Quando il diritto internazionale e la scienza sono messi a tacere, l’unico risultato è l’oscurità
DI GABRIELE ZAMPARINI
The Cat’s Blog
Introduzione
Ci fu un tempo in cui la decisione arbitraria del potente era la legge insindacabile e l’abuso del principe veniva chiamato ‘l’arte di governare’. La parola ‘giustizia’ era usata per descrivere la magnanimità del principe o il premio per la sofferenza di questa vita, perché… la giustizia non è di questo mondo.
Secoli di oscurità e misera sono ora chiamati la storia della civiltà.
Durante questa storia, donne ed uomini si sono costantemente ribellati ed hanno combattuto per portare libertà, speranza e giustizia in questa vita. A causa del loro appello alla Ragione hanno sempre pagato il prezzo più alto. Umiliazione, prigione, tortura e morte non sono riusciti ad uccidere lo spirito umano, nonostante ‘l’arte di governare’ si sia sviluppata ai sofisticati livelli della propaganda odierna.Il diritto internazionale e la scienza sono tra le conquiste più importanti di questa lotta umana. Nonostante siano entrambi ‘lavori in corso’ e troppo spesso condizionati dall’ ‘arte di governare’ nacquero originalmente per limitarla. Dobbiamo sostenerli con forza in questi tempi di oscurità.
Il diritto internazionale
Dopo la seconda guerra mondiale
Il 20 marzo 2003 i governi degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno infranto il loro impegno solenne [come hanno fatto anche bombardando l’Afghanistan nel 2001 e con la campagna di bombardamenti NATO sui Balcani nel 1999] con l’invasione del paese sovrano dell’Iraq, “un atto illegale che ha contravvenuto alla carta delle Nazioni unite“, secondo il Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan (2). L’oscurità che hanno portato al popolo iracheno ha già massacrato centinaia di migliaia di vite umane e contaminato quella terra con scorie nucleari e chimiche per migliaia di anni a venire.
Il crimine perpetrato dall’alleanza di Bush e Blair è il “crimine internazionale supremo, che differisce da altri crimini [Abu Ghraib, Falluja, Haditha, etc] solo in quanto contiene in sé il male accumulato del tutto”. (3)
L’arte di governare ha negato la verità di base al popolo del mondo (I POPOLI DELLE NAZIONI UNITE) mediante quel sofisticato apparato di propaganda che si auto-definisce ipocritamente “media mainstream”.
“Se c’è una cosa che si è diventata chiara negli ultimi giorni, non è che i media delle corporation sostengano il progetto globale delle corporation; ma E’ il progetto globale delle corporation”, ha detto la scrittrice indiana ed attivista Arundathi Roy alla conferenza stampa del Tribunale Mondiale sull’Iraq (World Tribunal on Iraq, WTI), dove è stata presidente della giuria.
Il WTI è stata una delle conquiste più importanti nella storia recente di quella lotta umana per portare libertà, speranza e giustizia in questa vita. Il colpevole silenzio dei media aziendali sul WTI e le sue implicazioni nel diritto internazionali è assordante e continua ancora nello stesso vergognoso modo.
Quando ho recentemente sfidato il curatore degli Affari Mondiali della BBC, John Simpon, sui temi del diritto internazionale relativo all’invasione dell’Iraq e lo ho pregato di parlare del WTI, ha risposto:
Dov’era la BBC un anno fa?
