DI DAHR JAMAIL E HARB AL-MUKTHAR
Nuove testimonianze sui crimini di guerra dell’esercito Usa in Iraq, che non risparmia dalla propria violenza neppure gli ospedali.
Ramadi – In Iraq il personale ospedaliero sta riferendo di raid regolari e interferenze dell’esercito statunitense mentre si continua a combattere nella instabile provincia di Al-Anbar.
I raid statunitensi si stanno verificando mentre gli ospedali affrontano una mancanza sempre maggiore di provviste vitali ed attrezzature.
A Ramadi, circa 110 km ad ovest della capitale Baghdad sul fiume Eufrate, due ospedali sono stati assaltati regolarmente dall’esercito statunitense, dicono i dottori.
“La clinica di maternità e l’ospedale generale della nostra città sono i due centri medici più grandi”, ha detto un funzionario. “Entrambi sono stati attaccati due volte la settimana dalle forze americane con la scusa che stanno cercando militanti. Loro (i soldati statunitensi) rompono ogni porta chiusa, giocano con i nostri registri e talvolta detengono persino qualcuno del nostro staff. Gli Americani non stanno rispettando alcuna legge”.
Altri dottori parlavano della mancanza di attrezzature adeguate e di infrastrutture.
Il dottore Abdul Qader, che lavora all’ospedale generale di Ramadi, ha detto all’IPS che all’unità di soccorso urgente mancavano monitor, la macchina per la TAC era rotta, e molti altri strumenti non funzionavano. Adesso tali problemi sono comuni nella provincia, hanno affermato entrambi i dottori.
“In aggiunta alla mancanza di elettricità, spesso non abbiamo consegne di carburante per i nostri generatori”, ha detto il dottor Qader. “I nostri macchinari si guastano spesso, il che mette i nostri pazienti in delle situazioni molto critiche”.
Problemi simili sono stati evidenti a Baghdad sin dallo scorso anno. “Abbiamo avuto un periodo di interruzione dell’erogazione di elettricità mentre qualcuno si stava sottoponendo ad un intervento chirurgico nella sala operatoria”, ha detto all’IPS Ahlan Bar, istruttore degli infermieri allo Yarmouk, un ospedale in cui fanno pratica gli studenti universitari di Baghdad.
Gli addetti alla salute hanno detto che degli attacchi dai militanti potrebbero provocare le forze statunitensi a detenere più dottori. “Abbiamo solo il 40 % dello staff di cui abbiamo bisogno per operare efficacemente”, ha detto. “Persino adesso, non abbiamo uno specialista in anestesia, che così viene gestita dallo staff infermieristico. Ora la maggior parte dello staff medico è troppo preoccupato per lavorare nella nostra provincia”.
I dottori hanno espresso frustrazione per il coprifuoco imposto dagli Stati Uniti che inizia alle 7 di sera ogni giorno. I servizi medici all’ospedale generale di Ramadi hanno termine alle 5, così lo staff medico può essere a casa prima che il coprifuoco abbia inizio.
La quarta convenzione di Ginevra stabilisce delle disposizioni specifiche sulla fornitura di servizi medici… “La Potenza occupante ha il dovere di assicurare, nella piena misura dei suoi mezzi, il vettovagliamento della popolazione con viveri e medicinali; in particolare, essa dovrà importare viveri, medicinali e altri articoli indispensabili, qualora le risorse del territorio occupato fossero insufficienti”, dichiara l’articolo 55.
L’articolo 56 dice: “La Potenza occupante ha il dovere di assicurare, nella piena misura dei suoi mezzi, e di mantenere, con il concorso delle autorità nazionali e locali, gli stabilimenti e i servizi sanitari e ospedalieri, come pure la salute e l’igiene pubbliche nel territorio occupato, specie adottando e applicando le misure profilattiche e preventive necessarie per combattere il propagarsi di malattie contagiose e di epidemie. Il personale sanitario d’ogni categoria sarà autorizzato a svolgere la sua missione.”
Ma malgrado tutto le forze statunitensi continuano a prendere di mira gli ospedali. Il dottor Qasim, che è venuto dall’ospedale di al-Qa’im all’ospedale generale di Ramadi per ottenere rifornimenti medici, ha detto all’IPS che l’ospedale principale di al-Qa’im è stato preso di mira dalle forze occupanti il 7 novembre.
“Quel giorno il 40 % del nostro ospedale è stato distrutto e la residenza dei dottori completamente abbattuta”, ha detto. “Poi, il giorno dopo, continuarono con l’altro 60 % dell’ospedale, inclusa la sala emergenza e la residenza dello staff”.
Il dottore ha detto che i pazienti sono stati trasferiti al vicino ospedale di Obeidi con le due ambulanze che funzionavano e con auto civili.
“Anche le nostre ambulanze sono state prese come bersaglio dai soldati”, ha detto il dottor Qasim. “E nella città di Obiedi l’ospedale era sotto assedio, e per tre settimane abbiamo lavorato lì senza apparecchi medici o attrezzature adeguate”.
L’ufficiale sanitario ha detto che aveva solo 10 ambulanze a sua disposizione, e che aveva bisogno dell’approvazione dalle forze americane per usarle.
“Anche quando abbiamo ottenuto il permesso dagli Americani, abbiamo avuto quattro corse di ambulanza su 10 attaccate. Recentemente a Khaldiya (vicino Fallujah) un uomo ferito all’interno di un’ambulanza è stato detenuto insieme a due dei nostri dottori”. L’ufficiale sanitario ha detto che aveva pregato i soldati americani di venire in loro aiuto molte volte. “Mi accusavano di aiutare i terroristi”, ha affermato… “Ma ho detto loro che non ho nulla a che fare con le condizioni di sicurezza, e che curo i feriti perché ho giurato di curare i feriti. Ora siamo due milioni di persone che vivono in un disastro”.
Data: 29 novembre 2005
Fonte: IPS News
Traduzione dall’inglese a cura di CARLO MARTINI per www.comedonchisciotte.org
Note del traduttore:
Le foto sono tratte da un rapporto di Dahr Jamail sulla condizione degli ospedali iracheni.
La traduzione italiana ufficiale della quarta convenzione di Ginevra è interamente disponibile on-line