Ombre della rivoluzione del 1789 nelle proteste per il carburante in Francia

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DI LARA MARLOWE

irishtimes.com

È facile immaginare l’impopolare Macron come un marchese incipriato condotto alla ghigliottina

I movimenti di protesta in Francia portano inevitabilmente echi di guerra di classe e della rivoluzione del 1789. I gilets jaunes dalle casacche gialle, che sono riusciti a mobilitare 290.000 persone in tutta la Francia sabato [17 novembre], senza un’organizzazione e senza leader, non fanno eccezione.

Anche se il loro numero sta diminuendo, i gilets jaunes hanno continuato lunedì a bloccare autostrade, ponti e depositi di carburante, con una minaccia di violenza sempre presente. Una manifestante 63enne è stata uccisa mentre un automobilista ha cercato, sabato, di sfondare una barricata in Savoia. Un uomo di 25 anni è stato gravemente ferito quando è stato travolto da un camion presso un’altra barricata nelle prime ore di lunedì. Più di 500 persone sono state ferite.

Parlando a Bruxelles, dove si trova per una due-giorni, il Presidente Emmanuel Macron ha detto che avrebbe commentato “a tempo debito”. La valutazione del gradimento del Presidente è scesa a un minimo record del 25%. Ai tre quarti del Paese che sono insoddisfatti di lui, “a tempo debito” suonava come “che mangino brioche”.

Si ritorce contro

Parafrasando George Bernard Shaw, è impossibile per un Francese aprire la bocca senza che un altro Francese provi odio nei suoi confronti. Macron e i suoi accoliti parlano da super-colti e super-istruiti, frutti delle grandes écoles quali sono. E quando Macron cerca di parlare come “il popolo”, ad esempio quando deplora la “pazza quantità di quattrini” sprecata senza alcun effetto sulla spesa sociale, ciò di solito si ritorce contro.

“L’elettorato di Macron di natura è l’élite, i bobo (n.d.T. bourgeois bohèmes) e le minoranze etniche. Sfortunatamente per lui, i petits blancs sono probabilmente la maggioranza.”

Qualche giorno fa, un consulente senior di Macron ha informato i giornalisti sulle cause “congiunturali” e “sostanziali” delle proteste per il carburante. Ha ridicolizzato Jacline Mouraud, l’ipnotista e medium spirituale che ha criticato Macron in un video diventato virale. Ascoltando il consigliere, non ho potuto fare a meno di immaginarlo [Macron] come un marchese incipriato, condotto alla ghigliottina, mentre Mouraud applaudiva come una tricoteuse(1) rivoluzionaria.

Bevendo un bicchiere di Beaujolais, il giornalista e autore Hervé Algalarrondo mi ha detto che lui pensava che Macron non potrà riprendersi dalla sua attuale impopolarità: “A lui non piacciono le persone di classe inferiore. È sprezzante nei loro confronti. Considerate le cose che dice.”

 Inorriditi

Per gli inorriditi dagli insulti di Donald Trump alle donne, alle minoranze etniche, ai giornalisti e agli Europei, le cantonate di Macron sembrano innocue. Non per il Francese suscettibile. Algalarrondo ha ricordato l’osservazione del Presidente, in occasione del lancio di un “incubatore di startup”, in un’ex stazione ferroviaria nel giugno 2017: “Una stazione ferroviaria è un luogo dove si incontrano persone che hanno successo e persone che non valgono niente”, ha detto Macron.

Sicuramente intendeva i disoccupati, o i nullatenenti, ho risposto. “No”, insisteva Algalarrondo. “Macron conosce il peso delle parole. Ha detto ‘Le persone che non valgono niente’ perché è quello che pensa.” Forse Macron ha provocato accuse di arroganza, quando ha detto di volere che la sua fosse una presidenza “da Giove”. Recentemente ho sentito che è stato criticato per aver indossato un frac, in occasione di una cena di Stato in Danimarca, perché appariva troppo costoso. Prima di rassegnare le dimissioni, il Ministro degli Interni Gérard Collomb ha detto che Macron e il suo governo “probabilmente mancavano di umiltà … Nei palazzi della Repubblica, si perde la capacità di prestare ascolto alla popolazione.”

Ingiustamente messo alla berlina

Non aiuta che l’entourage di Macron sia composto da giovani uomini che gli assomigliano, anche se mancano del suo carisma. “Non si dovrebbe mai circondarsi di cloni”, dice l’analista politico Pascal Perrineau.

I giovani Americani usano il verbo gergale “diss” per indicare “mancanza di rispetto”. Gli Arabi che si sono rivoltati contro i loro governanti, accusati di hogra, intendendo sdegno o disprezzo. Il povero Macron è ampiamente e forse ingiustamente messo alla berlina per lo stesso reato.

Macron ha nominato diversi Arabi Nordafricani in posizioni elevate. Nelle banlieues e nelle Indie occidentali francesi, ha stabilito un autentico rapporto con la popolazione nera. Tutto ciò irrita ulteriormente i petits blancs che sono stati cacciati dalle grandi città dai bobo, i “bohémien borghesi”, e dalle banlieues dai migranti e dai loro discendenti.

Elite

“Macron mostra regolarmente empatia verso la popolazione nera e gli Arabi”, dice Algalarrondo. “Ma non verso i petits blancs. Sono la sua terra incognita, il suo Triangolo delle Bermuda. E i gilets jaunes sono i petits blancs. Sono la stessa classe sociale che vota per Trump negli Stati Uniti. L’elettorato di Macron di natura è l’élite, i bobo e le minoranze etniche. Sfortunatamente per lui, i petits blancs sono probabilmente la maggioranza.”

La crisi contrappone anche, l’una contro l’altra, queste due France. Gli ecologisti bobo si sono costernati per le dimissioni del precedente Ministro dell’Ambiente, Nicolas Hulot. Vivono nei centri urbani e vanno in bicicletta, e non vogliono che Macron capitoli sui prezzi del carburante. Disprezzano i gilets jaunes, come fomentatori di caos e come coloro che hanno rifiutato di sacrificare le loro auto inquinanti nella lotta contro il riscaldamento globale.

 

Fonte: https://www.irishtimes.com/

Link: https://www.irishtimes.com/news/world/europe/shades-of-the-1789-revolution-in-france-s-fuel-protests-1.3703297

20/11/2018

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

Nota a cura del traduttore

  • Le tricoteuses, secondo la traduzione letterale dalla lingua francese, sono delle maglieriste o magliaie.

Il termine (che deriva dal lemma tricot, che designa generalmente un lavoro fatto a maglia, artigianalmente o industrialmente) viene impiegato per indicare una persona di sesso femminile che lavora, appunto, a maglia servendosi di lana o cotone; in passato veniva usato specialmente in riferimento alle donne che si sedevano abitualmente intorno alla ghigliottina durante la Rivoluzione francese, nella Francia del XVIII secolo, per assistere in prima fila allo “spettacolo” della decapitazione mentre restavano intente a lavorare a maglia.

 

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Tricoteuse

 

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