Media Lens, il gruppo britannico di controllo sui media, ha scritto:
Dymond ci ha confermato di aver partecipato alla conferenza stampa di apertura, e che era presente il primo giorno dei cinque di udienze (email di Jonny Dymond a Media Lens, 14 luglio 2005). Ciò è risultato in un servizio per la BBC World Service che durava 24 secondi, e un servizio più lungo di circa 90 secondi. Questi servizi non hanno menzionato le conclusioni del Tribunale per cui la BBC, e altri cosiddetti media mainstream, portano “una responsabilità speciale per aver promosse le bugie sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq”. (5)
I commenti della direttrice di BBC News, Helen Boaden, sono illuminanti:
“Parlando dell’agenda del Tribunale Mondiale sull’Iraq, la BBC ha esaminato gli eventi in Iraq da molti angoli, tra cui l’infrastruttura legale; il ruolo delle Nazioni Unite; le relazioni internazionali; la condotta delle forze di coalizione e le violazioni dei diritti umani ad Abu Graib; la controversia su Guantanamo. Ma a differenza del WTI che prenda la guerra come ingiusta da premessa, la BBC deve essere di mentalità aperta e imparziale nel suo approccio” (Ibidem)
[Tribunale Mondiale sull’Iraq]
Quando la Giuria di Coscienza da 10 paesi diversi stava ascoltando le testimonianze di 54 membri del Pannello degli Avvocati provenienti da tutto il mondo, compresi Iraq, Stati Uniti e Regno Unito (6), la BBC insieme a tutti gli altri media statal-aziendali stava lavorando molto duramente per quel sofisticato apparato di propaganda in modo da poter fare il lavaggio del cervello alle persone e neutralizzarle con una ripetizione infinita di bugie e nonsense: armi di distruzione di massa, guerra al terrore, asse del male, Esportare la Democrazia & i Diritti Umani srl, mondo civile e i molti uomini neri sul modello di al-Zarqawi. Il meccanismo non è differente dalla vendita di auto, dentifrici, carta igienica o di un presidente Usa. Si chiama industria delle relazioni pubbliche e viene usata dall’ ‘arte di governare’ per controllare la nostra volontà e produrre un falso consenso vero la loro caricatura della democrazia.
Scienza
Quattrocento anni fa il grande Galileo veniva umiliato e costretto a ripudiare la sua scienza dal potere del tempo, la Chiesa Cattolica. Ancora una volta, il peccato era il suo appello alla Ragione. Ancora una volta il principe si sentì tradito e mostrò il suo volto feroce.
Quattrocento anni dopo, la scienza e la Ragione vengono ancora temute dai poteri in essere.
Il 29 ottobre 2004, la più che rispettata rivista medica britannica The Lancet ha pubblicato uno studio condotto da alcuni dei più importanti scienziati del campo provenienti dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, dalla Columbia University School of Nursing e dalla Al-Mustansiriya University di Baghdad.
’La mortalità prima e dopo l’invasione dell’ Iraq del 2003: indagine su un gruppo campione’ afferma:
Gran parte delle persone che secondo i resoconti sono state uccise dalle forze di coalizione erano donne e bambini. (Risultati) (7)
Nello stesso studio si legge:
Il primo autore dello studio, Les Roberts, ha scritto lo scorso Febbraio:
Come per il caso di Galileo, quattro secoli fa, il principe si è sentito minacciato e ha mostrato il suo volto feroce. Iniziò immediatamente, da Londra e Washington, una campagna per screditare lo studio Lancet e i suoi autori. Solo per concentrarsi sul quotidiano Britannico più “liberal”, l’ Indipendent:
E ci sono buone ragioni per pensare che il valore reale si verso il margine inferiore dell’intervallo di The Lancet”. (‘We should be counting the dead in Iraq, but let’s not get the figures out of proportion like this’) [Dovremmo contare i morti in Iraq, ma non tirare fuori cifre da una proporzione come questa], John Rentoul, The Independent on Sunday, 10 dicembre 2004)
”La cifra dell’ Iraq Body Count è probabilmente troppo bassa, perché le tattiche militari Usa assicurano forti perdite tra i civili. La potenza di fuoco statunitense, progettata per combattere l’esercito sovietico, non può essere usata in aree edificate senza uccidere o ferire molti civili. Nondimeno uno studio pubblicato da The Lancet, che stima siano morti in Iraq 100.000 civili, sembra essere troppo alto” (‘Soldati Usa terrorizzati stanno ancora uccidendo civili impunemente’, Patrick Cockburn, The Independent on Sunday, 24 aprile 2005)
[I risultati di Lancet sono stati raggiunti] ”estrapolandoli da un piccolo campione… Anche se mai completamente screditate, queste cifre sono state ampiamente messe in dubbio”. (‘The true measure of the US and British failure’, Leader, The Independent, 20 luglio 2005).
