio è completamente distrutto. E lo è pure la stazione dei treni, distrutta al cento per cento, gli F16 la bombardano giorno dopo giorno”.
La vita a Ramadi non è sempre stata così difficile. Quando Baghdad cadde, i soldati non erano ancora entrati a Ramadi. Quando Baghdad fu sventrata dall’assenza di legge e dal furto, Ramadi rimaneva relativamente calma.
“Era una città molto quieta, c’erano ordine”, ha detto Sheik Majeed. “Nonostante ci siano molte tribù differenti lì, e ci sia tensione tra le tribù, c’era ordine. Si rispettavano a vicenda, rispettavano la legge”.
L’amico iracheno ha suggerito perché Ramadi rimase calma e, a differenza di Baghdad, perché i soldati non vi entrarono nei primi giorni dell’occupazione.
“Fecero un accordo con le tribù per entrare nella città. Ma i partiti politici scartarono questo accordo. Volevano controllare Ramadi, così diedero informazioni sbagliate agli Statunitensi. Ci fu una piccola dimostrazione ma non di fedeli saddamiti; fu una dimostrazione pacifica contro l’occupazione”.
Dopo questa dimostrazione di sole 30 persone, l’accordo fu rotto e l’esercito invase Ramadi. Iracheni furono uccisi e, seguendo le politiche tribali di vendetta, iniziò un ciclo di violenza.
Qasem Dulaimi, che vive a Ramadi, ha detto alla IPS che la sua casa fu occupata dalle truppe irachene e statunitensi a maggio.
“Sfondarono le porte principali ed entrarono nella casa. Uscii dalla mia stanza e dissi alcune parole in inglese, ‘siamo una famiglia pacifica, ok, ok’ “. Ma i membri della famiglia furono chiusi in una piccola stanza al piano di sotto.
“Di volta in volta sentivamo spari dal nostro tetto. Usavano la nostra casa come uno strumento di morte, usavano il tetto come uno strumento di morte”.
Alla fine la sua famiglia fu liberata e le truppe Usa andarono avanti.
L’amico iracheno è stato testimone dell’uccisione di un ragazzino. “Stava andando a scuola circa alle otto di mattina, portando i suoi libri e attraversando la strada. Improvvisamente cadde a terra. Pensai che avesse solo avuto un problema alla gamba e che fosse caduto, ma rimase così per molto tempo. Sapevo o sentivo che un cecchino gli aveva sparato”.
Racconti come questo sono comuni tra i residenti di Ramadi.
“Haithem, uno dei fratelli di questo ragazzino, cercò di trovare una via e fece due passi per portarlo via. I cecchini spararono e mancarono il colpo. Non provò di nuovo. Il bambino rimase lì per quattro ore, sanguinando. Gli avevano sparato in testa”.
Brian Conley
Fonte: http://www.ipsnews.net
Link: http://www.ipsnews.net/news.asp?idnews=33489
05.06.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI