Quegli invasati assurdi populisti che cercano la pace

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DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Come mai persone di sinistra abbiano cominciato da alcuni anni a votare M5S o Lega non è difficile capirlo, anzi chi voleva capire lo ha fatto diversi anni fa. La questione migranti e la chiusura dei porti italiani alle ONG lo dimostra ampiamente. Provate a chiedere agli USA se per caso i servizi segreti francesi e tedeschi abbiano provato a destabilizzare il governo italiano.

Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano a Roma ha visto i vertici del governo italiano con cui ha condiviso la linea sull’avvicinamento alla Russia e sulla partnership Italia/Usa

Dietro le ONG che traghettavano i migranti sembra ci fossero proprio Francia e Germania, e gli USA ne avrebbero le prove. Inoltre Trump a fine giugno ha inviato a Roma John Bolton, il suo duro consigliere alla sicurezza nazionale, il quale dopo aver fatto tappa a Roma per incontrare i vertici del governo italiano e Salvini è volato a Mosca per preparare il vertice del 16 luglio tra Putin e Trump.

La visita romana conferma l’importanza che Washington dà al ruolo italiano nei contatti con la Russia  (con la presidenza di turno dell’Osce affidata all’Italia potrebbe fare da cornice ai talks tra i due super-leader). Trump ha definito l’Italia un «paese leader» dell’Alleanza Atlantica in una lettera inviata alla presidenza del Consiglio.

Poi il refrain è stato ripetuto da Salvini: «le navi straniere finanziate in maniera occulta da potenze straniere in Italia non toccheranno più terra». Quindi l’odio di Macron per l’Italia si spiegerebbe anche con il legame di stretta collaborazione che la Casa Bianca intende stringere con il governo giallo/verde.

Probabilmente Bolton a Roma ha portato informazioni sul ruolo dei servizi segreti, soprattutto di quelli francesi, che oltre a organizzare le provocazioni delle ONG, rappresentano il background del governo fantoccio del generale Khalifa Haftar di Tobruk, che si oppone al governo di Tripoli di Fayez El Serraj, riconosciuto dall’Onu, vicino all’Italia. Haftar invece è appoggiato dalla Francia. Bolton sembra aver confidato ai vertici del governo che i droni americani di base a Sigonella sostengono la nostra presenza in Libia con quotidiane missioni armate contro gli avversari delle milizie di Misurata.

Intanto il cosiddetto «fallimento diplomatico» di Conte al vertice UE sulla mancata gestione dei migranti sembra aver avuto un impatto devastante per zia Angie, dato che perfino i corrispondenti della ARD (Rai 1 tedesca) hanno chiesto le sue dimissioni.

Tutto il mondo occidentale appare investito da una violenta virata a destra, spinto dal vento inaugurato dalle politiche populiste, che in realtà identificano le forze nazionaliste sovraniste che negli ultimi tempi stanno sostenendo la loro battaglia contro la globalizzazione degli oligarchi  mondialisti.

Del tutto malvisto anche il prossimo incontro organizzato tra i presidenti Trump e Putin il 16 luglio a Helsinki, osteggiato del resto da molti settori del mondo occidentale, e in particolare dal comparto militare-industriale, la cabala degli oligarchi statunitensi ed europei, profittatori della guerra infinita.

Pace nel mondo, Siria, Ucraina e presunte interferenze nelle elezioni americane. Sarà un incontro a 360 gradi sui temi caldi del momento quello in Finlandia.

Il Daily Mail afferma  che «I timori crescono sul fatto che Donald Trump voglia un accordo di pace con Vladimir Putin che potrebbe minare fatalmente la NATO. I ministri stanno diventando sempre più allarmati per il fatto che il presidente degli Stati Uniti potrebbe offrire al presidente russo profonde concessioni come il ritiro delle forze dall’Europa».

Probabilmente sarebbe una vera pace, perché ciò che la Russia sembra volere sono relazioni amichevoli e commercio con gli USA, UE, Cina e tutti i paesi che vogliano commerciare (compresi a sorpresa gli Stati baltici).

Il ministro della Difesa dell’Estonia Jüri Luik ha incontrato il segretario alla Difesa statunitense James N. Mattis

Però il Deep State non dorme, dato che il segretario alla difesa James Mattis avrebbe  detto  al ministro della difesa dell’Estonia che «la Russia sta cercando di cambiare i confini internazionali con la forza» e alle riunioni di maggio con il presidente lituano e i ministri della difesa del Baltico «avrebbe rassicurato gli alleati  degli Stati baltici che la solidarietà americana è con loro e che la determinazione degli Stati Uniti vuole difendere il Baltico e altri territori della NATO contro ogni aggressione».

