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blankDI GABRIELE ZAMPARINI
The Cat’s Blog

La danza
macabra di burattini, vampiri e zombi
tra “riconciliazione” e
spartizione

Il presidente-fantoccio del Nuovo Iraq, Jalal Talabani, ed il Premio
Nobel per la Pace Shimon Peres, presidente israeliano e criminale di
guerra, hanno molte cose in comune. “Il modo migliore per risolvere
i problemi interni dell’Iraq è ricorrere al federalismo.
Perché questo avvenga, sarebbe meglio che l’Iraq fosse diviso in
tre regioni federali indipendenti”
, ha dichiarato Peres in un’intervista
su CNN turca
. Talabani ha definito “realistiche”
le affermazioni di Peres, aggiungendo che Peres è stato “bene
accolto nel Kurdistan iracheno”
. [Si veda anche il quesito
6 in Il problema è ancora l’Iraq – Parte 2:
il Nuovo Iraq degli Stati Uniti –
Il quiz
]

A Baghdad il governo fantoccio e settario della Zona Verde ha fatto chiudere
la sede principale dell’AMSI, l’Associazione degli Studiosi Musulmani
dell’Iraq. La Associated Press
ha riferito che
:

Mercoledì le autorità
irachene hanno posto sotto sequestro la sede principale del più influente
gruppo clericale sunnita del paese, isolando la zona che si trova nella
parte occidentale di Baghdad e accusando l’organizzazione di appoggiare
al-Qaida in Iraq. Il gruppo, l’Associazione degli Studiosi Musulmani,
si è opposto a lungo alla presenza militare statunitense in Iraq ed
ha spesso assunto pubblicamente delle posizioni a sostegno degli obiettivi
dei ribelli sunniti. L’associazione aveva guidato il boicottaggio
da parte dei sunniti delle elezioni del gennaio 2005 ed è entrata spesso
in contrasto con il governo in prevalenza sciita. La tempestività della
mossa rivela che il governo è più sicuro di poter agire contro i religiosi
integralisti sunniti senza rischiare una reazione violenta all’interno
della comunità sunnita e attacchi di rappresaglia da parte di al-Qaida
ed altri gruppi di ribelli. (…) L’incursione contro il gruppo di
religiosi ha avuto inizio alle 9 del mattino. Le forze di polizia irachene
inviate da Sunni Endowment, agenzia governativa responsabile
delle moschee e dei luoghi sacri sunniti, hanno circondato la sede dell’associazione
presso la moschea di Um al-Qura ed hanno preteso che il personale si
allontanasse entro mezzogiorno, ha affermato la stessa associazione
in una dichiarazione pubblicata sul suo sito web.

Pochi giorni fa si
è svolto un incontro
di riconciliazione”
tra gli Iracheni in
una località turistica sul Mar Morto, in Giordania
:

Questa settimana i
leader iracheni si sono riuniti per un colloquio di riconciliazione
nella vicina Giordania per tentare di superare il conflitto tra le sette
e le etnie che dividono il paese, hanno affermato sabato i presenti.
Circa 40 delegati, tra sunniti, sciiti e curdi, hanno discusso su quale
forma di governo sarebbe più adatta per il futuro dell’Iraq, ha detto
Nassar al-Rubaie, membro del blocco sadrista antiamericano guidato dal
religioso rivoluzionario Muqtada al-Sadr. “Ci siamo trovati d’accordo
sul principio del federalismo come parte del sistema di governo, ma
a condizione che non sia basato sul settarismo”, ha dichiarato
al-Rubaie in un’intervista telefonica al suo ritorno a Baghdad. (…)
L’incontro di quattro giorni, che ha avuto inizio lunedì in una località
turistica sul Mar Morto, si è svolto con il patrocinio di un’organizzazione
non governativa italiana ed ha visto la partecipazione di Richard W.
Murphy, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Siria, come riferito da
notiziari locali.

