DI TRUMAN BURBANK
Comedonchisciotte
(Alcune note sul convegno di Moneta Positiva del 23 novembre, presso l’Aula dei gruppi parlamentari, al centro di Roma, vedere qui l’annuncio.)
Ancora un convegno di Moneta positiva a Roma, il precedente era stato l’anno scorso.
La sensazione è positiva: ottimo il locale, adeguato in un certo senso alle dimensioni del problema trattato. Importante la sensibilità mostrata dalle istituzioni nel consentirne l’uso. E così, ben vestiti come si deve a un ambiente istituzionale, facciamo la nostra parte. Una volta tanto non ci sentiamo isolati come un oratore di Hyde Park che parla a un pubblico immaginario.
La sala, della capienza di circa 300 posti, è quasi piena, anche se l’abbondante spazio tende a dare una sensazione di dispersione. Presenti sia giovani che anziani.
In generale lo stile del convegno è abbastanza sobrio, come si addice al locale, e ciò può essere utile per l’impatto su quelli che vorrebbero “serietà”, cioè percepire che Moneta Positiva è un’organizzazione affidabile.
Forse si perde qualcosa in creatività rispetto ad altri convegni più spettacolari (ricordo con piacere l’incontro di Modena) ma la sensazione è che siamo cresciuti e comunque sono numerose le occasioni che scatenano applausi, ad es. la frase di Rinaldi “Mi sento orgogliosamente e profondamente italiano”. (E io la trasformo in titolo).
Parte scatenato Fabio Conditi nel presentare il problema moneta e poi nel raccordare i numerosi e validi interventi.
Non si riesce a sintetizzare tutto. Sono stati affrontati molti temi e parecchi meriterebbero un convegno dedicato.
Si può però citare qualcosa.
Conditi introduce il discorso della scarsità della moneta, da cui derivano molti nostri problemi quotidiani.
(Qui credo che il concetto andrebbe chiarito: c’è scarsità di moneta per il popolo, ma mai c’è stata tanta abbondanza di moneta per la speculazione.)
L’inossidabile Antonino Galloni ci fornisce una visione storica, a cavallo tra la sociologia e l’economia, degli ultimi decenni italiani.
Conditi strikes again con le slides fornite da Steve Keen, che analizzano l’andamento del debito privato, il quale in Italia è sempre stato molto buono. (Il che a me appare normale: la nostra eredità cattolica ci ha fatto sempre sentire il debito come peccato).
Giovanni Zibordi ci dà una visione di come sta andando oggi l’economia italiana, oltre a ricordare che almeno parte del nostro debito potrebbe essere semplicemente cancellata.
Marco Cattaneo ci racconta di come sia stato un colossale errore adottare quella moneta straniera di nome euro.
Antonio Rinaldi ci spiega come quello che solitamente viene definito come “divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro” sia stato invece un matrimonio diabolico tra la Banca Centrale e il capitale finanziario.
Una citazione: “Meglio poveri ma liberi, che ricchi e schiavi”.
Il sorprendente Orango Riso (1) cerca di farci capire che ciò che conta non sono i soldi ma una vita piena. Ci spiega cosa è la cooperazione e la competizione. Ci racconta di come la competizione possa essere patologica o emulativa. Afferma che “la realtà non esiste” e qui mi sorprende, pensavo di conoscere almeno tre tipologie di realtà.
Alla fine Orango propone la FIL (felicità interiore lorda) al posto del PIL.
Un problema ricorrente
Tutti partecipanti hanno parole di apprezzamento per questo governo. Eppure allo stesso tempo sentono come all’orientamento positivo del Governo corrisponda un insufficiente coraggio nel prendere decisioni. A livello numerico si può citare Zibordi, il quale dice (più o meno): “Una finanziaria che volesse davvero far ripartire l’economia italiana dovrebbe osare un deficit del 10% del PIL, il 2,4% proposto conclude poco”.
E qui le proposte di Moneta Positiva potrebbero essere importanti per risolvere l’impossibile problema di far ripartire l’economia senza aumentare troppo il deficit. E il tempo stringe.
Il convegno termina comunque in modo moderatamente ottimista.
Mentre sto uscendo dalla sala, un giovane mi fornisce una possibile cartamoneta, un facsimile di un certificato di credito fiscale. Mi informa che lui non è di Moneta Positiva, è di un gruppo MMT. Ottimo. Forse questa volta ci stiamo muovendo insieme nella direzione giusta.
Truman
Fonte: comedonchisciotte.org
24.11.2017
(1) Orango Riso è visibilmente un nickname o un nome di battaglia, decodifico senza difficoltà “Orango” dal bahasa malese come “uomo”, per “Riso” non ho traduzioni.