“persino Iraq Body Conto, una campagna contro la guerra, mette il totale attribuibile alle forze della coalizione sotto i 10.000, piuttosto che la cifra con uno zero in più che è un comune malinteso della propaganda contro la guerra” (‘Islam, blood and grievance’ [‘L’Islam, il sangue e le proteste’], John Rentoul, The Independent, 24 luglio 2005)
[Iraq Body Count]
E ciò nonostante il Financial Times, il 19 novembre 2004, avesse già scritto:
Completamente ignorato dai media dello stato e delle aziende, c’è anche un eccellente articolo pubblicato dal Chronicle for Higher Education il 27 gennaio 2005. In questo articolo si legge:
Quando è stata chiamata a parlare dello studio Lancet, la BBC ha scritto:
Troppo vecchio per essere citato? Vi suona famigliare?
Ancora una volta, Media Lens fa notare in un suo avviso:
McSmith è stato sfidato dall’attivista Gabriele Zamparini di “The Cat’s Dream” (http://thecatsdream.com). Zamparini ha chiesto:
”Qual’è la fonte di quel numero, ‘fino a 30000 Iracheni’? Lei si stava riferendo all’affermazione di Bush ‘30.000 più o meno’? O si stava riferendo ai numeri forniti da Iraq Body Count?” (Inoltrato a Media Lens, 6 marzo 2006)
McSmith ha risposto:
“Caro Gabriele,
La fonte della cifra 30.000 era l’Iraq Body Count. Sono consapevole della critica che si tratta di una fonte ‘passiva’ di informazione, cioè che non manda sondaggisti a fare campionamenti casuali, ma è rispettata e affidabile. Si è scritto molto sullo studio Lancet, che è stato condotto professionalmente ma in difficili condizioni, ma esso si affidava necessariamente ad un piccolo campione con un grande margine di errore. Loro hanno stimato 8.000 -194.000 ‘morti in eccesso’, e hanno messo il totale più probabile a 98.000. Ciò include un incremento in mortalità infantile, incidenti di traffico etc, con un 60% attribuibile direttamente alla violenza. E’ il piccolo campione e il margine di errore molto grande che rende la gente nervosa sulla cifra di Lancet.
Grazie per la mail
Andy McSmith” (Inoltrata a Media Lens, 6 marzo 2006) (12)
Media Lens, il gruppo di controllo sui media britannici (13), si è attirato le ire della BBC e dell’Iraq Body Count per l’imperdonabile errore di appellarsi alla Ragione e fare domande.
Il co-fondatore e direttore esecutivo del gruppo di ricerca di Oxford John Sloboda ha rilasciato un’ intervista al “rispettabile mezzo di informazione” [parole sue], la BBC, in cui dice:
[John Sloboda]
Le parole di Sloboda devono avere impressionato molte persone oneste, sia nei media aziendali che nel movimento contro la guerra, se lo studio di Lancet continua a rimanere sepolto insieme a quelle centinaia di migliaia di civili iracheni che i nostri governi vogliono ‘liberare’ – portando con se un piccolo esercito di “giornalisti embedded”.
Nonostante l’onestà personale, la buona volontà e il sacrificio di molti di questi giornalisti, loro non possono vedere, non possono riferire e non possono fare in modo appropriato il loro lavoro, se dobbiamo credere al giornalista della BBC Jim Muir da Baghdad: “Naturalmente non possiamo operare liberamente. C’è una guerra in corso, in cui corriamo un certo rischio da entrambe le parti” (15). Ricordate? La verità è la prima vittima della guerra!
