Una donna riporta il suo calvario dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid sviluppato da AstraZeneca. La testimonianza della donna è affidata ad un post pubblicato sul gruppo “Terapia domiciliare Covid-19 in ogni regione”, nato da un’idea dell’avvocato Erich Grimaldi del Foro di Napoli e diventato un punto di riferimento importante per centinaia di persone che, sentendosi abbandonate dei territori, trovavano conforto ed assistenza a distanza dai numerosi medici del gruppo.
“Il mio medico mi ha segnalata per reazione avversa al vaccino AstraZeneca che mi hanno somministrato il 22 Marzo”, racconta la donna. “4 giorni dopo, corsa al pronto soccorso dopo essermi svegliata il mattino con viso e tronco incandescenti. Antistaminico. Cortisone. “Signora, non c’è nulla che provi che sia reazione da vaccino”. Non mi è mai passato completamente il rossore. Qualche settimana fa, da viso e tronco il rossore comincia a propagarsi per tutto il corpo. Il mio medico non se lo spiega. Una decina di giorni fa inizia il fuoco. Un fuoco che parte da dentro e si espande all’esterno, sembrano davvero fiamme disegnate sulla pelle. Ma non è un disegno. Brucia tantissimo. Prude da cavare la pelle”, prosegue la donna.
A questo punto, la corsa al pronto soccorso di Borgo Roma, dove rilevano battiti del cuore impazziti e pressione alle stelle. “Signora, stia tranquilla è che potrebbe rimetterci il cuore, dobbiamo intervenire il più rapidamente possibile”. Dopo circa 8 ore, mandata a casa con nessuna diagnosi e qualche consiglio”, racconta ancora la donna, che poi è stata mandata dal medico personale a fare una visita allergologica. Le dottoresse che la visitano rimangono colpite dai segni sulla pelle della donna: “signora non abbiamo mai visto una cosa simile. Sospenda cortisone e faccia questi esami. Purtroppo non ci sono test che provino la responsabilità del vaccino, quindi non lo sapremo mai se tutto questo è stato scatenato da AstraZeneca. Torni fra 10 giorni e vediamo”, le viene detto.
Giorni in cui i dolori non si sono alleviati, tanto da lasciare la paziente senza forze. Una seconda visita allergologica urgente non produce niente di buono, anzi. La signora viene liquidata con una diagnosi di orticaria e 20 punture di cortisone da fare. A questo punto, è chiaro alla paziente e al suo medico che è necessario rivolgersi al settore privato. Intanto sono passati altri 10 giorni e la situazione della signora non è affatto migliorata: il suo calvario continua.