PERCHE' LA THAILANDIA HA TUTTA LA FORTUNA?

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DI MIKE WHITNEY
Information Clearing House

Circa due settimane fa, 10 tank dell’era sovietica hanno avanzato sferragliando lungo la via principale nel centro di Bangkok e si sono fermati davanti al Palazzo Presidenziale. Una volta che il palazzo è stato completamente circondato, un contingente di soldati thailandesi armati di tutto punto l’ha preso d’assalto, mentre i generali thailandesi osservavano impassibili. Il generale Sonthi Tinsulanond ha preso il controllo del paese, con la tacita approvazione del re, e ha velocemente abrogato la costituzione, sciolto il parlamento, e proibito ogni dimostrazione pubblica in supporto dell’ex regime. In meno di un’ora, il governo del primo ministro Thanskin Shinawatra è stato destituito in un colpo di stato perfettamente eseguito, senza spargimenti di sangue.

Siamo già a quel punto?

Sarebbe davvero così orribile se un simile dramma avesse luogo a Washington DC?Immaginate i carri Abram e gli Humvee che avanzano pesantemente giù per Pennsylvania Ave; abbattono i fragili blocchi stradali e la recinzione in ferro battuto e si assestano sul giardino della Casa Bianca aspettando che una bandiera bianca emerga da una finestra nell’Ufficio Ovale.

Davvero il popolo statunitense urlerebbe di rabbia se la squadra presidenziale fosse fatta marciare in un veicolo armato e precipitata in una località sicura? O continuerebbe a fare quello che stavano facendo, tirando un collettivo sospiro di sollievo sapendo che il nostro lungo incubo nazionale è finalmente finito?

Whew! Almeno quello è finito.

Suona famigliare?

Sognare un colpo di stato è un esercizio futile, ma illustra un punto. Gli Stati Uniti non ritorneranno quello che erano. Questo potrebbe suonare pessimistico, ma è vero. L’idea che la democrazia e le libertà civili saranno (miracolosamente) ripristinate se i Democratici otterranno la Casa e il Senato è assurda. I Democratici non hanno promesso di revocare il Patrioct Act, il Military Commissions Act, o di ritirare le truppe dall’Iraq. Sono legati all’establishment industriale-militare, elitario, del libero commercio, proprio come il loro gemello siamese, il partito repubblicano; nonostante mettano una faccia migliore all’amministrazione imperiale.

L’unico sentiero per la libertà personale e il dominio della legge è l’organizzazione di un movimento nazionale fondato sulla classe lavoratrice che opponga gli interessi dei fannulloni lavoratori contro i loro padroni delle aziende. I siti web di sinistra perderanno la loro attrattiva a meno che diventino un catalizzatore per politicizzare l’opinione pubblica statunitense e offrire un percorso costruttivo di azione.

Spiacenti, non c’è una formula magica. Ci sono voluti centinaia di anni prima che i popoli indigeni in Bolivia si riunissero, bloccassero le strade delle capitale e facessero chiudere il paese in una dimostrazione di massa di disobbedienza civile non violenta. La storia del movimento sindacale statunitense è una spiacevole cronologia di infinita lotta contro i plutocrati delle aziende e le élite dell’establishment. Non sarà più facile questa volta.

La classe media statunitense è stata dilaniata dall’economia globalizzata e dal piano di Bush per passare la ricchezza della nazione ai suoi ricchi amici. Dobbiamo recuperare un sacco di terreno e non abbiamo nemmeno iniziato a combattere. Molti di noi sono ancora seduti ai margini, torcendosi le mani e sperando che i Democratici ci riporteranno alla “terra di latte e miele”.

Non succederà.

Dovremmo tagliarci la legna da soli. Politicizzare l’opinione pubblica è un compito lungo, arduo e, sì, noioso. E’ particolarmente duro per una società che soffre da disturbo da deficit di attenzione media-indotto e che è disabituata a prendere la propria vita nelle proprie mani per modellare il futuro. Ecco cosa ci vorrà.

Fortunatamente, abbiamo il piano lasciatoci da Jefferson, Franklin e Paine. Ci vuole solo una spolverata. I Bushisti possono tenersi le spillette.

Abbiamo una montagna davanti a noi, e diventa sempre più scoscesa ogni giorno che Bush resta in carica. E’ ora di organizzarci e fare almeno un passo in una direzione positiva. Nessuno salirà su un carro Abram e verrà a salvarci. Tocca a noi.

Penso che possiamo farlo.

Mike Whitney
Fonte: http://informationclearinghouse.info/
Link: http://informationclearinghouse.info/article15215.htm
04.10.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

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