Questa “condizione embedded” insieme ad altri generi di pressioni e al ruolo istituzionale dei media statali-aziendali sono tutti parte dell’apparato di propaganda usato dal principe nella sua “arte di governare”.
Dahr Jamail, un serio giornalista indipendente ha recentemente scritto:
Due mesi dopo il massacro, DahrJamailiraq.com era l’unico sito gratuito su Internet che riportava la notizia di al-Jazeera tradotta in Inglese (poteva essere vista a pagamento su MidEastWire.com). Il conduttore di al-Jazeera a Doha, Qatar, intervistò il giornalista Walid Khalid a Baghdad. Il racconto di Khalid, tradotto da MidEastWire.com, era il seguente:
Non è stato prima di quattro mesi dall’evento che i media aziendali occidentali hanno iniziato a dire la verità sull’accaduto. Il 19 marzo 2006 è stato il Time Magazine a “comunicare” la notizia in un articolo intitolato “Collateral Damage or Civilian Massacre in Haditha.” [Danni Collaterali o Massacro di Civili ad Haditha]. Le fonti principali per questo articolo erano un video ripreso da uno studente iracheno di giornalismo il giorno dopo il massacro e interviste condotte con i testimoni. Un’ altra prova evidente di come poche semplici interviste con gli Iracheni e poche fotografie e filmati facilmente reperibili possono drasticamente correggere gli appariscenti errori nella rappresentazione dell’ occupazione da parte dei media occidentali.(…)
Vi sono innumerevoli altri episodi che i media aziendali Usa hanno deliberatamente ritardato dai loro resoconti e che potrebbero non raggiungere mai l’ampio pubblico statunitense che meritano. E’ necessario chiedere, quando i media aziendali riferiranno di storie come la seguente: (…) (16)
Perchè è importante sapere? ha chiesto Les Roberts [foto] nel suo articolo del febbraio 2006 “Do Iraqi Civilian Casualties Matter?” [Le perdite civili Irachene hanno importanza?]:
[Les Roberts]
In una delle mie e-mails al giornalista della BBC John Simpson, c’è questo paragrafo:
>
Anche se non ho affatto citato Iraq Body Count nella mia e-mail a Simpson della BBC, Joshua Dougherty di Iraq Body Count ha pubblicato questo messaggio sull’archivio di messaggi di Media Lens:
Gabriele non lo riconoscerebbe comunque, perché continua a rimanere attaccato alla “scienza” – cioè: a qualunque speculazione inaccurata o non verificata che possa essere fatta da “esperti” selettivamente scelti che dicano le cose che Gabriele vuole sentire. (17)
Ho mandato il primo paragrafo del commento di Dougherty della IBC a Les Roberts, chiedendogli se fosse vero che aveva “ritrattato” ciò che Dougherty chiama “nonsense”. Questa è la replica di Les Roberts:
Perciò l’affermazione sottostante [la specifica affermazione che continua a far circolare (o almeno la speculazione da cui deriva, il nonsense del “fattore cinque o dieci”) è stata già ritrattata da Roberts (sebbene molti altri errori rimangono non corretti nell’analisi)] è sbagliata sia nello spirito che nei fatti.
IBC sta trattando di studi di mortalità: un campo delle scienze mediche ben fondato. Lo studio di Iraq Body Count non è stato soggetto a verifica o controllo da ricercatori scientifici ben informati né è stato pubblicato da alcun giornale scientifico. Perché no?
I media britannici e statunitensi (per non parlare dei responsabili della carneficina) favoriscono ripetutamente le cifre di IBC piuttosto che un controllato studio scientifico. Perché?
Se non vogliamo ritornare al tempo in cui un atto arbitrario di potere era legge indiscussa e l’abuso del principe era chiamato ‘arte di governare’ dobbiamo sostenere il diritto internazionale e difendere il ruolo della scienza.
