DI EUGENIO ORSO
comedonchisciotte.org
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Populismo e antipolitica sembrano essersi fatti largo in Italia, negli ultimi dieci anni, a suon di gomitate e quozienti elettorali. Le due cose sono andate a braccetto, almeno per quanto riguarda il 5S, anche se al momento attuale le presstitute/media servi hanno smesso l’espressione antipolitica, riservandosi di conservare, però, il populismo come minaccia antiliberista, antieuropea e antidemocratica.
Nel 2012 definii come segue l’antipolitica, di cui ci si riempiva la bocca in difesa della “casta”, dell’euro, dei mercati sovrani e dell’intero “sistema di alleanze occidentali”: «Antipolitica è tutto ciò che si muove, politicamente critico ma non autenticamente rivoluzionario, al di fuori dei cartelli elettorali del sistema liberaldemocratico, e che potrà a sua volta diventare interno al sistema stesso in seguito ad affermazioni elettorali, assegnazioni di seggi in parlamento e cooptazione dei nuovi arrivati nella sub-dominanza politica nazionale.»
Per quanto riguarda il temuto populismo sempreverde, che si sovrappone all’antipolitica, nel 2016 ebbi a scrivere quanto segue: «Populismo, ai giorni nostri, è soltanto un’espressione politicamente corretta che corrisponde a un interdetto, un vero e proprio tabù escludente dal dibattito politico, che al pari degli altri tabù politicamente corretti, impedisce il pensiero critico e stronca sul nascere qualsiasi [vera] opposizione al potere vigente.»
In questi ultimi anni, in cui il “sogno europeo” dell’austerità, del controllo maniacale sui conti pubblici e dei tagli draconiani al sociale ha impazzato (non solo in Italia), ci siamo accorti che populismo e antipolitica possono essere riorientati dagli agenti strategici neocapitalistici, attraverso i numerosi apparati di cui dispongono (mediatici, politici, accademici, pubblicitari, eccetera), per imbrigliarli e intrappolarli nella democrazia avanzata occidentale, dominata dai mercati.
Sta succedendo proprio questo al nuovo governo populista “giallo-verde” italiano, in cui dovrebbero ribollire anche i residui dell’antipolitica grillina?
Cercherò di esporre brevemente il mio pensiero in merito, nel seguito dell’articoletto, non senza qualche perplessità e qualche ombra di dubbio (questo lo scrivo, più che altro, per lasciare una speranza a tutte le anime belle che alla presunta rivoluzione “giallo-verde” ci credono).
Lasciando perdere il grave precedente del professor Savona con le palle, eurocritico e anti-tedesco, fortemente voluto all’economia soprattutto dalla Lega e poi declassato agli affari europei, per non “spaventare” i mercati e la troika, l’attenzione quasi esclusiva delle presstitute/media servi e dello stesso governo (nei fatti guidato da Salvini agli interni), per le varie Aquarius e Lifeline, per le diatribe-scaricabarile fra Malta e Italia, per i disperati in mare gestiti da scafisti e Ong, per il recente accordo europeo a 28 sui centri volontari per i migranti, mette in ombra quelli che sono temi essenziali per la sopravvivenza degli italiani e della nazione.
E’ soltanto la situazione contingente che impone questo, a causa della ripresa dei flussi migratori verso l’Italia dal Mediterraneo, o si tratta di qualcosa di più subdolo e artefatto, di strategia per spostare l’attenzione degli italiani sul fenomeno inquietante dei “boat people”, secondo un ‘espressione giornalistica ormai datata?
Guarda caso, manco a farlo apposta, le cose di cui non si parla in questi giorni, o di cui si parla poco, oppure solo “di sfuggita”, sono le seguenti quisquilie:
il sussidio in tempi brevi per i più poveri, ridotti alla fame senza più un reddito dal “sogno europeo”, accogliente e globalista.
Il salario minimo urgente, per contrastare il fenomeno dei “lavoratori poveri”, sottopagati e sempre meno tutelati, particolarmente virulento e in rapida espansione nel nostro paese.