Qui
si possono trovare ulteriori dettagli su questo “incontro di riconciliazione”.

Naturalmente qualsiasi piano per il futuro dell’Iraq dovrebbe presupporre
almeno l’esistenza dell’Iraq, ma è a questa stessa esistenza che
gli Stati Uniti ed i loro alleati manifesti o segreti miravano con la
Lunga Guerra
iniziata quasi due decenni fa. Oggi l’Iraq non esiste
più [ci pensate? Questo è più di un genocidio. Un intero paese, membro
delle Nazioni Unite, è definitivamente sparito] e la parola “riconciliazione”
ha un suono macabro nel bel mezzo di una danza della morte eseguita
dai tanti burattini, vampiri e zombi dell’Iraq corresponsabili di
questa apocalisse, i cui crimini e le cui atrocità sono difficili da
descrivere, e certamente impossibili da capire per un’opinione pubblica
occidentale a cui la propaganda ha fatto raggiungere livelli che rasentano
l’apatia.

Nuri al-Maliki, uno dei tanti uomini dell’Iran a Baghdad, ha iniziato
ad abbaiare contro i suoi padroni statunitensi che gli hanno conferito
la nomina di Fantoccio della Zona Verde. Come qualcuno
“a sinistra” ed
in quello che è conosciuto come

“il movimento pacifista”
in Occidente
, questo Dracula
iracheno è sempre a caccia di sangue fresco. Mentre galleggia in un
bagno di sangue genocida di cui è corresponsabile, il vampiro ha ora
sete del sangue di altri tre funzionari del partito Ba’ath: Ali Hassan
al-Majid, Sultan Hashem al-Tai e Hussein Rashid al-Tikriti. “Insistiamo
perché sia messo in atto il verdetto
contro tutti gli imputati, e questi dovrebbero essere
consegnati affinché la decisione contro di loro possa essere messa
in atto”
.

Dopo aver chiuso definitivamente la porta
del suo fazioso governo fantoccio al blocco
dei Sunniti
, Maliki ha
emesso un provvedimento
secondo cui 18.000 membri delle milizie sciite
starebbero per essere assorbiti nell’esercito, nella polizia e
nei servizi di sicurezza del paese
.
Le reclute della nuova milizia appartengono al partito Dawaa, capeggiato
da Maliki, e alla Brigata Badr, gruppo militare guidato dal Supremo
Consiglio Islamico iracheno, il principale alleato sciita di Maliki
nel governo.

L’Esercito del Mahdi, la milizia di Moqtada al-Sadr, colui che viene
descritto come “l’uomo più potente in
Iraq”
, è stato escluso dalla decisione burattinesca. Vedremo
come i famigerati trapanatori reagiranno a quest’altro insulto
proveniente dal loro stretto alleato e se saranno felici di essere convertiti
in
“agenti culturali”
.

Stratfor
ha riferito che
:

IraqSlogger, un notiziario
online, ha comunicato il 14 novembre che l’Esercito del Mahdi –
braccio armato del movimento radicale sciita iracheno guidato da Muqtada
al-Sadr – è in procinto di essere ristrutturato come organizzazione
convenzionale. Un elemento fondamentale di questo processo sarebbe l’istituzione
di un esame d’ammissione che verifichi la conoscenza dell’Islam
da parte dei potenziali membri. Gli esami saranno tenuti da ufficiali
superiori dell’Esercito del Mahdi nella città sciita di An Najaf.
Il servizio aggiunge che l’alto commando del blocco sadrista avrebbe
ordinato ai miliziani dell’Esercito del Mahdi di astenersi dall’interferire
negli affari pubblici, lasciando le questioni di ordine pubblico alla
polizia. (…) La proposta di ottimizzare l’Esercito del Mahdi segue
il modello dell’Organizzazione Badr (già Compagnia Badr o Brigata
Badr), braccio militare del potentissimo movimento sciita iracheno,
il Supremo Consiglio Islamico iracheno (SIIC). Il SIIC, guidato da Abdel
Aziz al-Hakim, è stato incorporato nelle forze di sicurezza irachene
e trasformato in una specie di sezione giovanile durante il periodo
del governo provvisorio iracheno.