Post Scriptum
In questi stessi minuti, Guardian Unlimited ha pubblicato le ultime fatiche dell’editore per la politica estera dell’Observer, Peter Beaumont:
un attacco preventivo, “Microscopio su Medialens: Dopo avere sistemato a dovere Noam Chomsky sul suo nuovo libro, Failed States, il nostro editore per la politica estera, Peter Beaumont, si occupa dei suoi prevedibili critici prima che organizzino una campagna contro di lui”.(19)
Mentre è molto istruttivo notare questo nuovo sviluppo dell’ apparato di propaganda statale-aziendale secondo i nuovi standard posti dalla ben nota ‘Guerra al Terrore’, combattuta dai media “liberal”, è interessante fare attenzione al
Si può solo sperare che un giorno capiremo tutti i dannosi effetti sulle nostre menti, sulla nostra volontà e sul nostro mondo dei ”mezzi di informazione liberal”. Considerando lo stato attuale del mondo non ci rimane molto tempo.
NOTE
1) Carta delle Nazioni Unite – Preambolo
2) “Iraq war illegal, says Annan”, sito della BBC News, giovedì 16 settembre 2004
3) Verdetto del Tribunale Militare Internazionale per il processo dei principali criminali di guerra tedeschi, Norimberga, 1946
4) TAKE ACTION: BBC and World Tribunal on Iraq, Gabriele Zamparini, The Cat’s Blog, 15 giugno 2006
5) BIASED, BLINKERED, CULPABLE. John Pilger, Hans von Sponeck, Dahr Jamail and Others Respond to BBC Statement Regarding The World Tribunal on Iraq, Media Lens, 20 luglio 2005
6) WTI PRESS RELEASE about JURY STATEMENT, Istanbul, 27 giugno 2005
7) Mortality before and after the 2003 invasion of Iraq: cluster sample survey, The Lancet, pubblicato online il 29 ottobre 2004
8) ‘Iraqi Civilian Deaths Increase Dramatically After Invasion’, 28 ottobre 2004, Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health
9) Do Iraqi Civilian Casualties Matter?, Les Roberts, AlterNet, 8 febbraio 2006
10) Researchers Who Rushed Into Print a Study of Iraqi Civilian Deaths Now Wonder Why It Was Ignored, LILA GUTERMAN, The Chronicle of Higher Education, 27 gennaio 2005
11) BBC News: Lancet Report too old to mention!!!, Gabriele Zamparini, The Cat’s Blog, 28 ottobre 2005
12) IRAQ BODY COUNT REFUSES TO RESPOND, Media Lens, 14 marzo 2006
13) Media Lens
14) Interview transcript – John Sloboda, BBC NewsNight, 28 aprile 2006
15) email from BBC (occupied) Iraq, Gabriele Zamparini, The Cat’s Blog, 12 giugno 2006
16) Propaganda and Haditha, Dahr Jamail & Jeff Pflueger, t r u t h o u t, giovedì 09 giugno 2006
17) Re: “Nonsense”, postato da joshd il 14 giugno 2006, 10:06 pm, utente loggato come: joshd
18) A noxious form of argument, Peter Beaumont, the Observer-Guardian Unlimited, 18 giugno 2006
19) Microscope on Medialens, Peter Beaumont, the Observer-Guardian Unlimited, 18 giugno 2006
20) Austria’s Haider says Bush is a war criminal, Reuters, 17 giugno 2006
Gabriele Zamparini è un regista indipendente, giornalista e scrittore che vive a Londra. E’ il produttore e il direttore dei documentari XXI CENTURY, del DVD The Peace! E autore di American Voices of Dissent (Paradigm Publishers). Può essere contattato all’indirizzo [email protected] – Scopritene di più su di lui e il suo lavoro presso TheCatsDream.org
Fonte: http://www.thecatsdream.com/
Link: http://www.thecatsdream.com/blog/2006/06/darkness-and-light.htm
18.06.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da MARZIAN (Introduzione e Diritto Internazionale) & ALCE NERO (Scienza e Post Scriptum)