La redazione non esercita un filtro sui commenti dei lettori, a meno di segnalazioni riguardo contenuti che violino le regole.

Precisa che gli unici proprietari e responsabili dei commenti sono gli autori degli stessi e che in nessun caso comedonchisciotte.org potrà essere considerato responsabile per commenti lesivi dei diritti di terzi.

La redazione informa che verranno immediatamente rimossi:

Messaggi che entrano automaticamente in coda di moderazione per essere approvati prima di pubblicarli o vengono sospesi dopo la pubblicazione:

Nota: se un commento entra in coda di moderazione (e quindi non appare immediatamente sul sito), è inutile e dannoso inviare di nuovo lo stesso commento, magari modificando qualcosa, perché, in questo caso, il sistema classifica l’utente come spammer e non mostra più nessun commento di quell’utente.
Quindi, cosa si deve fare quando un commento entra in coda di moderazione? bisogna solo aspettare che un moderatore veda il commento e lo approvi, non ci sono altre operazioni da fare, se non attendere.

Per qualsiasi informazione o comunicazione in merito, scrivere alla redazione dal modulo nella pagina dei Contatti

Una persona può avere un solo account utente registrato nel sito.

Commentare con utenti diversi è una pratica da trolls e vengono immediatamente bannati tutti gli utenti afferenti ad un’unica entità, senza preavviso.

SANZIONI IN CASO DI VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO STABILITE DALLA REDAZIONE CDC:

1) Primo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e cancellazione del commento.

2) Secondo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente ammonizione: l’account del commentatore verrà sospeso temporaneamente per 72 ore previo avviso individuale

3) Terzo avviso da parte del moderatore (in rappresentanza della redazione) e conseguente blocco dell’account con l’impossibilità permanente di accedere al portale web

Consigliamo caldamente di leggere anche la pagina delle F.A.Q. le domande frequenti e la nostra Netiquette

La Redazione

 

I piu' letti degli ultimi 30 giorni

Qualcosa su Anna Frank

blank
A cura di Davide
Il 27 Ottobre 2017
692 Views

DI ALCESTE

alcesteilblog.blogspot.it
Il mio impegno antifascista dei bei giorni non si concretò mai nell’antifascismo verbale. Men che mai nell’antifascismo militante contro i fascisti, che ho sempre considerato una parte residuale della politica: al pari dei comunisti.
C’erano milioni di persone che si richiamavano al comunismo e al fascismo, ma solo a chiacchiere. Che il fascista o il comunista fossero segnati antropologicamente dalle rispettive ideologie fu vero sin agli anni Cinquanta. Si può dire, col senno di poi, che tali marchi erano cicatrici, e cicatrici di ferite fisiche e spirituali, destinate, però, a scomparire col volgere d’una generazione.
E così fu, nonostante le P38.
Quando nacqui alla fine dei Sessanta comunismo e fascismo erano già morenti: non informavano più le nostre vite. Il fascista e il comunista si ritrovavano a Fregene a ingozzarsi di panini e frittate; i loro figli erano già attenti ai primi ritrovati tecnologici. A vestirsi con gusto ricercato. Il ricco era ricco e il povero lo invidiava. Il busto di Mussolini serviva ad appendere l’ombrello e Lenin, in attesa del Che, era ormai un poster.
Alla memoria, tuttavia, credevo.
I partigiani, le Fosse Ardeatine, il 16 ottobre 1943, via Tasso, il 5 giugno 1944 erano, per me, circa mille anni fa, date importanti.
Mi piaceva ricordare certe figure, alcuni morti.
Promuovevo dibattiti, anniversari, riscoprivo martiri.
La Resistenza e le sue costellazioni, anche in tale accezione, erano, però, già un guscio vuoto negli anni Ottanta. La gente dimenticava, certo, ma era soprattutto il protervo formalismo degli antifascisti – duri a comprendere la nuova realtà – il vero ostacolo a una condivisione serena del passato.
Anche qui la sinistra si dava come dividuum: da una parte celebrava stancamente, ma a tutti i costi, con quell’aria di superiorità morale che strapperebbe gli schiaffi a un santo, dall’altra monetizzava un sentimento che avrebbe dovuto essere generale.
Si era ridotto tutto a manfrina, a sovvenzione, a parassitismo.
Le iniziative individuali, nuove e meritorie, venivano soffocate dalla burocrazia dei buoni tanto che ogni celebrazione era imposta, e non accettata nella sua intima umanità.
E infatti gli Italiani se ne fregavano altamente.
Più se ne fregavano più la bontà assumeva i contorni del dispotismo.
L’antifascismo, insomma, si fece prima istituzione, poi legge, e perciò coercizione.
Si moltiplicarono aedi, trombettieri e gendarmi.
In tale oligarchia dei buoni si distingueva, netta, la comunità ebraica. Gli Ebrei, almeno quelli di Roma, si lamentavano, sempre e comunque, in modo invasivo.
Bastava non citare una virgola e si metteva subito in moto quell’impasto urtante di vittimismo e arroganza che fa tanto chutzpah e che, una volta, fece saltare la mosca al naso persino a Sandro Pertini, il Presidente “sei condanne e due evasioni”: “Ma che vogliono questi qua?“.
Gli Ebrei sono antipatici, sono difficili da trattare, ma sono vittime.
Vittime più vittime degli altri, però, e, quindi, ancora più antipatici.
È il prezzo da pagare all’imposizione della bontà.
L’antifascismo pretende di essere celebrato a forza.
La Shoah di essere divinizzata come religione laica di Stato.
Risultato: cerimonie di cartapesta in cui tutti fingono una parte.
Le parole del Presidente della Lazio Claudio Lotito: “Andiamo a fare la sceneggiata” (a seguito dell’episodio dell’Anna Frank giallorossa) sono la ovvia e naturale risultante di una serie di errori storici e psicologici nonché una epitome esatta del sentimento popolare.
Un umor nero nascosto ai sondaggi, come sempre accade quando è la propaganda e non la morbida ragionevolezza a dettare la linea grigia del bene e del male.
I rabbini fanno gli offesi, Lotito va in pellegrinaggio, le polizie e la magistratura indagano, intellettuali e parlamentari sgranano il rosario dell’indignazione, ma la situazione è questa qua: di Anna Frank non importa nulla a nessuno.
I giocatori di serie A col Diario in mano sono una tetra barzelletta, forse più di Carlo Tavecchio, presidente della FGCI, che, con quel bel volto limpido e chiaro, va a cospargersi il capo di cenere al Ghetto.
E tutto questo perché non si è voluto considerare un periodo tragico della propria storia sub specie aeternitatis, ma solo come rivalsa; e quando tale strategia cominciò a fallire rovinosamente (e a concretare un crescente rifiuto) la si volle militarizzata, per legge.
È stato messo in circolo il veleno per eccellenza, quello del rancore e del sordo risentimento.
Le coordinate ideologiche del dopoguerra sono svanite del tutto.
Praterie vaste e brumose ci attendono, pronte per disperderci definitivamente; o per inscenare nuovi carnai.
Meglio così.
Alceste
Fonte: http://alcesteilblog.blogspot.it
Link: http://alcesteilblog.blogspot.it/2017/10/qualcosa-su-anna-frank.html
25.10.207
ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Notifica di
40 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments

FORUM DEI LETTORI

RSS Come Don Chisciotte Forum – Argomenti recenti

1 / 146 Pagine


blank