Riferendosi all’“esame
d’ammissione”
Stratfor ha commentato:

E’ qui che il procedimento
di verifica della conoscenza dell’ideologia da parte dei potenziali
membri potrebbe risultare molto utile per al-Sadr. Il procedimento è
studiato per convalidare l’adesione all’Esercito del Mahdi. Un esame
vero e proprio che misurasse la laicità di un potenziale membro potrebbe
portare ad un significativo calo di adesioni, dal momento che gli elettori
di al-Sadr provengono da ceti bassi, dove l’analfabetismo è un problema.

Forse Stratfor ha un
atteggiamento classista e razzista poiché non c’è dubbio che gli
uomini del Mahdi supererebbero l’esame a pieni voti, se questo vertesse
sul sequestro di persona, sulla tortura e sul massacro, le nuove discipline
di specializzazione del sistema scolastico del Nuovo Iraq.

L’International Crisis Group [Gruppo di Crisi Internazionale, ndt],
da tempo sostenitore di Moqtada al Sadr e del suo Esercito del Mahdi,
“ha esortato gli Stati Uniti ad adottare un approccio
più imparziale verso la comunità sciita di maggioranza,
affermando in una relazione che probabilmente le rivalità tra
gli Sciiti influiranno maggiormente sul
futuro dell’Iraq rispetto al conflitto settario tra Sciiti
e Sunniti”
, ha riferito
la Reuters
.

“Gli Stati Uniti
hanno pienamente appoggiato [il Supremo Consiglio Islamico iracheno
(SIIC)] in questa rivalità. Questa è una mossa rischiosa”, ha
detto il gruppo di esperti cha ha sede in Belgio. Gli esperti hanno
rilevato che la fiducia riposta dagli Stati Uniti nei combattenti dell’Organizzazione
Badr del SIIC come contrappeso della milizia dell’Esercito del Mahdi
di Sadr è “destinata a ritorcersi loro contro, spaccando in due
la comunità sciita e gettando le basi per un conflitto endemico all’interno
degli Sciiti. Mentre Washington è intenta a stabilizzare l’Iraq,
per esempio, (il SIIC) è deciso a governarlo”, si afferma nella
relazione. (…) “L’autorità conferita al SIIC attraverso la
protezione ed il sostegno degli Stati Uniti può spalancare le porte
ad un maggiore coinvolgimento dell’Iran, soprattutto quando le forze
armate statunitensi inizieranno a ritirarsi”, hanno detto.

Per quanto riguarda
“l’uomo più potente in Iraq”, sembra si sia dato alla “clandestinità”
per studiare, anche se qualcuno sembra essere scettico. “La
sua intelligenza non gli permette di
raggiungere alti livelli di studio”
, afferma uno studioso di
rango elevato delle howza [scuole teologiche, ndt] degli Sciiti, il
fior fiore del clero che contorna il Grande Ayatollah Ali Sistani. Comunque
sia, se stia studiando in Iraq o nel natio Iran nessuno lo sa. Newsweek
ha riferito che
:

Da quando, lo scorso
agosto, ha proclamato una sospensione delle ostilità per la milizia
del suo Esercito del Mahdi, Sadr è completamente sparito dalla vita
pubblica, designando cinque fidati collaboratori a parlare a nome suo.
NEWSWEEK ha appreso che alcuni di quei rappresentanti si sono incontrati
segretamente con il generale David Petraeus, il più alto comandante
statunitense in Iraq, per discutere di una cooperazione in materia di
miglioramento della sicurezza, secondo due fonti che hanno rifiutato
di essere identificate a causa della delicatezza dell’argomento. Il
portavoce del generale, il Colonnello Steven Boylan, ha rettificato
quest’affermazione spiegando che, mentre Petraeus non si è incontrato
con Sadr, “il comando ha avuto davvero dei contatti diretti con
alcuni suoi uomini all’interno dell’organizzazione [di Sadr]…
per favorire i tentativi di riconciliazione”.