L’abbassamento quanto prima dell’età pensionabile con il ripristino dei celebri “cento punti” (insignificante notazione, il 3 mi riguarda personalmente, in quanto neo sessantenne), perché i lavoratori più anziani, che sono anche elettori Lega e 5S, non ce la fanno più.
Dobbiamo chiederci Cui prodest la ripresa virulenta degli sbarchi e dei flussi di disperati dall’Africa, che diventa così il problema topico, forse l’unico, tale da eclissare tutti gli altri per il governo “giallo-verde”, in un contrasto intermittente ma molto scenografico con il pessimo Macron.
Sembra di assistere ad una recita politico-mediatica, fatta, naturalmente, sulla pelle dei “boat people” ed anche sulla nostra, a uso e consumo del parco buoi elettorale italiano, in cui l’eroico governo che vuole cambiare le cose, riaffermando un po’ di sovranità nazionale, deve scontrarsi con l’egoismo degli altri paesi del club europeo, come ad esempio l’isoletta di Malta restia ad accogliere, o con il vulcanico Macron, “toyboy” di Brigitte, burattino degli ebrei Rothschild ramo francese e nemico dei poveri “sdentati”, il quale sembra aver preso il posto, in questa sceneggiata da avanspettacolo scadente, di una Merkel sempre culona ma ormai appannata.
In breve, giova agli agenti strategici neocapitalisti far sì che l’attenzione del parco buoi mediatico e elettorale, particolarmente in Italia, si focalizzi solo sui migranti/clandestini/profughi e non sulle drammatiche questioni sociali dell’epoca, mentre i poveri assoluti, da noi, superano i cinque milioni e l’infame Fornero anti-lavoratori e anti-pensionati è ancora pienamente in vigore.
Giova all’attor giovine Macron, nel tentativo di oscurare, grazie alla vicenda migranti e non, questa volta, agli attentati dell’isis in Francia, l’opposizione diffusa di piazza dei lavoratori francesi contro la Loi travail, in corso da alcuni mesi.
Giova allo stesso governo (guidato da Salvini, lo ribadisco un’altra volta) per evitare di dover mantenere le “rivoluzionarie” e costosissime promesse elettorali Lega+5S, di cui ai tre punti precedenti, non gradite ai manovratori della grande finanza e ai loro camerieri europei.
Ergo per cui, lo prenderemo in culo per l’ennesima volta tutti noi, che aneliamo la pensione, i “lavoratori poveri” sottopagati e i poveri senza reddito.
Le cose certe sono che risolvendo qualche problema agli sfruttatissimi “riders”, come vuol fare Di Maio al lavoro, non si risolvono i problemi di tutti (gli altri) lavoratori: sarà un intervento marginale, per quanto doveroso, che non disturberà più di tanto la troika e non inficerà l’applicazione delle “regole europee”.
Per quanto riguarda le pensioni e l’età pensionabile, la sola cosa certa è che dal 1/1/2019 scatteranno i cinque mesi in più di lavoro e l’età della pensione si allontanerà ancor di più, grazie al terzo adeguamento alla “speranza di vita” (di merda, a questo punto) degli italiani.
Di più, l’attuale governo ha abbassato la testa per l’ennesima volta, davanti al famigerato “sistema delle alleanze occidentali”, approvando l’estensione di altri sei mesi delle immotivate sanzioni alla Russia, punitive soprattutto per noi.
In conclusione, non avete anche voi il sospetto che questo “populismo giallo-verde”, lungi dall’essere rivoluzionario, sia una burletta, telecomandato a distanza com’è dagli agenti strategici neocapitalisti, che si nascondo dietro ai mercati e alle sedicenti istituzioni europee?
Se questo sospetto non l’avete, vi giunga forte e chiaro il mio più sincero Sveglia!
Eugenio Orso
Fonte: www.comedonchisciotte.org
30.06.2018