DI JAMES RIDGEWAY
Lo scorso weekend, da San Antonio, Bush ha difeso il programma di intercettazioni della NSA (1), affermando “Ci hanno attaccato in passato, se possono ci attaccheranno ancora, e faremo tutto ciò che possiamo per fermarli”.
Per essere educati, questa è una affermazione parecchio bizzarra proveniente dal Presidente la cui amministrazione, prima dell’ 11 settembre, ha ripetutamente ignorato un avvertimento dopo l’altro di un imminente attacco terroristico.
Ma in effetti è chiaro che l’amministrazione sapeva che saremmo potuti essere attaccati in molti modi, tra cui la trasformazione in missile di un aereo commerciale dirottato.Ci furono almeno una dozzina di avvertimenti da servizi di intelligence stranieri di piani di attacchi terroristici, compresi alcuni che citavano la possibilità di trasformare un volo dirottato in un missile suicida.
Avvertimenti espliciti vennero dalle intelligence di Gran Bretagna, Germania, Italia, Egitto, Giordania e persino da Vladimir Putin. Nel luglio 2001, proprio due mesi prima dell’11 settembre ci furono avvertimenti che l’incontro del G-8 a Genova potesse essere attaccato “con aerei riempiti di esplosivo”. Gli ufficiali italiani presero queste minacce abbastanza seriamente da chiudere lo spazio aereo su Genova e installare cannoni antiaerei attorno alla città. E Bush si preoccupò abbastanza da scegliere di stare su una nave lungo la costa anziché a Genova. Sfortunatamente si preoccupò meno della sicurezza dei comuni americani che della propria.
Donald Rumsfeld ha detto alla Commissione sull’11 settembre che la difesa da attacchi sul suolo americano non era responsabilità del Dipartimento della Difesa ma “materia per le forze dell’ordine”.
Eppure non vi sono state conseguenze per nessuno nell’amministrazione Bush o nella comunità dell’intelligence. Rumsfeld avrebbe dovuto essere licenziato dopo l’11 settembre. Insieme ai capi della CIA e dell’FBI. Invece le agenzie di intelligence sono state ricompensate con un aumento dei fondi stimato del 30 % e la mano libera per torturare prigionieri e spiare cittadini americani. E Rumsfeld ha ricevuto ciò che voleva da sempre, cioè la guerra con l’Iraq. Tenet è stato premiato con la medaglia della libertà quando si è ritirato.
L’ 11 settembre rappresenta un tradimento da parte di due alleati dell’America, il Pakistan e l’Arabia Saudita. Attraverso il suo potente servizio segreto, il Pakistan ha fondamentalmente creato i Talebani in Afghanistan, mentre i suoi agenti dislocati in quel paese collaboravano con al-Qaeda. Ha ignorato l’ appoggio dei Talebani ad al-Qaeda. Ci sono pochi dubbi che membri dell’ intelligence pakistana sapevano che stava per succedere l’ 11 settembre, compresi i dettagli. Ma oggi il Pakistan è il nostro migliore amico nella regione, e sta ricevendo un aumento significativo negli aiuti statunitensi. Perciò non andateci.
Il ruolo del Pakistan in tutto ciò impallidisce a confronto col coinvolgimento dell’ Arabia Saudita. I Sauditi sono chiaramente la maggiore risorsa di fondi per al-Qaeda. Infatti, la persona che ha aiutato a creare al-Qaeda è stato il Principe Turki, il quale era il capo dell’ intelligence saudita a quel tempo. Ha partecipato al reclutamento di Osama Bin Laden, insieme ad altri fondamentalisti islamici, per andare in Afghanistan negli anni ’80 a combattere i Sovietici. E quali sono state le conseguenze per il Principe Turki? L’anno scorso è stato accolto come nuovo ambasciatore saudita negli Stati Uniti.
Grazie al coraggio e alla rapida azione degli assistenti di volo sul Volo 11, il quartier generale dell’ American Airlines seppe del primo dirottamento non più di 10 minuti dopo che avvenne. Questo è accaduto prima che ogni altro dei tre voli venisse dirottato. Fu addirittura circa 20 minuti
prima che il Volo 93 decollasse. Che sarebbe successo se American Airlines avesse passato l’informazione anziché tenerla per sé?
I piloti sarebbero potuti essere avvertiti di chiudere le porte delle cabine di pilotaggio. Gli aerei a terra sarebbero potuti non decollare. Gli ufficiali a New York City avrebbero potuto sapere che il primo impatto sul World Trade Center non era stato un incidente e avrebbero potuto evacuare l’altra torre. Quante vite si sarebbero potute salvare? Ma quali furono le conseguenze per la negligenza dell’ American Airlines? L’ufficiale che era in servizio presso il centro di comando dell’American Airlines quel giorno è stato promosso a presidente della compagnia aerea. Insieme ad altre compagnie, la American ha ricevuto consistenti aiuti governativi dall’11 settembre. E ad oggi non hanno operato i cambiamenti necessari a tenere sicuri i loro passeggeri.
Alcuni mesi fa Steve Elson, un membro della Red Team della FAA (2) — in passato addetto ad operazioni speciali sotto copertura e addestrato a testare la sicurezza aerea infrangendola — ha viaggiato sino a Toronto dove, seguito da reporter, ha rimosso i lucchetti di tutte le porte nell’aeroporto di Toronto. Ha quindi facilmente avuto accesso a tutti i servizi di gestione di bagagli, rampe, uscite di sicurezza, cabine e posti a sedere di linee inattive, camion di distribuzione del cibo e così via. Sarebbe piuttosto semplice mettere una bomba su un aereo destinato a Washington o LA.
James Ridgeway è autore di “The 5 Unanswered Questions about 9/11” (Seven Stories Press) (3) che indaga ciò che la Commissione sull’ 11 settembre non ci ha saputo dire.
Data: 3 gennaio 2006
Fonte: Counter Punch
Traduzione dall’inglese a cura di ALCE NERO per www.comedonchisciotte.org
Note del traduttore:
(1) NSA = National Security Agency (Agenzia di sicurezza nazionale)
(2) FAA = Federal Aviation Administration (Ente aeronautico federale)
(3) Le cinque domande senza risposta sull’11 settembre