E i progressi e l’ottimismo?
I mezzi d’informazione dello Stato aziendale ci hanno propinato
per un po’ di tempo parecchie favolette del tipo “in Iraq va
meglio”
. “Lo dicono le statistiche,
in generale”
, ci ha detto ultimamente Jim Muir
della BBC
.

Ali al-Fadhily, stretto collaboratore di Dahr Jamail, ha riferito recentemente all’IPS [Inter Press Service, Informazione per lo
Sviluppo, ndt]:

“Mi piacerebbe
essere d’accordo con l’idea che la violenza in Iraq sia diminuita
e che tutto vada bene”, ha detto il generale a riposo Waleed al-Ubaidy
all’IPS a Baghdad. “Ma la verità è ben più amara. Tutto ciò
che è avvenuto è un cambiamento drammatico nella mappa demografica
dell’Iraq”. E come per Baquba ed altre zone dell’Iraq colpite
dalla violenza, dice che una parte della storia a Baghdad è che non
c’è rimasto nessuno a cui raccontarla. “La maggior parte dei
giornalisti onesti se n’è andata”. “Baghdad è stata squarciata
in due città e in molte frazioni e quartieri”, ha raccontato all’IPS
Ahmad Ali, ingegnere capo di una delle municipalità di Baghdad. “Tanto
per cominciare, ci sono attualmente la Baghdad sciita e la Baghdad sunnita.
Poi, ognuna è divisa in piccoli frammenti, simili a cittadine, formati
dalle centinaia di migliaia di persone che sono state costrette ad abbandonare
le loro case”.

Pebe Escobar ha commentato di recente:

Il Pentagono – tramite
il generale di divisione Joseph Fil, comandante delle forze armate degli
Stati Uniti a Baghdad – sta inesorabilmente facendo intendere che
ora c’è meno violenza nella capitale, un andamento “sostenibile”.
Queste sono stupidaggini. Fil non può ammettere neanche il fatto essenziale
che Baghdad sia stata ridotta ad una collezione di ghetti isolati e
circondati dalle esplosioni, alla ricerca di una città. Baghdad, che
era per il 65% sunnita, ora è almeno per il 75% sciita. I residenti
sciiti e quelli sunniti confermano allo stesso modo che la violenza
settaria si è spenta perché di fatto non ci sono più quartieri su
cui attuare una pulizia etnica.

Ecco
un’altro Racconto di un Successo Improvviso.

Un buon servizio giornalistico del Guardian, Incontro con Abu Abed:
il nuovo alleato degli Stati Uniti contro al-Qaida
, offre un’altra immagine da brivido della
vecchia strategia statunitense del divide et impera:

Abu Abed, membro del
rivoltoso Esercito Islamico, è diventato di recente comandante dei
“Cavalieri di Ameriya” sponsorizzati dagli Stati Uniti. Fa
parte della nuova razza dei signori della guerra sunniti, che ora sono
pagati dagli Stati Uniti per combattere al-Qaida in Iraq. Gli Statunitensi
chiamano i loro nuovi alleati Cittadini Preoccupati. (…) Un
ex funzionario dei servizi segreti e devoto sunnita, Hajji Abu Abed,
ha l’aria di un capomafia. E per Abu Abed, come per un boss, le conoscenze
sono tutto. Il suo ufficio è decorato da immagini che lo vedono abbracciato
ad ufficiali statunitensi, tra cui il comandante supremo in Iraq, il
generale David Petraeus, ed un certo Capitano Cosper. (…) Dopo esserci
di nuovo accomodati nel suo ufficio, Abu Abed mi ha raccontato dei suoi
grandi sogni. “Ameriya è solo l’inizio. Dopo che qui avremo
terminato con al-Qaida, ci rivolgeremo verso il nostro nemico principale,
le milizie sciitea. Libererò Jihad [un’area sunnita presso Ameriya
sotto il controllo dell’Esercito del Mahdi], poi Saidiya e tutta la
parte occidentale di Baghdad”.