L’idea che la Russia voglia invadere Estonia, Lettonia o Lituania sembra probabilmente una fake paradossale, e Putin non è certo così incauto da non rendersi conto che un’azione del genere comporterebbe inevitabilmente un conflitto più ampio.

Inoltre sarebbe notevolmente imbarazzante per i media occidentali dare risalto alla indiscutibile affermazione del Rapporto mondiale 2018 della SIPRI di Stoccolma  che «Nel 2017 gli Stati Uniti spendono di più in campo militare [610 miliardi di dollari] rispetto ai successivi sette paesi alleati a più alta spesa… a 66,3 miliardi di dollari, le spese militari della Russia nel 2017 erano del 20% inferiori rispetto al 2016».

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg

La Russia sta riducendo le spese per la difesa mentre l’alleanza militare USA-NATO, come  rilevato da Radio Free Europe, ha concordato il 7 giugno di «rafforzare la presenza della NATO in una potenziale crisi europea con lo schieramento di 30 battaglioni di truppe, 30 squadroni di aerei e 30 navi da guerra entro 30 giorni – il cosiddetto piano ‘Four 30s’». Questo quanto ha sostenuto il segretario generale dell’alleanza militare USA-NATO, Jens Stoltenberg, e ne sembrava fermamente convinto.

Questo è l’uomo che ha dichiarato nel marzo 2018 che il comparto militare USA-NATO stava aumentando il numero di schieramenti conflittuali. Mostrandosi anche orgoglioso del fatto che alla fine del 2017 c’erano più di 23.000 soldati coinvolti nelle operazioni NATO, con un aumento di oltre 5.000 dal 2014. Non sembra essere il modo più singolare di lottare per un «migliore rapporto» con la Russia, i cui confini e le coste sono invece costantemente minacciati attacchi  NATO e da aerei da guerra elettronica, navi equipaggiate con missili e manovre di truppe pesanti.

A giugno, immediatamente prima dell’inizio del torneo di calcio della Coppa del Mondo in Russia, l’alleanza USA-NATO (più Israele) ha  condotto un’esercitazione militare di due settimane  in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.

Le truppe americane del 2 ° reggimento di cavalleria partecipano a esercitazioni militari nei pressi di Kaunas, in Lituania

18.000 soldati hanno preso parte alle manovre che,  secondo il quartier generale del Pentagono in Europa, non erano per nulla «una provocazione della Russia». Proprio nell’imminenza dei mondiali di calcio in Russia, il Pentagono e Bruxelles hanno fatto del loro meglio per creare tensione verso il paese il cui bilancio della difesa è un terzo rispetto a quello dell’Europa e un decimo degli Stati Uniti e il cui  presidente ha dichiarato  che la sua stragrande priorità è la riduzione della povertà e «il benessere della popolazione e la prosperità della Russia famiglie».

Più o meno nello stesso periodo in cui il senatore americano Ben Sasse si  accorgesse che  «Putin non è nostro amico e non è il compagno del presidente. È un delinquente che usa l’aggressione in stile sovietico per scatenare una guerra ombra contro l’America». Certo che con quel tipo di atteggiamento, diffuso al Congresso, sarà difficile realizzare il desiderio di Trump di «andare d’accordo con la Russia».

Insomma Trump è il presidente più imprevedibile che gli Stati Uniti abbiano mai conosciuto. Si muove con disinvoltura tra tweet malevoli e discorsi indisponenti, e sa destare  reazioni scomposte, dal fanatismo feroce dei fans suprematisti, all’odio viscerale dei neocons guerrafondai. Non ha tutti i torti il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif che è un presidente «impulsivo e illogico»  ma al momento presenta le migliori possibilità di riavvicinamento e amicizia con la Russia. Il fatto che i guerrafondai di Washington si oppongano così violentemente ai suoi imminenti colloqui con il presidente Putin è una prova sufficiente che la strada è quella giusta, insieme all’accordo storico sul nucleare appena ottenuto con Kim Jong-un.

Nella società dello spettacolo in cui l’informazione è solo spettacolo, sarebbe giusto muoversi tra i fatti e le affermazioni dei big della politica, e in questo momento il gioco irragionevole, precipitoso, apparentemente illogico condotto da The Donald sembra tornarci comodo, per sostenere soprattutto le istanze del governo italiano nel riavvicinamento alla Russia e per mettere in crisi  gli oligarchi del liberismo mondialista.

Che stia scoppiando la pace tra Russia e Usa ??

 

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

03.07.2018

 

 

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