Alcuni commenti su
tutto ciò si trovano nel blog di Imad
Khadduri
.

Think Progress ci narra di un altro fanatico neonazista statunitense:

Mort Kondracke, direttore
esecutivo di Roll Call e collaboratore di Fox News, scrive
oggi che se la politica di intensificazione del presidente Bush non
dovesse funzionare, il suo piano B sarebbe “vincere giocando sporco”,
che implica “l’accettazione di un’autorità da parte di Sciiti
e Curdi, consentendo loro di soffocare con la violenza la resistenza
sunnita ed assicurandosi che gli Sciiti amichevoli nei confronti degli
Stati Uniti risultino vincitori”.

Mort Kondracke scrive:
“La vittoria sarà sporca perché
permetterà alle forze armate irachene controllate dagli Sciiti
e ad alcune milizie sciite di decimare la ribellione sunnita.
Con tutta probabilità ci saranno pulizia etnica,
atrocità contro i civili e flussi massicci di profughi”

Svegliaaaaaa!! Ma dove ha vissuto negli ultimi quattro anni, sig. Mort?
Meglio che pensi ad un Piano B un po’ più originale.

E’ questo il Nuovo Iraq degli Stati Uniti, un mostro partorito dal
supremo crimine internazionale, la guerra di aggressione la cui illegalità,
ai sensi del diritto internazionale, permane ancora. Il famigerato
processo politico
, con la sua costituzione imperialista redatta
a Washington, e le sue bande di Quisling formate da signori della guerra,
psicopatici e terroristi spietati corresponsabili del genocidio iracheno
e dell’annientamento del paese, ben lontani dal rappresentare “la
democrazia nascente dell’Iraq (che ha bisogno di tutta la legittimità
che può avere)”
come troppa propaganda
cerca tuttora di spacciare all’opinione pubblica occidentale
– è stato piuttosto l’epitaffio sulla
tomba dell’ultimo paese arabo che abbia osato sfidare l’imperialismo
ed il colonialismo dell’occidente.

Stiamo assistendo alla resa dei conti in cui tanti burattini, vampiri
e zombi si mettono in posizione, aspettando la spartizione settaria
di quello che un tempo era l’Iraq. Il “processo politico”
orchestrato dagli Statunitensi è stato la ballata di questa danza della
morte.

P.S. Democrazia usa e getta

Un sondaggio condotto in cinque
paesi europei e negli Stati Uniti

ha riscontrato un consenso molto scarso sull’utilità di attacchi
militari contro l’Iran e un sostegno schiacciante al ritiro dall’Iraq
delle truppe della coalizione formata da Stati Uniti ed altri paesi.

Il sondaggio, condotto da Harris Interactive Survey per conto della
rete televisiva France 24 e del quotidiano International Herald Tribune
che ha sede a Parigi, ha rivelato che l’uso della forza contro l’Iran
è appoggiato solo dall’8% delle persone in Francia, dal 7% in Germania,
dall’8% in Italia, dall’8% in Spagna, dall’11% nel Regno Unito
e dal 21% negli Stati Uniti, mentre il 90% dei cittadini francesi è
a favore di un ritiro dall’Iraq, così come il 75% dei Tedeschi, l’82%
degli Italiani, l’84% degli Spagnoli, l’82% dei cittadini del Regno
Unito ed il 67% degli Statunitensi.

E adesso?

Gabriele Zamparini
Fonte: http://www.thecatsdream.com/
Link
15.11.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CRISTINA MAZZAFERRO

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